giovedì 5 luglio 2012

Massacro di civili in India. Comunicato Stampa degli Studenti per la Resistenza (SFR)


Riceviamo e pubblichiamo questo comunicato da noi tradotto.


*01/07/2012*

*Comunicato Stampa degli Studenti per la Resistenza (SFR)*

SFR condanna l’assassinio a sangue freddo di 20 tribali innocenti di Bijapur, Chattisgarh da parte dello stato fascista indiano. La polizia del Chattisgarh e la Forza di Polizia Centrale di Riserva dichiarano di aver ucciso 20 guerriglieri del Partito Comunista dell’India (Maoista). Circa 600 truppe della Forza di Riserva Centrale di Polizia e unità di commando del Battaglione Centrale per l’Azione Decisa (COBRA) hanno condotto un operazione nel distretto Bijabur del Chhattisgarh. La polizia del Chattisgarh lo ha definito il più grande “incontro” (leggi scontro a fuoco n.d.r.) nel periodo recente, gli abitanti dei villaggi stanno offrendo una descrizione totalmente differente dell’incidente. Secondo gli abitanti dei villaggi le forze di sicurezza hanno sparato ad una riunione pacifica di abitanti dei villaggi uccidendo 20 di essi, inclusi 5 bambini tra i 12 e i 15 anni, inoltre hanno aggredito sessualmente 4 ragazze teenager durante “l’incontro”. Dieci tra quelli uccisi erano tra i 15 e i 28 anni. “ Ci eravamo riuniti per discutere circa l’imminente festival del seme, che è tenuto ogni anno prima che inizi la semina” ha dichiarato Madkam Ganpat di Rajpetta. Ha detto che la riunione è continuata per diverse ore, quando i partecipanti sono stati improvvisamente circondati da un grande contingente di forze di sicurezza. “Le forze hanno aperto immediatamente il fuoco, tutti noi abbiamo provato a scappare via ma molti sono stati colpiti alle gambe, alla schiena e al petto,” ha dichiarato.

La sparatoria è durata diversi minuti, hanno dichiarato gli abitanti dei villaggi, dopo di che le forze hanno chiesto via radio un trattore che ha portato via una serie di corpi.
“In seguito le forze si sono accampate nel villaggio e mi hanno trascinato nei campi”, ha dichiarato una ragazza di 14 anni in un’intervista. “Mi hanno buttato a terra, picchiato, presa a calci, strappati i vestiti e tenuta ferma minacciandomi di violentarmi”. Ha detto che altre 3 ragazze sono state molestate allo stesso modo. “Le forze sono rimaste nei campi fino al mattino seguente”, ha detto Irpa Raju. “Mio figlio è uscito fuori di casa per andare in bagno quando è stato sparato da un poliziotto. Ramesh è corso in casa gridando ‘Ayo, Ayo [Mamma, Mamma]’ ma le forze lo hanno seguito e ucciso nella nostra casa, davanti i miei occhi”. Raju ha anche accusato i poliziotti di aver aperto il salvadanaio di famiglia rubando cinquemila rupie.
Ieri, il Ministro dell’Interno P Chidambaram ha detto che 3 importanti capi maoisti, Mahesh, Nagesh e Somulu, sono stati uccisi “nell’incontro”. Non c’è Mahesh nella lista ufficiale di quelli uccisi. Ci sono due Nageshes. Kaka Nagesh, chiamato anche Rahul, era uno studente di 17 anni di classe 10. L’altro Nagesh, Madkam Nagesh, era un suonatore professionale di dholak (strumento di percussione popolare indiano n.d.r.) di 32 anni che era chiamato per suonare durante i festival, ha dichiarato un abitante del villaggio. Nessuno tra quelli uccisi “nell’incontro” aveva qualche precedente penale alla stazione di polizia a Barsaguda, la giurisdizione in cui cadono i 3 villaggi chiamati Sarkeguda, Kotteguda e Rajapetta. I poliziotti alla stazione hanno detto che non sapevano nulla circa il fatto che fossero naxaliti (nome dato ai maoisti indiani n.d.r.). Tutti i presunti “grandi maoisti” sembravano aver vissuto con le loro famiglie nei 3 villaggi. La stazione di polizia è praticamente nella porta accanto, e un grande campo della CRPF sorge solo a 3 kilometri. La squadra CoBRA sostiene di aver sostenuto “un fuoco pesante” da parte loro per circa 3 ore, ma ha potuto recuperare solo una bharmar (pistola locale n.d.r.) insieme ai 19 corpi. I media (Sunday Express) hanno riportato la dichiarazione del Comandante del Comitato dell’Area di Basaguda del Partito Comunista dell’India (Maoista), “se loro (forze di sicurezza) hanno ucciso 21 naxaliti in un “incontro”, pensate che non saremmo stati capaci di uccidere almeno qualcuno di loro? Hanno mai ucciso cosi tanti dei nostri in una volta?”.
È abbastanza chiaro che il modo in cui l’intero massacro è stato condotto non è nient’altro che l’Operazione Green Hunt intensificata per mezzo dell’ Operazione Vijaya e dell’Operazione Hakka.
È abbastanza evidente che dopo la fase del "Salwa Judum" (utilizzo di civili armati in senso paramilitare n.d.r.) e la fase dell’ Operazione Green Hunt, le operazioni anti-naxalite sono entrate in una nuova fase variamente chiamata “Operazione Haka” e “Operazione Vijay". Questa operazione ha avuto luogo nell’area Abujhmaad/Maad molto in profondità nella foresta; un gran numero di forze paramilitari congiunte di circa 3000 vi hanno partecipato. Mentre i resoconti della polizia parlano di campi naxaliti distrutti, scontri e arresti con i maoisti, la realtà è che le case sono state bruciate, adivasi e abitanti dei villaggi sono stati picchiati, tra cui picchiati a morte, e quelli arrestati non sono stati presentati dinnanzi ai giudici. Durante la fase del "Salwa Judum" sono state documentate circa 500 morti in affidavit (negli ordinamenti di common law trattasi di dichiarazione scritta resa da una persona sotto giuramento davanti un ufficiale giudiziario e avente natura probatoria n.d.r.) solo in una parte del Bastar del Sud. Un’altra lista di 192 uccisioni extra giudiziali, si presume siano accadute in Dantewada durante l’Operazione Green Hunt, tra il 2009 e il 2011.
Questo è il numero ufficiale. Il numero attuale è superiore.
Il Chattisgarh non è l’unico posto dove è avvenuta la brutalità delle forze di sicurezza.
In tutto il paese le forze di sicurezza e la polizia è impegnata nell’uccisione di tribali e dalits. Sotto la veste di “terrorismo” lo Stato Indiano è pesantemente impegnato in una caccia alle streghe.
E per I tribali è il “maoismo”. I nomi possono essere differenti, ma l’agenda dello Stato Indiano è zittire le voci dissidenti contro il bottino aziendale, le atrocità delle caste e la violenza [dell’amministrazione n.d.r.] comunale. Le forze di sicurezza stanno fronteggiando una resistenza militante dai popoli del Kashmir e del Nord-Est. La storia è ovunque la stessa. Quindi il racconto propagandato dalle forze di sicurezza riguardante l’uccisione di 20 tribali in Chattisgarh non è altro che una farsa, una bugia. Anche se erano Maoisti, non da nessuna licenza allo Stato di ucciderli. Il Maoismo non emerge fuori dalla fantasia ma dalla Repressione di Stato in varie forme. Quindi è la violenza strutturale che è responsabile della sua emersione. Ancora una volta condanniamo il massacro.
Abbasso la repressione di Stato!


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