mercoledì 29 dicembre 2010

Sull’attacco alla sede regionale del PD a Palermo.

Comunicato stampa.

Sull’attacco alla sede regionale del PD a Palermo.

Le parole di smentita apparse ieri sull’Ansa e altre agenzie stampa circa il nostro coinvolgimento nell'attacco dell’altro ieri notte alla sede regionale del PD, si rifà ad una breve conversazione telefonica avuta tra un nostro militante e una giornalista Ansa. Durante tale telefonata abbiamo espresso la necessità di venire a conoscenza dei fatti per poi esprimere qualsiasi presa di posizione eccetto quella riportata dall'Ansa stessa e da altre agenzie e giornali sulla nostra totale estraneità al fatto in questione.
Dopo aver letto vari comunicati su internet e gli articoli di giornale, siamo in grado di dichiarare che l'intera faccenda ci puzza alquanto.Molti articoli mettono in connessione l'attacco alla sede del PD con un nostro comunicato apparso sul nostro blog (www.redblock-it.blogspot.com) il 24 Dicembre dal titolo “Prendiamo le distanze da chi prende le distanze! Sui fatti del 22 a Palermo”, in cui condanniamo le prese di distanza di alcuni partiti e sindacati come Cgil,Mdu, UDU, Sel, Cobas e anche il PD.

Ci fa pensare molto la dichiarazione di Giovane Italia sull'accaduto, unica organizzazione politica che punta il dito contro di noi a poche ore dalla notizia, ricordiamo che nel nostro ultimo comunicato critichiamo aspramente il ruolo che hanno avuto i neofascisti per l'appunto di Giovane Italia nel creare confusione tra gli studenti tramite sigle fittizie da loro create come "studenti in movimento" con il fine di strumentalizzarli.
Praticamente è dall'inizio dell'autunno che smascheriamo questo loro tentativo di infiltrazione nel movimento studentesco (basta consultare i nostri comunicati del 25 novembre, e del 13 e 27 ottobre), con il risultato che i loro cortei hanno visto la partecipazione di poche centinaia di studenti a fronte delle decine di migliaia portate in piazza dal movimento studentesco ed infine con il fatto che già da molte settimane gli studenti non ci cascano più e di conseguenza Giovane Italia non ha più avuto la possibilità di organizzare cortei sotto sigle fittizie. Quando Giovane Italia ha indetto “il corteo dei giovani studenti di destra” usando la propria sigla è stato un flop totale. Adesso i camerati tentano di tornare sulle scene criminalizzando le centinaia di studenti che hanno resistito alle cariche e ai lacrimogeni della polizia e attribuendo “all’estrema sinistra” l’intento di “alzare il clima di scontro contro le forze dell’ordine, le istituzioni ed i partiti per destabilizzare il paese”, addirittura!
Si può dire che ormai il nostro paese è totalmente destabilizzato e in tensione sociale permanente a causa delle politiche antipopolari di questo governo che non fa altro che scaricare la crisi sui lavoratori e le masse popolari, non c’è certo bisogno “dell’estrema sinistra” per questo!

La verità è che forse diamo fastidio a qualcuno in questa città ma non solo…

Pochi giorni dopo i “fatti dell’Umberto”, a Roma in occasione della manifestazione della Fiom del 16 Ottobre, siamo stati tra i pochissimi insieme a proletari comunisti e allo Slai Cobas per il sindacato di classe e a singoli operai, lavoratori e studenti ad interrompere l’intervento dell’allora segretario della Cgil Epifani chiedendo a gran voce lo sciopero generale. Anche in quell’occasione il ministro Maroni aveva paventato il “pericolo infiltrati”.

Tutto questo per dire che portiamo avanti coerentemente le nostre battaglie politiche sia tra i lavoratori che tra gli studenti che tra le masse in generale, questo sicuramente da fastidio a chi come dopo gli scontri del 14 a Roma e del 22 a Palermo cerca di dividere gli studenti in buoni e cattivi.
Tutta questa faccenda ci sembra l'ennesimo tentativo di criminalizzare un intero movimento come quello studentesco ed in particolare chi porta avanti pratiche radicali all’interno di esso.Non è la prima volta che finiamo sotto tiro e che provano a criminalizzare la nostra sigla.
Già per i famosi “fatti dell'Umberto”, dove per un volantinaggio organizzato da vari antifascisti tra cui nostri compagni, la stampa ha puntato il dito contro la nostra organizzazione parlando addirittura di uno scontro mai avvenuto davanti la scuola con i neofascisti di Casapound (smentito dai neofascisti stessi), inoltre le prime notizie riportavano l’arresto di nostri compagni, cosa non vera.
La polizia in seguito agli arresti in quell'occasione ha provato durante gli interrogatori ad "estorcere" confessioni agli arrestati perchè dichiarassero di appartenere alla nostra organizzazione, cosa che abbiamo smentito prontamente sia noi che gli arrestati stessi. Da ricordare che nei giorni che precedettero “i fatti dell’Umberto”, venne fuori la copertura che la digos dava ai neofascisti di Casapound nelle loro scorribande notturne. Cosa che denunciammo pubblicamente tra gli studenti ei lavoratori e che sicuramente avrà infastidito le due parti complici.
Adesso arriva l'ennesima montatura contro chi si ribella in linea con la “strategia della tensione” che prende corpo nelle dichiarazioni dei ministri Gasparri, La Russa e Maroni riferendosi alla possibilità che “potrebbe scapparci il morto” riferendosi agli scontri del 14 Dicembre a Roma, la storia del nostro paese ci insegna che quando gli esponenti di governo fanno simili dichiarazioni ciò è indice della loro stessa volontà di reprimere più aspramente i movimenti sociali e di cercare essi stessi “il morto”.

Non ci stupiamo e non ci facciamo intimidire dalle ennesime provocazioni e montature.
Continueremo il nostro lavoro politico consci del fatto che non siamo noi quelli ad avere paura.

Red Block
Palermo 28/12/2010

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