mercoledì 29 giugno 2016

Brasile - celebrazione del 50° anniversario della rivoluzione culturale proletaria - il ruolo di Chang Ching

Traduzione in italiano



Il 28 e 29 maggio il MEPR HA organizzato A Belo Horizonte una serie di studi sulla Grande Rivoluzione Culturale Proletaria, che celebra i 50 anni di quel che è stato lo stadio più avanzato mai raggiunto dalla Rivoluzione Proletaria Mondiale. Nel sostenere l'attività, una compagna del Movimento Femenino Popular ha descritto l’importante ruolo della grande rivoluzionaria Chiang Ching, soprattutto per la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria ...

Chiang Ching aderì al partito nel 1933 all'età di 19 anni e poi è diventata artista a Shanghai. Nel 1949, con il trionfo della rivoluzione, cambiamenti radicali si sono verificati in seno alla società, e di molto avanzò la lotta per la liberazione delle donne. Incoraggiate a partecipare alla costruzione della nuova società molte si sono elevate al livello della direzione rivoluzionaria e Chiang Ching si è distinta come grande leader.

Riconoscendo il ruolo ideologico dell'arte e la sua influenza su tutta la cultura, criticava la corrente dominante nel panorama artistico, ancora legato alla vecchia società e che promuova le vecchie idee. Chiang Ching ha combattuto per una nuova cultura rivoluzionaria, un'arte che rappresentasse i lavoratori, che denunciasse il vecchio ordine di sfruttamento, e non che lo coltivasse. Pienamente in consonanza con la linea del presidente Mao, sapeva che, così come tutto il resto, l'arte deve servire il popolo.


Nel 1960 propose la "combinazione di tre in uno" come metodo per la creazione di nuove opere artistiche, coinvolgendo quadri di direzione del partito, drammaturghi e masse nella elaborazione di nuove opere moderne, dando voce e energia a tutta una nuova generazione di artisti e pubblico. Questo metodo è stato il modello che ha ispirato i Comitati rivoluzionari Tre in Uno, come nuovi organi del potere nati durante la Rivoluzione Culturale.

I revisionisti si sono opposti con veemenza non solo all'approccio artistico di temi rivoluzionari, come la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria in generale, temendo che la nuova cultura potesse spingere la costruzione di una nuova società, ma al contrario, hanno ostacolato tutto questo e combattuto il Pensiero di Mao basandosi su calunnie contro tutti coloro che hanno continuato a seguire e applicare la linea rivoluzionaria del presidente Mao, e hanno provato a fermare le innovazioni proposte da Chiang Ching, rifiutando o sabotando diverse produzioni.


Chiang Ching, come il presidente Mao, basandosi sulle masse, le ha invitate a prendere parte a questa lotta, in cui si è distinta come una grande leader. Ha parlato direttamente con artisti, attori, musicisti e pittori, incoraggiandoli a seguire la linea del presidente Mao sull'arte e la letteratura, li ha incoraggiati a criticare l'arte borghese.

Presto il movimento si diffuse dalla sfera artistica a tutta la società, coinvolgendo principalmente la gioventù, tra la quale Chiang Ching aveva grande prestigio grazie al sostegno hanno dato alle loro iniziative, come i grandi dazibaos con i quali i giovani criticavano dai rettori delle università ai membri del partito che seguivano la via del capitalismo. Chiang Ching sostenne anche con grande entusiasmo la creazione dei primi distaccamenti delle guardie rosse.


Dopo la morte del presidente Mao e il colpo di stato della cricca revisionista di Teng cui era stato impedito di arrivare al potere per 10 anni attraverso la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria, Chiang Ching è stata perseguitata e imprigionata, così come molti altri veri rivoluzionari, seguaci della linea rivoluzionaria del presidente Mao Tse-tung. Nonostante questo, non ha mai cessato di denunciare il revisionismo di Teng Xiaoping e nemmeno di difendere la parola d’ordine "ribellarsi è giusto!" Inizialmente fu condannata a morte, ma per timore di rivolte popolari la sentenza fu trasformata in carcere a vita.

La compagna Chiang Ching è morta nelle prigioni dello stato marcio revisionista cinese, ma il suo esempio è ancora vivo e incandescente; ispira i rivoluzionari di tutto il mondo, in particolare le donne, a rompere con le proprie catene e sollevare la bandiera della rivoluzione!

La Grande Rivoluzione Culturale Proletaria ha armato il proletariato con un importante arsenale di lezioni teoriche e pratiche; di non dimenticare mai la lotta di classe, come mantenere il potere della dittatura del proletariato, qual è la via che il proletariato deve seguire per la rivoluzione socialista che porta al comunismo, e che la classe operaia deve dirigere tutto.


CELEBRARE IL 50 ° ANNIVERSARIO DELLA GRANDE RIVOLUZIONE CULTURALE PROLETARIA





50° Anniversario della GRCP - RIUNIONE CON I SEGRETARI PROVINCIALI E CON I MEMBRI DEL GRUPPO DEL COMITATO CENTRALE PER LA RIVOLUZIONE CULTURALE: TERZO DISCORSO (22 luglio 1966)


[Il presidente Mao ha detto che il manifesto a grandi caratteri del 25 maggio redatto da Nieh Yuan-tzu è un manifesto della Comune di Parigi cinese degli anni sessanta del ventesimo secolo, il cui significato supera quello della Comune di Parigi. Noi non siamo capaci di scrivere questo tipo di manifesti a grandi caratteri. Molti giovani Pionieri hanno scritto manifesti a grandi caratteri sui loro padri, dove dicono che i loro padri hanno dimenticato il passato, non parlano loro del pensiero di Mao Tse-tung ma chiedono solo che voti hanno preso a scuola e li premiano quando prendono buoni voti. Il presidente Mao ha chiesto al compagno Chen Po-ta di inviare un messaggio a questi piccoli amici: “I vostri manifesti a grandi caratteri sono molto ben scritti”]. Io dico a tutti voi: la gioventù è il grande esercito della grande Rivoluzione culturale! Esso deve essere mobilitato al massimo. Al mio ritorno a Pechino mi sono sentito davvero infelice e desolato. Alcune scuole avevano addirittura chiuso i battenti. Altre avevano addirittura represso il movimento studentesco. Chi è che ha represso il movimento studentesco? Soltanto i signori della guerra di Pei-yang1 . Per i comunisti è antimarxista temere il movimento studentesco. C’è gente che parla tutti i giorni della linea di massa e di servire il popolo, ma invece segue la linea borghese e serve la borghesia. Il Comitato centrale della Lega della gioventù deve stare dalla parte del movimento studentesco, invece si schiera dalla parte di chi vuole sopprimere il movimento studentesco. Chi si oppone alla grande Rivoluzione culturale? Gli imperialisti americani, i revisionisti sovietici, i revisionisti giapponesi e i reazionari. Ricorrere alla scusa di distinguere fra “interno” ed “estero”2 significa avere paura della rivoluzione. Non si possono permettere azioni come quella di coprire i manifesti a grandi caratteri che sono stati affissi. Si tratta di un errore fondamentale di orientamento. Costoro devono immediatamente cambiare direzione e abbandonare tutte le vecchie abitudini. Noi crediamo nelle masse. Per diventare insegnanti delle masse noi dobbiamo prima essere allievi delle masse. L’attuale grande Rivoluzione culturale è un evento che scuote il cielo e la terra. Possiamo, osiamo varcare la soglia del socialismo? Varcare questa soglia porta all’eliminazione definitiva delle classi e alla riduzione delle tre grandi differenze2 . Combattere, in particolar modo combattere l’ideologia autoritaria borghese, significa distruggerla. Senza questa distruzione non si può edificare il socialismo, né possiamo portare avanti: primo la lotta, secondo la critica, terzo la trasformazione. Non è bene starsene seduti negli uffici ad ascoltare le relazioni. L’unica via è fare assegnamento sulle masse, aver fiducia nelle masse, lottare fino alla fine. Dobbiamo prepararci all’eventualità che la rivoluzione possa essere rivolta contro di noi. La direzione del partito e dello Stato e i compagni responsabili del partito devono essere preparati a questo. Ora se voi volete proseguire la rivoluzione fino al suo compimento, dovete imporvi una disciplina, dovete trasformare voi stessi in modo da poter mantenere il passo. Altrimenti potrete soltanto rimanere indietro. Ci sono alcuni compagni che lottano ferocemente contro altri, ma non sanno lottare contro se stessi. In questo modo non saranno mai in grado di varcare la soglia. Sta a voi indirizzare il fuoco sui vostri stessi corpi, alimentare le fiamme per farli bruciare. Avete il coraggio di farlo? Ricordatevi che vi brucerà fino alla testa. [I compagni hanno risposto in questo modo: “Siamo pronti. Se non fossimo in grado di farlo, lasceremmo i posti che occupiamo. Noi viviamo come membri del partito comunista e moriremo come membri del partito comunista. A che serve vivere una vita fatta di divani e di ventilatori elettrici?”]. Non è il caso di imporre modelli rigidi alle masse. All’università di Pechino, quando si sono accorti che gli studenti stavano alzando la testa, hanno tentato di imporre dei modelli. Eufemisticamente l’hanno chiamato “ritorno alla retta via”. In realtà era una “deviazione sulla via sbagliata”. In alcune scuole gli studenti erano etichettati come controrivoluzionari. [L’ufficiale di collegamento Chiang Yen ha etichettato come controrivoluzionari 29 persone]. In questo modo spingete le masse a schierarsi dalla parte dell’opposizione. Voi non dovete avere paura dei cattivi elementi. Quanti ce ne sono, in definitiva? La grande maggioranza delle masse studentesche è buona. Qualcuno solleva la questione dei torbidi. Cosa dobbiamo fare nei casi in cui si dovrebbe intraprendere un’azione legale? Di che avete paura? Quando sono immischiati cattivi elementi voi dimostrate che sono cattivi. Che paura avete dei buoni elementi? Dovreste sostituire la parola “terrore” con la parola “osare”. Voi dovete dimostrare una volta per tutte se è stata o non è stata varcata la soglia del socialismo. Dovete mettere la politica al posto di comando, andare fra le masse ed essere tutt’uno con loro e portare avanti ancora meglio la grande Rivoluzione culturale proletaria.

lunedì 27 giugno 2016

Brasile - celebrazione del 50° anniversario della rivoluzione culturale proletaria - il ruolo di Chang Ching

in via di traduzione


Nos dias 28 e 29 de maio o MEPR organizou em BH uma séries de estudos sobre a Grande Revolução Cultural Proletária, celebrando os 50 anos deste que foi o mais avançado estágio já atingido pela Revolução Proletária Mundial. Apoiando a atividade, uma companheira da Movimento Feminino Popular expôs o destacado papel da grande revolucionária Chiang Ching, principalmente para a Grande Revolução Cultural Proletária....


Chiang Ching uniu-se ao Partido em 1933 aos 19 anos e tornou-se artista em Xangai. Em 1949, com o triunfo da revolução, radicais transformações ocorreram no seio da sociedade, e em muito avançou a luta pela libertação das mulheres. Incentivadas a tomar parte na construção da nova sociedade muitas se elevaram ao nível da direção revolucionária e Chiang Ching destacou-se como grande liderança. 

Reconhecendo o papel ideológico da arte e suas influências sobre toda a cultura, criticava a corrente dominante no cenário artístico, ainda atrelado a velha sociedade e promovendo suas velhas ideias. Ching Ching lutou por uma nova cultura revolucionária, por uma arte que representasse os trabalhadores, que denunciasse a velha ordem de exploração, e não que a cultuasse. Em total consonância com a linha do presidente Mao, sabia que, assim como todo o resto, a arte devia servir ao povo.



Na década de 1960 propôs a “combinação de três em um” como método para a criação de novas obras artísticas, envolvendo quadros diretivos do partido, dramaturgos e as massas na elaboração das novas obras modernas, dando voz e energia a toda uma nova geração de artistas e público. Tal método foi o modelo que inspirou os Comitês Revolucionários Três em Um, como novos órgãos de poder nascidos na Revolução Cultural. 

Os revisionistas que se opunham veementemente não só a abordagem artística de temas revolucionários, como à Grande Revolução Cultural Proletária de forma geral, temendo a nova cultura que impulsionaria a construção de uma nova sociedade ao invés de pôr entraves a esta, lutaram avidamente contra o Pensamento Mao TseTung apoiando-se em calúnias contra todos que continuavam a seguir e aplicar a linha revolucionária do Presidente Mao, tratavam de tentar bloquear as inovações propostas por Chiang Ching, rejeitando ou sabotando diversas produções.


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Chiang Ching, assim como o Presidente Mao, confiou nas massas convocando-as a tomar parte naquela luta, na qual destacou-se como grande dirigente. Conversou diretamente com artistas, atores, músicos e pintores, animando-os a seguir a linha do Presidente Mao sobre a arte e literatura, encorajou-os a criticar a arte burguesa. 

Rapidamente o movimento se espalhou da esfera artística para toda a sociedade, atingindo principalmente a juventude, entre a qual Chiang Ching tinha grande prestigio graças ao apoio que dava às suas iniciativas, como os grandes dazibaos onde a juventude criticava desde reitores de determinada universidade até membros do partido que seguissem a via capitalista. Chiang Ching também apoiou com grande entusiasmo a criação dos primeiros destacamentos dos Guardas Vermelhos.

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Após a morte do Presidente Mao e o golpe de Estado da camarilha revisionista de Teng que havia sido impedida de chegar ao poder durante 10 anos graças a Grande Revolução Cultural Proletária, Chiang Ching é perseguida e presa, assim como diversos outros verdadeiros revolucionários, seguidores da linha revolucionária do presidente Mao TseTung. Apesar disto, nunca deixou de denunciar o revisionismo de Teng Siaoping nem de defender que “a rebelião se justifica!”. Inicialmente foi condenada à morte, porém, por medo de levantamentos populares a sentença foi alterada para prisão perpétua.

A camarada Chiang Ching morreu nos cárceres do podre Estado revisionista chinês, mas seu exemplo segue vivo e incandescente, inspirando os revolucionários no mundo inteiro, particularmente às mulheres, a romper com seus grilhõse e levantar a bandeira da revolução!

A Grande Revolução Cultural Proletária armou o proletariado com importante arsenal de ensinamentos teóricos e práticos; de jamais esquecer a luta de classes, sobre como manter-se o poder da ditadura do proletariado, qual o caminho pelo qual o proletariado deve conduzir a revolução socialista até o comunismo, e que a classe operária deve dirigir tudo.

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CELEBRAR OS 50 ANOS DA GRANDE REVOLUÇÃO CULTURAL PROLETÁRIA


mercoledì 22 giugno 2016

50° Anniversario della GRCP - RIUNIONE CON I SEGRETARI PROVINCIALI E CON I MEMBRI DEL GRUPPO DEL COMITATO CENTRALE PER LA RIVOLUZIONE CULTURALE: SECONDO DISCORSO (21 luglio 1966)


Siamo stati riuniti due giorni per discutere della grande Rivoluzione culturale e principalmente dell’abolizione dei gruppi di lavoro e del cambiamento della politica nei loro confronti. L’altro ieri abbiamo esaminato l’incompetenza dei gruppi di lavoro. Il vecchio comitato municipale del partito era marcio, il Dipartimento centrale di propaganda era marcio, il Ministero della cultura era marcio e il Ministero dell’istruzione superiore era anch’esso marcio. Il Quotidiano del Popolo non era soddisfacente. Il 1° giugno, quando fu presa la decisione di rendere pubblici i manifesti a grandi caratteri, la nostra idea era che questa fosse l’unica soluzione possibile e che la grande Rivoluzione culturale dovesse fare assegnamento su di essi. Su cos’altro potevamo contare? Voi ve ne andaste senza aver compreso nulla della situazione. Per due mesi non l’avete capita; ma voi non la capirete né in sei mesi né in un anno. Prendete per esempio Chien Po-tsan. Egli ha scritto così tanti libri. Siete in grado di leggerli tutti? Siete in grado di criticarli? Essi, i rivoluzionari, sono gli unici che comprendono la situazione. Neppure io posso fare molto per aiutarvi. Noi dobbiamo contare sugli insegnanti e sugli studenti rivoluzionari. Ora, la prima cosa è la paura, la paura di combinare guai. Ebbene, le scuole hanno sospeso l’attività didattica, ma le loro mense continuano a fornire pasti. I pasti danno agli studenti energia e l’energia produce disordini. Che cosa dovrebbero fare, se non combinare guai? Noi possiamo contare solamente su di loro per continuare.

Francia: il governo moderno fascista vieta le manifestazioni contro la legge sul lavoro!

Il governo prova a bloccare le lotte dei lavoratori che si sono susseguite per questi ultimi quattro mesi. La Cgt (Confederation General du Travail) ha, infatti, organizzato un corteo per il prossimo 24 giugno e su questo, come riporta Il Sole 24 ore di oggi, si innesca un “nuovo braccio di ferro. Lo scontro riguarda la prima delle due manifestazioni (la decima e l’undicesima dall’inizio della contestazione, quattro mesi fa) annunciate dai sindacati per continuare a fare pressione sull’Esecutivo.”


Hollande, il capo del governo e i suoi ministri di fronte alle ragioni delle masse scese in strada si mostrano ogni giorno sempre più reazionari, continua, infatti il giornale: “In linea con quanto dichiarato nei giorni scorsi dal presidente François Hollande e dal premier Manuel Valls dopo i gravi incidenti durante la manifestazione parigina del 14 giugno, la Prefettura, su indicazione del ministero dell’Interno, ha comunicato ai sindacati che l’autorizzazione per il corteo che giovedì pomeriggio
dovrebbe sfilare tra la Bastiglia e Place de la Nation non sarà concessa. In cambio ha proposto una manifestazione “fissa” a Nation. I sindacati hanno rifiutato e confermato il programma iniziale.”
Il ministro dell’Interno Cazeneuve è particolarmente velenoso perché: “«La manifestazione nazionale del 14 giugno – ha scritto personalmente il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve al segretario della Cgt Philippe Martinez – ha registrato per la prima volta la partecipazione diretta di alcuni militanti sindacali ad aggressioni nei confronti delle forze dell’ordine». Secondo il prefetto di Parigi si trattava di «circa 200 militanti Cgt dei portuali di Le Havre» che al termine del corteo, sull’Esplanade degli Invalidi, si sono uniti ai “casseurs” in una serie di violenti attacchi alla polizia.”
“Il ministro ricorda infine che «dall’inizio di questa fase di proteste ci sono stati 1.200 fermi e 95 condanne già comminate, con 554 poliziotti feriti».”

“Sembra davvero difficile, a questo punto, che il Governo faccia marcia indietro rispetto alla linea dura che ha scelto di adottare. Se i sindacati confermeranno i loro programmi – e non accetteranno invece l’invito della Prefettura – si tratterebbe della prima volta dal 1967 che una manifestazione sindacale viene vietata. Per di più da un Governo socialista [socialista alla Hollande o alla buonanima di Craxi! ndr]. Il quale scommette certo sull’appoggio di un’opinione pubblica che ha assistito attonita alle violenze che hanno caratterizzato molte manifestazioni, a Parigi ma anche a Nantes e a Rennes.”
Ci sperano sempre sull’appoggio dell’opinione pubblica, ma resteranno delusi…

lunedì 20 giugno 2016

50° Anniversario della GRCP - RIUNIONE CON I SEGRETARI PROVINCIALI E CON I MEMBRI DEL GRUPPO DEL COMITATO CENTRALE PER LA RIVOLUZIONE CULTURALE: PRIMO DISCORSO (21 luglio 1966)


Oggi sono qui presenti tutti i segretari regionali e i membri del Gruppo per la Rivoluzione culturale. Obiettivo di questo incontro è studiare i nostri documenti e, in primo luogo, cambiare il metodo di mandare in giro gruppi di lavoro in modo da consentire che nelle scuole gli insegnanti e gli studenti rivoluzionari, e alcuni degli elementi incerti possano organizzare dei gruppi per guidare la grande Rivoluzione culturale. Soltanto loro infatti possono capire i problemi delle scuole. I gruppi di lavoro non li capiscono. Alcuni gruppi di lavoro hanno fatto una grande confusione. Lo scopo della grande Rivoluzione culturale nelle scuole è di portare avanti il movimento lotta-critica-trasformazione. I gruppi di lavoro hanno ottenuto l’effetto di impedire il movimento. Possiamo noi portare avanti la lotta-critica-trasformazione? Per esempio, Chien Po-tsan ha scritto moltissimi libri, eppure voi non li avete ancora letti. Come potete lottare contro di lui e trasformarlo? Per quanto riguarda le scuole è il caso di dire che “quando il tempio è piccolo gli dei sembrano grandi e quando lo stagno è basso le tartarughe sembrano tante”. È evidente perciò che nelle scuole dobbiamo contare sulle forze interne. I gruppi di lavoro non servono. Io non servo, voi non servite. Non servono neanche i comitati provinciali di partito. Se volete la lotta-critica-trasformazione dovete contare sulle scuole stesse e sulle loro stesse unità. Non è bene basarsi sui gruppi di lavoro. Mi domando se i gruppi di lavoro possano essere trasformati in organismi di collegamento. Se venissero trasformati in gruppi di consiglieri avrebbero troppo potere. Forse potremmo chiamarli osservatori. I gruppi di lavoro impediscono la rivoluzione, ma alcuni di loro no. Se impediscono la rivoluzione diventano inevitabilmente controrivoluzionari. L’Università delle comunicazioni di Sian non permette a nessuno di telefonare e non permette di inviare persone al Centro. Perché hanno paura di inviare persone al Centro? Lasciate che vengano e che mettano sotto assedio il Consiglio di Stato. Dovremmo emanare delle direttive per permettere a quella gente di telefonare o di venire in delegazione. A che serve spaventarsi a questo modo? Quando per tre giorni a Sian e a Nanchino sono state messe sotto assedio le sedi dei giornali, quelli si sono presi tanta paura che a momenti esalavano l’ultimo respiro. Avete anche voi tanta paura? Proprio voi! Se voi non fate la rivoluzione, la rivoluzione si rivolgerà contro di voi. Alcuni distretti non permettono alla gente di assediare gli uffici dei giornali, di andare al comitato provinciale di partito o di rivolgersi al Consiglio di Stato.

domenica 19 giugno 2016

Studentessa di antropologia a Venezia viene condannata a "concorso morale" per aver riportato nella sua tesi la lotta No-Tav, come esperienza propria in una manifestazione. Ecco il moderno fascismo che avanza con la repressione per arrestare tutte le lotte sociali.


Il governo alza il tiro con la repressione, infatti ormai basta riportare anche solo in una tesi di laurea una lotta sociale dove si era presente come quella della No-Tav, che si viene immediatamente condannati. possiamo dire in fin dei conti che le differenze tra il vecchio regime fascista e quello moderno che avanza si assottigliano sempre di più.
RIBELLARSI E' GIUSTO!

Articolo riportato da La Nuova

Racconta gli scontri dei No Tav per la tesi. Condannata

Una studentessa di Ca' Foscari preparava lo studio di laurea in Antropologia per conto dell'Università sulle proteste no global. Per la Procura si tratta di "concorso morale"
di Francesco Furlan


VENEZIA. Per avere presenziato a una delle dimostrazioni dei No Tav in Val di Susa culminata in momenti di tensione, una studentessa di antropologia, impegnata a scrivere una tesi di laurea sul movimento, per l’università Ca’ Foscari, è stata condannata ier in tribunale a Torino a due mesi di reclusione con la condizionale. La ragazza è stata dichiarata colpevole di "concorso morale" in alcuni dei vari reati contestati dalla procura agli attivisti.

Gli scontri. La manifestazione risale all’estate del 2013 a Salbertrand (Torino), e cominciò come un volantinaggio, poi si concentrò contro la sede dell'Itinera, una ditta che forniva materiali per il cantiere del Tav, con il blocco di un camion e l’ingresso nel recinto, con alcuni episodi di imbrattamento con scritte del tipo “No Tav” e “Basta devastazioni”. Dopo quei fatti la procura torinese ha indagato una quindicina di ragazzi minorenni e una trentina di maggiorenni, trai quali la cafoscarina e un’altra ricercatrice.

Ca' Foscari. Per entrambe l’avvocato Valentina Colletta ha chiesto il rito abbreviato, convinta di poterle fare uscire dal processo. Per dimostrare infatti che la studentessa veneziana era lì per motivi di studio, ha presentato la sua tesi di laurea sui movimenti e un documento dell’’università Ca’ Foscari la quale affermava che la tesi prevedeva anche una parte di ricerca sul campo, e che la ragazza era in Val di Susa proprio per quel motivo. Tuttavia il pm Antonio Rinaudo ha affermato che la studentessa non si limitò ad osservare da semplice spettatrice, tanto vero che nella tesi racconta i fatti in prima persona plurale.

La condanna. Quello che per la difesa era un "espediente narrativo" era invece, per l'accusa, la prova del "contributo" alla dimostrazione. Per le stesse circostanze era imputata una ricercatrice di sociologia all'Università di Calabria (oggi supplente in un istituto tecnico a Torino) che però è stata assolta. «L’uso del noi nella tesi rappresentava una scelta stilistica», spiega l’avvocato Colletta, «quindi è assurdo che la ragazza sia stata condannata sulla base di questa osservazione. Anche perché i filmati dimostrano che entrambe le ricercatrici hanno sempre avuto un atteggiamento defilato rispetto alla manifestazione». Per la studentessa veneziana il pm aveva chiesto 9 anni. Dopo la laurea a Ca’ Foscari la ragazza ora si trova in Inghilterra.

venerdì 17 giugno 2016

50° Grande Rivoluzione Culturale Proletaria - ottima iniziativa del sito Resistenze.org

Scritti sulla rivoluzione culturale proletaria 


Mao Tse-tung | bibliotecamarxista.org

A 50 anni dalla Rivoluzione culturale proletaria proponiamo alcuni scritti da: Mao Tse-tung, Opere, Edizioni Rapporti sociali, Milano, 1991.

Parte prima
- 17/03/1966, Sul bisogno di una grande rivoluzione culturale
- 18/04/1966, Innalziamo la grande bandiera rossa del pensiero di Mao Tse-tung; partecipiamo attivamente alla grande rivoluzione culturale socialista

Parte seconda
- 16/05/1966, Circolare del 16 maggio
- 01/08/1966, Lettera alle guardie rosse della scuola media dell'università Chinghua
- 08/08/1966, I sedici punti


Parte terza
- 12/02/1967, Discorso sulla grande rivoluzione culturale a Shanghai
- 24/02/1967, Direttiva sulla lotta per il potere
- 1967, Sulle venti forme nelle quali il burocratismo si manifesta
- 01/07/1976, Edificare il Partito nel corso della lotta

giovedì 16 giugno 2016

50° Anniversario dell GRCP - INNALZIAMO LA GRANDE BANDIERA ROSSA DEL PENSIERO DI MAO TSE-TUNG; PARTECIPIAMO ATTIVAMENTE ALLA GRANDE RIVOLUZIONE CULTURALE SOCIALISTA (18 aprile 1966) -- 7° e ultima parte


Utilizzare il pensiero di Mao Tse-tung per rieducare i quadri e riorganizzare gli scrittori e gli artisti

Per portare a fondo la Rivoluzione culturale socialista dobbiamo rieducare i quadri responsabili della letteratura e dell’arte e riorganizzare gli scrittori e gli artisti. Già nel periodo della lotta sui monti Chingkang sotto la direzione dello stesso presidente Mao e delle brillanti direttive della risoluzione della conferenza di Kutien14, l’Esercito rosso degli operai e dei contadini creò un distaccamento rosso di scrittori e di artisti. Durante la Guerra di resistenza contro il Giappone, avendo il nostro partito e il nostro esercito acquisito una più grande forza politica e militare, il nostro distaccamento di scrittori e di artisti fece anch’esso notevoli progressi. Nelle basi d’appoggio e nelle forze armate formammo un numero notevole di letterati e artisti rivoluzionari. In particolare dopo la pubblicazione dei Discorsi alla conferenza di Yenan sulla letteratura e l’arte essi si attennero a una linea giusta, s’integrarono agli operai, ai contadini, ai soldati e giocarono un ruolo attivo nella rivoluzione. Tuttavia dopo la Liberazione, quando entrammo nelle grandi città, alcuni non resistettero all’influenza deleteria delle idee borghesi e vi si avvicinarono. I letterati e gli artisti che in quel tempo si unirono alle forze armate portarono con sé l’influenza delle diverse idee borghesi sulla letteratura e l’arte. Un piccolo numero di essi non si trasformò mai e si attenne con ostinazione alla posizione borghese. La nostra arte e la nostra letteratura sono arte e letteratura proletarie, arte e letteratura del partito. Ciò che ci distingue prima di tutto dalle altre classi, è la nostra fedeltà allo spirito del partito proletario. Noi dobbiamo comprendere a fondo che i portavoce delle altre classi sono anch’essi fedeli al loro spirito di partito, che è fortemente radicato. Nei principi che reggono la nostra creazione artistica e letteraria come pure nella nostra linea organizzativa e nel nostro stile di lavoro, dobbiamo restare fedeli allo spirito del partito proletario e combattere la corruzione dovuta alle idee borghesi. Dobbiamo tracciare una linea di demarcazione netta tra le nostre idee e le idee borghesi; non dobbiamo tollerare alcuna coesistenza pacifica con esse. 267 I letterati e gli artisti delle nostre forze armate affrontano diversi problemi ma,per lo più, la questione è di acquisire una comprensione più profonda e di ricevere più indicazioni per accedere a un livello più elevato. Dobbiamo considerare le opere del presidente Mao come le nostre direttive più qualificate, studiare coscienziosamente e assimilare i suoi insegnamenti sulla letteratura e sull’arte ed essere particolarmente attenti nel metterle in pratica e nell’applicare in modo creativo quanto apprendiamo nel pensiero e nell’azione per arrivare a possedere veramente a fondo il pensiero di Mao Tse-tung. Dobbiamo applicare le direttive del presidente Mao e “andare per un lungo periodo, senza riserve e spassionatamente, tra le masse degli operai, dei contadini e dei soldati, nel crogiuolo della lotta, alla sorgente unica e prodigiosamente ampia e ricca”, dobbiamo fonderci con gli operai, con i contadini e con i soldati, trasformare il nostro pensiero, elevare il livello della nostra coscienza politica e servire con passione i popoli dell’intera Cina e del mondo, senza nessuna velleità di acquisire fama o profitti, né avere paura della durezza dello sforzo o della morte. Studiare le opere del presidente Mao, lavorare per la rivoluzione e trasformare il nostro pensiero deve costituire il compito di tutta la nostra vita. Soltanto così possiamo mettere in pratica le direttive del compagno Lin Piao: essere pronti a uscire vittoriosi da qualsiasi dura prova nel nostro pensiero, nella nostra vita e nelle nostre attività professionali. Soltanto così il nostro lavoro letterario e artistico serve meglio gli operai, i contadini e i soldati, serve meglio il socialismo e aiuta a consolidare e a elevare la capacità combattiva delle nostre forze armate. Un nuovo successo della grande Rivoluzione culturale socialista si profila e prende ora la forma di un movimento di massa. Questa grande corrente rivoluzionaria spazzerà via i rifiuti di tutte le vecchie idee borghesi sulla letteratura e sull’arte, inaugurerà una nuova era nell’arte e nella letteratura socialiste proletarie. In questa eccellente situazione rivoluzionaria, dobbiamo essere fieri di essere completamente rivoluzionari. La nostra rivoluzione socialista è una rivoluzione per eliminare tutte le classi sfruttatrici e tutti i sistemi di sfruttamento, per estirpare tutte le idee delle classi sfruttatrici, nocive al popolo. Dobbiamo avere piena fiducia e coraggio per iniziare quello che non è mai stato tentato prima. Dobbiamo elevare ancora più in alto il grande vessillo rosso del pensiero di Mao Tse-tung e, sotto la guida del Comitato centrale del partito, del presidente Mao e della Commissione militare del Comitato centrale del partito, dobbiamo partecipare attivamente alla Rivoluzione culturale socialista, portarla inflessibilmente a termine; dobbiamo sforzarci di creare una letteratura e un’arte socialiste nuove, degne del nostro grande paese, del nostro grande partito, del nostro grande popolo, del nostro grande esercito.

La Francia ribelle - un milione di persone in piazza e duri scontri con la polizia - solidarietà internazionalista e lotta nel nostro paese











domenica 12 giugno 2016

50° Anniversario dell GRCP - INNALZIAMO LA GRANDE BANDIERA ROSSA DEL PENSIERO DI MAO TSE-TUNG; PARTECIPIAMO ATTIVAMENTE ALLA GRANDE RIVOLUZIONE CULTURALE SOCIALISTA (18 aprile 1966) -- 6° Parte


Praticare il centralismo democratico, applicare la linea di massa

Tutti i responsabili del lavoro letterario e artistico, come pure gli artisti e gli scrittori, devono mettere in pratica il centralismo democratico, devono vegliare affinché “tutti abbiano da dire la loro” e si devono opporre a coloro che affermano “è valido per tutti quanto io ho detto”. Noi dobbiamo applicare la linea di massa e continuare a dare la priorità alla politica. Un tempo, gli scrittori scrivevano un libro e, restando sordi alle critiche delle masse, costringevano la direzione ad approvare. Questo modo di agire non è assolutamente giusto. I quadri responsabili della letteratura e dell’arte devono sempre ricordarsi dei due seguenti punti relativi alla creazione letteraria e artistica: primo, essi devono ascoltare le opinioni delle masse; secondo, devono analizzare queste opinioni, accettare quelle giuste e respingere quelle che sono errate. Non esistono opere artistiche e letterarie perfette, ma se una è fondamentalmente buona, noi dobbiamo mettere in luce le sue imperfezioni e i suoi punti errati, affinché possano essere corretti. Le opere cattive non devono essere nascoste, ma rese note per essere sottoposte al giudizio delle masse. Non dobbiamo temere il giudizio delle masse, ma avere piena fiducia in loro poiché esse possono darci dei consigli molto preziosi. Ciò aiuterà coloro le cui idee sono confuse ad accrescere la loro capacità di comprensione.

Incoraggiare una critica di massa, rivoluzionaria e militante della letteratura e dell’arte

Dobbiamo incoraggiare la critica di massa, rivoluzionaria e militante della letteratura e dell’arte, dobbiamo spezzare il monopolio della critica della letteratura e dell’arte detenuto da quegli “specialisti” che seguono una linea errata e si dimostrano incoerenti. Dobbiamo porre l’arma della critica della letteratura e dell’arte nelle mani delle masse degli operai, dei contadini e dei soldati; dobbiamo unire le critiche provenienti dai critici di professione alle critiche provenienti dalle masse. Dobbiamo rafforzare il carattere combattivo di questa critica e combattere l’encomio volgare privo di principi. Dobbiamo riformare il nostro stile letterario, incoraggiare la redazione di articoli brevi e leggibili, fare della nostra critica letteraria e artistica un’arma quale il pugnale o la bomba a mano, imparando a usarla abilmente in una lotta “corpo a corpo”. Naturalmente dobbiamo scrivere al tempo stesso degli articoli sistematici, più lunghi e di un livello teorico più alto. Dobbiamo presentare gli avvenimenti e dire le nostre ragioni, non impaurire il lettore ricorrendo a un linguaggio tecnico. Ecco l’unico mezzo per disarmare la cosiddetta “critica letteraria e artistica”. Le critiche devono appoggiare calorosamente le opere buone mettendo in luce in maniera benevola le loro deficienze, mentre deve essere fatta una critica basata sui principi delle opere cattive. Nel campo teorico le opinioni sbagliate sulla letteratura e l’arte che sono molto tipiche devono essere completamente e sistematicamente criticate. Non dobbiamo temere di essere rimproverati per avere “brandito il bastone”. Quando ci si accusa di rozzezza e di semplicismo, dobbiamo compiere la nostra analisi. Alcune nostre critiche, fondamentalmente giuste, non sono abbastanza convincenti, poiché l’analisi e le prove portate sono insufficienti. Questo deve essere corretto. Alcuni che cominciano con l’accusarci di rozzezza e di semplicismo, abbandonano la loro accusa quando arrivano a una maggiore comprensione. Dobbiamo mantenere una critica artistica e letteraria costante, poiché si tratta di un metodo importante per condurre la lotta nel campo letterario e artistico e di un mezzo valido per il partito nella direzione della letteratura e dell’arte. Senza una critica letteraria e artistica giuste, non possiamo mantenere una linea giusta nella letteratura e nell’arte, né creare una grande varietà di opere di qualità.


Quotidiano Francia - i maoisti francesi per il 14 giugno

Mardi, toutes et tous dans la rue pour affronter la bourgeoise et sa loi.




mercoledì 8 giugno 2016

50° Anniversario dell GRCP - INNALZIAMO LA GRANDE BANDIERA ROSSA DEL PENSIERO DI MAO TSE-TUNG; PARTECIPIAMO ATTIVAMENTE ALLA GRANDE RIVOLUZIONE CULTURALE SOCIALISTA (18 aprile 1966) -- 5° Parte


Liberare il pensiero, superare la superstizione

Durante la Rivoluzione culturale socialista bisogna distruggere e bisogna costruire. Senza radicale distruzione non può esserci vera costruzione. Per portare avanti la Rivoluzione culturale socialista e per creare una letteratura e un’arte socialiste nuove dobbiamo liberare il nostro pensiero e superare ogni credenza acritica. Innalziamo la grande bandiera rossa del pensiero di Mao Tse-tung . Dobbiamo superare la nostra ammirazione acritica per quella che viene indicata come “la letteratura e l’arte degli anni ’30”. In quell’epoca il movimento letterario e artistico di sinistra seguiva la linea opportunista “di sinistra” di Wang Ming in politica; la sua organizzazione era esclusivista e settaria; la sua teoria della letteratura e dell’arte era praticamente quella dei critici letterari democratici borghesi della Russia zarista come Belinsky11, Chernyshevskij12, Dobrolyubov13, le cui idee non erano marxiste, bensì borghesi. La rivoluzione democraticoborghese è una rivoluzione nella quale una classe sfruttatrice si oppone a un’altra. Soltanto la rivoluzione socialista del proletariato è la rivoluzione che finalmente distrugge tutte le classi sfruttatrici. Noi non dobbiamo dunque assumere le idee di un rivoluzionario borghese qualsiasi come principio guida dei nostri movimenti ideologici o letterari e artistici proletari. Ci furono anche delle opere letterarie e artistiche buone negli anni ’30, quelle del movimento letterario e artistico militante dell’ala sinistra diretta da Lu Hsun. Ma verso la fine degli anni ’30, alcuni dirigenti dell’ala sinistra, influenzati dalla linea capitolazionista di destra di Wang Ming, abbandonarono il punto di vista di classe del marxismo-leninismo e presentarono lo slogan di una “letteratura di difesa nazionale”. Si trattava di parole d’ordine borghesi. Fu Lu Hsun a coniare la parola d’ordine proletaria “letteratura popolare della guerra rivoluzionaria nazionale”. Alcuni scrittori e artisti di sinistra, specialmente Lu Hsun, indicarono anche che l’arte e la letteratura dovevano essere al servizio degli operai e dei contadini e che questi ultimi dovevano creare una letteratura e un’arte ad essi appropriate. Tuttavia non venne trovata alcuna soluzione sistematica per il problema fondamentale, come integrare gli operai, i contadini e i soldati nella letteratura e nell’arte, poiché la grande maggioranza di questi uomini erano discepoli della democrazia e del nazionalismo borghesi. Alcuni non ressero alla prova della rivoluzione democratica mentre altri non riuscirono a compiere il passaggio alla rivoluzione socialista. Noi dobbiamo superare la venerazione cieca per la letteratura classica cinese e straniera. L’arte e la letteratura classiche della Cina e dell’Europa (compresa la Russia) hanno esercitato un’influenza considerevole sui circoli letterari e artistici del nostro paese e certuni le considerano come modelli e le accettano in pieno. Ma il presidente Mao ci ha insegnato che “la trasposizione e l’imitazione, senza la minima critica, delle opere antiche e straniere, corrisponde al dogmatismo più sterile e più nocivo nella letteratura e nell’arte”. Le opere antiche e straniere devono essere studiate anch’esse e rifiutare di farlo sarebbe sbagliato; tuttavia lo dobbiamo fare criticamente, in modo che l’antico serva il nuovo e lo straniero il nazionale. Per quanto concerne le opere letterarie e artistiche rivoluzionarie sovietiche relativamente buone apparse dopo la Rivoluzione d’Ottobre, anch’esse devono essere analizzate e non ciecamente venerate né, ancora meno, servilmente imitate. L’imitazione cieca non può mai trasformarsi in arte. La letteratura e l’arte possono venir fuori soltanto dalla vita, loro unica sorgente. Tutta la storia dell’arte e della letteratura, dei tempi antichi o moderni, della Cina e dell’estero, lo dimostra.

pc 8 giugno - Solidali con gli studenti prigionieri politici di Meknes Marocco in sciopero della fame illimitato - campagna di informazione congiunta Soccorso rosso proletario e Red block-blog - info srpitalia@gmail.com


Les prisonniers politiques de Meknes
in via di traduzione
Nous relayons ce communiqué du Comité d’action et de soutien aux luttes du peuple Marocain et affirmons notre pleine solidarité avec les étudiants en lutte au Maroc à l’intérieur et à l’extérieur des prisons !

INFORMATION A L’OPINION PUBLIQUE NATIONALE ET INTERNATIONALE
GREVE DE LA FAIM ILLIMITEE DES ETUDIANTS PRISONNIERS POLITIQUES DE MEKNES

Toutes les universités du Maroc connaissent depuis plusieurs années des mouvements de lutte et 
de résistance pour contrer la politique antipopulaire et antisociale de l’Etat réactionnaire – politique qui passe notamment par la privatisation et l’exclusion des enfants du peuple de l’enseignement public. Face à ces choix politiques désastreux, les étudiants luttent actuellement pour l’amélioration de leurs conditions d’étude et pour imposer les libertés démocratiques, politiques et syndicales. Dans ce contexte, nombreux sont les étudiants qui ont été arrêtés et condamnés à de lourdes peines lors de procès montés de toutes pièces.

Parmi les derniers arrêtés, on trouve : IKRAM BOURHIM, ZAKIA BIYA, YASSIN RAHAL, IBRAHIM KASSIMI, HAMZA ALHAMIDI, REDOUAN ALALAMI. Ces étudiants sont actuellement emprisonnés à la prison TOULAL 2 et 3, à Meknès et ont entamé une grève de la faim ouverte à partir du 30 mai 2016 – en particulier pour arracher le statut de prisonniers politiques et pour un procès juste et équitable et dans les meilleurs délais. Leur lutte s’inscrit aussi pleinement dans celle de tous les détenus politiques au Maroc et reprenne donc également leurs mots d’ordre, à savoir :
– libération de tous les prisonniers politiques sans condition.
– l’abandon des charges et des poursuites montées de toutes pièces contre les camarades.
– l’abandon de la militarisation de l’université et l’abandon pur et simple de la circulaire tripartite.
– l’autorisation du droit de visite pour leur famille, pour les étudiants et pour tous ceux qui veulent
leur rendre visite durant toute la semaine.
– l’amélioration des régimes alimentaires, le droit et l’accès au soin, à la santé et à l’hygiène.
– la fourniture de livres, le libre accès à la bibliothèque et aux livres de référence, aux journaux et
à tout ce qui peut contribuer à l’étude.
– le droit à poursuivre ses études
– l’autorisation d’une utilisation libre du téléphone pour pouvoir communiquer avec l’extérieur.
– l’autorisation aux promenades sur un temps suffisant et propice.
– le regroupement des prisonniers politiques dans une seule prison et dans les mêmes cellules.
– la fin de tout harcèlement et de toutes mesures d’exaction auxquels ils sont exposés au
quotidien.


VIVE LA LUTTE DU PEUPLE MAROCAIN !
VIVE LA RESISTANCE DES ETUDIANTS POUR UN ENSEIGNEMENT PUBLIC DE QUALITE !
ARRET IMMEDIAT DE LA MILITARISATION DES UNIVERSITES !
SOLIDARITE AVEC LES GREVISTES DE LA FAIM ET AVEC TOUS LES PRISONNIERS POLITIQUES AU MAROC !
A BAS L’ETAT REACTIONNAIRE MAROCAIN ET TOUS SES COMPLICES !


Paris, le 31 mai 2016-06-05
Comité d’action et de soutien aux luttes du peuple Marocain


lunedì 6 giugno 2016

50° Anniversario dell GRCP - INNALZIAMO LA GRANDE BANDIERA ROSSA DEL PENSIERO DI MAO TSE-TUNG; PARTECIPIAMO ATTIVAMENTE ALLA GRANDE RIVOLUZIONE CULTURALE SOCIALISTA (18 aprile 1966) -- 4° Parte


Esaltare la “novità” socialista, affermare l’“originalità” proletaria, produrre buoni esempi

Per creare una letteratura e un’arte socialiste nuove dobbiamo produrre opere esemplari e i compagni dirigenti devono vegliare personalmente su ciò. Soltanto elaborando siffatti esempi e attraverso un’esperienza coronata da successo in questo settore i nostri argomenti si riveleranno validi e saremo in grado di rafforzare le posizioni che abbiamo conquistato. Dobbiamo avere il coraggio di spianare un nuovo cammino, di esaltare la “novità” socialista e di affermare “l’originalità” proletaria. Il compito fondamentale della letteratura e dell’arte socialiste è di sforzarsi di dar vita a eroici personaggi operai, contadini o soldati armati del pensiero di Mao Tse-tung. Il presidente Mao ha detto: “Delle due cose, l’una: o si è uno scrittore o un artista borghese e allora non si esalta il proletariato, ma la borghesia; oppure si è uno scrittore o un artista proletario e allora si esalta non la borghesia, ma il proletariato e tutto il popolo lavoratore”. Così la lotta di classe tra il proletariato e la borghesia sul fronte letterario e artistico si accentra su questo problema: quale classe esaltare, in quale classe scegliere gli eroi, gli uomini di quale classe porre in posizione preminente nelle opere letterarie e artistiche? In ciò consiste la linea di demarcazione tra la letteratura e l’arte delle differenti classi.

Quotidiano Francia - Parigi - la manifestazione antifascista del 4 giugno in un video


sabato 4 giugno 2016

50° Anniversario dell GRCP - INNALZIAMO LA GRANDE BANDIERA ROSSA DEL PENSIERO DI MAO TSE-TUNG; PARTECIPIAMO ATTIVAMENTE ALLA GRANDE RIVOLUZIONE CULTURALE SOCIALISTA (18 aprile 1966) -- 3° Parte


Una nuova fase nella grande Rivoluzione culturale

Dopo il settembre del 1962, quando il presidente Mao, alla decima sessione plenaria dell’ottavo Comitato centrale del partito, raccomandò a tutto il partito e a tutto il popolo cinese di non dimenticare mai le classi e la lotta di classe, la lotta per promuovere l’ideologia proletaria e per eliminare l’ideologia borghese sul fronte culturale si è sviluppata in maniera considerevole. In questi ultimi tre anni si è sviluppata una nuova fase nella grande Rivoluzione culturale socialista. L’esempio più rimarchevole è la comparsa dell’Opera di Pechino su temi rivoluzionari contemporanei. Coloro che lavorano alla riforma dell’Opera di Pechino, guidati dal Comitato centrale del partito e dal presidente Mao e armati del marxismo-leninismo e del pensiero di Mao Tse-tung, hanno sferrato una coraggiosa e tenace offensiva contro la letteratura e l’arte della classe feudale, della borghesia e del revisionismo moderno. Questo attacco ha radicalmente rivoluzionato l’Opera di Pechino, cittadella ritenuta un tempo imprendibile, sia nel suo contenuto ideologico sia nella sua forma artistica, dando vita a un cambiamento rivoluzionario nei circoli letterari e artistici. Opere di Pechino su temi rivoluzionari contemporanei quali La lanterna rossa, Sha-kia-pang, La Montagna della tigre presa d’assalto, Sul reggimento della tigre 261 bianca, il balletto Il distaccamento rosso femminile, la sinfonia Sha-kia-pang hanno ottenuto tutti un grande successo tra le larghe masse degli operai, dei contadini e dei soldati e sono state applaudite con entusiasmo dagli spettatori cinesi e stranieri.

Quotidiano Francia - esce l'appello a disturbare gli Europei di calcio

Appel à perturber l’Euro 2016


Nous appelons à perturber l’Euro 2016 par tous les moyens qui vous plairont.
Des footballeurs, des footballeuses, ou pas,
et leurs ami-e-s des comités d’action de Paris.
Contact : champions@@@riseup.net
P.-S.


L’Euro 2016 a lieu en France entre le 10 juin et le 10 juillet. Étant donnée la situation sociale dans ce pays, nous qui sommes en lutte contre la loi Travail et son monde, nous appelons à le perturber.
Pourtant, nous aussi, nous aimons le foot. Mais nous considérons le foot comme un jeu, pas comme un business, pas comme une marchandise. Et vu le fric et la communication politique qu’il y a autour de ce type de grands événements sportifs, nous n’avons pas de scrupules à imaginer que l’Euro 2016 puisse être dérangé quelque peu.
Par des moyens d’exploitation salariale toujours plus grands, la loi Travail et son monde jouent avec nos vies. L’enjeu nous semble donc bien plus important que celui d’une cinquantaine de matches de foot.
Pour autant, nous n’avons rien contre les footballeurs, ni contre les supporters.
Nous en avons contre le monde de l’Euro 2016, ses structures et ses sponsors :
UEFA / FFF / Abritel / Adidas / Coca-Cola / Crédit Agricole / Continental / FDJ / Hisense / Hyundai-Kia / Mc Donald’s / Orange / La Poste / Proman / Socar / SNCF / Tourtel / Turkish Airlines / etc.
Et l’état d’urgence, les 42 000 policiers, 30 000 gendarmes, 13 000 vigiles de sociétés privées, les 200 policiers étrangers, les militaires et le RAID pour maintenir l’ordre dans les stades et les fan-zones ? Même pas peur ! Et les drones, les caméras de vidéosurveillance et autres dispositifs technologiques de contrôle ? Même pas peur ! Et Daesh, le spectre censé justifier tout ça ? Même pas peur !
Si les moyens de pression actuels contre la loi Travail et son monde ne suffisent pas (manifs, grèves, blocages, sabotages, etc.), nous les étendrons à l’Euro 2016.
Dans la joie et la bonne humeur,
avec rage et détermination,
pour le retrait de la loi Travail,
pour la fin du capitalisme et de l’État,
avec des pratiques d’entraide et des perspectives révolutionnaires, à Bordeaux, Lens, Lille, Lyon, Marseille, Nice, Paris, Saint-Denis, Saint-Étienne, Toulouse et ailleurs,




giovedì 2 giugno 2016

50° Anniversario della GRCP - INNALZIAMO LA GRANDE BANDIERA ROSSA DEL PENSIERO DI MAO TSE-TUNG; PARTECIPIAMO ATTIVAMENTE ALLA GRANDE RIVOLUZIONE CULTURALE SOCIALISTA (18 aprile 1966) -- 2° Parte


Un’aspra lotta di classe sul fronte della cultura

Questi ultimi sedici anni hanno visto svilupparsi un’aspra lotta di classe sul fronte culturale. Nelle due tappe della nostra rivoluzione, la tappa della nuova democrazia e la tappa socialista, ci fu una lotta tra le due classi e le due linee sul fronte culturale, cioè la lotta tra il proletariato e la borghesia per la direzione di questo fronte. Nella storia del nostro partito, le lotte contro l’opportunismo “di sinistra” e l’opportunismo di destra comprendono anche le lotte tra le due linee sul fronte culturale. La linea Wang Ming era una corrente ideologica borghese che causò seri danni all’interno del nostro partito. Durante il movimento di rettifica che ebbe inizio nel 1942, il presidente Mao dette prima una confutazione teorica completa della linea politica, militare e organizzativa di Wang Ming, seguita immediatamente da una confutazione teorica completa della linea culturale incarnata da Wang Ming. Sulla nuova democrazia (1940) e Discordi alla conferenza di Yenan sulla letteratura e l’arte (1942) del presidente Mao sono il bilancio storico più completo, più dettagliato e più sistematico di questa lotta tra le due linee sul fronte culturale; la concezione del mondo e la teoria marxista-leninista sulla letteratura e l’arte trovano in queste opere il loro seguito e il loro sviluppo. Dopo che la nostra rivoluzione entrò nella fase socialista, lotte importanti sul fronte culturale furono ingaggiate una dopo l’altra sotto la direzione dello stesso Comitato centrale del Partito comunista cinese e del presidente Mao Tse-tung, lotte quali la critica del film La vita di Wu Hsun1 , la critica del libro Saggio su “Il sogno della camera rossa’”2 , la lotta contro la cricca controrivoluzionaria di Hu Feng3 , la lotta contro gli elementi di destra, come pure la grande Rivoluzione culturale socialista degli ultimi tre anni. Le due opere del presidente Mao, Sulla giusta soluzione delle contraddizioni in seno al popolo (1957) e Discorso pronunciato alla Conferenza nazionale di propaganda del Partito comunista cinese (1957) sono i bilanci più recenti dell’esperienza storica dei movimenti per l’ideologia, la letteratura e l’arte rivoluzionarie in Cina e in altri paesi; esse rappresentano un nuovo sviluppo della concezione del mondo e della teoria marxista-leninista sulla letteratura e l’arte. Queste quattro brillanti opere costituiscono una parte importante del grande pensiero di Mao Tse-tung; esse sono attualmente il punto più elevato della concezione marxista-leninista del mondo e della teoria marxista-leninista sulla 259 letteratura e sull’arte; ci forniscono le indicazioni più valide per il nostro lavoro letterario e artistico e sono sufficienti per soddisfare le nostre necessità di proletari per un lungo periodo del futuro. Nei sedici anni che hanno fatto seguito alla fondazione della nostra repubblica è sempre esistita nei nostri ambienti letterari e artistici una linea nera antipartito e antisocialista che si schiera contro il pensiero di Mao Tse-tung. Questa linea nera è un insieme di idee borghesi e revisioniste moderne sulla letteratura e l’arte e di ciò che è stato chiamato “la letteratura e l’arte degli anni ’30”. Queste idee si trovano espresse in teorie riassunte da espressioni quali “scrivere la verità”4 , “larga via del realismo”5 , “approfondimento del realismo”6 , “personaggi indecisi”7 , “sintesi del pensiero dell’epoca”8 , “opposizione al ruolo decisivo del soggetto”9 e “opposizione all’odore della polvere da sparo”10. La massima parte di queste idee sono state respinte nei Discorsi alla conferenza di Yenan sulla letteratura e l’arte da parte del presidente Mao. Nel mondo del cinema, alcuni avanzarono la proposta di “rompere con i canoni e ribellarsi all’ortodossia”, in altre parole, di rompere con i principi del marxismo-leninismo e del pensiero di Mao Tse-tung e di abbandonare la giusta via della guerra rivoluzionaria popolare. Questa tendenza borghese reazionaria e revisionista moderna ha influenzato o dominato la nostra letteratura e le nostre arti al punto che, nelle opere scritte dopo la Liberazione sulla guerra popolare, sulle forze armate popolari e su altri soggetti di carattere militare, troviamo soltanto un piccolo numero di opere buone o di opere fondamentalmente sane, che esaltano veramente i nostri eroi rivoluzionari e servono gli operai, i contadini, i soldati e il socialismo; molte opere sono mediocri, mentre alcune sono opere pericolose antipartito e antisocialiste. Certe opere deformano i fatti storici, si basano sulla descrizione di linee errate e non della linea giusta; altre dipingono eroi che violano la disciplina oppure li inventano semplicemente per far fare loro una fine artificialmente tragica. Altre ancora non presentano nemmeno personaggi eroici, ma personaggi “indecisi” che sono in realtà arretrati, mortificano l’immagine degli operai, dei contadini e dei soldati. Descrivendo il nemico, esse non smascherano la sua natura di classe come sfruttatore e oppressore del popolo e giungono perfino a renderlo seducente. Infine, alcune opere parlano solo d’amore e di storie romantiche, lusingando i gusti volgari, proclamando che “l’amore” e la “morte” sono soggetti eterni. Bisogna opporsi energicamente a tutta questa feccia borghese e revisionista. La lotta tra le due linee sul fronte letterario e artistico nella società si riflette fatalmente nelle forze armate poiché esse non vivono nell’isolamento e non possono fare eccezione alla regola. Le nostre forze armate sono lo strumento principale della dittatura proletaria. Senza le forze armate popolari guidate dal partito, la nostra rivoluzione non avrebbe potuto trionfare. Non avrebbero potuto esistere né dittatura del proletariato né socialismo e il popolo non avrebbe conquistato nulla. Inevitabilmente, il nemico tenta quindi di sabotarci con tutti i mezzi e da ogni parte; inevitabilmente egli utilizza l’arte e la letteratura come arma per corromperci. Noi dobbiamo essere più vigili. Tuttavia non tutti sono di questa opinione. Alcuni Innalziamo la grande bandiera rossa del pensiero di Mao Tse-tung Mao Tse-tung - OPERE 260 affermano che il problema dell’orientamento della letteratura e dell’arte nelle nostre forze armate è gia risolto e che resta da risolvere soltanto il problema di elevare il nostro livello artistico. Questa opinione sbagliata e pericolosa non si basa su un’analisi concreta. Infatti una parte della letteratura e dell’arte delle nostre forze armate segue il giusto orientamento e ha raggiunto un livello artistico relativamente elevato; alcune opere seguono il giusto orientamento, ma il loro livello artistico resta basso; altre rivelano gravi difetti o errori, sia nell’orientamento politico, sia nella forma artistica; qualche altra infine secerne semplicemente veleno antipartito e antisocialista. Nel corso dei grandi sconvolgimenti che si sono verificati nella lotta di classe sul fronte letterario e artistico dopo la Liberazione, alcuni lavoratori impegnati in questo settore in seno all’esercito, messi alla prova, hanno fallito, avendo commesso errori più o meno gravi. Il che dimostra che il lavoro letterario e artistico nelle forze armate è stato influenzato poco o molto dalla linea nera antipartito e antisocialista. Dobbiamo dunque, conformemente alle direttive del Comitato centrale del Partito comunista cinese e del presidente Mao Tse-tung, partecipare attivamente alla grande Rivoluzione culturale socialista, eliminare radicalmente questa linea nera e la sua influenza sulle forze armate. Quando noi ce ne saremo sbarazzati, potrà anche accadere che ne compaiano altre. La lotta deve allora proseguire. Si tratta di una lotta ardua, complessa, di ampio respiro che durerà decine di anni, forse dei secoli. È essenziale, per lo sviluppo rivoluzionario delle nostre forze armate, per l’avvenire della nostra rivoluzione e per l’avvenire della rivoluzione mondiale che noi conduciamo inesorabilmente e fino in fondo la grande Rivoluzione culturale socialista.