sabato 29 marzo 2014

DA ROMA A MILANO, PASSANDO PER MADRID, LA VENDETTA E LA REPRESSIONE NON FERMA LA RIBELLIONE STUDENTESCA MA L'ALIMENTA

Inizia il processo per 14 dicembre 2010: in quella piazza c'eravamo tutti/e!
A quasi 4 anni dalla grande giornata di piazza del Popolo, inizia il processo contro 25 compagn* accusati a vario titolo dei reati di:
- deturpamento e imbrattamento di cose altrui
- resistenza aggravata
- resistenza
- danneggiamento aggravato
- danneggiamento seguito da incendio
- travisamento e manifestazione non autorizzata.
E' bene ricordare, che nell'autunno del 2010 un forte movimento nacque nelle università italiane, in contrapposizione alla riforma Gelmini, per quasi due mesi, da inizio ottobre fino a poco prima di natale, furono centinaia le facoltà occupate e migliaia gli studenti che scesero in piazza nelle principali città italiane, bloccando autostrade, stazioni, e spesso scontrandosi con le forze dell'ordine. La giornata clou di quel periodo, fu appunto il 14 dicembre 2010, il giorno della fiducia a Berlusconi, il giorno della compravendita dei voti, il giorno in cui uno come Scilipoti divenne famoso.
Quella mattina oltre centomila tra studenti, ricercatori ecc. scesero in piazza e alla notizia che il governo aveva ottenuto la fiducia, decisero di dirigersi verso il centro di roma, sede dei palazzi del potere gridando "tutti insieme famo paura" per dire chiaro e tondo quello che la generazione no future pensava dei politicanti.
Le immagini di via del corso e di piazza del popolo fecero il giro del mondo, 4 ore di resistenza vera, urla di gioia quando i cordoni di polizia scappavano di fronte ad una piazza compatta e determinata e il boato di piazza del popolo a suggellare la "vittoria" quando il blindato della finanza fu dato alle fiamme. Solo verso sera, con grossa fatica, la polizia riprese possesso di piazza del popolo, usando i blindati lanciati sulla folla per far indietreggiare i manifestanti.
Adesso, la procura di Roma, proverà a scaricare su 25 compagn* la "colpa" di quella straordinaria giornata di lotta. In via del Corso, in via del Babuino e in piazza del Popolo eravamo più di 50.000, mai come in questo caso possiamo dire, "C'eravamo tutti/e!".
Solidarietà agli imputat*!


Occuparono l'Università Statale di Milano: 19 studenti rischiano una condanna a 15 anni -
Diciannove studenti dell’Onda accusati di violenza privata, di interruzione di pubblico servizio, di devastazione e saccheggio
Milano, 26 marzo 2014 - Rischiano una condanna tra 8 e 15 anni di carcere diciannove studenti dell’Onda, il movimento degli studenti universitari nato negli atenei nell’autunno del 2008 contro alcuni decreti legge approvati dal governo Berlusconi: gli studenti nel dicembre del 2008 (dal 10 al 13) occuparono l'Università Statale di Milano (FOTOGALLERY).
Il pubblico ministero Luigi Orsi, a sei anni di distanza, ha appena notificato l’avviso di conclusione delle indagini in cui li accusa oltre che di violenza privata e di interruzione di pubblico servizio, anche del reato di devastazione e saccheggio che prevede la condanna da 8 a 15 anni di reclusione.
I CAPI DI IMPUTAZIONI - Violenza privata: perché "con violenza sulle cose, e altresì, sbarrando gli accessi dall'interno con catene e lucchetti, costringevano il rettore dell'ateneo e tutto il personale docente, amministrativo, studentesco e gli altri addetti ai servizi collegati (biblioteche, laboratori, refezione ecc.) a non accedere e a tollerare la loro presenza all'interno della struttura".
Interruzione di pubblico servizio: perchè hanno costretto l'interruzione delle lezioni e dei corsi.
Devastazione saccheggio: "Mutando condotta rispetto all'occupazione pacifica iniziata il 2 dicembre, hanno compiuto una pluralità di atti aggressivi e pericolosi per se stessi e per altri, col fine evidente di occupare, danneggiare, depredare, di assumere il controllo della sede universitaria, compromettendo l'ordine pubblico, fuori dalle ipotesi previste dall'articolo 285, commettevano fatti di devastazione e saccheggio". Fosse stato previsto l'articolo 285 - devastazione, saccheggio o strage con lo scopo di attentare alla sicurezza dello Stato - avrebbero rischiato l'ergastolo.


Polizia contro gli studenti a Madrid, 50 arresti
È un tornado repressivo quello scatenato dal ministro degli interni spagnolo contro ogni movimento di protesta scatenato in questi giorni dalle politiche autoritarie dell’esecutivo di destra spagnolo. Quattro giorni dopo le violente cariche contro una parte del milione di manifestanti scesi in piazza a Madrid contro troika, debito e austerità – cariche e violenze ripetute anche nei tre giorni seguenti – i responsabili politici dell’ordine pubblico hanno scatenato la Polizia Nazionale contro alcune centinaia di studenti universitari che occupavano il Vicerettorato dell’Università Complutense della capitale. Botte indiscriminate, pestaggi, caccia all’uomo e ben 50 giovani arrestati: è questo il bilancio del duro intervento delle forze dell’ordine contro gli studenti che da sei giorni protestavano. Un intervento senza precedenti richiesto – e rapidamente ottenuto - dalla direzione dell’ateneo e ottenuto proprio in contemporanea con lo sciopero generale convocato per oggi da alcuni sindacati studenteschi per protestare contro la controriforma dell’istruzione pubblica, conosciuta come ‘Ley Wert’ dal nome del ministro che non fa mistero delle proprie simpatie per il sistema - elitario dal punto di vista della selezione di classe e 'spagnolista' (nazionalista spagnolo) dal punto di vista culturale – in voga durante il regime franchista.
Siccome la occupazione del Vicerettorato impediva il regolare accesso al posto di lavoro degli impiegati dell’ateneo e ostacolava la normale attività universitarie, le autorità accademiche hanno chiesto l’intervento dei reparti antisommossa contro quelli che ha definito “gruppi minoritari di estremisti che strumentalizzano la legittima e pacifica protesta degli studenti”.
Fatto sta che l’irruzione degli agenti in tenuta antisommossa nell’edificio occupato e poi nel campus si è saldata con una cinquantina di studenti arrestati e portati via. In mattinata, intorno alle 7, alcune decine di persone aveva realizzato una sorta di barricata per bloccare il transito all’interno del campus della città universitaria della Complutense e si sono verificati alcuni scontri con la Polizia Nazionale intervenuta contro i manifestanti. Tutte le organizzazioni studentesche hanno preteso immediatamente le dimissioni della delegata del governo spagnolo a Madrid, Cristina Cifuentes, individuata come l’ispiratrice della dura campagna repressiva contro i giovani, i lavoratori e i disoccupati mobilitati in queste settimane contro le politiche del governo e di varie istituzioni pubbliche.
Anche un nutrito gruppo di docenti della stessa Università Complutense ha diffuso una dura presa di posizione contro il comportamento delle autorità accademiche e in particolare del rettore per la sua decisione di chiedere l'intervento della forza pubblica contro gli studenti che protestavano fino a quel momento in modo pacifico.

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