Nelle ultime settimane gli studenti sono tornati nuovamente in campo:
si sono ripresi le strade, le piazze, i binari, le autostrade, le scuole e le università.
Come un fulmine a ciel sereno, la protesta in minor tempo rispetto alla precedente ondata del 2008 ha travolto tutto, fino ad arrivare alle porte del parlamento, assediandolo.
I governanti e i politici che giocano con il nostro futuro per il profitto della classe che rappresentano, si sono giustamente sentiti sotto assedio e gridando alla “violazione dei santuari della democrazia” sono ricorsi al “monopolio della violenza” che detengono, la repressione tramite la sbirraglia.
In queste settimane centinaia di migliaia di studenti hanno visto con i loro occhi lo stato in azione contro chi protesta per difendere diritti fondamentali come quello allo studio.
Ma ha ancora senso parlare di “diritto allo studio”?
Anche se la riforma non fosse approvata già le rette universitarie escludono per censo i figli dei proletari e delle masse popolari, in questi anni c’è stato un progressivo aumento delle rette.
A tutto ciò si è aggiunto l’altrettanto progressivo aumento dei corsi di laurea a numero chiuso fino ad arrivare all’inizio di questo anno accademico dove ormai la totalità dei corsi ha uno sbarramento numerico. Anche i servizi come le mense, ad esempio, sono affidate a ditte esterne appaltatrici con il conseguente lievitamento dei costi per lo studente.
Ciò da un lato nega a molti studenti di poter accedere liberamente ai corsi per cui vorrebbero studiare, dall’altro solo i figli della borghesia possono permettersi di pagare corsi di preparazione privati pre-test alcuni dei quali addirittura durano un intero anno e costano migliaia di euro!
Oltre la selezione di classe appena descritta anche l’istruzione che viene impartita è di classe, ovvero al servizio della classe dominante.
L’istruzione dalle scuole alle università ormai ha un’impostazione nozionistica che non sviluppa la capacità di ragionamento dello studente in senso critico ma serve per sfornare la futura classe dirigente al servizio di questo sistema, alcuni argomenti scomodi vengono tagliati dai programmi, il revisionismo storico è imperante ed è difeso ideologicamente non solo da destra ma anche da “sinistra”, vedi l’ormai annoso falso storico bipartisan delle foibe solo per citare il più noto.
In queste settimane l’autorganizzazione dal basso degli studenti ha spaventato oggettivamente la classe dominante ed i suoi rappresentanti. Partendo dall’alto la Marcegaglia a nome della Confindustria ha detto più volte che al di là della crisi di governo questa riforma va fatta, già questo è indicativo di quanto questa riforma sia al servizio dei padroni e delle imprese.
Il governo è ricorso da un lato al manganello e dall’altro alla propaganda di regime ( ridicola la Gelmini su youtube che parla di “protesta di pochi e strumentalizzati dai centri sociali e dalla sinistra”), la finta opposizione che ogni qual volta che ci sono movimenti d’opposizione sociale cerca di metterci il cappello per i propri fini elettoralistici ( vedi Bersani e Vendola sui tetti insieme ai ricercatori).
Nonostante tutto ciò ancora il movimento studentesco prosegue la sua corsa da solo, senza partiti e sindacati di palazzo, e nonostante le violente aggressioni poliziesche a Milano, Firenze, Bologna, Roma e Napoli ( in particolare al San Carlo), continua selvaggiamente a invadere strade e palazzi simbolo del potere e del paese ( i monumenti artistici dal Colosseo alla Torre di Pisa).
Le prime vittorie in seguito alle grandi mobilitazioni radicali sono state il ritardo della approvazione alla camera, e dopo la sua approvazione e la continuazione delle mobilitazioni, la posticipazione della discussione al senato a dopo il 14, giorno della fiducia al governo.
Adesso è necessario il passo in avanti.
La storia (anche recente come in Grecia) insegna che i movimenti giovanili e studenteschi sono quel valore aggiunto che permettono ai grandi movimenti sociali di far cadere i governi come minimo, ma anche di fare le rivoluzioni.
È necessario che il movimento studentesco prosegua per questa via e si unisca ai lavoratori in lotta, dagli operai fiat, ai disoccupati e così via.
Solo gli operai e gli studenti uniti nella lotta possono dare la spallata definitiva a questo governo marcio e corrotto e proseguire senza farsi irreggimentare dalla “sinistra” istituzionale dei Bersani-Vendola-Di Pietro per non parlare di Fini che si riscopre Berlusconiano dopo tanti governi al fianco del puttaniere pedofilo. Una volta giunti al potere, questi signori farebbero le stesse politiche antiproletarie e antipopolari, già li abbiamo visti all’opera diverse volte.
Adesso basta!
Che il 14 sia una grande giornata di lotta radicale, fuori dalle (loro) regole con blocchi selvaggi e attacchi ai palazzi del potere!
Che dopo il 14 si lanci lo sciopero politico generale contro i padroni responsabili della crisi e i loro governi!
Nessun commento:
Posta un commento