mercoledì 29 dicembre 2010

Ancora sull'attacco alla sede del Pd

Comunicato stampa

In merito ai fatti riportati dalla stampa in questi giorni circa l'attacco alla sede regionale e provinciale del Pd a Palermo in via Bentivegna, il movimento studentesco esprime la propria solidarietà ai giovani di Red Block la cui sigla è stata pretestuosamente accostata alle scritte comparse davanti il marciapiede e sulla saracinesca della sede del Pd.
Il movimento studentesco respinge tale provocazione funzionale al tentativo di criminalizzare le lotte e le ragioni che esso esprime in particolare in seguito alle mobilitazioni degli ultimi mesi culminate nelle grandi manifestazioni del 14 e del 22 Dicembre.
Pertanto si invitano i giornalisti a partecipare all'assemblea-conferenza stampa che si terrà all'Accademia di Belle Arti occupata giorno 30 Dicembre alle ore 16:00.

Accademia di Belle Arti occupata
CAIL (collettivo autorganizzato accademia in lotta)
Collettivo Carlo Giuliani
Collettivo Studentesco Antiautoritario
Coordinamento studenti medi Palermo
Lettere e Filosofia per l'autoriforma
Red Block
Scienze per l'autoriforma
Studentato occupato Anomalia

Sull’attacco alla sede regionale del PD a Palermo.

Comunicato stampa.

Sull’attacco alla sede regionale del PD a Palermo.

Le parole di smentita apparse ieri sull’Ansa e altre agenzie stampa circa il nostro coinvolgimento nell'attacco dell’altro ieri notte alla sede regionale del PD, si rifà ad una breve conversazione telefonica avuta tra un nostro militante e una giornalista Ansa. Durante tale telefonata abbiamo espresso la necessità di venire a conoscenza dei fatti per poi esprimere qualsiasi presa di posizione eccetto quella riportata dall'Ansa stessa e da altre agenzie e giornali sulla nostra totale estraneità al fatto in questione.
Dopo aver letto vari comunicati su internet e gli articoli di giornale, siamo in grado di dichiarare che l'intera faccenda ci puzza alquanto.Molti articoli mettono in connessione l'attacco alla sede del PD con un nostro comunicato apparso sul nostro blog (www.redblock-it.blogspot.com) il 24 Dicembre dal titolo “Prendiamo le distanze da chi prende le distanze! Sui fatti del 22 a Palermo”, in cui condanniamo le prese di distanza di alcuni partiti e sindacati come Cgil,Mdu, UDU, Sel, Cobas e anche il PD.

Ci fa pensare molto la dichiarazione di Giovane Italia sull'accaduto, unica organizzazione politica che punta il dito contro di noi a poche ore dalla notizia, ricordiamo che nel nostro ultimo comunicato critichiamo aspramente il ruolo che hanno avuto i neofascisti per l'appunto di Giovane Italia nel creare confusione tra gli studenti tramite sigle fittizie da loro create come "studenti in movimento" con il fine di strumentalizzarli.
Praticamente è dall'inizio dell'autunno che smascheriamo questo loro tentativo di infiltrazione nel movimento studentesco (basta consultare i nostri comunicati del 25 novembre, e del 13 e 27 ottobre), con il risultato che i loro cortei hanno visto la partecipazione di poche centinaia di studenti a fronte delle decine di migliaia portate in piazza dal movimento studentesco ed infine con il fatto che già da molte settimane gli studenti non ci cascano più e di conseguenza Giovane Italia non ha più avuto la possibilità di organizzare cortei sotto sigle fittizie. Quando Giovane Italia ha indetto “il corteo dei giovani studenti di destra” usando la propria sigla è stato un flop totale. Adesso i camerati tentano di tornare sulle scene criminalizzando le centinaia di studenti che hanno resistito alle cariche e ai lacrimogeni della polizia e attribuendo “all’estrema sinistra” l’intento di “alzare il clima di scontro contro le forze dell’ordine, le istituzioni ed i partiti per destabilizzare il paese”, addirittura!
Si può dire che ormai il nostro paese è totalmente destabilizzato e in tensione sociale permanente a causa delle politiche antipopolari di questo governo che non fa altro che scaricare la crisi sui lavoratori e le masse popolari, non c’è certo bisogno “dell’estrema sinistra” per questo!

La verità è che forse diamo fastidio a qualcuno in questa città ma non solo…

Pochi giorni dopo i “fatti dell’Umberto”, a Roma in occasione della manifestazione della Fiom del 16 Ottobre, siamo stati tra i pochissimi insieme a proletari comunisti e allo Slai Cobas per il sindacato di classe e a singoli operai, lavoratori e studenti ad interrompere l’intervento dell’allora segretario della Cgil Epifani chiedendo a gran voce lo sciopero generale. Anche in quell’occasione il ministro Maroni aveva paventato il “pericolo infiltrati”.

Tutto questo per dire che portiamo avanti coerentemente le nostre battaglie politiche sia tra i lavoratori che tra gli studenti che tra le masse in generale, questo sicuramente da fastidio a chi come dopo gli scontri del 14 a Roma e del 22 a Palermo cerca di dividere gli studenti in buoni e cattivi.
Tutta questa faccenda ci sembra l'ennesimo tentativo di criminalizzare un intero movimento come quello studentesco ed in particolare chi porta avanti pratiche radicali all’interno di esso.Non è la prima volta che finiamo sotto tiro e che provano a criminalizzare la nostra sigla.
Già per i famosi “fatti dell'Umberto”, dove per un volantinaggio organizzato da vari antifascisti tra cui nostri compagni, la stampa ha puntato il dito contro la nostra organizzazione parlando addirittura di uno scontro mai avvenuto davanti la scuola con i neofascisti di Casapound (smentito dai neofascisti stessi), inoltre le prime notizie riportavano l’arresto di nostri compagni, cosa non vera.
La polizia in seguito agli arresti in quell'occasione ha provato durante gli interrogatori ad "estorcere" confessioni agli arrestati perchè dichiarassero di appartenere alla nostra organizzazione, cosa che abbiamo smentito prontamente sia noi che gli arrestati stessi. Da ricordare che nei giorni che precedettero “i fatti dell’Umberto”, venne fuori la copertura che la digos dava ai neofascisti di Casapound nelle loro scorribande notturne. Cosa che denunciammo pubblicamente tra gli studenti ei lavoratori e che sicuramente avrà infastidito le due parti complici.
Adesso arriva l'ennesima montatura contro chi si ribella in linea con la “strategia della tensione” che prende corpo nelle dichiarazioni dei ministri Gasparri, La Russa e Maroni riferendosi alla possibilità che “potrebbe scapparci il morto” riferendosi agli scontri del 14 Dicembre a Roma, la storia del nostro paese ci insegna che quando gli esponenti di governo fanno simili dichiarazioni ciò è indice della loro stessa volontà di reprimere più aspramente i movimenti sociali e di cercare essi stessi “il morto”.

Non ci stupiamo e non ci facciamo intimidire dalle ennesime provocazioni e montature.
Continueremo il nostro lavoro politico consci del fatto che non siamo noi quelli ad avere paura.

Red Block
Palermo 28/12/2010

venerdì 24 dicembre 2010

Prendiamo le distanze da chi prende le distanze! Sui fatti del 22 Dicembre a Palermo


Lo scorso 22 dicembre Palermo ha visto una nuova grande giornata di mobilitazione in cui migliaia di studenti sono tornati di nuovo in piazza contro la riforma Gelmini e il governo Berlusconi.
Dopo il grande assalto dei palazzi del potere a Roma dello scorso 14 dicembre, gli studenti palermitani hanno tenuta alta la bandiera del movimento, assaltando il palazzo della regione siciliana che alla stregua del parlamento nazionale è dimora di mafiosi e parassiti.
Nel pomeriggio un secondo corteo ha bloccato la vita economica della città paralizzando il centro storico e colpendo simbolicamente con vernice e spray banche e grossi esercizi commerciali come la Rinascente.
Smentiamo categoricamente la versione dei principali quotidiani che hanno parlato di “corteo di violenti la mattina” e di “corteo pacifico di pomeriggio” come scritto da Repubblica, non ci sono ne buoni ne cattivi, il movimento studentesco è unico e attua pratiche condivise. In questo senso sono giuste e rivendichiamo tutte le pratiche e le azioni di questo movimento, dall’assalto alla sede regionale, ai cassonetti ribaltati in questi giorni, ai blocchi selvaggi della città e dei suoi centri nevralgici, agli attacchi simbolici a banche, Mondadori, Rinascente ecc.ecc.
Tutto questo è stato messo in atto dal movimento studentesco che nonostante le sue molteplici anime si è trovato d’accordo su queste pratiche radicali.
Tutto ciò è stato possibile perché dal movimento dell’onda del 2008 il movimento attuale ha imparato dagli errori ed è cresciuto, ha imparato a tenere fuori i partiti e i sindacati istituzionali (leggi di regime) anche di falsa sinistra come PD e CGIL ma non solo.
In questo senso provocano un forte senso di sdegno le dichiarazioni di individui squallidi, come le organizzazioni di cui fanno parte, che vistosi relegati in un angolo dagli studenti adesso tentano di risalire alla ribalta complice la stampa compiacente.
Le dichiarazioni di mdu-udu-giovani pd-cgil-sel-unipablock che condannano gli scontri avvenuti la mattina del 22 dicembre davanti la sede regionale siciliana e il lancio di oggetti contro la questura di Palermo additando un piccolo gruppo di “violenti e facinorosi” sono semplicemente vergognose, "E' veramente triste e sconfortante assistere alla mortificazione del movimento operata da frange estremiste che poco hanno a che vedere con la popolazione studentesca", afferma Giovanni Pagano, segretario dei Giovani Democratici di Palermo. Quando mai i Giovani Democratici di Palermo hanno fatto parte del movimento? Si vedono nelle facoltà solo nei periodi elettorali…

Queste dichiarazioni non solo sono vergognose, ma sono anche in linea con quelle del Ministro dell’Interno Maroni e con il governo in generale.
Un governo che difende i mafiosi e i vari dell’Utri, non può permettersi di parlare di “avamposti della lotta alla mafia” riferendosi alla questura.
I veri avamposti della lotta alla mafia sono i movimenti sociali che praticano l’antimafia sociale quotidianamente, non i luoghi del potere che arrestano e allo stesso tempo sono collusi. La lotta contro la mafia è indivisibile dalla lotta contro lo stato, la stessa questura che qualche mese fa ci ha mandato contro decine di sbirri in divisa e in borghese, arrestandoci per un semplice volantinaggio antifascista. La stessa questura che manda i suoi servi a reprimere le proteste sociali in città merita questo e altro ancora.

Gli estranei all’interno del movimento sono proprio i partiti di falsa sinistra come pd e sel che vorrebbero egemonizzare per i propri sporchi fini il movimento, i parassiti politici che quando al potere c’è il centro destra giocano a fare l’opposizione per fini elettorali e quando sale al potere il centro-“sinistra” che mette in atto le stesse politiche anti-popolari del centro-destra difendono l’operato del loro governo.
Estremisti? No, semplicemente non dimentichiamo. Non dimentichiamo i governi D’Alema e Prodi, non dimentichiamo la legge Treu che ha introdotto la precarietà nel nostro paese, non dimentichiamo i ministri dell’istruzione Berlinguer e Fioroni, non dimentichiamo le bombe sulla ex-Yugoslavia ecc ecc.
E lo sciopero generale che paventava la CGIL a Roma il 16 ottobre dopo che la piazza lo richiedeva a gran voce interrompendo più volte l’intervento del suo segretario Epifani? L’attuale segretario del sindacato più grande in Italia, la Camusso, ha dichiarato proprio il 22 che “secondo la CGIL attualmente non ci sono le condizioni per proclamarlo”!!! Di quanti altri disoccupati, cassaintegrati e precari la signora Camusso ha bisogno ancora perché ci siano “le condizioni” per proclamare uno sciopero generale?
Per tutto ciò dovrebbe essere chiaro come mdu, e udu ( i giovani della cgil) e i giovani del pd insieme alle loro organizzazioni madri siano nemici ed estranei al movimento, invitiamo gli studenti a prendere le distanze da questi loschi figuri! Che si facciano le loro carriere politiche e le loro scalate sociali lontani dal movimento studentesco.
Ma purtroppo non finisce qui…
In queste settimane di mobilitazione ne abbiamo viste veramente di tutti i “colori”: i giovani del PDL, il partito della Gelmini, che raccattando altri neofascisti si riciclano “in studenti in movimento” facendo finta di protestare contro la riforma del loro governo e prendendo in giro pochi studenti a parte ancor meno idioti che ci credono veramente. Abbiamo visto la “sinistra” di palazzo che dopo essere stata giustamente esclusa dal movimento, criminalizza e prende le distanze dal movimento.
Fin qui niente di nuovo, fascisti e riformisti sono sempre stati funzionali al potere e alla classe dominante.
Come se non bastasse anche chi sembrerebbe più interno al movimento, mercoledi 22 a Palermo si è messo contro le pratiche degli studenti scesi in piazza il pomeriggio, alcuni delegati e militanti della Confederazione Cobas hanno infatti strillato istericamente contro gli studenti che giustamente imbrattavano vetrine di banche e Rinascente. Cosa ancor più grave la dichiarazione a mezzo stampa della delegata del Cobas Confederazione Rina Ansaldi che farfuglia di partiti politici che dovrebbero essere più vicini alle richieste dei giovani ( ma quali? Gli stessi che ci fanno subire le loro politiche, che “prendono le distanze” e che ci condannano?) e ancora una volta ennesima dichiarazione di presa di distanze dagli “altri” studenti della mattina.
Un consiglio per tutti questi soggetti politico-sindacali più o meno istituzionali, la prossima volta statevi a casa!

Ormai gli studenti non si fanno strumentalizzare come nel 2008!
La riforma è legge, la lotta continua contro questo governo!
Sciopero generale dal basso!

mercoledì 15 dicembre 2010

Resoconto sulle mobilitazioni a Palermo il 14/12/2010




Rabbia e coraggio, ecco due parole per descrivere l'intensa giornata degli studenti palermitani giorno 14/12/2010.
La giornata di lotta inizia con concentramenti in più parti della città: gli studenti medi Palermo al Massimo, la rete dei collettivi studenteschi al Politeama, gli universitari alla cittadella universitaria, l'Accademia di Belle Arti dalla sua sede centrale in pieno centro.
Dai vari concentramenti si sviluppano tre grandi cortei che hanno attraversato le vie della città paralizzandola nuovamente, nel frattempo un altro gruppo all'aeroporto si univa allo sciopero degli aeroportuali.
Nel centro città blocchi stradali utilizzando i cassonetti dell'immondizia al centro degli incroci, lanci di oggetti, uova e palloncini ripieni di vernice in alcuni luoghi simbolo come la sede di Confindustria e della Camera del Commercio. CEPU e Mondadori assaltate dai manifestanti.
Piccole provocazioni da parte dei servi del potere che davanti la Mondadori si avvicinno scortando un'agente della DIGOS che filmava tutto.
La risposta degli studenti non si è fatta attendere ... compatti in due cordoni, faccia a faccia con gli sbirri gli urlavano contro "chiediamo istruzione ci danno polizia è questa la loro democrazia" e "siamo tutti antifascisti" mentre le uova ricominciavano a volare.
Il corteo dopo infine si è sciolto davanti la prefettura lanciando un'assemblea pomeridiana organizzativa.
Va valorizzata inoltre la decisione da parte dei disoccupati, del personale ata e delle cooperative sociali organizzati con lo SLAI COBAS per il Sindacato di Classe che sono scesi in piazza solidarizzando con gli studenti. L'Accademia di Belle Arti in primis seguita da altri studenti ha salutato con gioia tale partecipazione facendo un intervento al megafono e lanciando lo slogan seguito da tutti: "contro la crisi del capitale vogliamo lo sciopero generale! sciopero,sciopero, generale". Successivamente i lavoratori e i disoccupati hanno proseguito il loro corteo occupando il palazzo della Provincia di Palermo fino a tardo pomeriggio. La città è stata letteralmente paralizzata per tutta la mattinata con più di 30mila studenti per le strade del centro storico, l’aeroporto,il porto e la stazione bloccati!

Da questa giornata di lotta possiamo trarre alcune conclusioni:
il movimento studentesco ieri ha dimostrato che vi è la necessità di alzare il tiro della lotta, che gli studenti non hanno paura e vogliono lottare fino in fondo.
A Palermo blocchi come quelli delle ore passate non si vedevano da decenni e soprattutto è interessante notare che non era solo un gruppuscolo a rovesciare cassonetti, lanciare oggetti ecc, ma era un gruppo molto numeroso che aveva l'appoggio di tutto il corteo.
Abbiamo urlato per mesi e mesi, adesso spontaneamente gli studenti hanno capito che non bastano le sfilate, non basta urlare il proprio dissenso ma bisogna ribellarsi con forza contro uno stato indegno che deve essere rovesciato.

CONTRO IL GOVERNO BERLUSCONI E I GOVERNI DEI PADRONI
ORA E SUBITO SCIOPERO GENERALE DAL BASSO

Ancora sulla grande mobilitazione del 14 Dicembre

Nella grandiosa battaglia di Roma gli studenti e i proletari ribelli hanno vinto, lo stato dei padroni è stato messo in scacco.
Dopo Genova, la più grande battaglia nel nostro paese, in ogni città vi è stata lotta e ribellione, sindacati confederali partiti parlamentari ed ex parlamentari non c'entrano niente o sono fuori e in alcuni casi contro.
Ora in ogni città la lotta continua in ogni posto di lavoro bisogna prendere posizione a sostegno del movimento degli studenti per la libertà degli studenti arrestati e fermati, la riforma gelmini deve cadere, il governo berlusconi deve cadere con lo sciopero generale con la forza del movimento di massa e deve essere sbarrata la strada a ogni governo dei padroni,
per la rivoluzione necessaria
proletari comunisti-PCm Italia15 dicembre

Comunicato di proletari comunisti sulla grande mobilitazione del 14 Dicembre

Il movimento degli studenti e le parti del movimentoproletario in piazza rappresentano il paese reale e l'opposizione reale,rappresentano le decine di migliaia che saranno in piazza in ogni cittàpossibile, rappresentano le centinaia di migliaia di operai e studenti,precari e disoccupati scesi in lotta e in piazza in questi due mesisarebbe servito oggi lo sciopero generale per rovesciare il governocomunque, per affermare il peso e la forza del movimento operaio e popolare,per non lasciare solo lo straordinario movimento degli studenti in corsose questo non c'è le responsabilità ricadono sulla CGIL, la suadirezione didestra, il suo asservimento all'opposizione parlamentarequesta giornata passa alla storia innanzitutto per questocoloro che si pongono alla coda della direzione della cgil, nonl'attaccanoapertamente, tradiscono oggi gli interessi reale del movimento operaio estudentescola fiom aveva il consenso e l'adesione di tutti i suoi iscritti e dellamaggioranza operaia per lo sciopero generale, ma non lo ha dichiarato, sel'è cavata con una dichiarazione ipocrita di partecipazione allagiornata dioggi a livello romano, nuulla succede invece nelle altre cittàquesto non salva l'anima di Landini e il suo gruppo dirigentegli operai fiom hanno bisogno di un sindacato di classe e di una strutturasindacale di classe, che l'attuale fionm non garantisce, per questoservel'unità operaia per il sindacato di classe - senza lotta control'attualegruppo dirigente anche della fiom, questo obiettivo non è raggiungibilementre in parlamento si consuma il rito della compravendita lo stato i suoisbirri fronteggiano il movimento per rispondere con la violenza di statoalla parte migliore del nostro popolo studenti, precari,operai,cassintegrati precari, terremotati, immigratiresistere e opporsi alla violenza di stato e necessario, ma arriva il tempoche la migliore difesa è l'attacco, la forza politica organizzata chenelfuoco della lotta di classe in stretto legame con le masse, possa imporre leragioni della classe operaia, del movimento studentesco, delle massepopolari , ragioni che si basano sull'esercizio della forza per latrasformazione sociale e politica per la rivoluzione necessariaoggi è un giorno importante per aprire questa strada, contro la viaparlamentare ed elettorale per l'alternativa rivoluzionaria
proletari comunisti -PCm Italia14 dicembre 2010

venerdì 10 dicembre 2010

Avanza la lotta degli studenti inglesi!

Ieri più di 20.000 studenti britannici hanno manifestato nella capitale londinese contro il governo dei padroni Cameroon che tra i vari provvedimenti antipopolari e antiproletari ha triplicato la quota delle rette universitarie fino a 9.000 sterline (oltre 10.000 €).
Ciò significa che i neolaureati, ammesso e non concesso che trovino un lavoro, dovranno versare per diversi anni il 10% del loro stipendio per ripagare i debiti contratti per studiare…
Questa è la quinta manifestazione che in un mese ha scosso il paese, che non vedeva una tale mobilitazione studentesca da decenni.
Non sono bastati i divieti e le barriere metalliche erette intorno alla piazza del parlamento a difesa dei parassiti che dibattevano l’approvazione di tale scempio.
Gli studenti hanno travolto tutto: “gabbie metalliche”, sbirri armati di manganelli (più di 1.000), si sono fatti beffa della statua di Winston Churchill imbrattandola, hanno fatto irruzione nel Ministero del Tesoro eludendo e travolgendo nuovamente i controlli.
Ciliegina sulla torta l’assalto alla rolls royce con a bordo il Principe Carlo e la consorte Camilla che stavano recandosi a teatro per una serata di gala.
Bilancio della giornata di lotta è di 4 servi in divisa gravemente feriti, un numero imprecisato di manifestanti feriti e 7 arresti.
Il primo ministro inglese ha dichiarato che “sui colpevoli cadrà l’enorme perso delle leggi di questo paese”. I due volti della reazione della classe dominante alla ribellione travolgente: il volto di terrore impresso su Camilla e la promessa di ritorsione a chi combatte per un diritto fondamentale come quello allo studio.
Questo è il nocciolo della questione, in Gran Bretagna così come nel resto del mondo, i padroni e i governanti vivono nel lusso più sfrenato, da veri e propri parassiti sulle spalle dei lavoratori e del popolo. Per uscire da una crisi che loro stessi hanno creato varano di misure di austerity ovviamente rivolte verso gli stessi lavoratori, giovani e donne per continuare a permettere all’infima maggioranza di vivere nel lusso a spese dell’enorme maggioranza.
Questo è il significato delle misure di austerity varate da tutti i governi europei, americano e cosi via che prendono il nome di riforma Gelmini, taglio delle pensioni, attacco al diritto di sciopero, guerre di aggressione imperialista in Irak, Afghanistan, Libano ecc..
Gli studenti inglesi, così come quelli italiani e ancor prima i giovani ribelli in Francia, Grecia e molti altri paesi hanno detto un chiaro no a tutto questo.
Un “no” è stato scritto a caratteri cubitali con vernice rossa sul prato antistante il parlamento inglese.
Cresce sempre più la coscienza che il capitale insieme a tutti i suoi governi sia di destra che di “sinistra” è un sistema marcio, non può essere cambiato o migliorato ma distrutto e gettarlo per sempre insieme allo sfruttamento e morte da esso provocato, nella pattumiera della storia.

Viva la rivolta degli studenti inglesi

Viva la rivolta degli studenti italiani

Viva la rivolta dei giovani proletari e ribelli greci

Viva la rivolta dei giovani proletari ribelli europei

Contro i governi della borghesia, ribellarsi è giusto!

giovedì 9 dicembre 2010

DALL'ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI PALERMO OCCUPATA

DALL'ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI PALERMO OCCUPATAIl 30 Novembre 2010 gli studenti dell'Accademia di Belle Arti di Palermo parteciparono numerosi alla manifestazione dei 50.000 studenti che ha paralizzato Palermo. La stessa sera, a seguito dell'approvazione alla Camera del ddl Gelmini, insieme ad altri studenti universitari e medi abbiamo occupato il Comune di Palermo dove si è tenuta una grande assemblea. Aveva preannunciato già quella sera un nostro militante interno all'accademia che a distanza di poche ore l'Accademia avrebbe occupato. Così è stato!Il 1 Dicembre i militanti del CAIL (collettivo autorganizzato dell'accademia) insieme ad altri studenti hanno deciso che era necessario occupare subito, l'indomani dunque in un'assemblea straordinaria di circa 300 studenti la decisione fu presa: l'Accademia occupa. Ci siamo resi conto che a Palermo la parola occupazione assume un senso un pò ambiguo poiché nelle altre facoltà le lezioni didattiche non sono state assolutamente bloccate e dunque non vediamo l'utilità di queste facoltà occupate oltre l'aspetto mediatico. Occupare un plesso per noi comporta come conseguenza oggettiva il blocco delle lezioni frontali tenute dai docenti, degli stage e dei tirocini al fine di sconvolgere la "normalità" della vita quotidiana di tutti.Consci di ciò, dopo averne ragionato, dal 2 dicembre 2010 l'Accademia di Belle Arti di Palermo è occupata con blocco totale delle lezioni nei suoi 5 plessi con stanziamento degli occupanti nel Palazzo S.Rosalia di via Papireto, edificio dove quotidianamente si svolgono la maggior parte delle lezioni. Tale edificio è considerato per noi occupanti una base di lotta da dove parte la mobilitazione di piazza e contemporaneamente un polo culturale che necessita di essere rivalorizzato. Da ciò l'attivazione di corsi autogestiti da noi studenti dove vivendo i nostri spazi portiamo avanti i nostri progetti senza l'ansia di seguire esami e corsi calati dall'alto, ansia che influisce negativamente per ogni individuo sia per quanto riguarda la salute che la creatività. I corsi autogestiti fin ora attivati sono: scultura, pittura, decorazione, street art, progettazione moda, grafica, scenografia e fotografia. A questi si aggiungono workshop e dibattiti culturali, cineforum, concerti, teatro.I laboratori sono aperti tutti i giorni con disponibilità h24 e non solo per gli studenti dell'accademia, tutte le altre attività sono state inserite in un calendario modificabile a seconda delle scadenze delle mobilitazioni studentesche in piazza. Questo aspetto infatti è fondamentale: il primo giorno d'occupazione abbiamo chiarito che durante manifestazioni, blocchi stradali ecc, tutti gli studenti sono impegnati a riversarsi in strada mantenendo un solo gruppo permanente dentro i locali dell'accademia ma non numericamente eccessivo, ciò comporta dunque che il resto delle attività sono sospese per la durata delle contestazioni."Ci tolgono la didattica e noi ce la riprendiamo" questa la frase che ha stimolato l'attivazione di questi corsi.A distanza di qualche giorno si ricavano i frutti, per la prima volta gli studenti di scultura, di pittura ed altri corsi che seguono percorsi didattici differenti, vedono come lavorano i propri colleghi, ci sono ulteriori stimoli, e si impara a vicenda.Oltre la contestazione alla riforma, noi studenti dell'accademia ci stiamo battendo conto la legge 508 ovvero quella legge che determina carta straccia il nostro titolo di studi che non è una laurea a tutti gli effetti, ma è considerato un diploma accademico equiparato alla laurea. Questa equiparazione a noi non serve a nulla e non ci permette alcuna spendibilità del titolo nè a livello nazionale nè internazionale visto che nel resto d'Europa le accademie sono vere e proprie facoltà universitarie. Paghiamo le stesse tasse, non abbiamo diritto allo studio tanto quanto gli studenti delle altre facoltà, abbiamo l'obbligo di frequenza e siamo costretti ad accumulare più crediti possibili per poter accedere agli anni successivi, vogliamo ora e subito l'equivalenza e l'equipollenza del nostro titolo.
NO ALLE UNIVERSITA' AZIENDE
NO AI MECENATI PRIVATI NELLE ACCADEMIE
NO ALLA RIFORMA GELMINI, IMPOSIZIONE DALL'ALTO DI UN MODELLO SOCIALE MODERNO-FASCISTA
VERSO IL 14 DICEMBRE ... LA LOTTA CONTINUA!

mercoledì 8 dicembre 2010

O ritirate la riforma o blocchiamo tutto!




Continuano le proteste contro la riforma Gelmini e contro il governo Berlusconi da parte del movimento studentesco.

Dopo il blocco delle città e dei loro punti strategici, l’occupazione simbolica di monumenti da nord a sud, ieri il movimento studentesco ha colpito ancora!
In tutte le città il movimento tiene e avanza, i fatti di ieri:
contestazioni alla Scala di Milano,
a Firenze corteo e occupazione di facoltà
a Bari occupata Lettere
a Roma alcuni studenti hanno fatto un blitz alla Fondazione Roma, nei pressi di via del Corso, con il bilancio di una vetrata rotta dopo uno scontro con i vigilantes dell'edificio, uno studente ferito e 12 fermati e poi denunciati.
A Torino occupati i binari della stazione Porta Nuova e l’ingresso della metropolitana
A Bergamo colpita simbolicamente l’abitazione della Gelmini facendo trovare del letame davanti al cancello, gli studenti hanno dichiarato:
"La città di Bergamo ospita nella sua roccaforte alta il ministro più amato da tutti gli studenti d'Italia. Abbiamo violato questa roccaforte e scaricato davanti a casa Gelmini la 'naturale' reazione alla sua riforma".

Gli scontri in Piazza la Scala di Milano non hanno avuto eco minore, 300 studenti sono arrivati nel pomeriggio unendosi ai lavoratori ed immigrati che protestavano contro i tagli alla cultura e alle politiche del governo in generale. Gli studenti hanno iniziato a scandire slogan contro il governo e la riforma, slogan che sicuramente davano fastidio ai borghesi, ai vip e ai politici che stavano per giungere ad assistere alla prima del teatro. Per la classe dominante è inaccettabile un simile affronto e allora scatta la “difesa dell’ordine pubblico”. I carabinieri e i poliziotti fanno partire una carica per disperdere gli studenti come è solito loro, a freddo, stavolta però gli è andata maluccio, gli studenti hanno rallentato la carica con petardi, fumogeni, bombe carta e quant’altro.
Il bilancio 12 sbirri (10 carabinieri e 2 poliziotti contusi 2 dei quali medicati sul posto).
Il sit-in si è sciolto alle 19:00.

Ancora una volta la finta opposizione, dai finiani all’italia dei valori e al pd si è smascherata dimostrandosi contraria alle ragioni degli studenti.
Infatti sono arrivate subito le dichiarazioni di solidarietà bipartisan sia nei confronti della Gelmini per la goliardata attuata davanti la sua abitazione sia ai prodi servi in divisa che hanno ricevuto la giusta risposta che si meritavano a Milano.

Questa è un’ulteriore conferma che quando il movimento studentesco avanza è autonomo e indipendente da partiti e sindacati istituzionali. Ma autonomia da essi significa anche autonomia dalle idee che rappresentano ovvero quelle della classe dominante. Ciò si è visto in questi giorni mettendo in pratica la radicalità delle mobilitazioni e la creatività della scelta e di come colpire gli obiettivi, nonché la giustezza nell’individuarli.

Adesso si va avanti almeno fino al 14 per dare la spallata definitiva al governo Berlusconi!
Ma come abbiamo gridato ad Epifani contestandolo il 16 ottobre, ciò che ci vuole è lo sciopero generale!
Studenti e operai uniti nella lotta contro padroni e governo!




Red Block

Riportiamo il comunicato dei compagni di Milano relativo ai fatti di ieri:

Scontri alla Scala: è il solito Stato di polizia.
Dalla cavalcata delle Walkirie a quelle di carabinieri e polizia.
Ieri in piazza della Scala abbiamo assistito alla solita, unica risposta di questo governo, di questo Stato: alla richiesta di diritti la soluzione è la repressione.
Periodo caldo, a dispetto delle temperature rigide e giornate innevate e piovose, questo per Milano. Sembra quasi di essere tornati agli anni settanta.
Tra Aler e Comune che “concedono” sedi pubbliche a gruppi neofascisti; teppisti in divisa scatenati nella caccia a studenti e lavoratori, che perdono il lavoro e il diritto al futuro; guerra agli immigrati, da via Imbonati fino a sconfinare a Brembate; in questa drammatica situazione la ricca borghesia e una classe politica corrotta, vuole divertirsi e godersi lo spettacolo della prima della Scala. Qualche giornale stamani titola che gli studenti se l’erano preparata bene, fumogeni e petardi, mentre glissavano sul fatto che Piazza della Scala e tutte le vie attorno erano state militarizzate stile Genova 2001 (450, ma forse molti di più, tra poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa, che nervosamente agitavano i manganelli, avevano sguardi da invasati tanto che qualcuno diceva “ma sono drogati”). Un numero esagerato di digossini, 40/50?, infiltrati in tutta la piazza che “scrutavano”-“ascoltavano”, per “prevenire” chissà quale sommossa popolare. Nessun giornalista ha “notato” la manovra orchestrata dalla questura che intorno alle 15.30 ha spezzato in due il fronte degli studenti, con in mezzo i lavoratori dello spettacolo proveniente da tutto il Paese, al di là delle contraddizioni interne, per impedire che vi fosse un fronte di protesta unitario e visibile, “non si può disturbare il divertimento delle signore in pelliccia”. Così come i cronisti non “notavano” l’indaffarato va e vieni della digos, da una parte all’altra della piazza, per impedire che i lavoratori e gli immigrati di via Imbonati, accorressero in supporto degli studenti, caricati vigliaccamente davanti e alle spalle.
Altro particolare “sfuggito” alle cronache dei media erano le parole di una rappresentante del Comitato Immigrati, che dall’alto di una copia in miniatura della Torre Imbonati, ricordava, tra le lacrime, la deportazione ed espulsione del marocchino sceso dalla Torre. Ma che, asciugandosi le lacrime, gridava che la lotta non era finita e che tutto questo non era frutto di leggi razziste, ma l’agire di un governo di fascisti, e che alla richiesta di parlare con il Presidente Napolitano non avevano ricevuto risposta alcuna.
Dopo le due/tre cariche la situazione è tornata “tranquilla”, ma con una strisciante tensione che si percepiva a pelle. Due le questioni rimaste in sospeso: studenti che volevano continuare a farsi sentire e il deflusso degli immigrati che giustamente diffidavano delle cosiddette forze dell’ordine, visto il trattamento subito dagli immigrati in lotta. Si è così improvvisato un corteo per condurre tutti alla metro.
In questo frangente si è innalzata di nuovo la tensione, con polizia e carabinieri che chiudevano in un imbuto i circa 200 manifestanti e ostruendo la strada verso la metro con i blindati. Una ventina diminuti di spettacolo quasi surreale che comunque non ha intimidito i presenti. Il tutto si è concluso con piccoli tafferugli con gli studenti che, giustamente, volevano portare la protesta alla vicinaFiera degli Oh Bej Oh Bej, dove qualcuno è arrivato. Dopo di che è calato il “sipario”


i compagni di Milano

6 DICEMBRE 2008- 6 DICEMBRE 2010. VOGLIAMO VENDETTA!


Due anni fa il giovane Alexis (15 anni) veniva assassinato da un poliziotto greco nel quartiere Exarchia. Da quel giorno la Grecia non è stata più la stessa...
Ormai sono due anni che la "generazione degli 800€" scende in piazza infiammando le principali città greche. I giovani scagliano la propria rabbia contro i simboli del sistema capitalista:
un sistema che incatena un'intera generazione ad una vita precaria, che taglia le pensioni agli anziani, che colpisce lo stato sociale, che sta ritornando velocemente al periodo della dittatura militare dei colonelli.

In questi due anni il movimento giovanile ribelle, studentesco e proletario ha attaccato lo stato borghese greco trovando la solidarietà del movimento operaio greco e dei lavoratori in genere.
Il precedente governo di centro-destra è caduto sotto i colpi sferrati dalla piazza, l'attuale governo di centro-sinistra è duramente contestato per continuare sul solco di quello precedente nelle sue politiche antipopolari. Dopo due anni di manifestazioni oceaniche, scioperi generali, blocchi delle frontiere, dei porti e degli aereoporti, la borghesia greca utilizza sempre più lo stumento della repressione contro il popolo greco in rivolta e principalmente contro la sua anima: i giovani.



Il 6 Dicembre in occasione dell'anniversario dell'assassinio di Alexis 3.000 persone sono scese in piazza solo ad Atene ( diventate 5000 in serata), più volte la polizia (più di 5000) ha attaccato il corteo essendo respinta e ricevendo in risposta molotov e pietre, davanti alla determinazione dei manifestanti non sono bastati i lacrimogeni e servi in divisa sono dovuti ricorrere a granate stordenti.
Alla manifestazione erano presenti cartelli contro l'attuale crisi capitalistica e le sue istituzioni internazionali con su scritto "La Grecia non è un protettorato" e "Abbasso il Fondo Monetario Internazionale", slogan anche contro l'Unione Europea. Alla fine della giornata ci sono stati 44 arresti.
La condanna dei due sbirri responsabili della morte di Alexis rispettivamente all'ergastolo e a 10 anni può essere una condanna che "fa giustizia" all'interno di questo sistema borghese, per noi non è sufficiente.

Vogliamo vendetta!
Non devono esserci più Alexis, Stefano Chucchi, Carlo Giuliani....
Cosa Vogliamo? Vogliamo tutto! Questo sistema deve essere distrutto!






Red Block

domenica 5 dicembre 2010

E' APPENA L'INIZIO...



Nelle ultime settimane gli studenti sono tornati nuovamente in campo:
si sono ripresi le strade, le piazze, i binari, le autostrade, le scuole e le università.
Come un fulmine a ciel sereno, la protesta in minor tempo rispetto alla precedente ondata del 2008 ha travolto tutto, fino ad arrivare alle porte del parlamento, assediandolo.
I governanti e i politici che giocano con il nostro futuro per il profitto della classe che rappresentano, si sono giustamente sentiti sotto assedio e gridando alla “violazione dei santuari della democrazia” sono ricorsi al “monopolio della violenza” che detengono, la repressione tramite la sbirraglia.
In queste settimane centinaia di migliaia di studenti hanno visto con i loro occhi lo stato in azione contro chi protesta per difendere diritti fondamentali come quello allo studio.
Ma ha ancora senso parlare di “diritto allo studio”?
Anche se la riforma non fosse approvata già le rette universitarie escludono per censo i figli dei proletari e delle masse popolari, in questi anni c’è stato un progressivo aumento delle rette.
A tutto ciò si è aggiunto l’altrettanto progressivo aumento dei corsi di laurea a numero chiuso fino ad arrivare all’inizio di questo anno accademico dove ormai la totalità dei corsi ha uno sbarramento numerico. Anche i servizi come le mense, ad esempio, sono affidate a ditte esterne appaltatrici con il conseguente lievitamento dei costi per lo studente.
Ciò da un lato nega a molti studenti di poter accedere liberamente ai corsi per cui vorrebbero studiare, dall’altro solo i figli della borghesia possono permettersi di pagare corsi di preparazione privati pre-test alcuni dei quali addirittura durano un intero anno e costano migliaia di euro!
Oltre la selezione di classe appena descritta anche l’istruzione che viene impartita è di classe, ovvero al servizio della classe dominante.
L’istruzione dalle scuole alle università ormai ha un’impostazione nozionistica che non sviluppa la capacità di ragionamento dello studente in senso critico ma serve per sfornare la futura classe dirigente al servizio di questo sistema, alcuni argomenti scomodi vengono tagliati dai programmi, il revisionismo storico è imperante ed è difeso ideologicamente non solo da destra ma anche da “sinistra”, vedi l’ormai annoso falso storico bipartisan delle foibe solo per citare il più noto.
In queste settimane l’autorganizzazione dal basso degli studenti ha spaventato oggettivamente la classe dominante ed i suoi rappresentanti. Partendo dall’alto la Marcegaglia a nome della Confindustria ha detto più volte che al di là della crisi di governo questa riforma va fatta, già questo è indicativo di quanto questa riforma sia al servizio dei padroni e delle imprese.
Il governo è ricorso da un lato al manganello e dall’altro alla propaganda di regime ( ridicola la Gelmini su youtube che parla di “protesta di pochi e strumentalizzati dai centri sociali e dalla sinistra”), la finta opposizione che ogni qual volta che ci sono movimenti d’opposizione sociale cerca di metterci il cappello per i propri fini elettoralistici ( vedi Bersani e Vendola sui tetti insieme ai ricercatori).
Nonostante tutto ciò ancora il movimento studentesco prosegue la sua corsa da solo, senza partiti e sindacati di palazzo, e nonostante le violente aggressioni poliziesche a Milano, Firenze, Bologna, Roma e Napoli ( in particolare al San Carlo), continua selvaggiamente a invadere strade e palazzi simbolo del potere e del paese ( i monumenti artistici dal Colosseo alla Torre di Pisa).
Le prime vittorie in seguito alle grandi mobilitazioni radicali sono state il ritardo della approvazione alla camera, e dopo la sua approvazione e la continuazione delle mobilitazioni, la posticipazione della discussione al senato a dopo il 14, giorno della fiducia al governo.
Adesso è necessario il passo in avanti.
La storia (anche recente come in Grecia) insegna che i movimenti giovanili e studenteschi sono quel valore aggiunto che permettono ai grandi movimenti sociali di far cadere i governi come minimo, ma anche di fare le rivoluzioni.
È necessario che il movimento studentesco prosegua per questa via e si unisca ai lavoratori in lotta, dagli operai fiat, ai disoccupati e così via.
Solo gli operai e gli studenti uniti nella lotta possono dare la spallata definitiva a questo governo marcio e corrotto e proseguire senza farsi irreggimentare dalla “sinistra” istituzionale dei Bersani-Vendola-Di Pietro per non parlare di Fini che si riscopre Berlusconiano dopo tanti governi al fianco del puttaniere pedofilo. Una volta giunti al potere, questi signori farebbero le stesse politiche antiproletarie e antipopolari, già li abbiamo visti all’opera diverse volte.

Adesso basta!

Che il 14 sia una grande giornata di lotta radicale, fuori dalle (loro) regole con blocchi selvaggi e attacchi ai palazzi del potere!

Che dopo il 14 si lanci lo sciopero politico generale contro i padroni responsabili della crisi e i loro governi!

News dal movimento studentesco di Cosenza

Riceviamo e pubblichiamo,
dal blog dei compagni di militanz

la protesta studentesca a cosenza, cronistoria.


Giorno 25 novembre un sit-in convocato alle pensiline antistanti l’università si trasforma velocemente in un’occupazione temporanea delle stesse e della strada, bloccando così il transito ai mezzi di trasporto. Nessuno può più ignorare la rabbia degli studenti, i quali organizzatisi in corteo raggiungono l’aula magna dell’ università dove si stava svolgendo un consiglio di facoltà aperto, indetto dalla facoltà di scienze politiche. Alla fine della discussione gli studenti decidono di occupare l’aula magna.
L’ occupazione prosegue ad oltranza per tutta la settimana successiva, vedendo momenti di discussione partecipati da soggettività affini agli universitari, primi fra tutti gli studenti delle scuole superiori, insieme ai quali viene anche organizzato un volantinaggio capillare in tutti gli istituti di Cosenza e Rende il sabato mattina.
Il passo successivo è la partecipatissima assemblea di ateneo svolta lunedì 29, nel primo pomeriggio. Questa giornata ha visto un migliaio di studenti determinarsi per innalzare il livello del conflitto occupando il rettorato, centro nevralgico dell’amministrazione. Inoltre l’assemblea si è data appuntamento per il giorno successivo, con l’obiettivo di riversare la contestazione al di fuori delle mura universitarie, decidendo dunque di bloccare strade e piazze nel giorno della discussione alla camera del ddl Gelmini.
Il 30 novembre migliaia di persone, quasi settemila tra studenti universitari e medi, riempiono il piazzale antistante l’ aula magna e proseguono in corteo, in modo determinato, arrabbiato e rumoroso. “Se ci bloccano il futuro noi blocchiamo la città” è lo slogan che più di tutti scandisce il passo dei manifestanti, ma non mancano intonazioni di bandiera rossa, slogan antifascisti e di solidarietà alle lotte di precari e migranti. Raggiunto l’imbocco dell’autostrada, presidiato da un cordone della celere, il corteo scalpita per proseguire nel proprio percorso, facendo capire che se non gli sarà aperto il passaggio se lo aprirà da solo. Dopo pochi minuti, vista la grandezza e determinazione del corteo, quando questo inizia ad avanzare il cordone della celere è costretto a retrocedere, e gli studenti invadono l’autostrada A3. Il blocco del traffico perdura fino alle 14.30 quando si esce dall’ autostrada e ci si ridirige verso l’università, invadendo anche la statale 107.

L’ assemblea del pomeriggio ha visto ancora una ricca partecipazione e sono cosi proseguite le occupazioni, nonostante l’approvazione del ddl alla camera.
Mercoledì l’aula magna ha ospitato, oltre all’assemblea permanente, un dibattito aperto sulle dinamiche della costruzione del ponte sullo stretto di Messina, aprendo così alle tematiche ambientali che più incidono negativamente sul nostro territorio.Nella giornata di giovedì si è discusso approfonditamente della crisi e di come questa sia collegata strettamente al precariato diffuso. L’ assemblea serale ha deciso di disoccupare il rettorato in modo da poter concentrare le forze nella mobilitazione delle singole facoltà, puntando all’obiettivo del blocco totale della didattica. A tal fine già venerdì mattina si è svolta nella facoltà di scienze politiche una assemblea autoconvocata che si è organizzata in vista della prossima settimana.L’ intero movimento sta in questo momento spingendo per il blocco totale dell’università e quindi della didattica, ci si sta organizzando in gruppi di lavoro e di facoltà per rendere l’azione il più capillare, incisiva e conflittuale possibile, in vista anche (ma non solo!) della giornata di mobilitazione del 14 dicembre.

Movimento Studentesco Unical

sabato 4 dicembre 2010

Continuano le mobilitazioni contro il ddl Gelmini.



Da Palermo, una settimana di lotte:
La notte tra Lunedì 29/11 e Martedì 30/11, contemporaneamente vengono appesi 30 manichini nei pressi del rettorato e vengono scaricati sacchi dell'immondizia davanti l'ingresso dell'ex provveditorato agli studi.
Martedì 30/11 blocchi stradali e manifestazioni non autorizzate hanno letteralmente paralizzato la città. Come nei giorni precedenti gli studenti medi sono usciti dalle loro scuole con cortei spontanei ricongiungendosi nella centrale Piazza Croci per poi proseguire in corteo per le vie del centro bloccandolo. Gli universitari in mattinata hanno occupato la Cattedrale e in seguito una parte si è diretta verso Via Regione Siciliana (il tratto autostradale che attraversa la città) bloccandola, bruciati anche dei copertoni. Un altro spezzone universitario si è diretto verso quello degli studenti medi bloccando il porto, arterie principali della città e in seguito la stazione ferroviaria Notarbartolo.
Complessivamente sono scesi in piazza 50.000 studenti e studentesse.
Dopo un' intera giornata di cortei, alla notizia dell'approvazione del ddl in serata, circa 200 studenti prettamente universitari, hanno occupato la sede del comune a Piazza Pretoria.
Gli occupanti si sono riuniti in assemblea nel salone del consiglio comunale, presente una larga rappresentanza delle varie facoltà palermitane tra cui studenti di lettere e filosofia occupata, scienze occupata e accademia di belle arti nonché una rappresentanza di studenti medi di varie scuole. L'assemblea ha deciso all'unanimità di proseguire le occupazioni di scuole e facoltà almeno fino al 14 (quando si voterà la fiducia al governo) con il fine di organizzare una grande mobilitazione contro il governo.
Mercoledì 01/12sera un corteo di circa 200 studentesse e studenti partito dalla facoltà di scienze politiche ha bloccato nuovamente il centro storico dalle 20:00 alle 22:00.
Giovedì 02/12: si intensifica la protesta con l'occupazione dell'Accademia di Belle Arti che ha sede nel palazzo storico Santa Rosalia e l’occupazione di Architettura. Questo è il breve comunicato degli studenti dell’Accademia di Belle Arti: “Saluti di lotta dall'accademia occupata di Palermo a tutti gli studenti che lottano attivamente per dare la spallata a questo governo. Questa mattina abbiamo occupato a maggioranza ed è in corso la strutturazione di una didattica autogestita e l'apertura degli spazi dell'accademia alle soggettività esterne. Ci teniamo a precisare che all'accademia vi è il blocco totale delle lezioni. L'accademia da ora è una base di lotta 24 ore su 24. Seguiranno comunicati e documenti. Fate girare.”
Venerdi 03/12: Cortei, occupazioni, striscioni e cori: oggi gli studenti palermitani sono scesi nuovamente in piazza contro la riforma Gelmini, paralizzando ancora la città. Un sit-in nella centralissima piazza Politeama, decine di studenti distesi a terra all'incrocio tra via Emerico Amari e via Ruggero Settimo, un blitz a Ingegneria per bloccare la cerimonia del «Premio nazionale all'Innovazione» e un altro nel teatro Massimo. Un corteo formato da circa duemila ragazzi, poi, ha paralizzato il traffico per le vie del centro di Palermo, bloccando le auto in piazza Indipendenza e corso Vittorio Emanuele, davanti alla Cattedrale. Sentendo i cori degli studenti molti negozianti sono usciti battendo le mani e la gente si è affacciata ai balconi.
da Palermo a Torino centinaia di migliaia di studenti rispondono con la lotta alla propaganda del governo e dei suoi lacchè.
Quando Berlusconi dice che gli studenti sono a studiare e non vanno in piazza, forse si riferisce ad un' infima minoranza figlia dell'alta borghesia che è già predestinata per sua appartenenza di classe ad essere futura classe dirigente (sfruttatrice) non di certo a quelle centinaia di migliaia che sono figli dei lavoratori e del popolo, chi in sostanza sono escluse per censo dal "diritto allo studio". Questa riforma classista colpisce i figli del proletariato e della classe lavoratrice a cui si vorrebbe fare pagare quest'ultima crisi capitalistica.
Finalmente anche in Italia, dopo la Grecia, la Francia e la Gran Bretagna, gli studenti scendono in massa contro un sistema sociale che" produce" solo disoccupazione, miseria e guerre...
Come a Londra, anche a Roma si assaltano i palazzi del potere, i "santuari della democrazia"( borghese) così come li chiamano i vertici delle forze dell'ordine ed il ministro dell'interno Maroni.
La "democrazia" che fa gli interessi dei grandi banchieri e capitalisti a discapito dei diritti conquistati dopo decenni di lotta.
Di fronte questo scempio sociale e ad un governo formato da veline con a capo il grande puttaniere Berlusconi , assaltare il palazzo che consacra questo stato di cose presenti è il minimo che possiamo fare.
Come abbiamo gridato numerosi in questi giorni:
Cosa vogliamo? Vogliamo tutto! Questo sistema deve essere distrutto!
È necessario che gli studenti siano affiancati dai lavoratori per dare una spallata e fare cadere questo governo. È necessario lo sciopero generale subito!
Ribellarsi è giusto!
Red block
Palermo 02/12/2010