Chile, la marcha estudiantil torna ad infiammare Santiago
Una nuova marcha estudiantil, le manifestazioni studentesche che si
susseguono da più di due anni in Cile per rivendicare un'educazione
pubblica, gratuita e di qualità, è tornata a riempire le strade di
Santiago nella giornata di ieri. Si è trattato della quarta marcha a
livello nazionale dall'inizio dell'anno e l'adesione ai cortei è stata
ovunque massiccia, soprattutto nella capitale dove in piazza si
contavano più di 100.000 persone tra studenti delle scuole superiori e
universitari.
La manifestazione, convocata dalle maggiori sigle delle associazioni
studentesche, arriva a pochi giorni dalle votazioni per eleggere i
candidati unici per gli schieramenti di centrodestra e centrosinistra
che concorreranno alle elezioni di novembre per la successione al
governo di Pinera. L'imminenza delle votazioni ha portato moltissimi
studenti a decidere di occupare da un paio di settimane una trentina di
scuole di Santiago che da venerdì verranno adibite a seggi elettorali, a
sottolineare la propria distanza e sfiducia verso l'intera classe
politica attuale e preparando il terreno alla mobilitazione di ieri.
La giornata di lotta è partita alle prime ore del mattino proprio dalle
scuole occupate e dalle facoltà cilene: tutt'attorno agli edifici
scolastici e ai campus sono state erette barricate poi date alle fiamme
che hanno completamente paralizzato la città in vista dell'inizio dello
sciopero studentesco.
Oltre a ricevere il sostegno delle sigle di rappresentanza dei
professori, la giornata di ieri ha visto come tratto inedito
l'estendersi della protesta anche ad altre categorie di lavoratori, in
particolare ai minatori e ai portuali che in mattinata hanno bloccato
l'accesso ai principali giacimenti di Santiago in solidarietà con gli
studenti per poi raggiungerli in piazza.
In occasione della manifestazione erano stati lanciati diversi
concentramenti in diversi punti della città dai quali sono partiti tre
cortei distinti che si sono riuniti in un'unica grande manifestazione
lungo la Alameda, l'arteria principale di Santiago. Qui sono scoppiati
scontri tra gruppi di manifestanti, gli encapuchados, eterogenea
composizione giovanile che dall'inizio del movimento anima puntualmente
le giornata di lotta e contro cui media e governo non mancano mai di
scagliarsi per tentare di dividere la protesta studentesca in buoni e
cattivi o in 'veri studenti' e giovani che a loro dire non avrebbero
niente a che fare con le rivendicazioni sull'educazione. La rabbia della
manifestazione si è indirizzata contro camionette, blindati e negozi e
ha scatenato la reazione della polizia che ha attaccato il corteo con un
uso massiccio di gas lacrimogeni e con il getto degli idranti.
La giornata si è poi conclusa in piazza Los Heroes; manifestazioni e
scontri si sono tenuti anche a Valparaiso, Concepcion e Calama.
Al termine della marcha estudiantil non si è fatta attendere la minaccia
di ritorsioni e di un'ulteriore stretta della repressione da parte del
primo ministro Pinera, il quale ha annunciato di voler sottoporre al
Congresso una nuova legge sull'ordine pubblico che permetta alla polizia
di effettuare fermi e identificazioni preventive in occasione delle
manifestazioni.
Pinera ha anche intimato agli studenti di abbandonare le occupazioni
entro domani, il giorno di apertura delle votazioni, minacciando in caso
contrario l'intervento militare nelle scuole: una richiesta che è stata
ovviamente rifiutata in blocco dagli occupanti e già si preannunciano
momenti di resistenza nelle varie scuole di Santiago.
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