Ieri venerdì 16 dicembre diverse centinaia di studenti medi e universitari sono scesi in piazza a Palermo in corteo contro il governo Monti e la politica di austerity che vogliono far gravare sulle tasche dei proletari.
Il corteo, indetto dal Coordinamento Studenti Medi Palermo, ha radunato giovani di varie scuole della città ed è partito dal concentramento di Piazza Massimo. E' stato fatto speakeraggio in piazza, spiegando i motivi per i quali gli studenti non possono accettare una manovra impopolare che taglia l'avvernire dei giovani, i futuri precari e disoccupati che si aggiungeranno a tutti quelli che si trovano nella stessa condizione, oggi.
Dopo lo speakeraggio, circa 300 studenti sono partiti in un corteo che ha percorso un tratto della via Maqueda (nel frattempo diverse camionette si erano preparate in assetto davanti la Banca d'Italia per paura di qualche "incursione"...) e ha successivamente proseguito all'interno di quartieri popolari del centro città passando per il mercato Ballarò; lì abbiamo trovato lavoratori, commercianti e abitanti della zona incuriositi al nostro arrivo a cui abbiamo dato il nostro materiale politico e spiegato le ragioni della protesta studentesca.
Sempre a Ballarò i manifestanti hanno bruciato le bandiere del Pd e del Pdl come segno di denuncia verso i due partiti principali che appoggiando il governo Monti sono direttamente responsabili di scaricare i costi della crisi su precari, disoccupati, studenti, già colpiti da tutti i tagli dei governi precedenti (presieduti sempre da questi partiti), sulla sanità, sull'istruzione e nel frattempo i padroni e i politici vedono i propri profitti aumentare senza sosta, sfruttando la crisi come vera e propria opportunità.
Il corteo si è concluso davanti l'istituto Regina Margherita che è stato occupato, ma quello a cui abbiamo dovuto assistere è stato uno scenario sconcertante che rende l'idea di come questo governo abbia tra i fini principali quello di soffocare ogni rivolta e dissenso: davanti il portone del plesso abbiamo trovato uno spiegamento di forze dell'ordine che prontamente e preventivamente il preside della scuola ha chiamato per contrastare qualsiasi genere di azione da parte degli studenti.
A questa visione oscena, gli studenti hanno subito risposto posizionandosi tutti davanti agli sbirri per non fare entrare nè uscire nessuno dall'istituto. Sono cominciati anche tanti slogan contro il preside fascista: "questa scuola non è una caserma", "preside fascista", "le nostre scuole non sono aziende, la cultura non si vende"; qualche minuto dopo sono arrivati i "rinforzi": anch'essi ripetutamente mirino degli slogan. Oltretutto, gli sbirri non hanno inizialmente permesso agli studenti dell'istituto di accedervi. Le forze dell'ordine avevano per giunta la pretesa di far arretrare gli studenti di qualche metro per lasciare libero l'ingresso, ordine contestato e totalmente disobbedito, che anzi ha avuto la conseguenza di accendere ancora di più la furia dei manifestanti che hanno continuato a urlare gli slogan.
Gli sbirri dopo qualche momento si sono dileguati.
La scuola occupata dagli studenti ha già stilato un programma di attività per oggi e per i prossimi giorni, diverse iniziative tra cui cineforum, momenti assembleari, studio di testi di grandi rivoluzionari come Marx , pranzi sociali, spettacoli.
Come sempre, quando gli studenti sono decisi nelle azioni sanno dare una risposta significativa ai metodi repressivi e fascisti degli sbirri e di quei presidi che vorrebbero trasformare le scuole in aziende-caserme.
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