sabato 10 gennaio 2009

UN VENTO NUOVO STA SOFFIANDO SUL NEPAL


Il Nepal è un piccolo paese stretto tra i 2 giganti asiatici: l’India a sud, a est e a ovest e la Cina a nord. È uno dei paesi più poveri del mondo. Per la sua conformazione territoriale e la grande presenza di corsi d’acqua potrebbe essere un grande esportatore di energia idroelettrica ma per via di alcuni accordi bilaterali con l’India tale energia viene venduta a basso costo a quest’ultima e la popolazione nepalese praticamente non ne usufruisce.Al di là delle leggi formali sopravvive ancora una forte suddivisione sociale in caste dove i dalit (gli intoccabili, al di fuori di ogni casta) sono considerati inferiori agli animali. C’è una forte discriminazione verso le donne verso le quali non sono riconosciuti i più elementari diritti civili e politici. Inoltre essendo stato storicamente un crocevia di popoli, in Nepal vive una ricca varietà di etnie con usi lingue e costumi diverse ma purtroppo discriminati dall’etnia dominante indo-aria. Questo rigido sistema sociale è stato garantito per più di 230 anni dalla dinastia Rana strettamente legata alla confessione indù. Nel 1990 è scoppiato un movimento popolare di piazza che chiedeva alcuni diritti democratici come un parlamento democraticamente eletto e la fine della discriminazione di casta e sessuale. Alla fine dopo non pochi sacrifici del popolo sceso in piazza il re ha dovuto accettare l’istituzione di un parlamento e un assetto istituzionale orientato verso una monarchia costituzionale. Ben presto però nonostante questo cambiamento formale nella sostanza non sono state prese le misure politiche necessarie per soddisfare le richieste del movimento popolare, le differenze sociali permanevo e i diritti civili e politici continuavano ad essere negati. Partendo dal dato di fatto che il sistema parlamentare avrebbe continuato a far rimanere lettere morta le aspirazioni popolari il 13 febbraio 1996 il Partito Comunista del Nepal (maoista) decise di lanciare la Guerra Popolare contro la monarchia feudale ed i settori conservatori che la sostenevano primi fra tutti i signori feudali. Partita nelle zone rurali più remote del paese, i primi obiettivi sono stati i signorotti locali che sfruttavano la manodopera contadina spesso ancora schiava della terra e che contemporaneamente gestivano la prostituzione. Durante gli ormai 12 anni di Guerra Popolare tutti i settori oppressi della società si sono uniti in essa contro il nemico comune, a dimostrazione di ciò basta osservare la composizione del EPL (esercito popolare di liberazione) che è formato interamente da contadini poveri e da donne sfuggite da situazioni legate a violenza domestica o prostituzione, inoltre l’EPL nepalese è l’esercito sia tra quelli regolari e non, con la maggior percentuale di donne (circa il 30%) di cui molte in posizione di comando. Anche l’etnie oppresse si sono unite e ormai l’80% del nepal controllato dai rivoluzionari è organizzato in una rete di repubbliche autonome autogovernate dai popoli che vivono in quest’ultime eliminando cosi le segregazioni razziali. Praticamente in questo 80% è presente in embrione un nuovo stato che niente ha a che vedere per organizzazione e struttura con il restante 20 % ancora monarchico. Infatti sono sorte le assemblee popolari con potere decisionale a tutti i livelli: dai villaggii passando per quelle di distretto fino ad arrivare a quelle regionali, in queste assemblee i delegati eletti nella formula del “3 in 1”(1/3 membri del partito,1/3 membri EPL,1/3 membri della società civile) decidono riguardo la produzione, la costruzione di opere pubbliche ecc. a livello giudiziario sono sorti i tribunali popolari che hanno abolito le vecchie leggi basate sulla discriminazione di casta. Nel “nuovo Nepal “,come dicono i nepalesi stessi, ciò che in 230 anni la monarchia non ha voluto fare è stato iniziato a fare grazie allo sviluppo della Guerra Popolare come ad esempio la costruzione di scuole,strade e ospedali nelle zone più remote e inaccessibili del paese e a maggior ragione più deficitarie di simili servizi primari per la popolazione. Dopo tutti questi successi politici e militari ottenuti dal popolo guidato dal PCN(m), l’anno scorso anche gli altri partiti parlamentari hanno finalmente partecipato ad un movimento di protesta anti-monarchico per chiedere il ripristino del parlamento esautorato dal re 4 anni fa. Dopo un mese di scontri di piazza e violazioni di coprifuoco il re ha dovuto cedere alle richieste ed è stato formato un governo ad interim aperto anche ai maoisti che hanno chiesto agli altri partiti ,come condizione della loro partecipazione in esso, di impegnarsi per l’abolizione della monarchia in favore dell’instaurazione di una repubblica democratica federale. Quindi è stato firmato un accordo di pace con la supervisione dell’ONU che prevede la democratizzazione dell’esercito reale è l’integrazione tra esercito popolare ed esercito nepalese. In questo modo le conquiste ottenute in più di 10 anni di lotte non sono andate perdute, infatti nelle zone rurali continuano a funzionare i comitati e i tribunali popolari, inoltre adesso la monarchia è ulteriormente isolata dal governo ad interim formato dai maoisti più altri 6 partiti che precedentemente avevano un atteggiamento più ambiguo nei riguardi della monarchia. Lo scorso 18/12/08 è venuta in Italia Hisila Yami (compagna Parvati) uno dei ministri maoisti nonché la leader delle donne nepalesi e membro del politburo del partito. Durante un’assemblea pubblica tenutasi a Roma ha avuto modo di spiegare i recenti sviluppi tra i quali quello più importante è la fissazione delle elezioni per l’assemblea costituente dopo un anno di governo ad interim per il 26 aprile di quest’anno e sotto richiesta del PCN(m) il parlamento nepalese ha approvato un emendamento che stabilisce che dopo l’elezione dell’assemblea costituente ed il suo insediamento il Nepal finalmente per la prima volta nella storia verrà dichiarato una repubblica democratica federale.

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