venerdì 8 luglio 2016

50° Anniversario della GRCP - PORTIAMO FINO IN FONDO LA GRANDE RIVOLUZIONE CULTURALE PROLETARIA (1° gennaio 1967) - TERZA ED ULTIMA PARTE


Tutti i movimenti di rivoluzione culturale nella storia contemporanea della Cina hanno avuto inizio da movimenti studenteschi che si sono poi estesi agli operai e ai contadini, fino a giungere alla fase in cui gli intellettuali rivoluzionari si integrano con le masse operaie e contadine. Questa è una legge oggettiva. Fu così per il Movimento del 4 maggio che segnò l’inizio della storia rivoluzionaria contemporanea del nostro paese ed è stato così anche per la grande Rivoluzione culturale proletaria che ha portato a una nuova fase la rivoluzione socialista in Cina. Nel 1967 la grande Rivoluzione culturale proletaria cinese si svilupperà in modo ancora più ampio, secondo questa legge oggettiva. Il 1967 sarà l’anno in cui la lotta di classe si spiegherà in tutti i campi e in tutto il paese. Il 1967 sarà l’anno in cui il proletariato, unito con le altre masse rivoluzionarie, lancerà un’offensiva generale contro il pugno di persone che avendo posizioni di potere nel partito hanno imboccato la via del capitalismo e contro tutti gli elementi nocivi della società. Il 1967 sarà l’anno in cui la critica alla linea reazionaria borghese, per eliminarne l’influenza, verrà condotta ancora più a fondo. Il 1967 sarà l’anno in cui il movimento di lotta, critica e trasformazione verrà coronato da una vittoria decisiva. I principali compiti politici posti di fronte a tutto il partito e alle masse rivoluzionarie dell’intero paese per il 1967 sono i seguenti: 1. Nelle fabbriche e nelle zone rurali si deve portare avanti energicamente la grande Rivoluzione culturale proletaria, così da promuovere la trasformazione rivoluzionaria del pensiero dell’uomo e dare impeto allo sviluppo della produzione industriale e agricola, secondo la direttiva del presidente Mao e del Comitato centrale del partito di “fare la rivoluzione e promuovere la produzione”. La grande Rivoluzione culturale proletaria nelle fabbriche e nelle zone rurali deve seguire la Risoluzione dell’undicesima sessione plenaria del Comitato centrale del Partito comunista cinese sulla grande Rivoluzione culturale proletaria (i sedici punti). È necessario attenersi alla linea secondo cui le masse devono educarsi, Portiamo fino in fondo la grande Rivoluzione culturale proletaria liberarsi e mobilitarsi da sole nella rivoluzione. Nessuno può farlo in loro vece. Il movimento delle “quattro pulizie” (in campo politico, ideologico, organizzativo ed economico) deve essere incorporato nella grande Rivoluzione culturale, in cui la questione suddetta e quella della verifica dei risultati saranno risolte. La grande Rivoluzione culturale proletaria nelle fabbriche e nelle zone rurali è della massima importanza. Gli operai e i contadini sono la forza principale della rivoluzione.
Bisogna mobilitare senza riserve le masse operaie e contadine per combattere e distruggere il pugno di membri del partito che avendo posizioni di potere nelle fabbriche, miniere e zone rurali, hanno imboccato la via del capitalismo; ogni residuo di capitalismo e di revisionismo dovrà essere eliminato. Solo in questo modo si possono estirpare le radici della restaurazione del capitalismo. Nel periodo iniziale della Guerra di resistenza contro il Giappone il presidente Mao disse: “Solo mobilitando le masse operaie e contadine, che formano il 91 per cento della popolazione, possiamo sconfiggere l’imperialismo e il feudalesimo”. Allo stesso modo oggi, “solo mobilitando le masse operaie e contadine, che formano il 90 per cento della popolazione”, sarà possibile sconfiggere il pugno di persone che avendo posizioni di potere nel partito hanno preso la via del capitalismo e definire la questione di chi vincerà, se il proletariato o la borghesia. La grande Rivoluzione culturale proletaria passerà certamente dagli uffici, dalle scuole e dagli ambienti culturali alle fabbriche, alle miniere e alle zone rurali, perché tutte le posizioni vengano conquistate dal pensiero di Mao Tse-tung. Se il movimento resta confinato agli uffici, alle scuole e agli ambienti culturali, la grande Rivoluzione culturale proletaria si fermerà a mezza via. Tutti gli argomenti addotti contro la grande Rivoluzione culturale proletaria nelle fabbriche, nelle miniere e nelle zone rurali sono errati. Alcune persone dalle idee confuse contrappongono la rivoluzione alla produzione e pensano che la grande Rivoluzione culturale ostacolerà la produzione. In questo modo essi dedicano la loro attenzione unicamente alla produzione e trascurano la rivoluzione. Questi compagni non si sono mai chiesti perché bisogna coltivare, tessere, produrre acciaio. È per edificare il socialismo o per edificare il capitalismo? L’esperienza storica internazionale della dittatura del proletariato ci insegna che l’avanzata della nostra costruzione economica sulla via del socialismo e del comunismo può essere garantita solo dal successo della grande Rivoluzione culturale proletaria. Molti fatti hanno provato, nel corso della grande Rivoluzione culturale proletaria, che la produzione si sviluppa nettamente là dove la Rivoluzione culturale ha successo. La rivoluzione non può che stimolare lo sviluppo delle forze produttive sociali e mai impedirlo. Questa è una verità marxista-leninista, una verità del pensiero di Mao Tse-tung. Sussiste ancora una minoranza che reprime la rivoluzione col pretesto di badare alla produzione. Apparentemente costoro si preoccupano della produzione, ma in realtà non pensano che a mantenere i loro posti e i residui borghesi; questa gente teme che la rivoluzione possa volgersi contro di loro. Quando le masse si sollevano con energia nella rivoluzione, costoro arrivano al punto di istigare gli elementi da loro temporaneamente ingannati a bloccare la produzione per opporsi alle masse rivoluzionarie. Alcuni sono persino entrati in collusione con i proprietari terrieri, i contadini ricchi, i controrivoluzionari, i cattivi elementi e gli uomini di destra, dedicandosi a macchinazioni inconfessabili. Ciò non fa che smascherarli come seguaci della linea reazionaria borghese o peggio ancora come persone che avendo posizioni di potere si sono avviate o stanno per avviarsi sulla via del capitalismo. Il movimento di massa della grande Rivoluzione culturale proletaria nelle fabbriche, nelle miniere e nelle zone rurali è un’irresistibile corrente storica. Qualsiasi argomento o persona che tenti di ostacolare questa corrente finirà tra i rifiuti gettatoci dalle masse rivoluzionarie. 2. Per quanto riguarda la grande Rivoluzione culturale proletaria nelle scuole e negli ambienti culturali, bisogna incoraggiare gli studenti, gli insegnanti e gli intellettuali rivoluzionari a recarsi nelle fabbriche e nelle zone rurali in modo pianificato e organizzato, per integrarsi con le masse operaie e contadine. Nei saggi Il Movimento del 4 maggio e L’orientamento del movimento giovanile, pubblicati nel 1939, il presidente Mao ha sottolineato: “Gli intellettuali non combinano niente se non si integrano con le masse operaie e contadine. Per determinare se un intellettuale è rivoluzionario, non rivoluzionario o controrivoluzionario esiste un criterio decisivo: vedere se vuole integrarsi e si integra effettivamente con le masse operaie e contadine. […] I giovani intellettuali e gli studenti di tutto il paese devono assolutamente entrare in stretto contatto con l’insieme delle masse operaie e contadine, fondersi con esse in un tutto unico; solo allora potrà costituirsi un esercito grande e potente. Sarà un esercito di centinaia di milioni d’uomini! Solo un esercito di tale potenza ci permetterà di sbaragliare le solide posizioni dell’avversario, di distruggere le sue ultime roccaforti”. Qui il presidente Mao ha enunciato una verità universale: l’integrazione con le masse operaie e contadine costituisce l’orientamento del movimento giovanile sia nel periodo della rivoluzione di nuova democrazia che nel periodo della rivoluzione socialista. Anche oggi è vero che “per determinare se un intellettuale è rivoluzionario, non rivoluzionario o controrivoluzionario esiste un criterio decisivo: vedere se vuole integrarsi e si integra effettivamente con le masse operaie e contadine”. Solo integrandosi con gli operai e i contadini ci si può formare una concezione del mondo veramente proletaria e diventare un intellettuale proletario degno di questo nome. Anche oggi, come sempre, è vero che i giovani intellettuali e gli studenti devono andare nelle fabbriche e nelle campagne, entrare in stretto contatto con le masse operaie e contadine e fondersi con esse in un tutto unico. Solo allora potrà costituirsi una grande forza di centinaia di milioni di persone che ci permetterà di prendere d’assalto le posizioni in cui si trincerano coloro che avendo posizioni di potere nel partito hanno preso la via del capitalismo e di riportare la vittoria finale nella grande Rivoluzione culturale proletaria. Bisogna prendere disposizioni razionali per andare nelle fabbriche e nelle campagne e al tempo stesso portare a buon fine la lotta, critica e trasformazione Portiamo fino in fondo la grande Rivoluzione culturale proletaria nella propria unità. È imperativo fare il bilancio della lotta svoltasi durante il periodo precedente nella propria unità, cogliere con maggiore chiarezza l’essenza della lotta tra le due linee nella grande Rivoluzione culturale, saper distinguere il giusto dall’errato, comprendere correttamente e assumere un giusto atteggiamento di fronte alla questione di andare nelle fabbriche e nelle zone rurali. Una volta in fabbrica o in campagna, dobbiamo imparare con modestia dalle masse operaie e contadine ed esserne gli allievi volenterosi, unirci a loro per lavorare, studiare e discutere i problemi della Rivoluzione culturale, propagandare la linea proletaria rivoluzionaria del presidente Mao e denunciare la linea reazionaria borghese. Dobbiamo volgerci verso la base, indagare e studiare a fondo e integrarci con le organizzazioni locali delle masse rivoluzionarie. Non dobbiamo ritenerci detentori della verità e agire al posto delle masse. Andare nelle fabbriche e nelle zone rurali è una condizione importante per l’adempimento dei tre compiti che competono a ogni unità: lotta, critica e trasformazione. Gettandosi nell’ardente movimento delle masse operaie e contadine e rieducandosi ideologicamente, gli studenti e i giovani intellettuali potranno poi lottare con più forza contro il pugno di persone che avendo posizioni di potere nel partito si sono avviate sulla via del capitalismo e distinguere più nettamente tra il giusto e l’errato nel corso dei grandi dibattiti. Solo quando la grande Rivolzione culturale proletaria sarà stata portata a termine nelle fabbriche e nelle campagne, sarà possibile portare a fondo la rivoluzione nelle scuole e in tutti gli ambienti culturali che fanno parte della sovrastruttura. Solo quando conosceremo veramente le fabbriche e le campagne, quando avremo ascoltato la voce degli operai e dei contadini, potremo riformare, in base alla realtà, la struttura dell’istruzione pubblica e il contenuto e i metodi dell’insegnamento, trasformare efficacemente le nostre organizzazioni culturali e il nostro lavoro culturale e servire effettivamente gli operai, i contadini e i soldati. 3. Sviluppare pienamente la grande democrazia sotto la dittatura del proletariato. Praticare questa grande democrazia significa mobilitare centinaia di milioni di persone sotto la guida del pensiero di Mao Tse-tung per lanciare un’offensiva generale contro i nemici del socialismo e al tempo stesso criticare e sorvegliare gli organismi e i quadri dirigenti a tutti i livelli. Creare un clima sociale di grande democrazia è di grande significato per il consolidamento della dittatura del proletariato e la prevenzione della restaurazione capitalista. La grande democrazia proletaria è un nuovo sviluppo della linea di massa del presidente Mao e una nuova forma in cui centinaia di milioni di persone si impossessano del pensiero di Mao Tse-tung e lo utilizzano. Questa grande democrazia è per le masse il modo migliore di educarsi e liberarsi. Durante questo movimento le masse, armandosi del pensiero di Mao Tse-tung, tracciano una netta linea di demarcazione tra sé e il nemico, tra il vero e il falso. Questa grande democrazia è perciò la migliore scuola per lo studio del pensiero di Mao Tse-tung. Il presidente Mao ci ha detto: “Sembra talvolta che la democrazia sia un fine, ma in realtà è solo un mezzo”. Ciò che noi contiamo di raggiungere per mezzo della grande democrazia è la realizzazione della Rivoluzione culturale proletaria e lo sviluppo della causa del socialismo. Se ci allontaniamo dagli interessi del proletariato e degli altri lavoratori, dal socialismo e dalla linea proletaria rivoluzionaria rappresentata dal presidente Mao, non avremo la grande democrazia proletaria e il risultato sarà inevitabilmente l’oppressione delle masse rivoluzionarie da parte di una minoranza. La grande democrazia da noi sostenuta è posta sotto la guida centralizzata del pensiero di Mao Tse-tung. Le differenti opinioni esistenti tra le masse devono essere discusse alla luce del pensiero di Mao Tse-tung, ragionando sulla base dei fatti, senza ricorrere a metodi coercitivi per sottomettere gli altri. In seno al popolo, sarebbe contrario ai principi della grande democrazia proletaria esporre la propria opinione e impedire agli altri di enunciare i loro differenti punti di vista. Una piccola minoranza di malintenzionati provoca tra le masse da essi ingannate la lotta coercitiva nel tentativo di reprimere la rivoluzione. Essi sabotano la grande democrazia proletaria, la grande Rivoluzione culturale proletaria e la dittatura de] proletariato. Il presidente Mao ci ha insegnato che in seno al popolo deve regnare la democrazia e che la dittatura va esercitata sui reazionari. La dittatura del proletariato garantisce la grande democrazia proletaria. A sua volta la grande democrazia proletaria consolida la dittatura del proletariato. Senza grande democrazia proletaria c’è il pericolo che la dittatura del proletariato degeneri in dittatura della borghesia. Senza dittatura del proletariato non ci può essere democrazia proletaria, neanche ristretta e ancor meno può esistere una grande democrazia. Durante la grande Rivoluzione culturale proletaria, gli organismi della dittatura del proletariato devono garantire senza esitazione i diritti democratici del popolo, la libera espressione delle opinioni, l’affissione dei manifesti murali a grandi caratteri, i grandi dibattiti e lo scambio su vasta scala di esperienze rivoluzionarie che si verificano normalmente. Dove siano evidenti l’omicidio, l’incendio doloso, l’avvelenamento, il danneggiamento dei mezzi di comunicazione per provocare incidenti mortali, la collusione con paesi stranieri, il furto di segreti di Stato e il sabotaggio, i controrivoluzionari implicati devono essere assoggettati alla dittatura e puniti secondo la legge. Le masse rivoluzionarie devono aiutare e controllare gli organismi della dittatura del nostro paese nell’adempimento del loro compito, che è quello di garantire la grande democrazia proletaria. Contro gli elementi di destra che difendono idee reazionarie ma non hanno commesso atti illegali, le masse devono lottare col metodo del ragionamento basato sui fatti. 4. Bisogna che le masse proseguano la critica della linea reazionaria borghese. La linea reazionaria borghese non si è rivelata per caso durante la grande Rivoluzione culturale proletaria. La lotta tra la linea rivoluzionaria proletaria rappresentata dal presidente Mao e la linea reazionaria borghese, la lotta tra la via socialista e quella capitalista è sempre esistita da quando il nostro paese è entrato nella fase della rivoluzione socialista. Coloro che hanno portato avanti la linea reazionaria borghese nel corso della grande Rivoluzione culturale proletaria non hanno fatto che rivelare meglio la loro posizione reazionaria borghese. Portiamo fino in fondo la grande Rivoluzione culturale proletaria  nelle fabbriche, nelle miniere, nelle campagne, negli istituti di istruzione superiore, nelle scuole medie ed elementari, nei vari ambienti culturali, negli organismi del partito e del governo, in tutti i campi, resta da fare ancora un lavoro approfondito e minuzioso per eliminare la linea reazionaria borghese, liquidare la sua influenza e risolvere veramente i problemi sul piano ideologico. Dobbiamo comprendere chiaramente questa realtà. Ormai, nei movimenti operaio, contadino e studentesco della grande Rivoluzione culturale bisogna, su tutti i fronti, eliminare radicalmente la linea reazionaria borghese e impiantare su larga scala la linea rivoluzionaria proletaria del presidente Mao. È una questione-chiave che ci permetterà di portare fino in fondo la grande Rivoluzione culturale proletaria. I quadri rivoluzionari degli organismi del partito e del governo devono liberarsi di tutte le restrizioni e le convenzioni stereotipate che ostacolano la rivoluzione; devono andare tra le masse e unirsi agli operai, ai contadini e agli studenti rivoluzionari per criticare la linea reazionaria borghese e combattere il pugno di persone che occupando posizioni di potere nel partito si avviano sulla strada del capitalismo. Attraverso il movimento di massa della grande Rivoluzione culturale proletaria bisogna realizzare la trasformazione in senso rivoluzionario proletario dei nostri organismi di partito e di governo. Nei confronti dei compagni che hanno commesso errori di linea, bisogna seguire, nel corso della critica della linea reazionaria borghese, questo insegnamento del presidente Mao: “Dobbiamo imparare dagli errori passati per evitare quelli futuri, dobbiamo curare la malattia per salvare l’ammalato e questo per raggiungere due obiettivi: chiarire le idee dei compagni e allo stesso tempo unirli”. Quanto all’esiguo numero di elementi che persistono nei loro errori senza volerli correggere e che fanno il doppio gioco obbedendo in apparenza e opponendosi in segreto, essi saranno inevitabilmente abbattuti dalle masse popolari e se ne dovranno assumere interamente la responsabilità. Il Partito comunista cinese è grande, glorioso e giusto. Coloro che occupando posizioni di potere nel partito si avviano sulla strada del capitalismo formano solo un esiguo gruppo. La stragrande maggioranza dei membri del partito e dei quadri sono buoni e vogliono fare la rivoluzione. Diventeranno più forti dopo essersi temprati e agguerriti nel movimento di massa della grande Rivoluzione culturale proletaria. Durante la critica alla linea reazionaria borghese, le file della sinistra rivoluzionaria devono fare ogni sforzo nello studio e nell’applicazione creativa delle opere del presidente Mao, devono rafforzarsi e riorganizzarsi. La sinistra rivoluzionaria deve serrare le proprie file sulla base del pensiero di Mao Tse-tung, deve studiare e assimilare ancora meglio le idee strategiche e tattiche del presidente Mao, deve saper conquistare e unire la grande maggioranza, al fine di isolare completamente i nemici ostinati. Nella lotta bisogna distinguere rigorosamente le contraddizioni tra noi e il nemico dalle contraddizioni in seno al popolo. “Bisogna fare attenzione a stabilire una netta distinzione tra gli elementi di destra antipartito e antisocialisti e coloro che pur sostenendo il partito e il socialismo hanno detto o fatto qualcosa di sbagliato, scritto cattivi articoli o opere il cui contenuto lascia a desiderare. […] Bisogna fare attenzione a stabilire una netta distinzione tra i dispotici uomini di cultura reazionari e le autorità reazionarie della borghesia da una parte e coloro che hanno idee accademiche borghesi comuni dall’altra”. Con questo movimento si realizzerà l’unità di oltre il 95 per cento dei quadri e delle masse. Il pugno di persone che occupando posizioni di potere nel partito si avviano sulla strada del capitalismo e l’esigua minoranza dei duri a morire abbarbicati alla linea reazionaria borghese, tenteranno di sicuro nuovi trucchi e provocheranno altri disordini. “Le loro repressioni contro il popolo rivoluzionario, come quelle di tutti i reazionari, non possono infine che spingere quest’ultimo a estendere e intensificare la rivoluzione”. È chiaro che come tutti i reazionari, anche loro non sono che tigri di carta. Come ci ha insegnato il presidente Mao, noi dobbiamo disprezzarli dal punto di vista strategico e tenerne pienamente conto dal punto di vista tattico, conducendo contro di essi una lotta senza debolezze né soste. Assumendo come cardine la lotta di classe tra il proletariato e la borghesia, la lotta tra la via socialista e quella capitalista, la lotta tra la linea rivoluzionaria proletaria e la linea reazionaria borghese, servendoci della libera espressione d’opinione, dei giornali murali a grandi caratteri e dei grandi dibattiti, noi dobbiamo, nel corso della grande Rivoluzione culturale proletaria, rispondere ancora meglio all’appello del compagno Lin Piao che tiene alta la grande bandiera rossa del pensiero di Mao Tsetung, far progredire ancora di più il movimento di massa per lo studio e l’applicazione creativa del pensiero del presidente Mao, temprare e allargare file rivoluzionarie proletarie estremamente combattive, al fine di conquistare nuove vittorie. Sotto la bandiera rossa del grande pensiero di Mao Tse-tung: si unisca la classe operaia, si uniscano gli operai agli ex-contadini poveri e medi dello strato inferiore e agli altri lavoratori, si uniscano i lavoratori agli studenti, agli intellettuali e ai quadri rivoluzionari, si unisca il popolo di tutte le nazionalità del paese, per intraprendere la lotta di classe su scala nazionale e in tutti i settori, per portare fino in fondo la grande Rivoluzione culturale proletaria! Viva il presidente Mao, nostro grande maestro, dirigente, comandante in capo e timoniere!


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