mercoledì 2 aprile 2014

Grecia - grande giornata di lotta ad Atene contro la Trojka e il suo governo

Violato il divieto di manifestare contro la troika, scontri ad Atene

Violato il divieto di manifestare contro la troika, scontri ad Atene


Proseguono anche oggi ad Atene le riunioni dell'Eurogruppo e dell'Ecofin – organismi finanziari ed economici dell’Unione Europea - mentre ieri circa 20 mila manifestanti sono scesi in piazza in diversi punti della capitale ellenica nonostante il divieto di manifestazione imposto dal Ministero degli Interni del governo Samaras. Le autorità greche avevano vietato ogni tipo di protesta in tutto il centro di Atene in contemporanea con l'incontro dei ministri delle Finanze dell'eurozona e poi di tutti quelli dell'Ue, ma migliaia di militanti dei partiti di sinistra, dei sindacati e delle organizzazioni sociali sono scesi comunque in piazza violando e contestando il divieto.
Ieri sera a poca distanza dal parlamento la polizia ha disperso con lacrimogeni e granate stordenti alcuni gruppi di dimostranti che avevano tentato di sfondare un cordone che bloccava l’accesso a piazza Syntagma, antistante il parlamento. I manifestanti, in particolare quelli aderenti alla coalizione della sinistra radicale Antarsya, cercavano di raggiungere lo Zappeion, l’edificio contiguo al Parlamento dove si era svolta la riunione informale dell’Eurogruppo, e per bloccarli i reparti speciali della polizia in assetto antisommossa hanno fatto ricorso alle cariche ma anche ad un fitto lancio di lacrimogeni e all’uso di granate stordenti. Una parte dei dimostranti ha risposto con bottiglie e pietre alle ulteriori cariche dei Delta e dei Mat, gli scontri sono proseguiti nelle vie adiacenti a Syntagma e poi il grosso dei manifestanti aderenti alle organizzazioni della sinistra libertaria si sono ritirati nel quartiere di Exarchia. Si segnalano alcuni feriti lievi – soprattutto intossicati dai gas CS – parecchi fermati poi rilasciati e quattro manifestanti arrestati ieri sera e che stamattina saranno processati per direttissima.
Sia ieri che oggi sindacati e partiti di sinistra hanno contestato i diktat dell’Unione Europea e le nuove misure di cosiddetta austerity accettate dalla maggioranza parlamentare formata dalla destra di Nea Dimokratia e dai socialisti. La Gsee e l'Adedy, i due maggiori sindacati del Paese che raggruppano rispettivamente i dipendenti del settore privato e di quello pubblico, insieme con il partito Syriza (sinistra all'opposizione) e alla Federazione nazionale insegnanti delle Scuole Medie e Superiori (Olme), hanno manifestato ieri pomeriggio alle 18 in piazza Clathmonos “per protestare contro le ripercussioni che le misure di austerità adottate dal governo hanno sulla vita dei cittadini" mentre gli aderenti al sindacato comunista Pame hanno affollato piazza Omonia, sempre nel centro della capitale ellenica blindata da migliaia di agenti di polizia. Scenario che potrebbe ripetersi il prossimo 11 aprile quando a portare ordini all’esecutivo ellenico dovrebbe essere direttamente la cancelliera tedesca Angela Merkel, almeno stando alle anticipazioni fornite ieri dal quotidiano Sueddeutsche Zeitung.
Intanto, dopo un lungo tira e molla, la troika ha sbloccato una tranche di ‘aiuti’ da 8,3 miliardi di euro in cambio dell’applicazione di nuove specifiche misure economiche richieste dalla Germania e dalla burocrazia dell’Unione Europea nel campo dei trasporti, del lavoro, dell’agricoltura, dell’allevamento. «Le tranche saranno tre - ha spiegato il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem in una conferenza stampa tenuta ad Atene -. La prima in aprile, quelle successive in giugno e luglio. Ciascuna sarà condizionata all'adozione di sei specifiche misure». Per ricevere aiuti che il popolo greco pagherà a caro prezzo il governo di Atene ha accettato di riformare il mercato delle professioni e dell'energia e a privatizzare alcune aziende pubbliche, mentre la disoccupazione è ‘stabile’ a quota 27,5% e la sottoccupazione è a livelli simili. Ai prestiti dell’Unione Europea si aggiungono quelli del Fondo monetario internazionale, circa 3,6 miliardi. Come aveva già assicurato in passato, il ministro delle Finanze greco Yannis Stournaras ha per l’ennesima volta assicurato che il suo paese non avrà bisogno di un nuovo pacchetto di aiuti, alla scadenza di quello attuale prevista nel 2015 (in tutto la Grecia ha ricevuto 240 miliardi di euro di aiuti). Anzi, il ministro ha confermato che il governo greco intende tornare sui mercati a breve, dopo esserne stato escluso nel 2010, nel pieno della crisi debitoria, e vendere obbligazioni quinquennali nel primo semestre di quest'anno per 1,5-2,0 miliardi di euro.

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