Il 19 gennaio 2013 gli
studenti dell'università di Palermo hanno contestato il Rettore
Lagalla e altri personaggi istituzionali contro
l'inaugurazione-farsa del nuovo anno accademico.
La
cittadella è stata fittamente riempita di camionette della polizia,
volanti e sbirri in borghese per la riuscita dell'inaugurazione.
Presenti
diverse decine di studenti, questi hanno voluto esprimere il loro
dissenso nei confronti del Rettore e di tutti gli esponenti
dell'università, hanno aperto uno striscione davanti la facoltà
d'ingegneria (dove stava per cominciare l'evento) e a colpi di slogan
hanno infastidito la cerimonia e i partecipanti.
Il
giorno successivo all'applicazione definitiva del decreto Gelmini
nell'ateneo palermitano, "non abbiamo nulla da festeggiare"
hanno gridato al megafono gli studenti: non ci sta bene che
l'università venga smantellata per colpa dei responsabili che,
collaborando attivamente o all'applicazione delle riforme del
governo, vogliono scaricare i costi della crisi sugli studenti.
Mentre
venivano denunciate le precarie condizioni dell'università
palermitana a causa della riduzione dei fondi destinati
all'istruzione pubblica, la riduzione delle borse di studio e delle
mense, il livellamento verso il basso dell'istruzione basata sulle
logiche del profitto, il Rettore intratteneva il sindaco di Palermo
Orlando che, giunto alle porte della facoltà, è stato criticato a
suon di "non ci rappresenta nessuno" e "vergogna".
Al
suo arrivo, gli studenti hanno tentato di entrare all'interno
dell'aula magna ma sono stati bloccati dallo schieramento della
polizia che ha sbarrato l'ingresso, provocando così qualche piccola
tensione e spintone tra i poliziotti e gli studenti.
Rimasti
davanti ai poliziotti in cordone, gli studenti hanno denunciato
quanto fosse grave il fatto di impedire loro il diritto di parola
all'inaugurazione, in quanto avrebbero interrotto le "belle
parole" (e il successivo buffet, a carico di chi paga le tasse!)
di Lagalla e company per dare il punto di vista di chi subisce le
riforme e l'austerity giornalmente, sempre più pesantemente;
"chiediamo diritti ci danno polizia, è questa la loro
democrazia" è stato lo slogan gridato mentre la polizia
spingeva gli studenti per allontanarli dalle porte.
Alcuni
studenti, aderenti al Circolo di proletari
comunisti,
in particolare hanno ribadito che, proprio perché dal centro-destra
al centro-"sinistra" le riforme sono sempre a discapito
delle masse popolari, anche in questa occasione nessun voto per le
prossime elezioni nazionali ma un'azione invece di boicottaggio
attivo che indichi la via della ribellione contro il sistema.
Un'azione
di lotta significativa quella di oggi, l'intento dei giovani era
quello di interrompere la farsa e, nonostante non si siano introdotti
nell'aula magna, hanno dato filo da torcere agli organizzatori della
cerimonia disturbandola con il baccano, la denuncia, gli slogans
senza sosta.
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CONTRO L'INAUGURAZIONE
DELL'ANNO ACCADEMICO 2013 E LA FARSA-INAUGURAZIONE DEL RETTORE!
Il rettore ha invitato
tutti, anche gli studenti, a partecipare all'inaugurazione del nuovo
anno accademico: ci fa, o ci è?
L'anno appena concluso si
è rivelato peggiore dei precedenti e possiamo già da ora
pronosticare che questo non sarà migliore.
In linea con le riforme
sull'istruzione del governo, le università sono smantellate su tutti
gli aspetti, dai programmi didattici striminziti, le strumentazioni
inesistenti e le aule piccole e in numero insufficiente. Di contro,
gli studenti subiscono l'aumento costante delle tasse universitarie
(il cosiddetto "diritto allo studio", aumentato da 80 a 140
euro!); sugli studenti, come i lavoratori, i proletari, le masse
popolari, vogliono far gravare il peso di una crisi che il
capitalismo ha creato.
Dove vanno a finire i 50
euro per prova d'ingresso, ulteriore attacco al diritto
universitario, che non tiene conto delle condizioni economiche delle
famiglie? Questi milioni, a quale titolo vengono spesi?
Mentre le scuole
dell'istruzione privata raggiungono fondi pubblici (!) da parte del
governo Monti appena caduto, le borse di studio dedicate alla scuola
pubblica vengono dimezzate... Sei idoneo alla borsa di studio? Mi
dispiace, non ne sei vincitore!
Non dimentichiamo il
famoso UNIPARKING: il parcheggio a pagamento all'interno di Viale
delle Scienze, ad un costo onerosissimo per gli studenti, che
permette un numero ridicolo di abbonamenti più "economici"
e del quale ancora non si hanno notizie certe sui metodi di criterio
di affidamento...
Grave è, anche, la
drastica delibera del Senato accademico di "snellire" le
prove scritte di tutti gli esami delle lingue, per tutti i corsi o
quasi, rendendo l'esame un puro test a scelta multipla, livellando
verso il basso le conoscenze e la preparazione. Ma questo è soltanto
un assaggio...
Ma allora cosa abbiamo da
festeggiare, in questa inaugurazione? Proprio nulla!
Le scelte dell'ateneo
palermitano dipendono dal governo nazionale, dalle riforme che
vogliono distruggere l'università, ma non dobbiamo sperare in un
cambiamento radicale dall'insediamento del prossimo governo: sappiamo
tutti bene che tutti i governi, da centro-destra a centro-sinistra,
sono tutti complici del peggioramento delle condizioni delle masse
popolari, dei lavoratori, dei precari, dei giovani che non hanno
possibilità di lavoro se non in cambio di salari miserabili, mentre
la maggior parte di loro sono disoccupati.
Governi che puntano a
sviluppare i poli d'eccellenza, quelli privati, e a lasciare al
proprio stato moltissimi atenei italiani che rischiano giorno per
giorno il default e rischiano così la chiusura immediata, il tutto
scaricato sulle spalle degli studenti.
Applicando il metodo
della “meritocrazia”, si cela dietro il progetto di un'istruzione
sempre più scheletrica, forgiata sulla visione aziendale della vita
e dello studio.
Abbiamo un compito
importante, quello di creare un movimento studentesco che punti alla
trasformazione totale di questo sistema, che è la causa principale
della miseria e dello sfruttamento.
Lottiamo insieme contro
le università-aziende, mobilitiamoci e organizziamoci; boicottiamo
le elezioni, perché se non abbiamo diritti nessuno merita il nostro
voto: piuttosto meritano di veder scatenata la nostra ribellione!
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