sabato 10 gennaio 2009

SOLIDARIETA' AGLI STUDENTI E AI DOCENTI COLPITI DALLA REPRESSIONE

Ieri al liceo scientifico Isaac Newton di Roma, durante la presentazione del libro “La fabbrica degli ignoranti” di Floris a cui era presente il ministro dell’istruzione Gelmini si è verificato l’ennesimo atto repressivo dello Stato.
Mentre il ministro stava spiegando alla platea le misure dell’imminente riforma scolastica da lei formulata, sono partiti fischi e urla da parte di alcuni studenti e docenti precari che dovrebbero subire sulla propria pelle l’ennesima (contro)riforma.
La risposta delle forze repressive in borghese non si è fatta attendere, i contestatori sono stati identificati e “gentilmente” accompagnati fuori dalla sala.
Evidentemente nel nostro paese la libertà di espressione (e dissenso) c’è solo sulla carta, mentre nei fatti qualsiasi voce fuori dal coro viene repressa.
Non a caso il modello di scuola che il ministro ha in mente richiama agli anni più bui del nostro paese, e la ricetta si sintetizzerebbe in autorità, disciplina e tagli di personale.
Nonostante i proclami del ministro contro un sapere nozionistico, si propone un taglio per migliaia di insegnanti e l’abbassamento degli anni obbligatori di scuola superiore da 5 a 4 anni, in sostanza si continua sulla scia delle precedenti riforme nel minare la qualità dell’istruzione .
D’altronde più si è ignoranti più è difficile la formazione di un pensiero critico che vada fuori dal pensiero unico e che sfoci in dissenso come successo ieri al Liceo Newton di Roma.
In più come causa del degrado della scuola italiana il ministro indica i cambiamenti derivati dalle contestazioni e mobilitazioni del ’68.
L’ennesimo attacco di un esponente del governo a quel periodo dove protagonisti furono gli studenti e i lavoratori la dice lunga.
In seguito a quelle proteste i lavoratori e gli studenti,grazie alla lotta intransigente, stapparono ai governi della borghesia una serie di riforme che migliorarono la loro condizione sui posti di lavoro e nelle scuole . Da tempo gli ultimi governi della borghesia sia di destra che di “sinistra” hanno attaccato queste conquiste.
Il ministro Gelmini dovrebbe occuparsi di più della qualità dell'insegnamento e dell'edilizia scolastica fatiscente piuttosto che rigurgitare provvedimenti demagogici che sanno molto di ventennio fascista.
Gli ultimi eventi dimostrano che l’unica risposta che sa dare lo Stato alle voci di protesta è la repressione.
Lo abbiamo visto con le manganellate verso i cittadini che protestano contro la discarica sotto casa o verso quelli che non vogliono una base militare americana dentro la propria città come successo pochi giorni fa a Vicenza.
Forse i docenti identificati in questa occasione saranno i primi ad “assaporare” la riforma, in particolare l’aspetto dei tagli?
Non ci stupiremo più di tanto dato che viviamo in un paese dove chi denuncia apertamente ciò che non va viene licenziato (come Dante de Angelis nelle ferrovie che ha denunciato l’insicurezza dei treni Eurostar).
C’è da aspettarsi che nella suola del ministro Gelmini qualsiasi studente che “osi” contestare un docente o un dirigente scolastico venga punito disciplinarmente per mancanza di rispetto così come avveniva prima del ’68 o che chiunque esca fuori dagli schemi dettati dal “pensare bene” borghese (come l’omologazione di pensiero ma anche estetica vedi i l’obbligo dei grembiulini) venga etichettato come deviato,bullo o sovversivo.
Il progetto di una scuola sempre più autoritaria rientra nelle politiche di questo governo che marcia sempre più speditamente verso un moderno fascismo e uno stato di polizia. Ultimi esempi di ciò sono le dichiarazioni dei neofascisti La Russa (ministro della difesa) che ha commemorato i volontari fascisti della RSI mentre si criminalizzano i partigiani (vedi revisionismo storico sulla questione Foibe) e Alemanno (sindaco di Roma) (che ostenta saluti romani) che con le loro dichiarazioni volte a riabilitare il fascismo rafforzano sempre

Nessun commento:

Posta un commento