Parlateci della vostra organizzazione: quando e come è stata formata? Perchè avete scelto quel nome?
La nostra organizzazione è nata in seguito al g8 2001 di Genova, I giovani maoisti che parteciparono in prima linea in quella battaglia decisero di fondare questa nuova organizzazione giovanile con lo scopo di contribuire alla costruzione del partito comunista di tipo nuovo marxista-leninista-maoista. Il nome è figlio di questa fase politica in Italia, e non solo, ovvero in un momento in cui assistiamo alla reazionarizzazione delle democrazie borghesi processo che scientificamente chiamiamo stato di polizia che avanza verso il moderno fascismo. Proprio in quei giorni a Genova la democrazia borghese è stata sospesa a favore di uno stato di polizia, di contro una massa di giovani ribelli è scesa in campo resistendo e controattacando contro la repressione messa in campo. Principalmente questo è stato opera dei giovani ribelli vestiti di nero chiamati black bloc dalla stampa, tra di essi alcuni sono realmente anarchici, altri no. Quello che è passato però attraverso i media e in parte si è verificato in strada è stato che giovani vestiti di nero e ispirati dall’ideologia dell’anarchia in particolare individualista e nichilista abbiano utilizzato il metodo della violenza contro la polizia ma anche contro i simboli del capitalismo dalla semplice cabina telefonica, al bancomat ecc.
Noi ci chiamiamo cosi perché da quelle giornate abbiamo affermato che è giusta la violenza rivoluzionaria, la gioventù proletaria e ribelle deve rivendicarne l’uso con orgoglio, ma allo stesso tempo questa violenza debba essere incanalata contro il vero obiettivo e quindi essere “costruttiva” ovvero finalizzata alla processo rivoluzionario e non fine a se stessa. In questo progetto la gioventù proletaria e ribelle è fondamentale nella lotta per la conquista del potere politico che per noi passa innanzitutto per la costruzione del partito m-l-m e l’inizio di una guerra popolare di lunga durata.
Per questo ci chiamiamo Red Block, da un lato perché indichiamo un punto di partenza verificatosi a Genova 2001, dall’altro perché indichiamo una nostra via alternativa rispetto a quella anarchica per noi inconcludente e in ultima analisi perdente.
Quali sono le attività principali della vostra organizzazione e l'area dove lavorate?
Le nostre attività riguardano a 360 gradi le questioni giovanili, principalmente siamo attivi nel movimento studentesco, nel movimento antifascista e supportiamo il nostro partito nelle campagne di massa verso la classe operaia, siamo membri attivi delle Rete Nazionale sulla sicurezza dei posti di lavoro, facciamo un lavoro di informazione e sostegno internazionalista verso le Guerre Popolari in India, Perù, Turchia/Nord Kurdistan, Filippine e il movimento rivoluzionario in Nepal, supportiamo i movimenti di liberazione nazionale in Palestina,Irlanda, Paesi Baschi ecc. la nostra attività principale ha come fulcro il sud Italia in Sicilia a Palermo. Ma il nostro lavoro politico è di respiro nazionale e l’aspetto locale è inteso per servire quello nazionale e internazionale, in questo senso siamo stati in prima linea lo scorso 16 ottobre nella contestazione della direzione riformista del primo sindacato in Italia la CGIL, e abbiamo portato avanti la campagna in sostegno alla Guerra Popolare in India e per una manifestazione unitaria e di protesta per il decennale del g8 2001 che si è svolto tre settimane fa contro la monopolizzazione dell’area riformista che in quei giorni dirigeva l’ala pacifista e oggi si accorda con lo stato perché questo decennale venga snaturato e depotenziato da tutte le istanze di ribellione e di vendetta.
Che relazione avete con il resto della sinistra in Italia? Qual è la vostra posizione sulle elezioni parlamentari?
Non abbiamo rapporti stabili con la “sinistra ufficiale” facente capo a partiti ex parlamentari revisionisti come Rifondazione Comunista, Partito dei Comunisti italiani ,i troskisti del Partito Comunista dei Lavoratori ecc., nella prassi quotidiana questi partiti sono riformisti borghesi che nulla hanno a che fare con il proletariato e la lotta di classe. Intratteniamo rapporti con alcuni centri sociali, pur non condividendone l’ideologia, facendo un lavoro di massa e di unità d’azione per quanto riguarda principalmente l’antifascismo, anche nel campo della lotta contro la repressione vorremo iniziare un tale lavoro ma queste forze portano avanti una linea che proclama in sostanza l’autosufficienza delle singole aree politiche e addirittura singole organizzazioni e centri sociali. Per noi è scontato che davanti un apparato repressivo organizzato e centralizzato questa linea non basta ne è sufficiente e di conseguenza perdente, per questo lavoriamo perché nasca un fronte di opposizione contro la repressione che raccolga tutte le forze colpite da essa dagli anarchici agli autonomi dei centri sociali ecc. nel movimento studentesco siamo vicini ad alcuni collettivi che hanno una visione di classe sulla riforma universitaria e scolastica e non meramente economicista e ristretta così come presentata da alcuni centri sociali e dalla sinistra riformista. Sulle elezioni parlamentari, non siamo astensionisti di principio ma pensiamo che in questa fase politica di costruzione del partito rivoluzionario la linea tattica sia quella del boicottaggio elettorale attivo che non coincide con un mero astensionismo bensi con una lotta attiva contro il cretinismo parlamentare e le elezioni come strumento di confusione verso le masse e di dominio da parte della borghesia, in questo senso siamo per un coinvolgimento attivo dei lavoratori e delle masse contro le elezioni e non ci limitiamo a dare l’indicazione di non votare e basta.
Che cosa significa per voi essere maoisti oggi?
Per noi oggi essere maoisti significa fare parte attiva del movimento comunista internazionale, il maoismo rappresenta per noi la terza e superiore tappa del marxismo come sviluppo su tutti i fronti della nostra scienza proletaria e della sua seconda tappa il marxismo-leninismo, dal punto di visto teorico, ideologico e militare. Le esperienze più avanzate in questo momento di rivoluzioni proletarie in primis in India, in Perù, nelle Filippine, in Turchia sono dirette da partiti maoisti che hanno lanciato la guerra popolare di lunga durata nei rispettivi paesi, in altri principalmente nel sud Asia si prepara l’inizio per nuove guerre popolari, in Sud America in Canada e in Europa nuovi partiti politici nascono e si affacciano sullo scenario rivoluzionario. In Italia il nostro partito applica creativamente il marxismo leninismo maoismo dando delle risposte concrete a problemi concreti: la necessità di un’organizzazione giovanile rivoluzionaria, di una delle donne proletarie e rivoluzionarie, la necessità che il movimento operaio e dei lavoratori rompa decisamente con i sindacati filo padronali e riformisti e si autorganizzi nei posti di lavoro per la lotta sindacale che non rimanga fine a se stessa di tipo economica ma che faccia crescere la coscienza verso la lotta politica per la presa del potere. Semplicemente essere comunisti coerenti oggi per noi significa essere maoisti.
L’Italia oggi è uno dei più grandi esportatori di capitale in Croazia e nei paesi confinati come la Slovenia o la Bosnia-Erzegovina. Come valutate la posizione dell’Italia nel sistema imperialista mondiale?
L’italia è un paese membro del g7,ovvero una delle 7 grandi potenze imperialiste, nella fase attuale di stato di polizia che avanza a tappe forzati verso la costruzione del moderno fascismo, un elemento importante consiste nella partecipazione a guerre di aggressione imperialiste, particolarmente in questa fase vengono giustificate con la difesa dell’interesse Nazionale vedi in Libia o lotta al terrorismo vedi Afghanistan e irak, ritorna il nazionalismo del periodo fascista accompagnato dal revisionismo storico vedi le foibe per penetrare con maggiore aggressività sia finanziaria che militare nella zona geografica considerate “naturalmente” come principale mercato di conquista ovvero I Balcani. In questo senso l’italia è in prima linea nell’intervento militare nell’ambito di grandi coalizioni Nato-Onu-UE in Albania, Kosovo e Bosnia-Erzegovina. Di contro l’italia storicamente si è formata in ritardo come nazione borghese rispetto ad altre che già precedentemente disponevano di grandi imperi coloniali (Francia, Inghilterra, paesi bassi ecc) quindi ancora oggi tende a ritagliarsi un proprio posto al sole seguendo servilmente altre nazioni nelle loro imprese imperialiste in particolare gli USA. Dal nostro punto di vista è sbagliato parlare di mondo unipolare , l’imperialismo è stato sempre multipolare, come ci insegna Lenin in certi casi gli interessi di alcune nazioni imperialiste convergono in altri casi no. Nel caso dell’italia ciò significa che per radici storico-economiche tende ad accodarsi al carrozzone del vincitore o del più forte ma ciò non significa che si debba sottovalutare l’italia come potenza imperialista e per il ruolo che ha nelle guerre di rapina e nella conquista di nuovi mercati.
Tutti conosciamo Berlusconi ed il suo autoritarismo. Sembra che l’estrema destra stia crescendo molto in tutta l’Europa occidentale. Credete che I regime come quello di Berlusconi stanno avanzando verso il fascismo?
Come abbiamo detto nelle altre risposte, la fase che la borghesia imperialista italiana sta attraversando è quella di utilizzare sistematicamente lo stato di polizia (impunibilità dei vertici della polizia, autonomia dall’apparato politico anche in un contesto di democrazia Borghese) per costruire tappa dopo tappa un regime moderno fascista.
Moderno fascista non significa ne fascismo del ventennio fascista italiano ne “nuovo fascismo”, il carattere fascista deriva dal consenso popolare e di massa che ha Berlusconi così come l’avevano Mussolini e Hitler, di andare contro le stesse leggi dello stato borghese, il controllo diretto dei mass media o di proprietà diretta del premier o del servizio pubblico gestito dallo stesso governo, tutto questo aggiornato ai tempi nostri e quindi un fascismo che per imporsi non avrà bisogno di una nuova marcia su Roma o di un nuovo incendio del rechstag ma che si impone tappa dopo tappa da un lato manipolando le coscienze tramite l’utilizzo dell’informazione e le riforme imposte dal governo in tutti i campi, i nuovi elementi che lo rendono moderno sono l’inedito utilizzo dei sindacati e dell’aristocrazia operaia che collaborano in questo progetto e della finta opposizione parlamentare del pd (ex pds e pci )che sono parte integrante del moderno fascismo in costruzione.
Abbiamo scritto un articolo circa l’azione antifascista a Palermo. Qual è la situazione nel movimento antifascista in Italia oggi e come vi partecipate?
Oggi in Italia ci sono molti gruppi fascisti, in particolare Casapound è molto vicina al governo e finanziata da esso. C’è un movimento antifascistat a macchia di leopardo, quando I fascist provano ad aprire le loro sedi, da nord a sud il movimento antifascista combatte contro di loro e la loro legittimazione da parte del governo e dello stato in generale. La repressione è forte contro gli antifascisti che si oppongono fieramente contro questo tipo di legittimazione e diffusione.
Ci sono arresti e intimidazione da parte della polizia tramite multe o procedimenti penali come l’arresto, per noi l’antifascismo non deve essere meramente culturale e di propaganda e neanche meramente militante. Per noi l’antifascismo deve avere 3 aspetti importanti allo stesso modo: militante,sociale e culturale.
Militante perché bisogna opporsi in prima persona e fisicamente contro la manovalanza fascista, sociale perché senza un supporto dalle masse e la loro partecipazione a questa battaglia, da un lato diventerebbe solo una lotta di strada e dall’altro le masse sono permeabili all’ideologia fascista che viene direttamente dalla propaganda e dalle politiche del governo e quindi bisogna mobilitarle in senso opposto, a ciò si aggiunge un lavoro culturale che contrasti il revisionismo storico principalmente contro la resistenza partigiana del nostro paese ma anche del vostro, ormai da anni in italia dal governo, dall’opposizione di sinistra fino al presidente della repubblica si cerca di far passare l’idea che partigiani e fascisti fossero sullo stesso piano e che combattessero per ideali diversi ma entrambi in buona fede. Molta propaganda anticomunista è stata fatta contro i partigiani italiani e jugoslavi sui cosiddetti “martiri delle foibe” “uccisi solo perché italiani”. La propaganda è subdola e fatta in attività ufficiali istituzionali e nelle scuole.
Detto questo la nostra parola d’ordine è di formare delle reti antifasciste locali (già ci sono in alcune città) ma soprattutto di creare una rete antifascista nazionale, su questo ci sono stati dei tentativi ma il movimento antifascista è ancora arretrato per una tale proposta e non ne capisce l’importanza, a dar forza alle nostre proposte c’è l’esperienza concreta di battaglie antifasciste in particolare contro casapound a napoli e a palermo. Nella prima seguendo questa linea il movimento antifascista è riuscito a cacciare da un quartiere popolare e ad alta intensità immigrata i fascisti che avevano occupato un ex convento, per far ciò si è occupata un ex scuola nello stesso quartiere, si è portata avanti una campagna mediatica e di denuncia contro la stampa compiacente ed i legami tra i neofascisti ed esponenti politici locali principalmente del pdl (partito di Berlusconi). Un lavoro simile è stato fatto a palermo con una campagna contro la libreria mondadori ( di proprietà di Berlusconi) che ospitava la presentazione di un libro scritto da e su casapound, dopo una campagna mediatica nelle scuole, nelle università e in città in generale si è data una risposta militante e sul campo denunciando anche in seguito i legami tra esponenti politici di governo locali che hanno appoggiato l’iniziativa fascista.
Cosa pensate sia necessario per la rivoluzione in Italia? Qual è la vostra posizione sui sindacati? Come immaginate una Guerra Popolare in Italia?
Innanzitutto è necessario un partito rivoluzionario che sia l’avanguardia del proletariato con al centro la classe operaia e che riesca a dirigere le masse popolari che in italia sono rappresentate in gran parte dalla piccola borghesia. In italia il partito ha cessato di essere tale subito dopo la fine della resistenza con il passaggio negli anni 50 di Togliatti al riformismo. Negli anni 60 e 70 ci sono stati diversi tentativi nel dare la risposto alla domanda di organizzazione per il proletariato ma nessuno ha raggiunto l’obiettivo. Dobbiamo fare tesoro delle esperienze che vanno dal partito comunista d’italia alla resistenza partigiana fino alle organizzazioni maoiste o armate degli anni 70 e prenderne le lezioni positive, il dato è che nessuna di questa esperienza ha risolto il problema.
Detto questo bisogna avanzare sulla costruzione del partito comunista di tipo nuovo in stretto legame con le masse e nel fuoco della lotta di classe per questo c’è bisogno dei lavoratori dei giovani e delle donne ribelli.
Circa i sindacati, come dicevamo prima i sindacati ufficiali cgil-cisl-uil sono parte integrante e strumento del regime, molti compagni in italia credono che sia possibile costruire un’opposizione interna all’interno del principale sindacato italiano e storicamente di sinistra la cgil, noi invece siamo per l’organizzazione diretta dei lavoratori in cobas, senza delegare a sindacalisti di professione e corrotti che non fanno l’interesse del lavoratore ma che subordinano la lotta sindacale alla propria carriera personale. Il movimento dei cobas in italia è molto sviluppato a partire dalla fine degli anni 80, ma noi diciamo che questo non basta. Anche molti sindacati di base fanno la lotta sindacale fine a se stessa e perdono di vista il fine ovvero il sindacato come cinghia di trasmissione dei lavoratori dalla lotta economica verso quella politica (partito). Per questo il nostro partito dirige lo slai cobas per il sindacato di classe che invece inserisce la lotta economica in un contesto politico con il fine di elevare la coscienza politica del lavoratore e farlo lottare non solo per migliorare le sue condizioni economiche ma per rivendicazioni politiche e lotta rivoluzionaria.
Entrambe le nostre organizzazioni hanno partecipato alla settimana di solidarietà con la rivoluzione in India. Come vedete la situazione nel movimento comunista internazionale? Quail sono le organizzazioni con cui cooperate?
In questo momento la situazione del movimento comunista internazionale è abbastanza delicata, dopo il colpo di stato interno da parte della cricca di Deng Xiao Ping in Cina nel 1976, l’ultimo grande paese socialista di riferimento è caduto. In questo momento non vi è un solo paese socialista sulla faccia della terra anche quelli che formalmente si dichiarano tali hanno abbracciato il capitalismo e l’economia di mercato (Cuba, Cina, Laos, Vietnam e Corea del nord).
Tra i cosiddetti partiti comunisti troviamo partiti revisionisti che si sono dati all’elettoralismo con l’unica aspirazione di entrare in coalizioni dei governi borghesi, altri che hanno deviato dal marxismo-leninismo in primis i troskisti ma anche gli hoaxisti che non riconoscono i contributi qualitativi del maoismo e restano ancorati ad uno stalinismo dogmatico.
Detto questo nel movimento m-l-m a differenza di tutti questi precedenti c’è stato il merito di rialzare la bandiera rossa della rivoluzione grazie al Partito Comunista del Perù in un momento in cui il movimeto comunista internazionale era allo sbando dove da un lato il socialimperialismo sovietico spandeva il revisionismo insieme ai partiti cosiddetti eurocomunisti. In questo marasma riconoscere il maoismo e in base a questo lanciare una guerra popolare nel 1980 ha rappresentato un faro per il movimento comunista internazionale.
Tutto ciò è stato rinforzato con la nascita del Movimento Rivoluzionario Internazionalista come centro embrionale dei partiti maoisti che conducono la Guerra Popolare, con l’inizio di essa anche in Turchia/Nord Kurdistan, in Nepal, con la fusione del Partito Comunista dell’India (Marxista-Leninista) Guerra Popolare e il Centro Comunista Maoista formando il Partito Comunista dell’India (maoista) (al di fuori del Movimento Rivoluzionario Internazionalista) e rinvigorendo la Guerra Popolare in India.
Si sviluppa la Guerra Popolare nelle Filippine, e nel Sud Asia si riconvoca recentemente la riunione del Ccomposa
che coordina i partiti maoisti del Sud Asia tra cui quelli in Afghanistan, Nepal, India, Bhutan, Sri Lanka e Bangladesh
Tutti questi sono segnali positivi e oggettivi che sicuramente hanno contributo alla formazione di partiti rivoluzionari che intendono lanciare Guerre Popolari nei propri paesi come in Sud America o in Canada e adesso anche nel Maghreb dove i maoisti in particolare in Marocco e Tunisia sono in prima linea nella lotta di classe.
La campagna di solidarietà alla Guerra Popolare in india ha messo in luce che anche in Europa ci sono partiti rivoluzionari e compagni che vogliono avanzare fermamente nella costruzione di essi per dare inizio a movimenti rivoluzionari nei propri paesi strettamente legati con il movimento comunista internazionale e la parte più attiva e coerente di esso che è rappresentato dai maoisti che oggi sono gli unici alla testa di movimenti realmente rivoluzionari con l’obiettivo di prendere il potere nei rispettivi paesi.
Noi collaboriamo con le organizzazioni giovanili come noi dei partiti fratelli del nostro partito proletari comunisti-pcm italia, ovvero quei partiti facenti capo al Movimento Rivoluzionario Internazionalista, ma dopo il recente periodo di oggettiva inattività di questo organismo internazionale anche con organizzazioni giovanili al di fuori di esso ma con cui ci può essere unità d’azione, in tal senso la campagna sull’ india o la firma congiunta al documento contro il summit internazionale del World Economic Forum in Austria rappresentano dei passi concreti nella collaborazione tra organizzazioni giovanili rivoluzionarie e l’approfondimento dei rapporti bilaterali nel più genuino internazionalismo rivoluzionario.
Vi ringraziamo per l’intervista e mandiamo i più sentiti saluti rivoluzionari a tutti i compagni, e a tutti i giovani ribelli e lavoratori croati.
Red Block
06/08/2011
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