venerdì 28 giugno 2013

Nessuna pace per l'imperialismo: riesplode la protesta in Cile

Chile, la marcha estudiantil torna ad infiammare Santiago





 
Una nuova marcha estudiantil, le manifestazioni studentesche che si susseguono da più di due anni in Cile per rivendicare un'educazione pubblica, gratuita e di qualità, è tornata a riempire le strade di Santiago nella giornata di ieri. Si è trattato della quarta marcha a livello nazionale dall'inizio dell'anno e l'adesione ai cortei è stata ovunque massiccia, soprattutto nella capitale dove in piazza si contavano più di 100.000 persone tra studenti delle scuole superiori e universitari.

La manifestazione, convocata dalle maggiori sigle delle associazioni studentesche, arriva a pochi giorni dalle votazioni per eleggere i candidati unici per gli schieramenti di centrodestra e centrosinistra che concorreranno alle elezioni di novembre per la successione al governo di Pinera. L'imminenza delle votazioni ha portato moltissimi studenti a decidere di occupare da un paio di settimane una trentina di scuole di Santiago che da venerdì verranno adibite a seggi elettorali, a sottolineare la propria distanza e sfiducia verso l'intera classe politica attuale e preparando il terreno alla mobilitazione di ieri.


La giornata di lotta è partita alle prime ore del mattino proprio dalle scuole occupate e dalle facoltà cilene: tutt'attorno agli edifici scolastici e ai campus sono state erette barricate poi date alle fiamme che hanno completamente paralizzato la città in vista dell'inizio dello sciopero studentesco.

Oltre a ricevere il sostegno delle sigle di rappresentanza dei professori, la giornata di ieri ha visto come tratto inedito l'estendersi della protesta anche ad altre categorie di lavoratori, in particolare ai minatori e ai portuali che in mattinata hanno bloccato l'accesso ai principali giacimenti di Santiago in solidarietà con gli studenti per poi raggiungerli in piazza.

In occasione della manifestazione erano stati lanciati diversi concentramenti in diversi punti della città dai quali sono partiti tre cortei distinti che si sono riuniti in un'unica grande manifestazione lungo la Alameda, l'arteria principale di Santiago. Qui sono scoppiati scontri tra gruppi di manifestanti, gli encapuchados, eterogenea composizione giovanile che dall'inizio del movimento anima puntualmente le giornata di lotta e contro cui media e governo non mancano mai di scagliarsi per tentare di dividere la protesta studentesca in buoni e cattivi o in 'veri studenti' e giovani che a loro dire non avrebbero niente a che fare con le rivendicazioni sull'educazione. La rabbia della manifestazione si è indirizzata contro camionette, blindati e negozi e ha scatenato la reazione della polizia che ha attaccato il corteo con un uso massiccio di gas lacrimogeni e con il getto degli idranti.

La giornata si è poi conclusa in piazza Los Heroes; manifestazioni e scontri si sono tenuti anche a Valparaiso, Concepcion e Calama.

Al termine della marcha estudiantil non si è fatta attendere la minaccia di ritorsioni e di un'ulteriore stretta della repressione da parte del primo ministro Pinera, il quale ha annunciato di voler sottoporre al Congresso una nuova legge sull'ordine pubblico che permetta alla polizia di effettuare fermi e identificazioni preventive in occasione delle manifestazioni.

Pinera ha anche intimato agli studenti di abbandonare le occupazioni entro domani, il giorno di apertura delle votazioni, minacciando in caso contrario l'intervento militare nelle scuole: una richiesta che è stata ovviamente rifiutata in blocco dagli occupanti e già si preannunciano momenti di resistenza nelle varie scuole di Santiago.




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