giovedì 2 febbraio 2017

NO al raduno fascista europeo a Genova - una corrispondenza


Sabato undici febbraio, a Genova – in un luogo che non è ancora stato reso noto da quei cuor di leone che sono gli organizzatori – si terrà un convegno di alcuni dei movimenti fascisti che ammorbano con la loro immonda presenza il suolo europeo.
A dare retta alla pagina dell’evento, creata su una nota rete sociale dal gruppo Forza Nuova Savona, dovrebbero essere presenti alcuni degli esseri peggiori che calcano senza alcuna vergogna il suolo continentale.
Sono preannunciati: Roberto Fiore, capo della suddetta banda fascista italiana che ha sede a Roma, in via Alberto Cadlolo 90; Udo Voigt, suo omologo del Nationaldemokratische Partei Deutschlands; Yvan Benedetti, ultimo presidente di Mission Française, sciolto d’autorità; Nick Griffin, leader del British National Party.
In questi giorni stanno arrivando le reazioni del mondo politico democratico che sostiene che si tratti di una provocazione ad una città Medaglia d'Oro della Resistenza: tutte all'incirca con gli stessi accenti, le varie formazioni più o meno antifasciste stigmatizzano la scelta della località dove, si ricorderà, si svolse una epica battaglia - il 30 giugno 1960 - per scongiurare il pericolo che vi si tenesse il congresso del partito fascista rifondato con la sigla Movimento Sociale Italiano.

                                        
                                   La manifestazione del 30 giugno 1960 in piazza De Ferrari

Molto bene, un moto di sano sdegno verso quella che è certamente una delle peggiori provocazioni che si possano immaginare non può che essere salutare: ma, tra coloro che sono intervenuti per dimostrare la propria contrarietà, ci sono personaggi che dovrebbero semplicemente tacere.
Il riferimento è al ‘signor’ Alessandro Terrile; non tanto per lui in quanto persona – per quel che lo conosco, mi sembra un antifascista sincero – quanto per chi ha la sventura di rappresentare: è, infatti, il segretario provinciale del Partito (sedicente) Democratico.
In città, questa accozzaglia di personaggi non proprio limpidissimi è stata capace di atti di vero e proprio revisionismo storico volto a sdoganare gli epigoni del Puzzone: clamorosa è stata la decisione, presa dal Comune anche e soprattutto a causa loro, di intitolare una via a tale Ugo Venturini.
Costui era un militante fascista che è passato alla storia come la prima vittima degli anni di piombo: il 1° maggio 1970 si trovava nei giardini prospicenti la stazione ferroviaria di Genova Brignole per ascoltare un comizio del boia Giorgio Almirante, quando fu colpito dal lancio di una bottiglia che ne provocò il decesso.
Chi ne ha propugnato la santificazione, in nome di una presunta pacificazione che mai potrà accadere, non ha nessun diritto di ergersi a paladino dell’antifascismo: tanto meno se ciò avviene solo ed esclusivamente per raccattare voti in campagna elettorale.
Genova, 1° febbraio 2017


Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova

Nessun commento:

Posta un commento