Continuano le proteste contro la riforma Gelmini e contro il governo Berlusconi da parte del movimento studentesco.
Dopo il blocco delle città e dei loro punti strategici, l’occupazione simbolica di monumenti da nord a sud, ieri il movimento studentesco ha colpito ancora!
In tutte le città il movimento tiene e avanza, i fatti di ieri:
contestazioni alla Scala di Milano,
a Firenze corteo e occupazione di facoltà
a Bari occupata Lettere
a Roma alcuni studenti hanno fatto un blitz alla Fondazione Roma, nei pressi di via del Corso, con il bilancio di una vetrata rotta dopo uno scontro con i vigilantes dell'edificio, uno studente ferito e 12 fermati e poi denunciati.
A Torino occupati i binari della stazione Porta Nuova e l’ingresso della metropolitana
A Bergamo colpita simbolicamente l’abitazione della Gelmini facendo trovare del letame davanti al cancello, gli studenti hanno dichiarato:
"La città di Bergamo ospita nella sua roccaforte alta il ministro più amato da tutti gli studenti d'Italia. Abbiamo violato questa roccaforte e scaricato davanti a casa Gelmini la 'naturale' reazione alla sua riforma".
Gli scontri in Piazza la Scala di Milano non hanno avuto eco minore, 300 studenti sono arrivati nel pomeriggio unendosi ai lavoratori ed immigrati che protestavano contro i tagli alla cultura e alle politiche del governo in generale. Gli studenti hanno iniziato a scandire slogan contro il governo e la riforma, slogan che sicuramente davano fastidio ai borghesi, ai vip e ai politici che stavano per giungere ad assistere alla prima del teatro. Per la classe dominante è inaccettabile un simile affronto e allora scatta la “difesa dell’ordine pubblico”. I carabinieri e i poliziotti fanno partire una carica per disperdere gli studenti come è solito loro, a freddo, stavolta però gli è andata maluccio, gli studenti hanno rallentato la carica con petardi, fumogeni, bombe carta e quant’altro.
Il bilancio 12 sbirri (10 carabinieri e 2 poliziotti contusi 2 dei quali medicati sul posto).
Il sit-in si è sciolto alle 19:00.
Ancora una volta la finta opposizione, dai finiani all’italia dei valori e al pd si è smascherata dimostrandosi contraria alle ragioni degli studenti.
Infatti sono arrivate subito le dichiarazioni di solidarietà bipartisan sia nei confronti della Gelmini per la goliardata attuata davanti la sua abitazione sia ai prodi servi in divisa che hanno ricevuto la giusta risposta che si meritavano a Milano.
Questa è un’ulteriore conferma che quando il movimento studentesco avanza è autonomo e indipendente da partiti e sindacati istituzionali. Ma autonomia da essi significa anche autonomia dalle idee che rappresentano ovvero quelle della classe dominante. Ciò si è visto in questi giorni mettendo in pratica la radicalità delle mobilitazioni e la creatività della scelta e di come colpire gli obiettivi, nonché la giustezza nell’individuarli.
Adesso si va avanti almeno fino al 14 per dare la spallata definitiva al governo Berlusconi!
Ma come abbiamo gridato ad Epifani contestandolo il 16 ottobre, ciò che ci vuole è lo sciopero generale!
Studenti e operai uniti nella lotta contro padroni e governo!
Dopo il blocco delle città e dei loro punti strategici, l’occupazione simbolica di monumenti da nord a sud, ieri il movimento studentesco ha colpito ancora!
In tutte le città il movimento tiene e avanza, i fatti di ieri:
contestazioni alla Scala di Milano,
a Firenze corteo e occupazione di facoltà
a Bari occupata Lettere
a Roma alcuni studenti hanno fatto un blitz alla Fondazione Roma, nei pressi di via del Corso, con il bilancio di una vetrata rotta dopo uno scontro con i vigilantes dell'edificio, uno studente ferito e 12 fermati e poi denunciati.
A Torino occupati i binari della stazione Porta Nuova e l’ingresso della metropolitana
A Bergamo colpita simbolicamente l’abitazione della Gelmini facendo trovare del letame davanti al cancello, gli studenti hanno dichiarato:
"La città di Bergamo ospita nella sua roccaforte alta il ministro più amato da tutti gli studenti d'Italia. Abbiamo violato questa roccaforte e scaricato davanti a casa Gelmini la 'naturale' reazione alla sua riforma".
Gli scontri in Piazza la Scala di Milano non hanno avuto eco minore, 300 studenti sono arrivati nel pomeriggio unendosi ai lavoratori ed immigrati che protestavano contro i tagli alla cultura e alle politiche del governo in generale. Gli studenti hanno iniziato a scandire slogan contro il governo e la riforma, slogan che sicuramente davano fastidio ai borghesi, ai vip e ai politici che stavano per giungere ad assistere alla prima del teatro. Per la classe dominante è inaccettabile un simile affronto e allora scatta la “difesa dell’ordine pubblico”. I carabinieri e i poliziotti fanno partire una carica per disperdere gli studenti come è solito loro, a freddo, stavolta però gli è andata maluccio, gli studenti hanno rallentato la carica con petardi, fumogeni, bombe carta e quant’altro.
Il bilancio 12 sbirri (10 carabinieri e 2 poliziotti contusi 2 dei quali medicati sul posto).
Il sit-in si è sciolto alle 19:00.
Ancora una volta la finta opposizione, dai finiani all’italia dei valori e al pd si è smascherata dimostrandosi contraria alle ragioni degli studenti.
Infatti sono arrivate subito le dichiarazioni di solidarietà bipartisan sia nei confronti della Gelmini per la goliardata attuata davanti la sua abitazione sia ai prodi servi in divisa che hanno ricevuto la giusta risposta che si meritavano a Milano.
Questa è un’ulteriore conferma che quando il movimento studentesco avanza è autonomo e indipendente da partiti e sindacati istituzionali. Ma autonomia da essi significa anche autonomia dalle idee che rappresentano ovvero quelle della classe dominante. Ciò si è visto in questi giorni mettendo in pratica la radicalità delle mobilitazioni e la creatività della scelta e di come colpire gli obiettivi, nonché la giustezza nell’individuarli.
Adesso si va avanti almeno fino al 14 per dare la spallata definitiva al governo Berlusconi!
Ma come abbiamo gridato ad Epifani contestandolo il 16 ottobre, ciò che ci vuole è lo sciopero generale!
Studenti e operai uniti nella lotta contro padroni e governo!
Red Block
Riportiamo il comunicato dei compagni di Milano relativo ai fatti di ieri:
Scontri alla Scala: è il solito Stato di polizia.
Dalla cavalcata delle Walkirie a quelle di carabinieri e polizia.
Ieri in piazza della Scala abbiamo assistito alla solita, unica risposta di questo governo, di questo Stato: alla richiesta di diritti la soluzione è la repressione.
Periodo caldo, a dispetto delle temperature rigide e giornate innevate e piovose, questo per Milano. Sembra quasi di essere tornati agli anni settanta.
Tra Aler e Comune che “concedono” sedi pubbliche a gruppi neofascisti; teppisti in divisa scatenati nella caccia a studenti e lavoratori, che perdono il lavoro e il diritto al futuro; guerra agli immigrati, da via Imbonati fino a sconfinare a Brembate; in questa drammatica situazione la ricca borghesia e una classe politica corrotta, vuole divertirsi e godersi lo spettacolo della prima della Scala. Qualche giornale stamani titola che gli studenti se l’erano preparata bene, fumogeni e petardi, mentre glissavano sul fatto che Piazza della Scala e tutte le vie attorno erano state militarizzate stile Genova 2001 (450, ma forse molti di più, tra poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa, che nervosamente agitavano i manganelli, avevano sguardi da invasati tanto che qualcuno diceva “ma sono drogati”). Un numero esagerato di digossini, 40/50?, infiltrati in tutta la piazza che “scrutavano”-“ascoltavano”, per “prevenire” chissà quale sommossa popolare. Nessun giornalista ha “notato” la manovra orchestrata dalla questura che intorno alle 15.30 ha spezzato in due il fronte degli studenti, con in mezzo i lavoratori dello spettacolo proveniente da tutto il Paese, al di là delle contraddizioni interne, per impedire che vi fosse un fronte di protesta unitario e visibile, “non si può disturbare il divertimento delle signore in pelliccia”. Così come i cronisti non “notavano” l’indaffarato va e vieni della digos, da una parte all’altra della piazza, per impedire che i lavoratori e gli immigrati di via Imbonati, accorressero in supporto degli studenti, caricati vigliaccamente davanti e alle spalle.
Altro particolare “sfuggito” alle cronache dei media erano le parole di una rappresentante del Comitato Immigrati, che dall’alto di una copia in miniatura della Torre Imbonati, ricordava, tra le lacrime, la deportazione ed espulsione del marocchino sceso dalla Torre. Ma che, asciugandosi le lacrime, gridava che la lotta non era finita e che tutto questo non era frutto di leggi razziste, ma l’agire di un governo di fascisti, e che alla richiesta di parlare con il Presidente Napolitano non avevano ricevuto risposta alcuna.
Dopo le due/tre cariche la situazione è tornata “tranquilla”, ma con una strisciante tensione che si percepiva a pelle. Due le questioni rimaste in sospeso: studenti che volevano continuare a farsi sentire e il deflusso degli immigrati che giustamente diffidavano delle cosiddette forze dell’ordine, visto il trattamento subito dagli immigrati in lotta. Si è così improvvisato un corteo per condurre tutti alla metro.
In questo frangente si è innalzata di nuovo la tensione, con polizia e carabinieri che chiudevano in un imbuto i circa 200 manifestanti e ostruendo la strada verso la metro con i blindati. Una ventina diminuti di spettacolo quasi surreale che comunque non ha intimidito i presenti. Il tutto si è concluso con piccoli tafferugli con gli studenti che, giustamente, volevano portare la protesta alla vicinaFiera degli Oh Bej Oh Bej, dove qualcuno è arrivato. Dopo di che è calato il “sipario”
Riportiamo il comunicato dei compagni di Milano relativo ai fatti di ieri:
Scontri alla Scala: è il solito Stato di polizia.
Dalla cavalcata delle Walkirie a quelle di carabinieri e polizia.
Ieri in piazza della Scala abbiamo assistito alla solita, unica risposta di questo governo, di questo Stato: alla richiesta di diritti la soluzione è la repressione.
Periodo caldo, a dispetto delle temperature rigide e giornate innevate e piovose, questo per Milano. Sembra quasi di essere tornati agli anni settanta.
Tra Aler e Comune che “concedono” sedi pubbliche a gruppi neofascisti; teppisti in divisa scatenati nella caccia a studenti e lavoratori, che perdono il lavoro e il diritto al futuro; guerra agli immigrati, da via Imbonati fino a sconfinare a Brembate; in questa drammatica situazione la ricca borghesia e una classe politica corrotta, vuole divertirsi e godersi lo spettacolo della prima della Scala. Qualche giornale stamani titola che gli studenti se l’erano preparata bene, fumogeni e petardi, mentre glissavano sul fatto che Piazza della Scala e tutte le vie attorno erano state militarizzate stile Genova 2001 (450, ma forse molti di più, tra poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa, che nervosamente agitavano i manganelli, avevano sguardi da invasati tanto che qualcuno diceva “ma sono drogati”). Un numero esagerato di digossini, 40/50?, infiltrati in tutta la piazza che “scrutavano”-“ascoltavano”, per “prevenire” chissà quale sommossa popolare. Nessun giornalista ha “notato” la manovra orchestrata dalla questura che intorno alle 15.30 ha spezzato in due il fronte degli studenti, con in mezzo i lavoratori dello spettacolo proveniente da tutto il Paese, al di là delle contraddizioni interne, per impedire che vi fosse un fronte di protesta unitario e visibile, “non si può disturbare il divertimento delle signore in pelliccia”. Così come i cronisti non “notavano” l’indaffarato va e vieni della digos, da una parte all’altra della piazza, per impedire che i lavoratori e gli immigrati di via Imbonati, accorressero in supporto degli studenti, caricati vigliaccamente davanti e alle spalle.
Altro particolare “sfuggito” alle cronache dei media erano le parole di una rappresentante del Comitato Immigrati, che dall’alto di una copia in miniatura della Torre Imbonati, ricordava, tra le lacrime, la deportazione ed espulsione del marocchino sceso dalla Torre. Ma che, asciugandosi le lacrime, gridava che la lotta non era finita e che tutto questo non era frutto di leggi razziste, ma l’agire di un governo di fascisti, e che alla richiesta di parlare con il Presidente Napolitano non avevano ricevuto risposta alcuna.
Dopo le due/tre cariche la situazione è tornata “tranquilla”, ma con una strisciante tensione che si percepiva a pelle. Due le questioni rimaste in sospeso: studenti che volevano continuare a farsi sentire e il deflusso degli immigrati che giustamente diffidavano delle cosiddette forze dell’ordine, visto il trattamento subito dagli immigrati in lotta. Si è così improvvisato un corteo per condurre tutti alla metro.
In questo frangente si è innalzata di nuovo la tensione, con polizia e carabinieri che chiudevano in un imbuto i circa 200 manifestanti e ostruendo la strada verso la metro con i blindati. Una ventina diminuti di spettacolo quasi surreale che comunque non ha intimidito i presenti. Il tutto si è concluso con piccoli tafferugli con gli studenti che, giustamente, volevano portare la protesta alla vicinaFiera degli Oh Bej Oh Bej, dove qualcuno è arrivato. Dopo di che è calato il “sipario”
i compagni di Milano
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