mercoledì 8 aprile 2009

18 APRILE TUTTI A TARANTO...BASTA MORTI SUL LAVORO!

Appello ai comunisti, ai rivoluzionari, agli operai e operaie d'avanguardia
a sostenere e partecipare alla manifestazione nazionale a Taranto del 18 aprile
contro le morti sul lavoro e da lavoro per il profitto capitalista


Questa manifestazione ha una importanza che va anche oltre la ragione per cui è convocata.
In un periodo in cui utilizzando la crisi, padroni, governo, sindacati “gialli”, mass media al loro servizio portano avanti un'operazione politica, ideologica di divisione della classe operaia e dei lavoratori, di “chiusura” in difesa della propria situazione a volte anche in contrasto e contrapposizione con altre realtà di lavoratori, questa manifestazione raccogliendo operai, lavoratori, precari, immigrati, da Torino a Palermo, da Bergamo a Napoli, da Roma a Taranto, da Milano a Molfetta, dalla Thyssen di Torino alla Fiat Sata di Melfi, ecc., afferma l'unità dei proletari, della classe lavoratrice, degli sfruttati.
E afferma l'unità intorno ai lavoratori, alle lavoratrici delle realtà territoriali di lotta, dei comitati contro le discariche, di opposizione sociale al governo Berlusconi, degli studenti, universitari, delle femministe, degli democratici impegnati, degli artisti.

Costruisce l'unità nello schieramento di lotta di delegati, lavoratori di varie organizzazioni sindacali; di quegli RLS che per dire la verità, per chiedere l'applicazione delle norme esistenti vengono licenziati, lasciati soli.

Vuole costruire l'unità, il sostegno reciproco, la forza dei familiari degli operai morti sul lavoro e da lavoro, perché il dolore si trasformi in rabbia, denuncia, protesta e la rabbia in lucido protagonismo, organizzazione di nuove donne, nuovi figli, nuove madri e padri per farla finita con un sistema che condanna alla morte per i profitti dei padroni.

Afferma il valore del sostegno di classe alle realtà più difficili. Non si manifesta a Taranto perché c'è già lotta, opposizione degli operai nella fabbrica, l'Ilva con il record nazionale di morti sul lavoro, ma si viene a Taranto perché non c'è ancora la lotta che serve, per dare sostegno, fiducia, incoraggiare.

Nella sua costruzione, questa manifestazione pone il problema in tutti i settori sociali di schierarsi, di dire da che parte si sta, di mettere, ogni forza, ognuno, la “propria faccia”, facendo una lotta trasversale, in cui ciò che conta non sono le etichette, i ruoli ma le parole che pesano e i fatti.

Noi vogliamo fare di questa manifestazione, come è stato della manifestazione del 6 dicembre a Torino, una tappa della “guerra” politica e sociale contro i padroni e il governo dei padroni, della guerra per la vita, la dignità, il lavoro, contro la morte, lo sfruttamento, la barbarie del capitale.

Nell'appello fatto a Taranto è scritto che vogliamo che tutti portino nella manifestazione le loro bandiere, perché ci si dichiari apertamente.
Noi comunisti vogliamo che ci siano tante bandiere rosse, perché vogliamo dichiarare apertamente che la lotta contro gli omicidi in fabbrica e sui posti di lavoro è interna alla più grande lotta rivoluzionaria per rovesciare questo sistema che si ingrassa sullo sfruttamento e sulle morti e per costruire una nuova società in cui il potere sia in mano ai lavoratori.

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