RIGIRIAMO DAL BLOG DEL CAIL:
http://cail-pa.blogspot.com/
Ieri mattina gli studenti del CAIL collettivo autorganizzato dell'Accademia di Belle Arti di Palermo sono stati nuovamente minacciati di denuncia dall'amministrazione dell'Accademia.
Conclusa l'occupazione dell'Accademia di Palermo durata un mese e 10 giorni col blocco totale di tutta la didattica abbiamo deciso di occupare un'aula del plesso centrale necessaria per poter svolgere un'attività costante di un collettivo. Consci dei problemi strutturali degli edifici in cui siamo costretti a lavorare (con seri rischi d'infortuni) abbiamo deciso di occupare un' aula poco frequentata didatticamente per cercare di arrecare meno danno possibile agli studenti e contemporaneamente è stata scelta proprio perchè particolarmente inadeguata allo svolgimento della didattica e riteniamo sia vergognoso che corsi affollati numericamente potessero svolgere lezione in quell'aula nonostante altre aule più consone allo svolgimento della didattica fossero libere.
L'aula in questione è l'ormai più citata dell'Accademia, l'aula 5 occupata dal CAIL!
Da quel 8 Gennaio scorso (data dell'occupazione dell'aula 5) mentre noi studenti ci sbattiamo tra attività del collettivo e lo stress derivante dall'obbligo di frequenza delle lezioni, la Direzione, il Consiglio Accademico e il Consiglio di Amministrazione non hanno fatto altro che ostacolarci (non ci stupiamo ovviamente) non ascoltando nemmeno le nostre richieste prettamente sindacali.
Poi si chiedono forse lor signori perchè li veniamo a visitare in massa ai loro fruttuosi consigli Accademici? la risposta è sottointesa!
Più di una volta ci hanno minacciato di denuncia, le ultime due a distanza di solo una settimana per lo stesso motivo. Riportiamo stralci della discussione:
Una rappresentante dell'amministrazione con aria altezzosa viene a trovarci nell'aula 5 dicendoci che "dobbiamo fornirle le chiavi dell'aula perchè è inaccettabile questa situazione", la nostra risposta è stata "non esiste proprio, quest'aula è occupata, a cosa vi servono le chiavi?"
"Questa è casa mia, vuoi vedere che non posso essere libera di avere le chiavi ... incredibile..."
A toni accesi rispondiamo in egual modo: " vuole vedere che l'Accademia è più casa nostra che sua? facciamo il conto di quante ore passa lei nel suo ufficio e noi a sbatterci tra una lezione e l'altra?"
La discussione poi si è conclusa con la minaccia di denuncia per occupazione mentre si rintanava nel suo ufficio ai "piani alti".
Ieri telefonicamente la stessa rappresentante dell'amministrazione ci chiede perchè non le abbiamo ancora portato le chiavi e un nostro rappresentante tranquillamente le spiega che non daremo le chiavi perchè non esistono ragioni opportune tanto meno le sbandierate ragioni di sicurezza. Tra uno sfottò e l'altro ritorna la minaccia, "bene adesso porto la questione al Consiglio Accademico perchè il fatto è perseguibile penalmente e quindi denunciabile".
"procedete pure legalmente"- rispondiamo noi - " poi vediamo appena ci arriva una sola denuncia quante ve ne arriveranno a voi per disapplicazione della normativa 626 in tema di sicurezza sui posti di lavoro e poi ancora magari facciamo a gara a chi colleziona più denunce!".
Siamo arrivati al capolinea della sopportazione, come possono parlare di sicurezza se all'Accademia non vi è un solo plesso a norma e noi studenti ogni giorno rischiamo di fare la fine di Vito Scafidi studente morto in una scuola a Torino per il crollo del soffitto.
L'indignazione ci lascia senza parole ...
CAIL
COLLETTIVO AUTORGANIZZATO ACCADEMIA IN LOTTA
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