sabato 24 dicembre 2016

Repressione a Bagnoli - la solidarietà di red block


napoli

Sono arrivati a un nostro compagno ed ad alcuni lavoratori e disoccupati gli avvisi di doversi presentare nel giorno 31 marzo 2017 presso il tribunale di Napoli per i fatti del corteo del 10 settembre 2013 per ben 9 capi di imputazione, sia penali che amministrativi.
Andiamo per ordine: quel giorno, il 10 settembre, un corteo di 600 persone tra vertenze lavorative e dei disoccupati, oltre che di delegazioni studentesche e di collettivi politici, ha attraversato le strade della città pretendendo un incontro con l'allora presidente della Regione Campania Caldoro che sbloccasse una situazione pericolosa di stallo che avevano subito diversi tavoli di vertenza. Lì vengono individuati come "capi, promotori e organizzatori" 6 persone e vengono accusati di aver "disobbedito" alle restrizioni della Questura per fare dei blocchi stradali. Il tutto per estorcere, appunto, l'incontro. E adesso, dopo anni di indagini, è arrivato Babbo Natale. 
Le parole usate dalla Questura riflettono la volontà di trasformare in problemi di ordine politico e sociale tutte le vertenze aperte in Regione Campania e dalla magistratura in problemi di ordine pubblico: Chi si pone sul piano della lotta, E NON DI CLIENTELE, diventata un pericoloso criminale. In piú vengono definiti "capi e promotori", con la speranza di essere stigmatizzati ed allontanati dalle comunità in cui vivono, in quanto soggetti pericolosi. 
Quel giorno ERAVAMO TUTTI IN PIAZZA a sostenere le lotte dei lavoratori e dei disoccupati, come sempre mai guidati da nessuno se non dalla necessità di ottenere, ad ogni costo, che quei tavoli si sbloccassero. L'unica associazione a delinquere qui è lo Stato che attraverso i suoi comitati di affari (come la Regione), gestisce sistemi di clientele che se da un lato non garantiscono altro che fumo negli occhi e un lavoro sfruttato ed umiliante, dall'altro incitano e sostentano sacche di criminalità antioperaie e antiproletarie. 
Pertanto condanniamo le azioni della magistratura e ribadiamo la nostra incondizionata vicinanza a tutti/e gli imputati. 
IN OGNI CASO NESSUN RIMORSO! 
Laboratorio Politico ISKRA

venerdì 16 dicembre 2016

Brasile in lotta contro il governo e contro gli opportunisti

Brasile – Gli opportunisti stanno sabotando la prossima manifestazione a Brasilia
Nota inviata dal Movimento classista dei lavoratori del settore istruzione - MOCLATE (Goiás).







Il decrepito stato brasiliano è all’offensiva contro i sacri diritti del popolo. Il governatore di turno, Michel Temer, sta muovendo cielo e terra per far passare le sue misure del pacchetto contro la classe operaia brasiliana e in favore dei proprietari terrieri, la grande borghesia e l'imperialismo. Diverse misure sono già state adottate, come ad esempio la PEC 55, che vuole congelare il bilancio dell'Unione, la Riforma delle pensioni, del lavoro, tra le altre misure contro il popolo [congelando la spesa pubblica per i prossimi 20 anni, ndr].

La resistenza del popolo contro il vecchio stato e il suo capo di turno cresce. Lo scorso 29 novembre si è tenuta una marcia nazionale contro il PEC 55 a Brasilia. La manifestazione ha avuto luogo lo stesso giorno del primo voto al Senato e ha visto la partecipazione di circa 50 mila persone.
Come era prevedibile, la polizia ha brutalmente e in modo casuale represso i manifestanti, sparando proiettili di gomma, bombe lacrimogene e gas al pepe sui presenti. Come reazione, e ciò riflette il sentimento di insoddisfazione della popolazione brasiliana, i manifestanti sono letteralmente passati sopra le direzioni del vecchio sindacalismo venduto e della UNE/UBES [sindacati di studenti riformisti, ndr] e si sono scontrati con la polizia, attaccando i ministeri e rallentando l'avanzata delle forze dell'ordine. I militanti di base non hanno rispettato le loro direzioni e si sono uniti alla resistenza. Ciò ha causato grande paura tra gli opportunisti perché è stata una delle poche volte che hanno perso il controllo di una mobilitazione da loro stessi organizzata e per la quale avevano affittato furgoni con trombe e microfoni dai quali parlare. Quando hanno iniziato a lamentarsi, a richiamarsi al pacifismo, a difendere la repressione selettiva della polizia contro i "black bloc", la massa arrabbiata ha cominciato a fischiarli, scandendo slogan per tacciarli di essere venduti e, infine, quando la CUT [sindacato riformista, ndr] e la UNE hanno provato ad abbandonare la protesta portandosi via i furgoni, la massa glieli ha tolti e da lì ha cominciato a fare appello alla resistenza e allo scontro con l'azione della polizia fascista.

Il giorno dopo la manifestazione, il fascista Temer ha elogiato la repressione della polizia, dicendo che i manifestanti erano vandali e rigettato la manifestazione. D'altro lato, come un abile negoziatore, ha cercato di negoziare con i dirigenti sindacali e la UNE dietro le quinte, al fine di indebolire la manifestazione del prossimo 13 dicembre. Così, la UNE cominciò a parlare in difesa di cortei a livello dei singoli stata e di annullare le carovane per Brasilia. Allo stesso hanno fatto la CUT e FASUBRA [sindacato riformista del mondo della scuola, ndr] di Conlutas-PSTU [partito riformista, ndr].
L'obiettivo dei venduti è quello di far diminuire la quantità di persone per il 13 giugno prossimo. Dobbiamo denunciare di più questa manovra. È nostro dovere ostacolare gli opportunisti e cercare di portare il massimo di persone a Brasilia. Oggi più che mai è necessario resistere contro il PEC e tutte le misure adottate dal capo di turno dell'imperialismo. Solo la lotta può cambiare la vita dei lavoratori e fermerà la PEC 55.
Pubblicato originariamente su www.andblog.com.br A Nova Democracia

domenica 11 dicembre 2016

Brasile: La ribellione popolare trasforma il centro di Rio de Janeiro in una piazza di guerra

Piazza di Guerra. Così si definisce la situazione che si è creata nel centro di Rio de Janeiro per tutto il pomeriggio di martedì 6 dicembre. Dipendenti pubblici si sono riuniti in migliaia e hanno affrontato le  truppe antisommossa della Polizia Militare e della Forza Nazionale per almeno sei ore consecutive senza interruzioni. In quel giorno, l'Assemblea legislativa (Alerj) ha iniziato la votazione del pacchetto di misure antipopolari dell’amministrazione di Luiz Fernando Pezao/PMDB.


Durante tutto questo tempo, la repressione ha lanciato una vera pioggia di gas lacrimogeni e bombe ad effetto stordente, ma ha ricevuto la risposta dalla furia popolare, che ha lanciato pietre, bottiglie, oggetti vari e molti fuochi d'artificio contro gli agenti di polizia. Alcuni soldati della polizia militare, con un gesto assurdo, hanno fatto irruzione nella Chiesa di St. Joseph, e dalla finestra dell’edificio, hanno sparato contro i manifestanti. Molte persone sono state colpite da proiettili di gomma sparati dagli scagnozzi della repressione.
Dopo gli scontri davanti all’Alerj, le truppe d'assalto della polizia militare si sono mosse in avanti e lo scontro si è esteso alle vie adiacenti fino alla Avenida Rio Branco. I venditori ambulanti e molti lavoratori che passavano dalla zona si sono uniti alla protesta e alzato barricate di fuoco, soprattutto nel Buraco do Lume (lago al centro di Rio, ndr). Bombe di gas lacrimogeni sono stati sparati a caso colpendo persone che non partecipavano alla manifestazione. La polizia ha usato mezzi blindati per disperdere la folla, ma invano, perché ad ogni mossa della polizia la rivolta popolare aumentava.


In realtà, come avevano promesso, i lavoratori di Rio non lasceranno passare facilmente le proposte dei tagli ai salari e ai diritti e radicalizzeranno le loro proteste contro gli eccessi del "governo" statale. Questa è la "democrazia" brasiliana. Il popolo si vede tagliare i propri diritti in modo vile e quando protesta viene represso dalla polizia. I deputati che erano all'interno dell’Alerj, banditi nemici del popolo, hanno approvato, mercoledì, una mozione di ringraziamento alla polizia militare.

dalla redazione di A Nova Demmocracia


LA LOTTA CONTRO LA SCUOLA DEL CAPITALE E' GIUSTA E LEGITTIMA!

Scuola: lanci contro Ps etnea, 14 denunce


(ANSA) - CATANIA, 9 DIC - Cinque aderenti al collettivo antagonista 'Aleph" sono stati denunciati dalla Digos della polizia di Stato di Catania per danneggiamento aggravato. Dalle indagini, coordinate dalla Procura distrettuale, è emerso che al termine della manifestazione studentesca dello scorso 7 ottobre, avrebbero "coordinato" e "diretto" le azioni di un gruppetto di ragazzi minorenni - nove dei quali, incensurati, sono stati deferiti all'Autorità Giudiziaria per lo stesso reato - responsabili del lancio di diversi palloncini contenenti vernice indelebile, uova e fumogeni contro tre mezzi del Reparto Mobile di Catania, che hanno riportato danni per oltre 15 mila euro. Il reale obiettivo degli antagonisti sarebbe stata l'adiacente sede di Confindustria, sulla cui vetrata di ingresso, la sera antecedente la manifestazione, era stata vergata la scritta con vernice spray "Sulla scuola non si specula".

lunedì 5 dicembre 2016

Il NO stravince - Renzi si dimette


E' una buona cosa che l'attacco frontale e plebiscitario alla Costituzione esistente e per dare forza a Renzi e al suo governo reazionario, antioperaio e antipopolare sia stato temporaneamente respinto con il NO di massa al referendum e abbia costretto Renzi a dimettersi e a sua battuta d'arresto personale.

La grande partecipazione di massa al referendum ha fatto seguito alle proteste che hanno accompagnato, ovunque è andato, la sfrenata campagna di Renzi, fatta anche per distogliere dalla sua politica di attacco generale al lavoro, al salario, alle pensioni, alla sanità, alla scuola.
Le masse popolari non si sono fatte ingannare, hanno usato il No per rispondere e colpire il governo, la sua politica, la sua arroganza, e oggi salutano come una vittoria il risultato del referendum e le dimissioni di Renzi.

Ma ora nessuno nella borghesia, nelle istituzioni, nel parlamento vuole un governo realmente differente nei fini a quello di Renzi, e quindi è nell'arco delle forze esistenti che la borghesia cercherà una soluzione alla crisi per portare avanti la politica di Renzi con altri mezzi. Sul piano istituzionale e elettorale la caduta di Renzi può portare a un nuovo governo dei padroni dove le forze di destra hanno e avranno un ruolo decisivo.

Gli operai e le masse popolari che hanno votato NO per un governo diverso, possono conquistarlo solo con la lotta generale di classe e di massa, fuori dai limiti del normale conflitto sindacale e politico elettorale.
Noi comunisti è su questo che ci impegniamo a lavorare, nel fuoco della lotta di classe in stretto legame con le masse.

proletari comunisti/ PCm Italia
5 dicembre 2016

sabato 3 dicembre 2016

Taranto una Lavoratrice spiega le ragioni del NO OPERAIO al referendum del 4 Dicembre 2016

Vogliamo una Costituzione che garantisca realmente i diritti ai lavoratori e alle masse popolari, e garantisca ad essi innanzitutto il potere di decidere. Questa non si conquista con un referendum ma con una Nuova Resistenza.