mercoledì 25 luglio 2012

INTERESSANTE ANALISI-CONTRIBUTO DAI GIOVANI COMPAGNI CANADESI-Ipotesi N.1 del Movimento Studentesco Rivoluzionario Un'esperienza di lotta importante

Ipotesi N.1 del Movimento Studentesco Rivoluzionario

Un'esperienza di lotta importante
22 LUGLIO 2012
Nel quadro delle sue ipotesi di lavoro sullo sciopero studentesco, il MER [Movimento Rivoluzionario degli Studenti] afferma che la lotta degli ultimi mesi costituisce un momento importante nella lotta politica; o meglio, che questa lotta rappresenta un balzo in avanti nella pratica politica delle masse che potrebbe cambiare certi parametri della lotta di classe in Quebec, con alcune conseguenze per il Canada. Le prime indizioni di sciopero a febbraio, le azioni organizzate da gruppi di studenti e studentesse militanti o a partire dalle azioni di massa - qualcosa è cambiato nel panorama politico, qualcosa che permette di cambiare la situazione attuale e che ha la potenzialità di cambiare molte cose in futuro.
Lo sciopero studentesco del 2012 è certamente il più grande movimento della gioventù che sia esistito in Quebec. Oltre a ciò, il movimento dello sciopero avrà anche avuto come conseguenza quella di sconvolgere i piani elettorali del governo, di indebolire la classe politica nel suo complesso e in più di aprire una crisi politica e sociale importante.
Qualunque sia il mezzo utilizzato - basti pensare alle leggi repressive, alla violenza poliziesca, alle minacce, agli editoriali compiacenti, ecc.) - niente è riuscito a deviare la lotta degli studenti. In questo senso, il rifiuto di rassegnarsi ai diktat del governo, la volontà di combattere fino ad assumersi volontariamente la rottura del consenso sociale borghese, sono stati elementi importanti che hanno permesso al movimento studentesco di preservare una libertà d'azione e un margine di manovra che le direzioni sindacali del movimento hanno abbandonato da tempo.
A livello pratico, il movimento è stata l'occasione per migliaia studenti e studentesse per accumulare esperienze di lotta, e questo in tempo record, d'una ricchezza eccezionale - sia nelle forme utilizzate sia per l'estensione da esse raggiunta - che deve ancora essere pienamente riproposta. Ovunque, da Gatineau a Rimouski, sono migliaia di studenti e studentesse che hanno lavorato per organizzare lo sciopero nei campus universitari, che hanno tenuto i picchetti, che hanno partecipato ad assemblee generali e a manifestazioni di massa, messo in piazza delle azioni di disturbo economico e combattuto, a volte, in modo molto radicale.
Di fronte alle vecchie strategie del governo, un movimento studentesco ben differente.
Il governo ha creduto che, lasciando marcire il conflitto, sarebbe riuscito a dividere il movimento studentesco. Per fare ciò, esso si è basato sulla cabala mediatica dei suoi servi che abbondano da troppo tempo nella stampa di massa - i Martineau e Pratte di questo mondo - e anche sulla giuridificazione del conflitto. Gli obiettivi del governo erano semplici: più la scadenza del termine della sessione si farà sentire e l'obbligo di avere un lavoro estivo si avvicineranno, e più il movimento studentesco si sarebbe diviso.
La vecchia strategia del governo ha fallito miseramente. Non solo il movimento studentesco non si è ancora diviso, ma il movimento studentesco riformista più combattivo, CLASSE, attraverso le assemblee generali e la massiccia partecipazione degli studenti e studentesse è riuscito a continuare a guidare la lotta e mantenere l'unità degli studenti e studentesse contro il governo. Nei CEGEPs ["Collège d'enseignement général et professionnel]" - veri e propri centri della lotta - la composizione più ampiamente proletaria ha contribuito a mantenere alto il livello di combattività. La paura di perdere la sessione o di non trovare un lavoro si è rivelata inefficace: infatti, l'impoverimento generalizzato della popolazione negli ultimi 20 anni e la crisi del capitalismo hanno fatto apparire delle nuove realtà; da un lato, la grande maggioranza degli studenti lavora tutto l'anno per finanziare i propri studi e la propria vita, dall'altro, molti altri sono abituati a lavori precari, temporanei, lavori "dell'ultimo minuto" e alla disoccupazione.
A differenza del 2005, quando la sinistra riformista combattiva era stata messa in minoranza e gli elementi più radicali bloccati, il movimento del 2012 è in grado di fare affidamento su una sintesi delle esperienze positive dei movimenti più combattivi degli ultimi anni, movimenti molto spesso influenzati dall'anti-capitalismo. In molti campus, vi sono elementi che rivendicano l'anarchismo o il comunismo con la differenza che, oggi, alcuni di questi elementi esprimono apertamente i propri orientamenti politici e le loro proposte nelle assemblee generali e nelle manifestazioni. In tal modo, si è costruito giorno dopo giorno un nucleo duro di studenti e di studentesse pronti ad impegnarsi nella durata del conflitto e fino alle azioni più rischiose.
Dalle misure di austerità allo sciopero, dallo sciopero alla crisi sociale!
Un elemento importante della lotta studentesca, è la volontà di tante e tanti militanti delle associazioni studentesche di cercare di allargare la lotta oltre la sola lotta contro l'aumento delle tasse universitarie. Con lo sciopero, paradossalmente, gli studenti hanno aperto i campus verso l'esterno. Isolate e isolati in luoghi che normalmente sono riservati a una minoranza, i campus dei CEGEPS e le università sono generalmente ambienti chiusi dai quali gli studenti e le studentesse contemplano il mondo esterno, piuttosto che cercare di trasformarlo, come ci invitava a fare Marx nelle sue Tesi su Feuerbach. Il collegamento degli studenti agli altri settori del popolo ha portato all'integrazione di rivendicazioni che oltrepassano la sola lotta contro le tasse universitarie.
Gli studenti e le studentesse, attraverso le loro assemblee generali non si sono accontentati solo di discutere le azioni da portare avanti, hanno anche adottato delle proposte su una serie di questioni politiche e sociali e anche molte rivendicazioni di carattere economico al fine di soddisfare le esigenze delle masse. Lungi dal rinchiudersi in una lotta strettamente studentesca, queste rivendicazioni, anche se generalmente ignorate dai mezzi di comunicazione borghesi, hanno permesso a volte dei dibattiti sul capitalismo.
L'idea comincia a germinare; è possibile, anche con tutte le difficoltà che questo comporta, procedere all'elaborazione congiunta di un progetto che riesca ad esprimere gradualmente al sistema capitalista che "ne abbiamo le tasche piene".
Con la legge 12 (o progetto di legge 78) e la chiusura dei campus più colpiti dallo sciopero, sembra che ciascuno e ciascuna cerchi, avanzi in zone sconosciute, vada a tentoni per collegare tutte le iniziative e le proposte politiche. Come comporre a partire da tutti questi fuochi che si sono accesi nel quadro della lotta affinché si metta a fuoco la prateria durevolmente invece che lasciarli consumare senza lasciare traccia?
Iscrivere il movimento nella durata temporale, ecco il compito davanti a noi. Bisogna garantire che il movimento continuerà e che possa sviluppare la propria mobilitazione a partire da iniziative e proposte politiche superiori rispetto a quelle che esistono attualmente. Queste proposte devono essere in grado di legare insieme le varie lotte (e forme di lotta) svolte da diversi settori delle masse, detto in altro modo, dovranno stabilire una rottura più netta con il funzionamento "normale" del capitalismo e arrivare ad una critica costruttiva attraverso le azioni, ma anche nella critica del parlamentarismo borghese, arrivando ad un movimento che non collassi al primo duro colpo.
Attraverso assemblee e riunioni varie, migliaia di studenti e studentesse hanno iniziato a percepire che era possibile cominciare a costruire una società diversa, che non siamo obbligati a passare dal Parlamento né dalle elezioni. Numerosi sono gli studenti che oggi pensano che è il tempo di costruire una società più giusta, che sia fondata su qualcosa di diverso dalla ricerca del massimo profitto.
Le tattiche diversive del governo Charest, in particolare le sue apparizioni televisive, la sua caccia veemente alla violenza e le intimidazioni non hanno rallentato il movimento di protesta, al punto che persino gli scontri più importanti con la polizia hanno spesso coinvolto centinaia, anche migliaia di studenti e studentesse. Per avere un'idea, basti pensare alle manifestazioni attorno al Piano Nord a Montreal e al Congresso del PLQ [Parti libéral du Québec] a Victoriaville.

È a partire
da questa esperienza che il MER-PCR [Partito Comunista Rivoluzionario] intende proseguire il suo lavoro di costruzione. Il MER-PCR, è certamente composto da studentesse e studenti militanti maoisti, ma è anche di più. Il MER è il progetto di unificazione di tutti gli studenti e studentesse che aderiscono all'idea di lottare contro il capitalismo in tutte le sue forme e che cercano di collegare la loro lotta a quella della gioventù proletaria. Nel momento in cui si fa un bilancio parziale del moviemtno di lotta, il MER è anche un appello a tutte e a tutti coloro i quali vorranno discutere, scambiare, trarre le conseguenze politiche di un tale bilancio. Per noi, l'esperienza accumulata ci sembra piuttosto legata alle nuove pratiche che nel corso della lotta sono state elaborate collettivamente (sia per piccoli gruppi o attraverso le AGE [Association Général des Etudiants).
Il Movimento Studentesco Rivoluzionario (MER-PCR)
(17 luglio 2012)

www.mer-pcr.com

giovedì 5 luglio 2012

Massacro di civili in India. Comunicato Stampa degli Studenti per la Resistenza (SFR)


Riceviamo e pubblichiamo questo comunicato da noi tradotto.


*01/07/2012*

*Comunicato Stampa degli Studenti per la Resistenza (SFR)*

SFR condanna l’assassinio a sangue freddo di 20 tribali innocenti di Bijapur, Chattisgarh da parte dello stato fascista indiano. La polizia del Chattisgarh e la Forza di Polizia Centrale di Riserva dichiarano di aver ucciso 20 guerriglieri del Partito Comunista dell’India (Maoista). Circa 600 truppe della Forza di Riserva Centrale di Polizia e unità di commando del Battaglione Centrale per l’Azione Decisa (COBRA) hanno condotto un operazione nel distretto Bijabur del Chhattisgarh. La polizia del Chattisgarh lo ha definito il più grande “incontro” (leggi scontro a fuoco n.d.r.) nel periodo recente, gli abitanti dei villaggi stanno offrendo una descrizione totalmente differente dell’incidente. Secondo gli abitanti dei villaggi le forze di sicurezza hanno sparato ad una riunione pacifica di abitanti dei villaggi uccidendo 20 di essi, inclusi 5 bambini tra i 12 e i 15 anni, inoltre hanno aggredito sessualmente 4 ragazze teenager durante “l’incontro”. Dieci tra quelli uccisi erano tra i 15 e i 28 anni. “ Ci eravamo riuniti per discutere circa l’imminente festival del seme, che è tenuto ogni anno prima che inizi la semina” ha dichiarato Madkam Ganpat di Rajpetta. Ha detto che la riunione è continuata per diverse ore, quando i partecipanti sono stati improvvisamente circondati da un grande contingente di forze di sicurezza. “Le forze hanno aperto immediatamente il fuoco, tutti noi abbiamo provato a scappare via ma molti sono stati colpiti alle gambe, alla schiena e al petto,” ha dichiarato.

La sparatoria è durata diversi minuti, hanno dichiarato gli abitanti dei villaggi, dopo di che le forze hanno chiesto via radio un trattore che ha portato via una serie di corpi.
“In seguito le forze si sono accampate nel villaggio e mi hanno trascinato nei campi”, ha dichiarato una ragazza di 14 anni in un’intervista. “Mi hanno buttato a terra, picchiato, presa a calci, strappati i vestiti e tenuta ferma minacciandomi di violentarmi”. Ha detto che altre 3 ragazze sono state molestate allo stesso modo. “Le forze sono rimaste nei campi fino al mattino seguente”, ha detto Irpa Raju. “Mio figlio è uscito fuori di casa per andare in bagno quando è stato sparato da un poliziotto. Ramesh è corso in casa gridando ‘Ayo, Ayo [Mamma, Mamma]’ ma le forze lo hanno seguito e ucciso nella nostra casa, davanti i miei occhi”. Raju ha anche accusato i poliziotti di aver aperto il salvadanaio di famiglia rubando cinquemila rupie.
Ieri, il Ministro dell’Interno P Chidambaram ha detto che 3 importanti capi maoisti, Mahesh, Nagesh e Somulu, sono stati uccisi “nell’incontro”. Non c’è Mahesh nella lista ufficiale di quelli uccisi. Ci sono due Nageshes. Kaka Nagesh, chiamato anche Rahul, era uno studente di 17 anni di classe 10. L’altro Nagesh, Madkam Nagesh, era un suonatore professionale di dholak (strumento di percussione popolare indiano n.d.r.) di 32 anni che era chiamato per suonare durante i festival, ha dichiarato un abitante del villaggio. Nessuno tra quelli uccisi “nell’incontro” aveva qualche precedente penale alla stazione di polizia a Barsaguda, la giurisdizione in cui cadono i 3 villaggi chiamati Sarkeguda, Kotteguda e Rajapetta. I poliziotti alla stazione hanno detto che non sapevano nulla circa il fatto che fossero naxaliti (nome dato ai maoisti indiani n.d.r.). Tutti i presunti “grandi maoisti” sembravano aver vissuto con le loro famiglie nei 3 villaggi. La stazione di polizia è praticamente nella porta accanto, e un grande campo della CRPF sorge solo a 3 kilometri. La squadra CoBRA sostiene di aver sostenuto “un fuoco pesante” da parte loro per circa 3 ore, ma ha potuto recuperare solo una bharmar (pistola locale n.d.r.) insieme ai 19 corpi. I media (Sunday Express) hanno riportato la dichiarazione del Comandante del Comitato dell’Area di Basaguda del Partito Comunista dell’India (Maoista), “se loro (forze di sicurezza) hanno ucciso 21 naxaliti in un “incontro”, pensate che non saremmo stati capaci di uccidere almeno qualcuno di loro? Hanno mai ucciso cosi tanti dei nostri in una volta?”.
È abbastanza chiaro che il modo in cui l’intero massacro è stato condotto non è nient’altro che l’Operazione Green Hunt intensificata per mezzo dell’ Operazione Vijaya e dell’Operazione Hakka.
È abbastanza evidente che dopo la fase del "Salwa Judum" (utilizzo di civili armati in senso paramilitare n.d.r.) e la fase dell’ Operazione Green Hunt, le operazioni anti-naxalite sono entrate in una nuova fase variamente chiamata “Operazione Haka” e “Operazione Vijay". Questa operazione ha avuto luogo nell’area Abujhmaad/Maad molto in profondità nella foresta; un gran numero di forze paramilitari congiunte di circa 3000 vi hanno partecipato. Mentre i resoconti della polizia parlano di campi naxaliti distrutti, scontri e arresti con i maoisti, la realtà è che le case sono state bruciate, adivasi e abitanti dei villaggi sono stati picchiati, tra cui picchiati a morte, e quelli arrestati non sono stati presentati dinnanzi ai giudici. Durante la fase del "Salwa Judum" sono state documentate circa 500 morti in affidavit (negli ordinamenti di common law trattasi di dichiarazione scritta resa da una persona sotto giuramento davanti un ufficiale giudiziario e avente natura probatoria n.d.r.) solo in una parte del Bastar del Sud. Un’altra lista di 192 uccisioni extra giudiziali, si presume siano accadute in Dantewada durante l’Operazione Green Hunt, tra il 2009 e il 2011.
Questo è il numero ufficiale. Il numero attuale è superiore.
Il Chattisgarh non è l’unico posto dove è avvenuta la brutalità delle forze di sicurezza.
In tutto il paese le forze di sicurezza e la polizia è impegnata nell’uccisione di tribali e dalits. Sotto la veste di “terrorismo” lo Stato Indiano è pesantemente impegnato in una caccia alle streghe.
E per I tribali è il “maoismo”. I nomi possono essere differenti, ma l’agenda dello Stato Indiano è zittire le voci dissidenti contro il bottino aziendale, le atrocità delle caste e la violenza [dell’amministrazione n.d.r.] comunale. Le forze di sicurezza stanno fronteggiando una resistenza militante dai popoli del Kashmir e del Nord-Est. La storia è ovunque la stessa. Quindi il racconto propagandato dalle forze di sicurezza riguardante l’uccisione di 20 tribali in Chattisgarh non è altro che una farsa, una bugia. Anche se erano Maoisti, non da nessuna licenza allo Stato di ucciderli. Il Maoismo non emerge fuori dalla fantasia ma dalla Repressione di Stato in varie forme. Quindi è la violenza strutturale che è responsabile della sua emersione. Ancora una volta condanniamo il massacro.
Abbasso la repressione di Stato!