Il moderno fascismo italiano e lo stato di polizia mostrano sempre più palesemente la propria faccia repressiva. Sia che i suoi esecutori siano rappresentanti del centro-sinistra sia che siano del centro-destra, gli attacchi alle masse popolari ai giovani alle donne e ai lavoratori provengono da un’unica classe che dirige tale sistema: la borghesia imperialista.
Uno degli ultimi attacchi dei padroni è quello contro i manifestanti e i giovani ribelli che a Genova nel luglio 2001 scesero in piazza contro il vertice degli otto maggiori paesi imperialisti che ogni anno si riuniscono per decidere come meglio spartirsi le risorse dell’intero pianeta. E’ esemplare la condanna di 225 anni complessivi di carcere per 25 di essi, è anche chiaro che i padroni intendono lanciare un segno intimidatorio contro chi osa ribellarsi ai loro piani di sfruttamento delle masse che vanno di pari passo con l’arricchimento di un ceto minoritario e parassitario.
La mobilitazione al g8 di Genova, ha rappresentato anche il risveglio di una gioventù ribelle che non si è fermata a Genova ma ha proseguito il suo cammino passando per la Val di Susa contro la TAV, a Vicenza e Sigonella contro le basi dell’occupante yankee,a Scanzano, a Lampedusa. Dove lo stato moderno fascista vuole imporre i suoi diktat le masse rispondono con le mobilitazioni, e il cuore pulsante di queste mobilitazioni è rappresentato dai giovani ribelli. La gioventù proletaria e ribelle delle metropoli imperialiste non ha nazione e perciò ha travalicato i confini nazionali “aggirandosi come uno spettro” in tutti i paesi imperialisti. Un filo rosso ci unisce in tal senso ai giovani ribelli delle metropoli francesi che per motivi analoghi hanno terrorizzato i padroni francesi obbligandoli a riesumare leggi coloniali imponendo così il coprifuoco perfino a Parigi nei momenti più caldi della rivolta. Ai giovani di Copenaghen in lotta contro gli sgomberi dei loro spazi, ai giovani di Seattle, Praga e così via. Ma il nostro internazionalismo ci unisce anche ai giovani dei paesi sfruttati dall’imperialismo che anche lì combattono dure lotte per i loro diritti e per la rivoluzione: pensiamo specialmente ai giovani della Gioventù comunista nepalese con cui abbiamo anche avuto il piacere di incontrarci e vedere con i nostri occhi la loro lotta contro le vestigia di una monarchia affamatrice e ai giovani compagni turchi in lotta contro il “loro” stato fascista.
Tutti noi a Genova affermammo il nostro disprezzo verso questo sistema capitalista che si traduce nella vita concreta e materiale di chi lo subisce in disoccupazione,caro-vita, precarietà,attacco ai diritti dei lavoratori conquistati in anni di lotte dalla classe operaia, oscurantismo religioso,xenofobia e guerra contro altri popoli per lo sfruttamento delle risorse: tutti mezzi necessari al sistema stesso per sopravvivere.
Durante quelle giornate lo stato, per mezzo dei suoi servi in divisa, non ha esitato a usare la tortura nelle sue caserme, a sorprendere di notte i manifestanti con vili attacchi nei luoghi adibiti ad ospitarli e infine non ha esitato a sparare lasciando a terra uno di noi: il compagno Carlo Giuliani morto combattendo e per questo verrà sempre ricordato da tutti noi e non avremo pace finché sarà vendicato dal proletariato.
Ma ricordiamo anche che durante quei giorni molti genovesi ci hanno sostenuto ospitandoci nelle loro case e non facendoci mai mancare acqua e cibo.
C’è chi ancora continua a farsi illusioni sulla natura dello stato e pensa che sia possibile “cambiarlo dall’interno”, questo governo che rappresentava la speranza di molti lavoratori e giovani ha dimostrato il contrario. Non è forse il sindaco-sceriffo Cofferati che fa caricare i giovani a Bologna o fa sgomberare i campi rom? Non è forse Veltroni,capo del nuovo partito di regime, che lancia il segnale alla manovalanza dell’estrema destra che esegue, come successo ultimamente con i rumeni della capitale? O ancora i sindacati confederali ,CGIL in primis, che concludono gli accordi con il governo al ribasso a spese dei lavoratori?
Questo è il moderno fascismo, non è una nuova riproposizione del vecchio ma una più elaborata forma adattata ai nostri tempi ancora più pericolosa. In questo senso è ancora valida la formula che non si può farla finita con il capitalismo senza farla finita con i vari riformisti integrati perfettamente nel sistema, Bertinotti in primis.
Per questo è giusto ribellarsi contrapponendo alla forza repressiva dello sfruttatore la violenza rivoluzionaria. Noi rivendichiamo la giusta violenza rivoluzionaria contro il nemico ma essa, per essere efficace deve essere organizzata, ragionata, diretta contro l’obiettivo giusto al momento giusto. Lo stato non ha diritto di giudicare la cieca violenza degli anarchici presenti al g8, ma tra compagni la critica è legittima e doverosa, in tal senso pensiamo che i giovani debbano organizzare il loro “partito” come forma alta di organizzazione in grado, per mezzo della violenza rivoluzionaria, di trasformare la ribellione in rivoluzione. Senza rivoluzione non ci può essere una società giusta e la rivoluzione va organizzata e preparata, i singoli individui non possono aspirare a ciò senza unirsi e organizzarsi. Per questo lavoriamo per una organizzazione della gioventù ribelle e proletaria e auguriamo che nasca presto per dirigere la rabbia rivoluzionaria giovanile.
Chi saccheggia quotidianamente il popolo non ha diritto di condannare per saccheggio!
Chi devasta l’ambiente e l’ecosistema non ha diritto di condannare per devastazione.!
Chi uccide i figli del popolo come il giovane Carlo, chi entra nelle nostre case di notte per perquisire e intimidire cercando di terrorizzarci non può accusare di terrorismo.
Il vero terrorista è lo stato!
RED BLOCK
Uno degli ultimi attacchi dei padroni è quello contro i manifestanti e i giovani ribelli che a Genova nel luglio 2001 scesero in piazza contro il vertice degli otto maggiori paesi imperialisti che ogni anno si riuniscono per decidere come meglio spartirsi le risorse dell’intero pianeta. E’ esemplare la condanna di 225 anni complessivi di carcere per 25 di essi, è anche chiaro che i padroni intendono lanciare un segno intimidatorio contro chi osa ribellarsi ai loro piani di sfruttamento delle masse che vanno di pari passo con l’arricchimento di un ceto minoritario e parassitario.
La mobilitazione al g8 di Genova, ha rappresentato anche il risveglio di una gioventù ribelle che non si è fermata a Genova ma ha proseguito il suo cammino passando per la Val di Susa contro la TAV, a Vicenza e Sigonella contro le basi dell’occupante yankee,a Scanzano, a Lampedusa. Dove lo stato moderno fascista vuole imporre i suoi diktat le masse rispondono con le mobilitazioni, e il cuore pulsante di queste mobilitazioni è rappresentato dai giovani ribelli. La gioventù proletaria e ribelle delle metropoli imperialiste non ha nazione e perciò ha travalicato i confini nazionali “aggirandosi come uno spettro” in tutti i paesi imperialisti. Un filo rosso ci unisce in tal senso ai giovani ribelli delle metropoli francesi che per motivi analoghi hanno terrorizzato i padroni francesi obbligandoli a riesumare leggi coloniali imponendo così il coprifuoco perfino a Parigi nei momenti più caldi della rivolta. Ai giovani di Copenaghen in lotta contro gli sgomberi dei loro spazi, ai giovani di Seattle, Praga e così via. Ma il nostro internazionalismo ci unisce anche ai giovani dei paesi sfruttati dall’imperialismo che anche lì combattono dure lotte per i loro diritti e per la rivoluzione: pensiamo specialmente ai giovani della Gioventù comunista nepalese con cui abbiamo anche avuto il piacere di incontrarci e vedere con i nostri occhi la loro lotta contro le vestigia di una monarchia affamatrice e ai giovani compagni turchi in lotta contro il “loro” stato fascista.
Tutti noi a Genova affermammo il nostro disprezzo verso questo sistema capitalista che si traduce nella vita concreta e materiale di chi lo subisce in disoccupazione,caro-vita, precarietà,attacco ai diritti dei lavoratori conquistati in anni di lotte dalla classe operaia, oscurantismo religioso,xenofobia e guerra contro altri popoli per lo sfruttamento delle risorse: tutti mezzi necessari al sistema stesso per sopravvivere.
Durante quelle giornate lo stato, per mezzo dei suoi servi in divisa, non ha esitato a usare la tortura nelle sue caserme, a sorprendere di notte i manifestanti con vili attacchi nei luoghi adibiti ad ospitarli e infine non ha esitato a sparare lasciando a terra uno di noi: il compagno Carlo Giuliani morto combattendo e per questo verrà sempre ricordato da tutti noi e non avremo pace finché sarà vendicato dal proletariato.
Ma ricordiamo anche che durante quei giorni molti genovesi ci hanno sostenuto ospitandoci nelle loro case e non facendoci mai mancare acqua e cibo.
C’è chi ancora continua a farsi illusioni sulla natura dello stato e pensa che sia possibile “cambiarlo dall’interno”, questo governo che rappresentava la speranza di molti lavoratori e giovani ha dimostrato il contrario. Non è forse il sindaco-sceriffo Cofferati che fa caricare i giovani a Bologna o fa sgomberare i campi rom? Non è forse Veltroni,capo del nuovo partito di regime, che lancia il segnale alla manovalanza dell’estrema destra che esegue, come successo ultimamente con i rumeni della capitale? O ancora i sindacati confederali ,CGIL in primis, che concludono gli accordi con il governo al ribasso a spese dei lavoratori?
Questo è il moderno fascismo, non è una nuova riproposizione del vecchio ma una più elaborata forma adattata ai nostri tempi ancora più pericolosa. In questo senso è ancora valida la formula che non si può farla finita con il capitalismo senza farla finita con i vari riformisti integrati perfettamente nel sistema, Bertinotti in primis.
Per questo è giusto ribellarsi contrapponendo alla forza repressiva dello sfruttatore la violenza rivoluzionaria. Noi rivendichiamo la giusta violenza rivoluzionaria contro il nemico ma essa, per essere efficace deve essere organizzata, ragionata, diretta contro l’obiettivo giusto al momento giusto. Lo stato non ha diritto di giudicare la cieca violenza degli anarchici presenti al g8, ma tra compagni la critica è legittima e doverosa, in tal senso pensiamo che i giovani debbano organizzare il loro “partito” come forma alta di organizzazione in grado, per mezzo della violenza rivoluzionaria, di trasformare la ribellione in rivoluzione. Senza rivoluzione non ci può essere una società giusta e la rivoluzione va organizzata e preparata, i singoli individui non possono aspirare a ciò senza unirsi e organizzarsi. Per questo lavoriamo per una organizzazione della gioventù ribelle e proletaria e auguriamo che nasca presto per dirigere la rabbia rivoluzionaria giovanile.
Chi saccheggia quotidianamente il popolo non ha diritto di condannare per saccheggio!
Chi devasta l’ambiente e l’ecosistema non ha diritto di condannare per devastazione.!
Chi uccide i figli del popolo come il giovane Carlo, chi entra nelle nostre case di notte per perquisire e intimidire cercando di terrorizzarci non può accusare di terrorismo.
Il vero terrorista è lo stato!
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