Bìt Scenika&COMPAGNIA TEATRALE INDIPENDENTE AttriceContropresentano
“MADAMA CIE”Rievocazioni estemporanee di una divisa scoppiata
Scritto, diretto, e interpretato da Alessandra Magrini
Monologo multimediale, “Madama CIE” è una mistura di brandelli scagliati dall’esplosione di una divisa da cui origina un simulacro tragicomico che segue un sentiero di rievocazioni estemporanee. Lady Oscar, Pinocchio, la Costituzione, Nelson Mandela, il CIE di Ponte Galeria, gli sbarchi a Lampedusa, sgorgano da una mente fuor di senno, proprio come accadde a molti giovani soldati di ritorno dal Vietnam negli anni ‘60 che non hanno retto il peso dell’orrore.Madama CIE non torna da così lontano, lei vive ed opera nell’Italia dei nostri giorni, quella degli operai arrampicati in cima alle fabbriche, delle aggressioni razziste, delle escort, delle ronde, dei precari senza un euro, dei viaggi disperati degli immigrati clandestini. A calcare le scene è un personaggio costruito dalla fantasia dell’autrice, ma i contenuti della narrazione sono frutto di una documentazione effettuata su reportage giornalistici, contatti con sindacalisti, volontari CIE, dossier e siti internet, fino ad interviste effettuate dalla stessa autrice ad immigrati clandestini.
Come in molti dei lavori della compagnia “AttriceContro” anche in questo c’è l’immancabile tributo al grande Gianmaria Volontè, i suoi personaggi perlopiù figli degli anni ‘70, trasportati ai giorni nostri si rivelano immortali, scolpiti nel tempo, sempre da tener presenti per penetrare a fondo la verità.
Si ringrazia in modo particolare per la collaborazione alla documentazione, Francesco Viviano (giornalista la Repubblica),Kurosh Danesh ( Coordinatore del Comitato Nazionale Immigrate/i CGIL),Francesca De Masi (cooperativa be free contro ogni discriminazione), csa Camilo Cienfuegos per il dossier “chi specula sulla paura”, il sito internet fortresseurope.blogspot.com anche per il prezioso materiale fotografico messo a disposizione.
Sinossi
Chi è Madama CIE? Una divisa, una di quelle più convinte, che ogni giorno difende lo stato con dedizione e fedeltà ma che si ritrova a dover obbedire agli ordini che si scontrano con la sua coscienza. Assistiamo ad una violenta lacerazione psichica di una divisa che si trova a dover risolvere l’equazione che pone la coscienza contrapposta al sistema militare fondato sull’obbedienza agli ordini.Fra ricordi d’infanzia, sindrome di Lady Oscar, e altre allucinazioni, la nostra madama ci mostrerà senza filtri e con cruenta verità cosa significa assolvere al compito della “sicurezza” in un mondo che le famiglie italiane conoscono solo attraverso i telegiornali.Il manganello ben inserito nel cinturone perderà la sua maneggevolezza proprio operando sul campo quando vivrà sulla propria pelle il significato delle barbarie contro esseri umani indifesi, come gli immigrati e come gli occhi di una bambina africana che si riveleranno la scintilla che provocherà lo strappo finale alle sue convinzioni.Le scenografie come il testo sono sempre diverse essendo un lavoro work in progress, che affrontando temi d’attualità si arricchisce di volta in volta di testimonianze nuove che a loro volta ne ridefiniscono anche l’ambientazione scenica.
“MADAMA CIE”Rievocazioni estemporanee di una divisa scoppiata
Scritto, diretto, e interpretato da Alessandra Magrini
Monologo multimediale, “Madama CIE” è una mistura di brandelli scagliati dall’esplosione di una divisa da cui origina un simulacro tragicomico che segue un sentiero di rievocazioni estemporanee. Lady Oscar, Pinocchio, la Costituzione, Nelson Mandela, il CIE di Ponte Galeria, gli sbarchi a Lampedusa, sgorgano da una mente fuor di senno, proprio come accadde a molti giovani soldati di ritorno dal Vietnam negli anni ‘60 che non hanno retto il peso dell’orrore.Madama CIE non torna da così lontano, lei vive ed opera nell’Italia dei nostri giorni, quella degli operai arrampicati in cima alle fabbriche, delle aggressioni razziste, delle escort, delle ronde, dei precari senza un euro, dei viaggi disperati degli immigrati clandestini. A calcare le scene è un personaggio costruito dalla fantasia dell’autrice, ma i contenuti della narrazione sono frutto di una documentazione effettuata su reportage giornalistici, contatti con sindacalisti, volontari CIE, dossier e siti internet, fino ad interviste effettuate dalla stessa autrice ad immigrati clandestini.
Come in molti dei lavori della compagnia “AttriceContro” anche in questo c’è l’immancabile tributo al grande Gianmaria Volontè, i suoi personaggi perlopiù figli degli anni ‘70, trasportati ai giorni nostri si rivelano immortali, scolpiti nel tempo, sempre da tener presenti per penetrare a fondo la verità.
Si ringrazia in modo particolare per la collaborazione alla documentazione, Francesco Viviano (giornalista la Repubblica),Kurosh Danesh ( Coordinatore del Comitato Nazionale Immigrate/i CGIL),Francesca De Masi (cooperativa be free contro ogni discriminazione), csa Camilo Cienfuegos per il dossier “chi specula sulla paura”, il sito internet fortresseurope.blogspot.com anche per il prezioso materiale fotografico messo a disposizione.
Sinossi
Chi è Madama CIE? Una divisa, una di quelle più convinte, che ogni giorno difende lo stato con dedizione e fedeltà ma che si ritrova a dover obbedire agli ordini che si scontrano con la sua coscienza. Assistiamo ad una violenta lacerazione psichica di una divisa che si trova a dover risolvere l’equazione che pone la coscienza contrapposta al sistema militare fondato sull’obbedienza agli ordini.Fra ricordi d’infanzia, sindrome di Lady Oscar, e altre allucinazioni, la nostra madama ci mostrerà senza filtri e con cruenta verità cosa significa assolvere al compito della “sicurezza” in un mondo che le famiglie italiane conoscono solo attraverso i telegiornali.Il manganello ben inserito nel cinturone perderà la sua maneggevolezza proprio operando sul campo quando vivrà sulla propria pelle il significato delle barbarie contro esseri umani indifesi, come gli immigrati e come gli occhi di una bambina africana che si riveleranno la scintilla che provocherà lo strappo finale alle sue convinzioni.Le scenografie come il testo sono sempre diverse essendo un lavoro work in progress, che affrontando temi d’attualità si arricchisce di volta in volta di testimonianze nuove che a loro volta ne ridefiniscono anche l’ambientazione scenica.
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