venerdì 26 aprile 2013

pc 26 Aprile- CINEFORUM: LE QUATTRO GIORNATE DI NAPOLI


ORE 20:00 APERITIVO 
ORE 21:00 PROIEZIONE E DIBATTITO

Il Circolo di proletari comunisti di Palermo dedica il cineforum di questa settimana alla gloriosa Resistenza Partigiana.

Le quattro giornate di Napoli è un film del 1962 diretto da Nanni Loy.
Il film, ispirato al libro di Aldo De Jaco "La città insorge: le quattro giornate di Napoli" del 1956, fu prodotto da Goffredo Lombardo e fu candidato all'Oscar nel 1962 come miglior film straniero e per la sceneggiatura.
Il film è dedicato al dodicenne, medaglia d'oro al valor militare, Gennaro Capuozzo.
Nel film Nanni Loy descrive la rivolta popolare scoppiata a Napoli spontaneamente a seguito della fucilazione di alcuni marinai italiani il 28 settembre del 1943 e che in quattro giorni sconfisse e mise in fuga i tedeschi dalla città prima dell'arrivo degli alleati. Il film è corale e vi si mescolano singoli episodi e personaggi popolari protagonisti della rivolta. Dai ragazzi fuggiti dal riformatorio per unirsi all'insurrezione al piccolo Gennarino Capuozzo che muore sulle barricate a tanti altri personaggi, tra i quali va ricordato Adolfo Pansini.

venerdì 12 aprile 2013

Cile, studenti ancora in piazza. Scontri con la polizia




Più di centomila sfilano per avere un'istruzione gratuita. Scontri con la polizia, bilancio: 109 arresti, sei poliziotti feriti


Gli studenti cileni sono tornati in piazza, giovedì, per rilanciare la loro protesta a favore della gratuità totale dell'istruzione. Decine di miglia di studenti - 120 mila, secondo le stime della stampa locale - dei principali istituti di alta formazione, ma anche alunni della scuola secondaria e delle università private accompagnati da numerosi insegnanti, sono sfilati nelle principali arterie di Santiago, nella prima manifestazione di massa del 2013 del movimento studentesco nato nel maggio del 2011. Chiedono scuole gratuite e abbattimento dei costi della formazione universitaria. E vogliono mettere un freno alla speculazione sul diritto allo studio dei giovani cileni.
                   
SCONTRI CON LA POLIZIA - La Marcia della formazione cilena, una delle più grandi manifestazioni per il diritto allo studio mai verificatesi a Santiago del Cile si è conclusa con scontri e arresti. Si era svolta sostanzialmente senza incidenti, fino a quando gruppi incappucciati hanno scavalcato le barriere erette intorno alla tribuna principale della manifestazione per lanciarsi contro unità dei «carabineros». La polizia ha risposto con gas lacrimogeni e cannoni ad acqua. Il bilancio è di 109 arresti - 24 di minorenni - e di 6 poliziotti feriti.

LE MANIFESTAZIONI - Manifestazioni si sono tenute anche in una decina di altre città del Cile, come Valparaiso e Concepcion.

DISUGUAGLIANZE - Il sistema scolastico cileno, reputato il migliore del Sudamerica, soffre di pesanti disuguaglianze: solo gli studenti che provengono da famiglie abbienti possono accedere alle offerte migliori. Gli studenti cileni pagano al sistema dell'educazione il prezzo più alto dell'area Ocse: a carico delle famiglie è il 75% della spesa contro il 40% di quanto paga una famiglia americana e il 5% di una scandinava.

RIFORMA - In una mossa a sorpresa, alla vigilia della manifestazione, il presidente cileno Sebastian Piñera ha annunciato un'iniezione di 158 milioni di dollari nell'educazione pubblica. Ma la protesta è un chiaro messaggio al governo e al ministro dell'istruzione Beyer - accusati di aver innalzato sempre più i costi e ristretto le possibilità di accesso - che gli studenti vogliono una riforma seria del sistema scolastico.

venerdì 5 aprile 2013

SCONTRI 15 OTTOBRE 2001: 18 INDAGATI. SOLIDARIETA' AI GIOVANI, LE LOTTE NON SI PROCESSANO!

Da blitzquotidiano.it

ROMA – “Devastazione e saccheggio” e “tentato omicidio”: in 18 saranno processati una seconda volta per gli scontri del 15 ottobre 2011 a Roma. Il pm Francesco Minisci ha ottenuto dal Gup Antonella Minunni la riqualificazione dei reati e la riapertura, il 27 giugno 2013, di un nuovo processo. Quasi tutti i 18 rinviati a giudizio infatti sono già stati condannati una prima volta. E una parte di loro, in quanto incensurati, hanno beneficiato della sospensione della pena con la condizionale, o sono finiti agli arresti domiciliari.

Ora invece una parte di quelli che erano già stati processati per resistenza a pubblico ufficiale vengono accusati di devastazione e saccheggio e una parte di quelli che erano già stati condannati per devastazione e saccheggio (come i 6 processati per l’assalto al blindato dei carabinieri) vengono accusato di tentato omicidio. Si tratta di reati puniti severamente dal codice penale: dagli 8 ai 15 anni per devastazione e saccheggio (reato introdotto dal fascismo, col codice Rocco del 1930, articolo 419 C.P.), dai 7 ai 12 anni per il tentato omicidio (articolo 56 C.P.). Oltre ai 18 rinviati a giudizio, ci sono altri 7 che sono stati prosciolti dal Gup.


In un’udienza lunghissima, apertasi alle 9 e chiusasi alle 19, con 12 parti civili e una trentina di avvocati difensori, il pm Minisci ha parlato di “pericolo terrorismo” e “della vergogna più grande per Roma e per l’Italia”, a proposito dei fatti del 15 ottobre. Più di un difensore ha fatto notare che il gip Amoroso ha negato la richiesta di misure di custodia cautelare: una decisione che dimostrerebbe come gli imputati non sono quei soggetti ad alta pericolosità sociale descritti dai reati gravissimi dei quali sono accusati. Alcune arringhe difensive si sono invece appellate al principio del ne bis in idem, ovvero che non si può processare due volte una persona per lo stesso fatto. Un principio che, in caso di condanna in primo grado e in appello, potrebbero far valere soprattutto in Cassazione. Il dibattimento ruoterà intorno alle foto: non essendo stato arrestato nessuno degli imputati in flagranza di reato, né fotografato a viso scoperto mentre compie un reato, tutto sarà affidato all’interpretazione del giudice.
Data la gravità dei capi d’accusa, una condanna – anche con tutte le attenuanti – implicherebbe molti anni di carcere per i 18 imputati. Il loro rinvio a giudizio è passato più o meno sotto silenzio, ma una sentenza che accolga le richieste del pm susciterebbe nuove polemiche. Come nel caso del G8 di Genova, dei fatti della Scuola Diaz, della caserma di Bolzaneto, dell’omicidio di Gabriele Sandri, di Federico Aldrovandi e nel caso di Paolo Scaroni, ancora una volta chi danneggia le cose verrebbe punito molto più severamente di chi tortura o uccide le persone.

martedì 2 aprile 2013

Cile: repressione e rabbia studentesca. Scontri e arresti

da Contropiano

Nuove mobilitazioni studentesche in Cile contro un sistema universitario che esclude la maggioranza dei giovani dall'istruzione superiore. Repressione, scontri e arresti a Santiago.


I media cileni e il governo del post-pinochetista Sebastian Piñera avevano già dato per morto il movimento studentesco che da anni protesta e manifesta per ottenere una riforma sostanziale del sistema d’istruzione probabilmente più classista ed escludente dell’intera America Latina. A giustificare l’ottimismo del premier e del suo ministro dell’istruzione, Harald Beyer, era stato il fatto che dopo alcuni mesi di pausa nelle mobilitazioni studentesche a scendere in piazza lo scorso 7 marzo erano stati poche migliaia di giovani e giovanissimi, che comunque avevano difeso il proprio diritto a manifestare di fronte ai divieti da parte delle autorità di pubblica sicurezza.
Ma a smentire le previsioni di media e governo ci hanno pensato il 28 marzo le diverse organizzazioni studentesche del paese, che hanno portato in piazza 30 mila medi e universitari solo nella capitale Santiago, accompagnati anche da molti disoccupati e precari. La manifestazione organizzata dagli studenti per sollevare il problema della necessità di una riforma della scuola è andata a coincidere con un'altra manifestazione, quella organizzata per la "Giornata della gioventù combattente" che ogni anno si svolge il 29 marzo in ricordo di due ragazzi, Eduardo e Rafael Vergara (18 e 20 anni), uccisi dai Carabineros del regime di Pinochet nel 1985. “E' la prima marcia convocata per gli studenti dell'università privata e degli istituti tecnici, che rappresentano circa il 70% degli studenti degli istituti superiori” ha raccontato ai media Manuel Erazo, uno dei portavoce dei sindacati studenteschi.
Ma come era avvenuto già poche settimane prima anche questa volta la marcha estudiantil, il cui percorso era stato autorizzato dalle autorità, è stata attaccata dai Carabineros con i lacrimogeni ed i cannoni ad acqua. Il corteo è stato così spezzato in due ma la repressione questa volta ha incontrato una resistenza forte e di massa, che ha preso la forma di barricate erette in diversi punti del centro della capitale cilena. Alla caccia al manifestante e ai pestaggi i giovani hanno risposto anche con il lancio di pietre e bottiglie, incontrando spesso la solidarietà e la protezione di molti abitanti della città che hanno offerto loro rifugio. Gli scontri e i rastrellamenti delle forze di sicurezza sono durati per diverse ore, e la giornata si è saldata con un decine di giovani – molti dei quali minorenni – fermati o arrestati.

cilescontriUn altro grande corteo ha invece sfilato nella città portuale di Valparaíso, convocata dagli studenti dell’Universidad del Mar, un ateneo privato che recentemente ha dichiarato fallimento e i cui vertici sono stati accusati di aver truffato gli studenti.

Alla repressione sofferta durante la mattinata del 28 marzo alcuni collettivi e organizzazioni studentesche più radicali hanno voluto dare una risposta forte già nella notte tra il 28 e il 29, quando alcune delle strade del centro di Santiago sono state interrotte da barricate incendiarie. L’intervento degli agenti della Polizia militare in assetto antisommossa ha provocato anche in questo caso scontri che sono durati per diverse ore. Mentre i giovani lanciavano pietre e molotov, i Carabineros tentavano di disperdere i manifestanti con gli idranti, i lacrimogeni e le micidiali pallottole di gomma. Anche in questo caso molti i ragazzi e le ragazze fermati e arrestati.