“Non pagheremo la vostra crisi”: scoppia la protesta studentesca in Austria
Venerdì 24 aprile 2009 60.000 studenti sono scesi in piazza in diverse città austriache per protestare contro i tagli all'istruzione previsti dal governo.
Stavolta non sono gli universitari ma gli studenti delle scuole secondarie a riprendersi le strade in una giornata che da molti è stata descritta come storica. Si tratta, infatti, del più grande movimento di questo tipo che sia mai esistito in Austria, un movimento capace di riempire le strade di tutto lo stato: a Vienna erano in 25.000, a Linz in 15.000, a Salisburgo in 8.000, a Dornbirn in 3.500, senza contare le decine di cortei tenutisi nelle piccole città del paese.
La giornata del 24 aprile arriva dopo settimane di intensa mobilitazione, il cui inizio si fa coincidere con lo sciopero studentesco del 18 marzo a Voralberd, indetto in solidarietà con gli insegnanti in lotta contro il tentativo governativo di allungare la giornata lavorativa. Il ministro dell’istruzione austriaco, la “rossa” Claudia Schmied, aveva infatti lanciato la proposta di far lavorare i professori due ore in più a settimana senza alcun aumento salariale. Il tutto giustificato dalla retorica della necessità di stringere la cinghia per sconfiggere la crisi. La reazione degli insegnanti aveva però portato il ministro a più miti consigli. Si è trattato di una importante vittoria, dimostrazione della possibilità di difendere le condizioni della classe lavoratrice senza mediazioni e con un’azione combattiva. Ma, a quel punto, sono intervenuti i sindacati che hanno permesso al governo di trovare una vera e propria scappatoia dal vicolo cieco in cui era stato spinto dalla determinata reazione degli insegnanti. Hanno infatti lanciato la proposta di eliminare i cinque giorni di vacanze che i singoli istituti scolastici hanno la possibilità di gestire in autonomia, dimostrandosi così disponibili a far pagare la crisi ai lavoratori. Naturalmente il governo ha colto la palla al balzo accettando di buon grado la collaborazione del sindacato.
Quello che secondo molti analisti doveva essere lo strumento decisivo per affossare le lotte sociali si è ben presto rivelato un vero e proprio detonatore: diversi scioperi, manifestazioni e cortei sono stati organizzati in diverse città del paese fino ad arrivare alla giornata del 24 aprile. A nulla sono servite le provocazioni della polizia né le minacce di molti presidi di punire i “facinorosi” con brutti voti. Gli studenti hanno dimostrato la volontà di non subire passivamente gli attacchi cui sono sottoposti quotidianamente. Hanno dimostrato una volontà di partecipazione diretta in merito alle politiche che incombono sulle loro teste.
“Non pagheremo la vostra crisi” è stato certamente uno degli slogan più utilizzati nel corso di queste mobilitazioni in Austria. L’individuazione di un legame immediato, seppur da meglio definire, tra tagli all’istruzione e riforme scolastiche da una parte e crisi del sistema capitalistico dall’altro, è uno dei punti che accomuna i movimenti studenteschi sorti in tutt’Europa a partire da quest’autunno. Anche in Austria la primavera è iniziata…
Fonte: http://www.marxist.com/austria-spring-awakening-60000-students.htm
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