sabato 28 maggio 2016

MAO - SUL BISOGNO DI UNA GRANDE RIVOLUZIONE CULTURALE (17 marzo 1966)

In questo discorso Mao spiega la necessità di un ulteriore passo in avanti con la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria, contro quei residui della classe borghese, ancora presente in molti ambiti culturali e sociali, e che solo con la rivoluzione nella rivoluzione possono essere spazzati via.


Resoconto del discorso pronunciato in una riunione allargata della Commissione permanente dell’Ufficio politico.

La nostra politica di prendere in carico, dopo la Liberazione, gli intellettuali esistenti ha avuto dei vantaggi ma anche degli svantaggi. Oggi il potere reale nel campo della scienza e dell’educazione si trova nelle mani di intellettuali borghesi. Più la rivoluzione socialista va in profondità, più loro oppongono resistenza e rivelano il loro volto antisocialista e ostile al partito. Wu Han e Chien Po-tsan sono membri del Partito comunista cinese, ma sono anche anticomunisti, praticamente appartengono al Kuomintang. Attualmente, in molti luoghi, la comprensione di questo problema è ancora molto limitata, la critica nel campo della cultura non si è ancora sviluppata. Ovunque bisogna fare attenzione in quali mani si trovano le scuole, i giornali, le riviste e le case editrici; bisogna criticare sinceramente e correttamente le autorità culturali borghesi. Dobbiamo formare le giovani autorità scientifiche nelle nostre file. Non si deve aver paura che le persone giovani possano ferire “l’ordine sovrano”, non dobbiamo soffocare i loro manoscritti. Non è necessario che la Commissione di propaganda presso il Comitato centrale diventi un reparto per il lavoro in campagna. Del gruppo fanno parte anche Wu Han, Liao Mo-sha e Teng Tuo, sono anch’essi nemici del partito e antisocialisti. Nel campo della letteratura, della storia, della filosofia, del diritto e dell’economia bisogna fare una grande Rivoluzione culturale; bisogna fare decisamente della critica: quanto marxismo esiste davvero in questo campo?









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