mercoledì 20 aprile 2011

Libertà per i prigionieri politici in Marocco



Gli studenti, detenuti e detenute politici e politiche del movimento studentesco della via democratica di base (MarxistaLeninistaMaoista)

Foglio di presentazione degli studenti prigionieri politici, attualmente detenuti e membri del movimento studentesco marocchino che sono separati attualmente in due prigioni: Marrakech e Essaouira.

Gli arresti sono cominciati il 14 maggio 2008, il giorno che è stato segnato dalla storica rivolta degli studenti all'università Cadi Ayyad Marrakech, in concomitanza con la battaglia del popolo marocchino per la gratuità dell'insegnamento, dei servizi pubblici e per il rifiuto della loro privatizzazione, la battaglia nella quale il popolo ha subito dei numerosi martiri e centinaia di detenuti politici.

Il 14 maggio 2008, gli studenti in seno all'Unione Nazionale degli Studenti del Marocco (UNEM), sotto il comando della Via Democratica di Base (VDB), la corrente politica studentesca marxista leninista maoista, hanno organizzato diverse manifestazioni al fine d'ottenere alcune rivendicazioni politiche e sindacali, quali la liberazione delle/dei detenute/i politiche/i, il miglioramento delle condizioni di vita (il prezzo dei prodotti alimentari, degli alloggi), l'ottenimento delle borse di studio e per mettere fine al campo delle forze di repressione all'università come altre rivendicazioni pedagogiche...

Il regime reazionario semi-feudale-coloniale che esiste in Marocco, non ha esitato a reprimere questo movimento e di conseguenza ha avuto luogo una larga operazione di arresti e di detenzioni. La prima vittima è stato un gruppo di studenti composto da 7 militanti detenuti il 14 maggio 2008 e un secondo gruppo di 11 militanti (gruppo di Zahra Boudkour) detenuto il 15 maggio di cui due di essi sono ancora in prigione (Mourad Chouini: 4 anni di prigione a Essaouira e Khaled Miftah: 3 anni di prigione a Marrakech).

La lotta del popolo marocchino è continuata dopo il 14 maggio 2008 e il movimento ha perseguito la sua marcia per le rivendicazioni legittime sopracitate, per le libertà politiche e sindacali come anche la liberazione degli studenti detenuti e per questo, il movimento ha subito durante due anni numerosi sacrifici, in particolare il martirio di "Abderrazak El Gadiri" e di altri detenuti politici.

Il 10 ottobre 2010 le forze di repressione hanno rapito un altro militante di base, Youssef El Hamdia, dalla sua casa a Marrakech (condannato a 2 anni dal tribunale di prima istanza, poi un anno e mezzo di prigione dalla corte d'appello per la sua partecipazione al movimento), prigioniero a Essaouira.

Due giorni dopo le forze di repressione hanno rapito la militante Ilham EL HASNOUNI dalla sua casa a Essaouira, il 13 ottobre 2010, e la procedura prosegue fino ad ora davanti il giudice istruttore per la sua partecipazione alle manifestazioni del 2008.

Successivamente, il 18 e il 24 novembre 2010 le forze di repressione hanno rapito altri due militanti: Abderrahem Abouhane, dalla sua casa a Chichaoua e Mohamed El Mouaddine alla stazione degli autobus CTM a Marrakech, condannati tutti e due a 6 mesi dal tribunale di prima istanza, e dopo a 4 mesi di prigione in appello.

I militanti di base sono rimasti sempre attivi all'università, soprattutto si uniscono alle masse popolari all'interno e all'esterno dell'università; hanno giocato un ruolo principale nel movimento del 20 febbraio 2011 in piazza, e 4 militanti sono stati arrestati dal 23 febbraio 2001 presso il campus universitario. Si tratta di: ‘’Loubna AFRIATE’’, ‘’Fatima Zahra FAIZ’’, ‘’Adbelhak ELTALHAOUI’’ e ‘’Jalal KOUTBI’’, arrestati per distribuzione di volantini, l'indomani Mohamed El Aarbi Jeddi è stato detenuto nel centro città e Nasser Hessain il 25 febbraio 2011 e il 9 marzo fu detenuto anche il militante Hicham El Maskini, come anche la militante Safae Issam il 16 marzo; si sa che c'è una lunga lista di procedimenti che hanno di mira altri studenti da poter detenere da un momento all'altro.

Il regime non ha il coraggio di ammettere l'esistenza di detenuti politici in Marocco e condanna i militanti per violazioni di primo e secondo grado (delitti e crimini) allo scopo di criminalizzare il movimento politico e sindacale, come fu nel caso degli anni 70 e 80, conosciuti sotto il nome di "anni di piombo". Il regime marocchino a voluto far credere, come anche i media internazionali dominanti, che questa pagina della storia era finita. Ma, sotto la vernice delle riforme, l'oppressione è rimasta la medesima, il regime è sempre torturatore.

Malgrado le pressioni, malgrado le detenzioni, il movimento studentesco resterà sempre attivo fino a quando ci saranno delle rivendicazioni da raggiungere, fino a quando esisteranno le disuguaglianze e violazioni ai diritti del popolo da parte del regime, e lotterà sempre per la dignità a fianco del popolo marocchino di cui fa parte.

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