mercoledì 18 maggio 2011

Non ci avrete mai come volete voi!





In questi giorni è stata notificata a sette compagni di movimento, di differenti aree politiche tra cui alcuni nostri compagni, una proroga di sei mesi delle indagini preliminari relative a…



… la notifica non menziona fatti e luoghi particolari.





I reati contestati fanno capo agli articoli 650 C.P. (inosservanza dei provvedimenti dell’autorità) e all’ articolo 18 T.U.L.P.S. (manifestazione non autorizzata), inoltre per soli due compagni è contestato anche l’articolo 337 C.P. (resistenza a pubblico ufficiale).



Apprendiamo inoltre che le indagini sono partite ufficialmente dal 11/10/2011.



La data in questione si riferisce al periodo in cui in città il movimento studentesco anti-gelmini muoveva i suoi primi passi, già forte della partecipazione di migliaia e migliaia di studenti molti dei quali sperimentavano per la prima volta la lotta radicale partendo dalle proprie scuole e facoltà, occupandole, e da lì bloccando tutta la città scavalcando i dettami di governo, polizia, partiti e sindacati istituzionali.



Contemporaneamente in quei giorni il movimento studentesco è stato abile ad isolare e neutralizzare i tentativi provocatori della manovalanza fascista di basso livello che, soprattutto in presenza di grossi movimenti, viene utilizzata da sbirri e governo per infiltrarsi e minare dall’interno e contrastarlo. Dopo le prime provocazioni principalmente davanti il liceo classico Umberto I il movimento studentesco non ha permesso ai fascisti di alzare la testa in scuole e facoltà.



In particolare notiamo che le indagini partono il giorno stesso in cui in seguito ai “fatti dell’Umberto”, oltre 500 studenti e compagni si erano dati appuntamento sotto il tribunale per esprimere attivamente la propria solidarietà ai 3 compagni a cui era stato convalidato l’arresto e stavano per essere processati per direttissima



(vedi qui il post www.redblockit.blogspot.com/2010/10/grande-vittoria-del-movimento.html ).



Lo stesso giorno che la magistratura scarcera i 3 compagni anche grazie alla grande mobilitazione di piazza, prepara quest’ulteriore atto giudiziario con lo stesso scopo: colpire altri compagni del movimento.




Lungi dal fermare la nostra lotta, la repressione alimenta la nostra ribellione!



Rispondere alla repressione colpo su colpo estendere le lotte e la solidarietà dal basso!





































Genova 2001 non è così lontana… Contro lo stato di polizia che avanza verso il moderno fascismo rispondere colpo su colpo!

Il 4 maggio scorso a Firenze un’ imponente operazione di polizia che ha visto protagonisti Digos Ucigos e AISI ha portato a 5 arresti domiciliari e 17 obblighi di firma e a 78 indagati in tutto, tutti compagni protagonisti del movimento studentesco anti-gelmini. La grande stampa invece ha parlato di una grande operazione antisovversiva contro un’organizzazione anarchica, presentando i compagni come gente che agisce quasi nella clandestinità.

Le accuse sono gravissime: si parla anche di associazione a delinquere. Infatti come spesso accade quando vengono fatte queste retate, si costruiscono ad arte montature giudiziarie; in questo caso si dice che tutti questi studenti farebbero parte di un organizzazione anarchica sovversiva e terrorista, cercando di far passare l’equazione lotta radicale = delinquenza.

Due giorni dopo a Genova durante lo sciopero generale del 6 maggio indetto dalla CGIL gli studenti decidono di fare un corteo alternativo che riprenda le pratiche radicali dello scorso autunno, ovvero di cortei non autorizzati e diametralmente opposti al modello sfilata come quello in corso in città della CGIL, si sceglie ancora una volta la strada della lotta e dei blocchi stradali e non della conciliazione con i sindacati venduti.
Giunti alla stazione ferroviaria per bloccare simbolicamente i binari parte il pestaggio selvaggio delle forze del (dis)ordine, la maggior parte dei manifestanti sono studenti medi minorenni che vengono picchiati dai servi in divisa armati di manganelli e scudi. Dopo un’aggressione a freddo di questa portata gli studenti giustamente si difendono e parte una sassaiola contro i servi in divisa.

Anche qui ritorna lo spauracchio degli anarchici nelle dichiarazioni dello sbirro portavoce del sindacato di polizia affiliato alla CGIL che, facendo un vero e proprio stravolgimento dei fatti, accusa gli studenti di aver attaccato e ferito (poverini!) le forze dell’ordine e aggiunge che agli “anarchici” non deve essere permesso di manifestare. È chiaro l’obiettivo: impedire in maniera preventiva il dissenso a chi lo esercita coerentemente al di fuori degli schemi imposti.

Proprio in quest’ultimo episodio non si può, anche istintivamente, non fare un salto indietro di 10 anni e pensare alle giornate di Genova 2001 dove un enorme movimento di massa eterogeneo e dalle mille anime era sceso in piazza per contestare il summit degli 8 paesi imperialisti che ogni anno si incontrano per coordinare le loro politiche di sfruttamento e spartirsi la torta delle risorse economiche. Decine di migliaia di persone vennero aggredite brutalmente dalla repressione organizzata dal governo italiano ma l’aspetto più importante è che molte migliaia di giovani risposero colpo su colpo respingendo la pratica fallimentare del pacifismo, una nuova generazione di ribelli è nata proprio in quelle giornate.

Da quei giorni dobbiamo ripartire, quando la borghesia imperialista italiana ha fatto un salto di qualità nell’utilizzo sistematico della repressione per mezzo dello stato di polizia permanente.
Dopo Genova con l’inasprirsi dell’attacco ai diritti dei lavoratori, delle masse popolari in genere, con l’attacco quotidiano allo stato sociale alle tutele conquistate nel grande ciclo di lotte
del ’68-’77, ogni manifestazione di dissenso e contestazione al potere viene trasformato in problema di ordine pubblico. Quando sono realtà organizzate e coscienti ad organizzare il dissenso si utilizza lo spauracchio del “terrorismo” di matrice anarchica o comunista.

Nel lontano 1848 Marx scriveva nel Manifesto del Partito Comunista: “ Qual è quel partito d’opposizione che non sia stato tacciato di comunismo dai suoi avversari al potere, qual è quel partito d’opposizione che non abbia rilanciato l’accusa infamante di comunismo alle personalità più avanzate dell’opposizione o ai suoi avversari?”.
Quotidianamente il rais Berlusconi ma tutta l’area politica e culturale che fa capo a questo governo taccia di essere “comunisti” e “anarchici” chiunque esprima un seppur minimo dissenso verso il governo stesso. Anche nelle contraddizioni interne alla borghesia italiana o a poteri dello stato come la magistratura, che fa la sua parte in un ottica di divisioni di poteri all’interno della democrazia borghese, il premier attacca e accusa di comunismo e terrorismo.

Adesso i recenti fatti di Firenze e Genova, a cui si aggiunge l’altra grande operazione repressiva a Bologna dove anche qui i compagni e le compagne sono “accusati” di essere anarchici, ricordano ancora una volta che l’unico strumento che la borghesia utilizza contro i movimenti di opposizione è la repressione e la criminalizzazione per mezzo della propaganda mediatica, falsificando i fatti.

Gli ultimi fatti di Firenze, Genova e Bologna ci inducono a non dimenticare ciò che accadde 10 anni fa a Genova durante le giornate del g8 e ci convincono ancora di più che uno sforzo deve essere fatto da parte di tutte le realtà studentesche, antimperialiste, comuniste, anarchiche e di movimento per la costruzione di una mobilitazione di lotta per il decennale di Genova, che sia alternativa alla sfilata promossa dall’area riformista che fa capo ad Agnoletto e tutto l’ex Genova social forum e ai partiti della falsa sinistra parlamentare ed ex parlamentare che propongono la mera riproposizione del social forum del 2001 come passerella politica e la mera commemorazione, sotterrando di fatto le istanze di lotta di oggi per le quali ci battiamo quotidianamente.

Invitiamo tutti i compagni e le realtà di movimento ad esprimersi sul nostro appello relativo alla costruzione di una mobilitazione alternativa per il decennale del G8 di Genova (lo trovate scaricabile sul nostro in alto a destra) che già circola da qualche mese e che presenteremo e discuteremo pubblicamente nei prossimi giorni a Genova, Torino, Milano e Bergamo.


Red Block

martedì 17 maggio 2011

Genova 2001 non è così lontana… Contro lo stato di polizia che avanza verso il moderno fascismo rispondere colpo su colpo!

Il 4 maggio scorso a Firenze un’ imponente operazione di polizia che ha visto protagonisti Digos Ucigos e AISI ha portato a 5 arresti domiciliari e 17 obblighi di firma e a 78 indagati in tutto, tutti compagni protagonisti del movimento studentesco anti-gelmini. La grande stampa invece ha parlato di una grande operazione antisovversiva contro un’organizzazione anarchica, presentando i compagni come gente che agisce quasi nella clandestinità.

Le accuse sono gravissime: si parla anche di associazione a delinquere. Infatti come spesso accade quando vengono fatte queste retate, si costruiscono ad arte montature giudiziarie; in questo caso si dice che tutti questi studenti farebbero parte di un organizzazione anarchica sovversiva e terrorista, cercando di far passare l’equazione lotta radicale = delinquenza.

Due giorni dopo a Genova durante lo sciopero generale del 6 maggio indetto dalla CGIL gli studenti decidono di fare un corteo alternativo che riprenda le pratiche radicali dello scorso autunno, ovvero di cortei non autorizzati e diametralmente opposti al modello sfilata come quello in corso in città della CGIL, si sceglie ancora una volta la strada della lotta e dei blocchi stradali e non della conciliazione con i sindacati venduti.
Giunti alla stazione ferroviaria per bloccare simbolicamente i binari parte il pestaggio selvaggio delle forze del (dis)ordine, la maggior parte dei manifestanti sono studenti medi minorenni che vengono picchiati dai servi in divisa armati di manganelli e scudi. Dopo un’aggressione a freddo di questa portata gli studenti giustamente si difendono e parte una sassaiola contro i servi in divisa.

Anche qui ritorna lo spauracchio degli anarchici nelle dichiarazioni dello sbirro portavoce del sindacato di polizia affiliato alla CGIL che, facendo un vero e proprio stravolgimento dei fatti, accusa gli studenti di aver attaccato e ferito (poverini!) le forze dell’ordine e aggiunge che agli “anarchici” non deve essere permesso di manifestare. È chiaro l’obiettivo: impedire in maniera preventiva il dissenso a chi lo esercita coerentemente al di fuori degli schemi imposti.

Proprio in quest’ultimo episodio non si può, anche istintivamente, non fare un salto indietro di 10 anni e pensare alle giornate di Genova 2001 dove un enorme movimento di massa eterogeneo e dalle mille anime era sceso in piazza per contestare il summit degli 8 paesi imperialisti che ogni anno si incontrano per coordinare le loro politiche di sfruttamento e spartirsi la torta delle risorse economiche. Decine di migliaia di persone vennero aggredite brutalmente dalla repressione organizzata dal governo italiano ma l’aspetto più importante è che molte migliaia di giovani risposero colpo su colpo respingendo la pratica fallimentare del pacifismo, una nuova generazione di ribelli è nata proprio in quelle giornate.

Da quei giorni dobbiamo ripartire, quando la borghesia imperialista italiana ha fatto un salto di qualità nell’utilizzo sistematico della repressione per mezzo dello stato di polizia permanente.
Dopo Genova con l’inasprirsi dell’attacco ai diritti dei lavoratori, delle masse popolari in genere, con l’attacco quotidiano allo stato sociale alle tutele conquistate nel grande ciclo di lotte
del ’68-’77, ogni manifestazione di dissenso e contestazione al potere viene trasformato in problema di ordine pubblico. Quando sono realtà organizzate e coscienti ad organizzare il dissenso si utilizza lo spauracchio del “terrorismo” di matrice anarchica o comunista.

Nel lontano 1848 Marx scriveva nel Manifesto del Partito Comunista: “ Qual è quel partito d’opposizione che non sia stato tacciato di comunismo dai suoi avversari al potere, qual è quel partito d’opposizione che non abbia rilanciato l’accusa infamante di comunismo alle personalità più avanzate dell’opposizione o ai suoi avversari?”.
Quotidianamente il rais Berlusconi ma tutta l’area politica e culturale che fa capo a questo governo taccia di essere “comunisti” e “anarchici” chiunque esprima un seppur minimo dissenso verso il governo stesso. Anche nelle contraddizioni interne alla borghesia italiana o a poteri dello stato come la magistratura, che fa la sua parte in un ottica di divisioni di poteri all’interno della democrazia borghese, il premier attacca e accusa di comunismo e terrorismo.

Adesso i recenti fatti di Firenze e Genova, a cui si aggiunge l’altra grande operazione repressiva a Bologna dove anche qui i compagni e le compagne sono “accusati” di essere anarchici, ricordano ancora una volta che l’unico strumento che la borghesia utilizza contro i movimenti di opposizione è la repressione e la criminalizzazione per mezzo della propaganda mediatica, falsificando i fatti.

Gli ultimi fatti di Firenze, Genova e Bologna ci inducono a non dimenticare ciò che accadde 10 anni fa a Genova durante le giornate del g8 e ci convincono ancora di più che uno sforzo deve essere fatto da parte di tutte le realtà studentesche, antimperialiste, comuniste, anarchiche e di movimento per la costruzione di una mobilitazione di lotta per il decennale di Genova, che sia alternativa alla sfilata promossa dall’area riformista che fa capo ad Agnoletto e tutto l’ex Genova social forum e ai partiti della falsa sinistra parlamentare ed ex parlamentare che propongono la mera riproposizione del social forum del 2001 come passerella politica e la mera commemorazione, sotterrando di fatto le istanze di lotta di oggi per le quali ci battiamo quotidianamente.

Invitiamo tutti i compagni e le realtà di movimento ad esprimersi sul nostro appello relativo alla costruzione di una mobilitazione alternativa per il decennale del G8 di Genova (lo trovate scaricabile sul nostro in alto a destra) che già circola da qualche mese e che presenteremo e discuteremo pubblicamente nei prossimi giorni a Genova, Torino, Milano e Bergamo.


Red Block

venerdì 13 maggio 2011

Solidarietà agli studenti dell'Accademia di Belle Arti di Palermo

Red Block esprime massima solidarietà alle studentesse e agli studenti del CAIL dell’Accademia di Belle Arti di Palermo in seguito allo sgombero in facoltà dell’ auletta 5 occupata.

In seguito ad un autunno intenso di lotte studentesche, dopo aver occupato l’accademia, aprendola al movimento e alla città per più di un mese coerentemente con la lotta radicale portata avanti, i compagni e le compagne del collettivo decisero di continuare “a tempo indeterminato” l’occupazione occupando un’auletta che fosse al servizio degli studenti.

Di fronte ad un direttore sempre più complice ad eseguire l’essenza della riforma Gelmini, ovvero negare spazi e diritti agli studenti, e sempre più ostile verso le loro richieste, l’auletta ha rappresentato in embrione un nuovo modo di intendere i luoghi della formazione ospitando iniziative culturali, politiche e sociali ed essendo a disposizione di tutti gli studenti della facoltà.

Per questo diamo pieno sostegno a tutti gli studenti che si riprendono i propri spazi negati in scuole e facoltà.



Contro la normalizzazione della vita studentesca dopo il movimento che ci siano 10-100-1000 aulette occupate in ogni scuola e facoltà!



Riprendiamoci gli spazi che ci tolgono!



Contro la riforma e i presidi che la applicano nelle facoltà!



Ribellarsi è giusto!



Red Block

Palermo 13/05/2011

NON CI AVRETE MAI COME VOLETE VOI!

In questi giorni è stata notificata a sette compagni di movimento, di differenti aree politiche tra cui alcuni nostri compagni, una proroga di sei mesi delle indagini preliminari relative a…
… la notifica non menziona fatti e luoghi particolari.
I reati contestati fanno capo agli articoli 650 C.P. (inosservanza dei provvedimenti dell’autorità) e all’ articolo 18 T.U.L.P.S. (manifestazione non autorizzata), inoltre per soli due compagni è contestato anche l’articolo 337 C.P. (resistenza a pubblico ufficiale).
Apprendiamo inoltre che le indagini sono partite ufficialmente dal 11/10/2011.
La data in questione si riferisce al periodo in cui in città il movimento studentesco anti-gelmini muoveva i suoi primi passi, già forte della partecipazione di migliaia e migliaia di studenti molti dei quali sperimentavano per la prima volta la lotta radicale partendo dalle proprie scuole e facoltà, occupandole, e da lì bloccando tutta la città scavalcando i dettami di governo, polizia, partiti e sindacati istituzionali.
Contemporaneamente in quei giorni il movimento studentesco è stato abile ad isolare e neutralizzare i tentativi provocatori della manovalanza fascista di basso livello che, soprattutto in presenza di grossi movimenti, viene utilizzata da sbirri e governo per infiltrarsi e minare dall’interno e contrastarlo. Dopo le prime provocazioni principalmente davanti il liceo classico Umberto I il movimento studentesco non ha permesso ai fascisti di alzare la testa in scuole e facoltà.
In particolare notiamo che le indagini partono il giorno stesso in cui in seguito ai “fatti dell’Umberto”, oltre 500 studenti e compagni si erano dati appuntamento sotto il tribunale per esprimere attivamente la propria solidarietà ai 3 compagni a cui era stato convalidato l’arresto e stavano per essere processati per direttissima
(vedi qui il post www.redblockit.blogspot.com/2010/10/grande-vittoria-del-movimento.html ).
Lo stesso giorno che la magistratura scarcera i 3 compagni anche grazie alla grande mobilitazione di piazza, prepara quest’ulteriore atto giudiziario con lo stesso scopo: colpire altri compagni del movimento.
Lungi dal fermare la nostra lotta, la repressione alimenta la nostra ribellione!
Rispondere alla repressione colpo su colpo estendere le lotte e la solidarietà dal basso!

Genova 2001 non è così lontana… Contro lo stato di polizia che avanza verso il moderno fascismo rispondere colpo su colpo!

Il 4 maggio scorso a Firenze un’ imponente operazione di polizia che ha visto protagonisti Digos Ucigos e AISI ha portato a 5 arresti domiciliari e 17 obblighi di firma e a 78 indagati in tutto, tutti compagni protagonisti del movimento studentesco anti-gelmini. La grande stampa invece ha parlato di una grande operazione antisovversiva contro un’organizzazione anarchica, presentando i compagni come gente che agisce quasi nella clandestinità.

Le accuse sono gravissime: si parla anche di associazione a delinquere. Infatti come spesso accade quando vengono fatte queste retate, si costruiscono ad arte montature giudiziarie; in questo caso si dice che tutti questi studenti farebbero parte di un organizzazione anarchica sovversiva e terrorista, cercando di far passare l’equazione lotta radicale = delinquenza.
Due giorni dopo a Genova durante lo sciopero generale del 6 maggio indetto dalla CGIL gli studenti decidono di fare un corteo alternativo che riprenda le pratiche radicali dello scorso autunno, ovvero di cortei non autorizzati e diametralmente opposti al modello sfilata come quello in corso in città della CGIL, si sceglie ancora una volta la strada della lotta e dei blocchi stradali e non della conciliazione con i sindacati venduti.
Giunti alla stazione ferroviaria per bloccare simbolicamente i binari parte il pestaggio selvaggio delle forze del (dis)ordine, la maggior parte dei manifestanti sono studenti medi minorenni che vengono picchiati dai servi in divisa armati di manganelli e scudi. Dopo un’aggressione a freddo di questa portata gli studenti giustamente si difendono e parte una sassaiola contro i servi in divisa.
Anche qui ritorna lo spauracchio degli anarchici nelle dichiarazioni dello sbirro portavoce del sindacato di polizia affiliato alla CGIL che, facendo un vero e proprio stravolgimento dei fatti, accusa gli studenti di aver attaccato e ferito (poverini!) le forze dell’ordine e aggiunge che agli “anarchici” non deve essere permesso di manifestare. È chiaro l’obiettivo: impedire in maniera preventiva il dissenso a chi lo esercita coerentemente al di fuori degli schemi imposti.
Proprio in quest’ultimo episodio non si può, anche istintivamente, non fare un salto indietro di 10 anni e pensare alle giornate di Genova 2001 dove un enorme movimento di massa eterogeneo e dalle mille anime era sceso in piazza per contestare il summit degli 8 paesi imperialisti che ogni anno si incontrano per coordinare le loro politiche di sfruttamento e spartirsi la torta delle risorse economiche. Decine di migliaia di persone vennero aggredite brutalmente dalla repressione organizzata dal governo italiano ma l’aspetto più importante è che molte migliaia di giovani risposero colpo su colpo respingendo la pratica fallimentare del pacifismo, una nuova generazione di ribelli è nata proprio in quelle giornate.
Da quei giorni dobbiamo ripartire, quando la borghesia imperialista italiana ha fatto un salto di qualità nell’utilizzo sistematico della repressione per mezzo dello stato di polizia permanente.
Dopo Genova con l’inasprirsi dell’attacco ai diritti dei lavoratori, delle masse popolari in genere, con l’attacco quotidiano allo stato sociale alle tutele conquistate nel grande ciclo di lotte
del ’68-’77, ogni manifestazione di dissenso e contestazione al potere viene trasformato in problema di ordine pubblico. Quando sono realtà organizzate e coscienti ad organizzare il dissenso si utilizza lo spauracchio del “terrorismo” di matrice anarchica o comunista.
Nel lontano 1848 Marx scriveva nel Manifesto del Partito Comunista: “ Qual è quel partito d’opposizione che non sia stato tacciato di comunismo dai suoi avversari al potere, qual è quel partito d’opposizione che non abbia rilanciato l’accusa infamante di comunismo alle personalità più avanzate dell’opposizione o ai suoi avversari?”.
Quotidianamente il rais Berlusconi ma tutta l’area politica e culturale che fa capo a questo governo taccia di essere “comunisti” e “anarchici” chiunque esprima un seppur minimo dissenso verso il governo stesso. Anche nelle contraddizioni interne alla borghesia italiana o a poteri dello stato come la magistratura, che fa la sua parte in un ottica di divisioni di poteri all’interno della democrazia borghese, il premier attacca e accusa di comunismo e terrorismo.
Adesso i recenti fatti di Firenze e Genova, a cui si aggiunge l’altra grande operazione repressiva a Bologna dove anche qui i compagni e le compagne sono “accusati” di essere anarchici, ricordano ancora una volta che l’unico strumento che la borghesia utilizza contro i movimenti di opposizione è la repressione e la criminalizzazione per mezzo della propaganda mediatica, falsificando i fatti.
Gli ultimi fatti di Firenze, Genova e Bologna ci inducono a non dimenticare ciò che accadde 10 anni fa a Genova durante le giornate del g8 e ci convincono ancora di più che uno sforzo deve essere fatto da parte di tutte le realtà studentesche, antimperialiste, comuniste, anarchiche e di movimento per la costruzione di una mobilitazione di lotta per il decennale di Genova, che sia alternativa alla sfilata promossa dall’area riformista che fa capo ad Agnoletto e tutto l’ex Genova social forum e ai partiti della falsa sinistra parlamentare ed ex parlamentare che propongono la mera riproposizione del social forum del 2001 come passerella politica e la mera commemorazione, sotterrando di fatto le istanze di lotta di oggi per le quali ci battiamo quotidianamente.
Invitiamo tutti i compagni e le realtà di movimento ad esprimersi sul nostro appello relativo alla costruzione di una mobilitazione alternativa per il decennale del G8 di Genova (lo trovate scaricabile sul nostro in alto a destra) che già circola da qualche mese e che presenteremo e discuteremo pubblicamente nei prossimi giorni a Genova, Torino, Milano e Bergamo.

Red Block

lunedì 2 maggio 2011

Verso lo sciopero generale del 6 maggio

Dopo le innumerevoli richieste di uno sciopero generale contro governo e padroni da parte dei settori sociali in lotta, la Cgil annuncia lo sciopero generale di 4 ore per il 6 Maggio.

Sono dovuti passare mesi prima di questa “coraggiosa” decisione da parte della direzione CGIL, nel mentre tante sono state le occasioni mancate perché ci fosse stato un vero sciopero generale con l’obiettivo di paralizzare il paese:

Il 16 Ottobre a Roma un milione di operai metalmeccanici è sceso in piazza e durante l’ultimo comizio finale di Epifani da segretario nazionale CGIL, un pugno di lavoratori e studenti ne hanno infastidito e interrotto più volte l’intervento gridando “sciopero generale”.

Il 14 dicembre sempre a Roma il grande movimento che ha attraversato e riscaldato l’autunno, quello studentesco, che ha realmente individuato e colpito i palazzi del potere e in quella giornata messo in scacco la repressione in quella giornata è stato al suo apice paralizzando la capitale e molte altre grandi città. Quel giorno tutte le sigle politiche e sindacali di palazzo sono state pronte nella condanna unanime del movimento studentesco, CGIL e FIOM comprese.

Fino ad arrivare allo sciopero generale indetto dalla sola FIOM il 28 Gennaio.

In tutte queste giornate i soggetti sociali su cui viene realmente scaricata la crisi hanno chiesto lo sciopero generale, hanno provato a costruirlo dal basso con queste mobilitazioni di massa, non aspettando la Cgil ma agendo con la lotta.

Infine dopo mesi di mobilitazioni e scontri nelle scuole, università e posti di lavoro finalmente la CGIL proclama questo famigerato sciopero generale di 4 ore il 6 maggio.
È chiaro che l’intenzione del sindacato è quella di accettare solo in maniera formale tale richiesta. Infatti, subito dopo la sua elezione a segretario generale della CGIL, la Camusso aveva dichiarato che ancora non sussistevano le condizioni per uno sciopero generale ad un gruppo di illusi studenti vicini all’area politica del pd e quindi anche alla cgil. Nei mesi successivi il più grande sindacato del paese ha proseguito su questa linea antioperaia e contro l’interesse dei lavoratori fino ad arrivare alla proclamazione di questo sciopero, che più che “generale” sembra una vera e propria farsa.

Indire lo sciopero poco dopo la festa del primo maggio e con l’estate alle porte è anche indicativo del fatto che assumerà la natura di mera sfilata, inoltre è indecente il fatto che la durata dello stesso sia dimezzata a sole 4 ore.

Non parliamo neanche della piattaforma quanto mai vaga che non va per niente al nocciolo della questione, ovvero il governo Berlusconi quale governo antioperaio che attacca quotidianamente i diritti sindacali e dei lavoratori, utilizza in maniera diffusa la repressione e lo stato di polizia contro i soggetti che animano le lotte.

Non è questo lo sciopero che vogliamo, quello che serve ai lavoratori e alle masse popolari!

Lo sciopero generale che serve oggi deve avere innanzitutto un carattere politico, con il chiaro obiettivo della cacciata del governo Berlusconi.
Non può ridursi ad una giornata tradizionale di sciopero ma prendere esempio dalle ultime mobilitazioni prolungate che hanno avuto luogo in Francia e Grecia; non sotto forma di sfilata ma di lotta popolare e di massa prendendo ad esempio le masse giovanili e popolari dei paesi arabi in rivolta che contemporaneamente alla richiesta di pane, lavoro e diritti politici e civili hanno avuto fin dal primo giorno l’obiettivo della cacciata del loro rais.

Il 6 maggio saremo in piazza ma non con la CGIL che rappresenta il vero ostacolo per un vero sciopero generale fungendo da cuscinetto tra lavoratori da un lato e padroni e governo dall’altro, bensì saremo tra i lavoratori e gli studenti.

Contro il governo Berlusconi!

Contro la guerra di aggressione imperialista e chi la sostiene (compresa la falsa opposizione politica e sindacale di pd e cgil)!

Per la costruzione di un vero sciopero generale dal basso!

Blocchiamo realmente le fabbriche, le scuole e le università, assediare i palazzi del potere, le sedi dei sindacati e partiti venduti ai padroni!