giovedì 2 giugno 2016

50° Anniversario della GRCP - INNALZIAMO LA GRANDE BANDIERA ROSSA DEL PENSIERO DI MAO TSE-TUNG; PARTECIPIAMO ATTIVAMENTE ALLA GRANDE RIVOLUZIONE CULTURALE SOCIALISTA (18 aprile 1966) -- 2° Parte


Un’aspra lotta di classe sul fronte della cultura

Questi ultimi sedici anni hanno visto svilupparsi un’aspra lotta di classe sul fronte culturale. Nelle due tappe della nostra rivoluzione, la tappa della nuova democrazia e la tappa socialista, ci fu una lotta tra le due classi e le due linee sul fronte culturale, cioè la lotta tra il proletariato e la borghesia per la direzione di questo fronte. Nella storia del nostro partito, le lotte contro l’opportunismo “di sinistra” e l’opportunismo di destra comprendono anche le lotte tra le due linee sul fronte culturale. La linea Wang Ming era una corrente ideologica borghese che causò seri danni all’interno del nostro partito. Durante il movimento di rettifica che ebbe inizio nel 1942, il presidente Mao dette prima una confutazione teorica completa della linea politica, militare e organizzativa di Wang Ming, seguita immediatamente da una confutazione teorica completa della linea culturale incarnata da Wang Ming. Sulla nuova democrazia (1940) e Discordi alla conferenza di Yenan sulla letteratura e l’arte (1942) del presidente Mao sono il bilancio storico più completo, più dettagliato e più sistematico di questa lotta tra le due linee sul fronte culturale; la concezione del mondo e la teoria marxista-leninista sulla letteratura e l’arte trovano in queste opere il loro seguito e il loro sviluppo. Dopo che la nostra rivoluzione entrò nella fase socialista, lotte importanti sul fronte culturale furono ingaggiate una dopo l’altra sotto la direzione dello stesso Comitato centrale del Partito comunista cinese e del presidente Mao Tse-tung, lotte quali la critica del film La vita di Wu Hsun1 , la critica del libro Saggio su “Il sogno della camera rossa’”2 , la lotta contro la cricca controrivoluzionaria di Hu Feng3 , la lotta contro gli elementi di destra, come pure la grande Rivoluzione culturale socialista degli ultimi tre anni. Le due opere del presidente Mao, Sulla giusta soluzione delle contraddizioni in seno al popolo (1957) e Discorso pronunciato alla Conferenza nazionale di propaganda del Partito comunista cinese (1957) sono i bilanci più recenti dell’esperienza storica dei movimenti per l’ideologia, la letteratura e l’arte rivoluzionarie in Cina e in altri paesi; esse rappresentano un nuovo sviluppo della concezione del mondo e della teoria marxista-leninista sulla letteratura e l’arte. Queste quattro brillanti opere costituiscono una parte importante del grande pensiero di Mao Tse-tung; esse sono attualmente il punto più elevato della concezione marxista-leninista del mondo e della teoria marxista-leninista sulla 259 letteratura e sull’arte; ci forniscono le indicazioni più valide per il nostro lavoro letterario e artistico e sono sufficienti per soddisfare le nostre necessità di proletari per un lungo periodo del futuro. Nei sedici anni che hanno fatto seguito alla fondazione della nostra repubblica è sempre esistita nei nostri ambienti letterari e artistici una linea nera antipartito e antisocialista che si schiera contro il pensiero di Mao Tse-tung. Questa linea nera è un insieme di idee borghesi e revisioniste moderne sulla letteratura e l’arte e di ciò che è stato chiamato “la letteratura e l’arte degli anni ’30”. Queste idee si trovano espresse in teorie riassunte da espressioni quali “scrivere la verità”4 , “larga via del realismo”5 , “approfondimento del realismo”6 , “personaggi indecisi”7 , “sintesi del pensiero dell’epoca”8 , “opposizione al ruolo decisivo del soggetto”9 e “opposizione all’odore della polvere da sparo”10. La massima parte di queste idee sono state respinte nei Discorsi alla conferenza di Yenan sulla letteratura e l’arte da parte del presidente Mao. Nel mondo del cinema, alcuni avanzarono la proposta di “rompere con i canoni e ribellarsi all’ortodossia”, in altre parole, di rompere con i principi del marxismo-leninismo e del pensiero di Mao Tse-tung e di abbandonare la giusta via della guerra rivoluzionaria popolare. Questa tendenza borghese reazionaria e revisionista moderna ha influenzato o dominato la nostra letteratura e le nostre arti al punto che, nelle opere scritte dopo la Liberazione sulla guerra popolare, sulle forze armate popolari e su altri soggetti di carattere militare, troviamo soltanto un piccolo numero di opere buone o di opere fondamentalmente sane, che esaltano veramente i nostri eroi rivoluzionari e servono gli operai, i contadini, i soldati e il socialismo; molte opere sono mediocri, mentre alcune sono opere pericolose antipartito e antisocialiste. Certe opere deformano i fatti storici, si basano sulla descrizione di linee errate e non della linea giusta; altre dipingono eroi che violano la disciplina oppure li inventano semplicemente per far fare loro una fine artificialmente tragica. Altre ancora non presentano nemmeno personaggi eroici, ma personaggi “indecisi” che sono in realtà arretrati, mortificano l’immagine degli operai, dei contadini e dei soldati. Descrivendo il nemico, esse non smascherano la sua natura di classe come sfruttatore e oppressore del popolo e giungono perfino a renderlo seducente. Infine, alcune opere parlano solo d’amore e di storie romantiche, lusingando i gusti volgari, proclamando che “l’amore” e la “morte” sono soggetti eterni. Bisogna opporsi energicamente a tutta questa feccia borghese e revisionista. La lotta tra le due linee sul fronte letterario e artistico nella società si riflette fatalmente nelle forze armate poiché esse non vivono nell’isolamento e non possono fare eccezione alla regola. Le nostre forze armate sono lo strumento principale della dittatura proletaria. Senza le forze armate popolari guidate dal partito, la nostra rivoluzione non avrebbe potuto trionfare. Non avrebbero potuto esistere né dittatura del proletariato né socialismo e il popolo non avrebbe conquistato nulla. Inevitabilmente, il nemico tenta quindi di sabotarci con tutti i mezzi e da ogni parte; inevitabilmente egli utilizza l’arte e la letteratura come arma per corromperci. Noi dobbiamo essere più vigili. Tuttavia non tutti sono di questa opinione. Alcuni Innalziamo la grande bandiera rossa del pensiero di Mao Tse-tung Mao Tse-tung - OPERE 260 affermano che il problema dell’orientamento della letteratura e dell’arte nelle nostre forze armate è gia risolto e che resta da risolvere soltanto il problema di elevare il nostro livello artistico. Questa opinione sbagliata e pericolosa non si basa su un’analisi concreta. Infatti una parte della letteratura e dell’arte delle nostre forze armate segue il giusto orientamento e ha raggiunto un livello artistico relativamente elevato; alcune opere seguono il giusto orientamento, ma il loro livello artistico resta basso; altre rivelano gravi difetti o errori, sia nell’orientamento politico, sia nella forma artistica; qualche altra infine secerne semplicemente veleno antipartito e antisocialista. Nel corso dei grandi sconvolgimenti che si sono verificati nella lotta di classe sul fronte letterario e artistico dopo la Liberazione, alcuni lavoratori impegnati in questo settore in seno all’esercito, messi alla prova, hanno fallito, avendo commesso errori più o meno gravi. Il che dimostra che il lavoro letterario e artistico nelle forze armate è stato influenzato poco o molto dalla linea nera antipartito e antisocialista. Dobbiamo dunque, conformemente alle direttive del Comitato centrale del Partito comunista cinese e del presidente Mao Tse-tung, partecipare attivamente alla grande Rivoluzione culturale socialista, eliminare radicalmente questa linea nera e la sua influenza sulle forze armate. Quando noi ce ne saremo sbarazzati, potrà anche accadere che ne compaiano altre. La lotta deve allora proseguire. Si tratta di una lotta ardua, complessa, di ampio respiro che durerà decine di anni, forse dei secoli. È essenziale, per lo sviluppo rivoluzionario delle nostre forze armate, per l’avvenire della nostra rivoluzione e per l’avvenire della rivoluzione mondiale che noi conduciamo inesorabilmente e fino in fondo la grande Rivoluzione culturale socialista.

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