domenica 26 aprile 2009

CONTRO IL MODERNO FASCISMO ORA E SEMPRE RESISTENZA


A 54 anni dall’insurrezione popolare del 25 aprile 1945 ,quando il popolo italiano ed i partigiani antifascisti schiacciarono i nazi-fascisti, la giornata della liberazione è ormai diventata mera commemorazione istituzionale.
Infatti con il revisionismo storico si vuole equiparare chi combatteva per la libertà al fianco del popolo che ospitava e offriva un pasto caldo ai partigiani rischiando la vita a chi invece combatteva per mantenere un regime di oppressione, complice dell’occupazione nazista e che compiva stragi contro il popolo. Si vuole trasformare il 25 Aprile in “giorno di riconciliazione nazionale”.
Gli effetti di questa operazione sono evidenti: i neofascisti legittimati dalle istituzioni si riorganizzano, aprono nuovi covi e , favoriti dalle politiche liberticide e securitarie del governo che producono intolleranza razzismo e omofobia, crescono facilmente in questo humus.
Bande di teste rasate scorazzano nelle nostre città impunite e difese dalle forze dell’ordine, si moltiplicano le aggressioni fasciste da nord a sud citiamo solo gli ultimi episodi:

28/02/2009 Bergamo: cariche, fermi e arresti contro antifascisti che manifestavano contro l’apertura di una sede di Forza Nuova.

18/03/09 Torino: Palazzo nuovo è stato occupato militarmente da ingenti forze di polizia a difesa dei 4 neofascisti di Azione Universitaria/FUAN, studenti caricati indistintamente,uno studente arrestato. Pochi giorni dopo stesso copione alla Statale di Milano.

26/03/09 Napoli: neofascisti del Blocco Studentesco in piazza, la polizia spara contro gli studenti antifascisti!

I partigiani non lottarono solo per la liberazione dall’occupazione nazista ma soprattutto per creare una società nuova dove fosse bandito lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.
Oggi invece la repubblica e tutte le istituzioni nate dalla Resistenza Rntifascista sono uno stato di polizia che si avvia velocemente verso un moderno fascismo.
I fascisti oggi sono insediati nella catena di comando, dalle più alte cariche dello stato fino all’ultima poltrona di assessorato comunale.
È evidente che le cosiddette “istituzioni democratiche” sono esse stesse l’anticamera del moderno fascismo che avanza colpendo le conquiste che la classe operaia e le masse popolari in genere hanno conquistato con la lotta a partire dalla Resistenza antifascista.
Quotidianamente il governo a colpi di leggi e decreti colpisce i fondamentali diritti democratici come il diritto di sciopero,di manifestare, di espressione….

È necessario sviluppare un fronte unico di tutte le forze realmente antifasciste che risponda colpo su colpo alla violenza fascista e dello stato borghese.

Per questo l’unico vero antifascismo può essere solo quello militante autorganizzato dal basso.

La necessità attuale è la creazione di RAF (rete antifascista) in ogni città per contrastare la feccia nera che avanza!

Chiudere tutte le sedi fasciste!

mercoledì 8 aprile 2009

18 APRILE TUTTI A TARANTO...BASTA MORTI SUL LAVORO!

Appello ai comunisti, ai rivoluzionari, agli operai e operaie d'avanguardia
a sostenere e partecipare alla manifestazione nazionale a Taranto del 18 aprile
contro le morti sul lavoro e da lavoro per il profitto capitalista


Questa manifestazione ha una importanza che va anche oltre la ragione per cui è convocata.
In un periodo in cui utilizzando la crisi, padroni, governo, sindacati “gialli”, mass media al loro servizio portano avanti un'operazione politica, ideologica di divisione della classe operaia e dei lavoratori, di “chiusura” in difesa della propria situazione a volte anche in contrasto e contrapposizione con altre realtà di lavoratori, questa manifestazione raccogliendo operai, lavoratori, precari, immigrati, da Torino a Palermo, da Bergamo a Napoli, da Roma a Taranto, da Milano a Molfetta, dalla Thyssen di Torino alla Fiat Sata di Melfi, ecc., afferma l'unità dei proletari, della classe lavoratrice, degli sfruttati.
E afferma l'unità intorno ai lavoratori, alle lavoratrici delle realtà territoriali di lotta, dei comitati contro le discariche, di opposizione sociale al governo Berlusconi, degli studenti, universitari, delle femministe, degli democratici impegnati, degli artisti.

Costruisce l'unità nello schieramento di lotta di delegati, lavoratori di varie organizzazioni sindacali; di quegli RLS che per dire la verità, per chiedere l'applicazione delle norme esistenti vengono licenziati, lasciati soli.

Vuole costruire l'unità, il sostegno reciproco, la forza dei familiari degli operai morti sul lavoro e da lavoro, perché il dolore si trasformi in rabbia, denuncia, protesta e la rabbia in lucido protagonismo, organizzazione di nuove donne, nuovi figli, nuove madri e padri per farla finita con un sistema che condanna alla morte per i profitti dei padroni.

Afferma il valore del sostegno di classe alle realtà più difficili. Non si manifesta a Taranto perché c'è già lotta, opposizione degli operai nella fabbrica, l'Ilva con il record nazionale di morti sul lavoro, ma si viene a Taranto perché non c'è ancora la lotta che serve, per dare sostegno, fiducia, incoraggiare.

Nella sua costruzione, questa manifestazione pone il problema in tutti i settori sociali di schierarsi, di dire da che parte si sta, di mettere, ogni forza, ognuno, la “propria faccia”, facendo una lotta trasversale, in cui ciò che conta non sono le etichette, i ruoli ma le parole che pesano e i fatti.

Noi vogliamo fare di questa manifestazione, come è stato della manifestazione del 6 dicembre a Torino, una tappa della “guerra” politica e sociale contro i padroni e il governo dei padroni, della guerra per la vita, la dignità, il lavoro, contro la morte, lo sfruttamento, la barbarie del capitale.

Nell'appello fatto a Taranto è scritto che vogliamo che tutti portino nella manifestazione le loro bandiere, perché ci si dichiari apertamente.
Noi comunisti vogliamo che ci siano tante bandiere rosse, perché vogliamo dichiarare apertamente che la lotta contro gli omicidi in fabbrica e sui posti di lavoro è interna alla più grande lotta rivoluzionaria per rovesciare questo sistema che si ingrassa sullo sfruttamento e sulle morti e per costruire una nuova società in cui il potere sia in mano ai lavoratori.

SERATA DI AUTOFINANZIAMENTO PER LA MANIFESTAZIONE DEL 18 APRILE A TARANTO


La rete nazionale per la sicurezza nei posti di lavoro ha organizzato una serata benefit per la grande manifestazione nazionale a Taranto contro i morti sul lavoro, venerdì 10 aprile a Palermo presso AT ZETALAB (via A. Boito) alle ore 22:00.
stiamo organizzando 1 pullman da Palermo per maggiori informazioni
contattarci all' e-mail: redblock@alice.it
leggi l'appello della manifestazione nel post sopra questo!

venerdì 3 aprile 2009

SOLIDARIETA' AL CSA CLORO ROSSO

Red Block esprime massima solidarietà ai compagni del Centro Sociale Autogestito Cloro Rosso per l’ennesimo atto repressivo di stato.
Atto che acquista maggiore gravità anche perchè si è negata la possibilità dello svolgimento di uno spettacolo teatrale sul tema dell’inquinamento e del diritto alla salute negato ai cittadini tarantini a causa dello stabilimento dell’Ilva che “vanta” il più alto numero di infortuni e morti sul lavoro nel nostro paese.
Pensiamo che dietro tale atto repressivo ci sia una precisa volontà politica da parte delle istituzioni di colpire tali voci di dissenso a maggior ragione per il fatto che tra pochi giorni, il 18 Aprile, ci sarà proprio a Taranto una manifestazione indetta dalla Rete Nazionale per la Sicurezza sui posti di Lavoro.
A Taranto avremo l’occasione di manifestare fianco a fianco.
Saluti a pugno chiuso!

Red Block Palermo

Riportiamo il comunicato dei compagni di Cloro Rosso:
Ogg: L’ondata repressiva si abbatte anche sul teatro.
Mercoledì 1 Aprile, presso Centro Sociale Autogestito Cloro Rosso, doveva svolgersi lo spettacolo teatrale “Venticinquemila granelli di sabbia”, del noto attore tarantino Alessandro Langiu, vincitore del premio Annalisa Scafi 2004 e presentato in molti palcoscenici italiani.

La rappresentazione narra il dramma ambientale della nostra città attraverso la storia di tre bambini che giocano in uno dei quartiere più martoriati: il rione Tamburi.

Tuttavia, nonostante la tematica di indubbio interesse e la presenza di oltre cento spettatori, non è stato possibile lo svolgimento di tale spettacolo a causa di un esplicito quanto inspiegabile divieto delle forze dell’ordine.

E non si è trattato di un pesce d’Aprile, nonostante la data potesse lasciar intendere uno scherzo, ma di un vero e proprio veto per uno spettacolo teatrale caratterizzato unicamente da un singolo attore il cui monologo esigeva soltanto un palcoscenico ed un microfono.

La questura di Taranto (che evidentemente ha fior di risorse e uomini di spendere) ha addirittura allertato il Comune, che si è presentato poco prima dello spettacolo (udite udite) nella persona dell’Assessore Pennuzzi e del Sindaco Stefàno, i quali hanno ribadito il diniego in quanto eravamo privi dei permessi necessari per lo svolgimento di tale manifestazione.

Non contenti, le nostre efficientissime forze dell’ordine hanno inviato un’auto in borghese che ha pattugliato per oltre tre ore il perimetro del Centro Sociale, filmando anziani, studenti e genitori con i bambini in fasce che entravano convinti di dover assistere ad uno spettacolo teatrale e che, invece, hanno assistito ad una farsa che rasenta la follia.

Tra l’altro, il noto e sempre imparziale quotidiano Taranto Sera, nel primo pomeriggio, aveva già segnalato la presunta irregolarità del nostro spettacolo, probabilmente limitandosi a pubblicare una velina della questura stessa.

E così, dovendo tirare le somme della giornata, contiamo un articolo di giornale, un sindaco ed un’assessore che da Palazzo di Città si fiondano al Centro Sociale e un’auto della Digos che per tre ore ha pattugliato il perimetro di uno spazio autogestito che offre (ricordiamo) servizi a prezzi popolari quali una palestra, una biblioteca ed un laboratorio teatrale, oltre a partecipare in maniera attiva a lotte sindacali ed ambientali.
Il tutto, per un monologo di poco più di un’ora sull’inquinamento.

Tutto questo mentre i criminali travestiti da amministratori che hanno prosciugato le casse comunali sono tutt’ora liberi di poter passeggiare impunemente per le vie del centro cittadino e mentre un’industriale venuto del nord avvelena, licenzia e mette in cassa integrazione senza alcun rispetto per qualsiasi norma giuridica e morale.

Ci si chiede, poi, perché i giovani di questa città hanno come unica soluzione l’emigrazione.