sabato 2 aprile 2016

India - movimento di lotta di studenti e docenti contro i crimini del regime fascista indù di MODI - controinformazione nel quadro della settimana internazionale di azione 2-9 aprile a cura del Comitato Internazionale di sostegno alla guerra popolare - Italia

L’assassinio istituzionale di Rohiti Vemula
Rohith Chakravarti Vemula era uno studente del dottorato presso l'Università di Hyderabad, nato 30 gennaio 1989e suicidatosi 17 gennaio 2016.


La sua morte è il tragico epilogo, di una persecuzione che durata parecchi mesi, dal luglio 2015, quando l’Università gli comunicò la decisione di revocare il pagamento di una borsa di studio di 25.000 rupie al mese in quanto ritenuto responsabile di aver aderito alle proteste dell’associazione studentesca Ambedkar Students Association (ASA).

“Il valore di un uomo viene ridotto … a un voto, a un numero, a una cosa. Mai quell’uomo è stato trattato come una mente pensante, come qualcosa di glorioso, fatto della stessa sostanza delle stelle. In ogni campo, negli studi, nelle strade, in politica, nella morte e nella vita.
Scrivo per la prima una lettera di questo tipo … Scusatemi se non riesco a dare un senso a tutto ciò che scrivo. Forse mi sono sbagliato, sempre, nel comprendere il mondo. Nel comprendere l'amore, il dolore, la vita, la morte. Non c'era nessuna urgenza. Eppure ho sempre corso. Nel disperato tentativo di iniziare una vita. Per alcune persone, tutta la loro vita è una maledizione. La mia nascita è stato il mio incidente mortale. Non riesco mai a recuperare la solitudine della mia infanzia. Il bambino mai apprezzato che sono stato. Non sto male in questo momento. Non sono triste. Sono solo vuoto. Indifferente a me stesso. Questo è triste. Ed è per questo che lo sto facendo.
Mi potranno chiamare codardo, egoista, o stupido quando me ne sarò andato. Non mo preoccupo di come mi chiameranno. Non credo alle storie sulla post-morte, ai fantasmi o agli spiriti. Se c'è qualcosa che credo, è che posso viaggiare verso le stelle. E conoscere altri mondi …


Il padre, Manikumar, ha affernato che quello del figlio non è stato un suicidio e preteso un’inchiesta.
Mentre rispondeva in parlamento, il ministro Smriti Irani, ha lamentato: “a nessun medico è stato permesso di avvicinare Vemula per soccorrerlo. "Anzi, il suo corpo è stato utilizzato come arma politica. Neppure la polizia ha potuto avvicinarsi fino alle 6 e 30 del mattino seguente”. Ma il Responsabile Medico dell’Università di Hyderabad, Rajashree M, ha smentito la dichiarazione del ministro sulle circostanze della morte di Rohith Vemula.

Il suo suicidio ha scatenato un’ondata di proteste e indignazione in tutta l'India ed ha guadagnato l'attenzione dei media come un caso scandaloso di discriminazione verso i dalit e le caste inferiori in tutta l’India, le cui istituzioni di istruzione superiore sono accusate di fomentare la discriminazione di casta contro gli studenti appartenenti alle caste più basse.

Per tutta risposta a ciò, il 3 agosto 2015 Rohith Vemula e altri quattro attivisti ASA manifestavano contro la pena di morte inflitta Yakub Memon, e condannavano l'attacco realizzato dalla Akhil Bharatiya Vidyarthi Parishad ABVP, un’organizzazione studentesca di destra affiliata al RSS, un partito politico parte della coalizione del governo MODI, contro la proiezione del documentario 'Muzaffarnagar Baaqi Hai' alla Delhi University.

La sera stessa, indignato, Rohit incrociava nei corridoi della residenza universitaria il capo locale dell’ABVP, Nandanam Susheel Kumar, e gli gridava “squadrista”, mentre entrambi si ritiravano nelle rispettive stanze. Il giorno dopo Kumar veniva ricoverato per un’appendicite acuta, ma lui denunciava “sono stato aggredito e malmenato da una 40 di membri dell’ASA che hanno fatto irruzione nella mia stanza”.

In seguito, l’ABVP ha inviato una lettera al Ministro dell'Unione Dattatreya, sostenendo che i membri ASA indulgevano in attività 'castiste' e 'anti-nazionali’. La lettera era trasmessa prima al Ministro per sviluppo delle risorse umane dell'Unione, Smriti Irani e poi al pro-retttore dell'università prof P. Appa Rao, che prendeva la decisione di sospendere Rohith Vemula e altri quattro membri dell’ ASA e di espellerli dall’ostello universitario. Il 17 gennaio 2016, dopo che il suo ricorso era stato respinto e la sospensione confermata, Rohith Vemula è stato ritrovato morto nella sua stanza della residenza universitari Umma Anna.

In un suo scritto ritrovato nella stessa stanza e che gli inquirente hanno presentato come l’ultimo messaggio prima di uccidersi Rohith scriveva:
Il valore di un uomo viene ridotto … a un voto, a un numero, a una cosa. Mai quell’uomo è stato trattato come una mente pensante, come qualcosa di glorioso, fatto della stessa sostanza delle stelle. In ogni campo, negli studi, nelle strade, in politica, nella morte e nella vita.

Scrivo per la prima una lettera di questo tipo … Scusatemi se non riesco a dare un senso a tutto ciò che scrivo. Forse mi sono sbagliato, sempre, nel comprendere il mondo. Nel comprendere l'amore, il dolore, la vita, la morte. Non c'era nessuna urgenza. Eppure ho sempre corso. Nel disperato tentativo di iniziare una vita. Per alcune persone, tutta la loro vita è una maledizione. La mia nascita è stato il mio incidente mortale. Non riesco mai a recuperare la solitudine della mia infanzia. Il bambino mai apprezzato che sono stato. Non sto male in questo momento. Non sono triste. Sono solo vuoto. Indifferente a me stesso. Questo è triste. Ed è per questo che lo sto facendo.

Mi potranno chiamare codardo, egoista, o stupido quando me ne sarò andato. Non mo preoccupo di come mi chiameranno. Non credo alle storie sulla post-morte, ai fantasmi o agli spiriti. Se c'è qualcosa che credo, è che posso viaggiare verso le stelle. E conoscere altri mondi …

Il padre, Manikumar, ha affernato che quello del figlio non è stato un suicidio e preteso un’inchiesta.
Mentre rispondeva in parlamento, il ministro Smriti Irani, ha lamentato: “a nessun medico è stato permesso di avvicinare Vemula per soccorrerlo. "Anzi, il suo corpo è stato utilizzato come arma politica. Neppure la polizia ha potuto avvicinarsi fino alle 6 e 30 del mattino seguente”. Ma il Responsabile Medico dell’Università di Hyderabad, Rajashree M, ha smentito la dichiarazione del ministro sulle circostanze della morte di Rohith Vemula.


Il suo suicidio ha scatenato un’ondata di proteste e indignazione in tutta l'India ed ha guadagnato l'attenzione dei media come un caso scandaloso di discriminazione verso i dalit e le caste inferiori in tutta l’India, le cui istituzioni di istruzione superiore sono accusate di fomentare la discriminazione di casta contro gli studenti appartenenti alle caste più basse.




“Studenti, docenti, intellettuali, gente comune sono scese in piazza in massa in un onda di manifestazioni che ha attraversato tutto il subcontinente, a Hyedarabad come a Delhi, Mumbai, Chennai, Kolkata e centinaia di centri più piccoli e remoti del secondo paese più popoloso del mondo.
Attivisti democratici e dei diritti umani hanno accusato Kumar, con la sua lettera e le false accuse, e le istituzioni, che hanno spalleggiato Kumar e punito lo studente dalit, di essere i responsabili della sua morte di Rohith Vemula, un assassinio istituzionale.
A seguito dell’esposto di alcuni studenti dell'Università di Hyderabad, la polizia ha aperto un caso per violazione della legge di prevenzione delle atrocità di casta e tribali, contro Bandaru Dattatreya, deputato BJP (il partito di Modi) di Secunderabad, il ministro del lavoro e dell'Occupazione del governo indiano; Ramachandra Rao (BJP MLC) e Appa Rao Podile prorettore dell’Università di Hyderabad.
Ma poi sono emerse voci secondo cui Rohith si sarebbe procurato un certificato da Dalit solo per ottenere l'ammissione all’Università. Dopo che il Ministro Sushma Swaraj ha rivelato che Rohith vemula non era un Dalit, la polizia ha aperto un'indagine per accertare il suo status di casta. Così, le accuse contro Dattatreya, Rao e Podile rischiano di cadere se è provato che Vemula non era un Dalit. Il certificato casta di suo fratello lo qualifica come Vaddera e lo zio di Vemula ha dichiarato alla polizia che il padre di Rohith era anche lui Vaddera, casta esclusa dai programmi di protezione delle caste deboli dell’Andhra Pradesh. Ma Raja Chaitanya, fratello di Vemula, ha dichiarato: "abbiamo documenti che provano che apparteniamo alla casta protetta [...] noi siamo dalit.”. Secondo fonti di stampa, esiste un certificato di un ufficio governativo dell'Andhra Pradesh che afferma che Rohith vemula era un Dalit”.
Al di là delle veline e delle “verità” di politicanti e poliziotti, è ben chiaro che la morte di Vemula non può che essere considerata un assassinio istituzionale, frutto non di un “insano gesto”, individuale disperato, ma conseguenza diretta di una persecuzione sistematica quotidiana e di massa, di un odio selettivo che si è accanito Rohith, cioè chi in prima persona ha osato ribellarsi e gridare la verità.
La lotta la vita e la morte di Rohith proiettano questa vicenda come importante terreno di battaglia contro il montante fascismo hindu che con Modi è salito al potere in India e dall’alto usa lo stato e i suoi apparati nel come i fascisti fanno in ogni paese e ogni tempo: servili verso i forti, crudeli verso i deboli.

Sono decine gli intellettuali, dirigenti sindacali e popolari, attivisti dalit e adivasi che in questi ultimi mesi sono diventati bersaglio delle squadracce fasciste hindu, protette e aiutate dalla complicità di polizia, partiti e autorità di governo. Ma quando tutti questi settori di popolo sotto attacco si uniscono e osano lottare … alla loro maniera, allora la storia può anche cambiare.









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