sabato 13 giugno 2009

TUTTI A L'AQUILA CONTRO IL G8!

Ancora abbiamo impressa nella testa e nel cuore la repressione delle giornate di Genova 2001.
La democrazia borghese in quei giorni si levò la maschera e mostrò la sua vera essenza fascista e dittatoriale.
Ancora non abbiamo dimenticato le manganellate e i pestaggi dello stato di polizia preparati dall’uscente governo di centro-sinistra ed eseguita ad arte dal governo Berlusconi con i suoi uomini ai posti di comando nelle stanze dei bottoni (Fini dice niente?).
Non dimentichiamo la repressione da “macelleria messicana” alla scuola Diaz contro tutti quei giovani ribelli e lavoratori aggrediti vigliaccamente dalla repressione di stato e criminalizzati montando ad arte la presenza di molotov all’interno della struttura e altri “oggetti atti ad offendere”.
Non abbiamo ancora dimenticato l’assassinio da parte di un servo dello stato del giovane compagno Carlo Giuliani, uno dei tanti giovani ribelli e proletari scesi in piazza contro un sistema che produce solo sfruttamento e miseria per le masse popolari, che devasta l’ambiente con i suoi ritmi di produzione alla rincorsa di sempre più profitto per pochi,pochissimi sul globo e che dispensa alla stragrande maggioranza della popolazione mondiale guerra e lutto.
Siamo entrati in un'altra grande crisi del capitale, crisi inevitabile che il sistema obsoleto non può non produrre, il sistema di produzione e di relazioni sociali di cui si fa promotore è ormai “contro la storia” e non rispecchia i reali bisogni dell’umanità giunta al suo grado di sviluppo.
Questo la classe dominante lo sa ma sarebbe utopistico pensare che essa si scansi gentilmente lasciando che l’umanità continui il suo corso.
Quindi il moribondo tenta di rimanere in vita iniettando dosi massicce di speculazioni, inasprimento ulteriore delle condizioni di vita delle masse e guerre di aggressione imperialiste per lo sfruttamento di risorse.
Tutto ciò principalmente in periodo di crisi inasprisce le condizioni di vita già precarie delle masse popolari e necessariamente alimenta la resistenza e la ribellione dei popoli e delle masse.
Guardiamo alle proteste contro l’aumento del costo del pane nei paesi del Maghreb, alle lotte della classe operaia che reagisce alle chiusure delle fabbriche e ai tagli salariali in USA ed Europa anche in maniera radicale (vedi i sequestri dei padroni in Francia), alle lotte studentesche in tutta Europa, alle rivolte della gioventù proletaria nelle periferie delle metropoli imperialiste in particolare quelle dei giovani greci e francesi. Il proletariato immigrato nelle nostre città diventa sempre più cosciente delle proprie condizioni e scende in piazza. Le resistenze antimperialiste di liberazione nazionale non si piegano ma si intensificano in Palestina,Irak,Afghanistan, Kurdistan,Irlanda del nord,Paesi Baschi, le Guerre Popolari dirette da partiti comunisti maoisti fanno passi avanti in India,Perù,Nepal,Filippine,Turchia/ Nord Kurdistan, si preparano a incominciare il cammino in altri paesi…
Di tutto ciò il sistema ha paura e reagisce con più guerre d’aggressione all’esterno e con più repressione all’interno.
I paesi imperialisti del g8 si riuniscono ormai permanentemente per contrastare la ribellione delle masse che avanza, cercano di elargire una parte del bottino a potenze emergenti per assicurarsene la collaborazione organizzando ora G14 ora G20 e allargando ad altri paesi la Nato,l’organizzazione di aggressione terrorista a guida USA.
A otto anni dalle giornate di lotta di Genova le potenze imperialiste tornano a riunirsi in Italia, da mesi i potenti si preparano al summit con tanti “piccoli g8” sparsi sulla penisola.
Ognuno di questi si è trasformato in momenti ulteriore militarizzazione delle città e dei territori, dell’attacco al dissenso e repressione verso popolazioni locali e manifestanti. Tra questi ricordiamo il g8 studenti di Palermo e Torino dove la combattività del movimento studentesco (vero protagonista politico contro il governo dall’autunno) ha contestato in maniera incisiva e radicale chi vorrebbe decidere sul nostro futuro, negandocelo. L’arroganza dei padroni e dei loro governi durante queste occasioni è emblematica nella scelta da parte del governo della sede dell’Aquila per il g8 finale e vero e proprio.
Il governo strumentalizza il dolore delle popolazioni colpite dal terremoto per far vedere da un lato che il potere è buono e che metterà al centro il problema degli aquilani accendendo i riflettori con il g8, dall’altro si prova a criminalizzare ancora una volta preventivamente il dissenso e la contestazione utilizzando stavolta l’elemento ulteriore della “capitale del dolore”.
Sappiamo da testimonianze di compagni e non che la realtà dei fatti all’aquila è ben diversa dalla propaganda mediatica di regime.
La situazione particolare in Abruzzo è occasione ulteriore per il sistema di far leva sulle paure della popolazione e aumentare le politiche securitarie che si traducono in ulteriore militarizzazione del territorio, limitazione di spostamento, delle libertà individuali e collettive.
Intanto invece di risolvere realmente i problemi della popolazione stipata in campi o in alberghi sul litorale si pensa a come rendere confortevole la permanenza delle delegazioni del g8 abbellendo architettonicamente la caserma della Guardia di Finanza, sede del summit, e costellando di fiori il percorso che conduce all’edificio stesso…
Tutto ciò è inaccettabile e ci riempie di indignazione, indignazione che si sta diffondendo in primo luogo tra gli abruzzesi.
Tutto ciò aumenta la necessità di costruire una grande mobilitazione per contestare il G8 all’Aquila.
Nel farlo è necessario ribaltare e smascherare la logica del governo di sfruttamento del dolore, e non cadere nella trappola.
Lo scontro contro il G8 si deve fare a L’aquila e rientra nella stessa guerra contro i potenti del mondo che ha visto altre importanti battaglie a Londra così come a Strasburgo, Palermo e Torino.
Così come tutte le battaglie che i popoli del mondo combattono contro padroni e invasori.
Facciamo appello al movimento studentesco protagonista delle ultime mobilitazioni pregne di conflittualità, ai giovani ribelli, agli antimperialisti e antifascisti, alle avanguardie operaie e dei lavoratori, ai militanti rivoluzionari comunisti e anarchici e a tutti i sinceri democratici, di contribuire con una seria riflessione alla costruzione di un movimento antagonista contro il g8 dell’aquila che da Palermo e dalla Sicilia porti il suo contributo e il suo reale sostegno di lotta a tutti i popoli del mondo e alle classi oppresse colpite dalle potenze imperialiste .
Tutti a l’Aquila contro il g8!

Red Block

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giovedì 11 giugno 2009

MINI NAJA

Un tempo il termine naja simboleggiava il servizio di leva imposto ai giovani che venivano strappati dalla loro vita dalla tenaglia del governo.
Oggi non si parla più di naja poiché il servizio di leva non è più obbligatorio bensì di mini naja, ovverosia una proposta legge formulata dal ministro della difesa I. La Russa che impegnerebbe volontariamente i giovani d’età compresa fra i 18 e i 25 anni in campi estivi d’addestramento militare ed educazione morale all’interno delle caserme.
Da quando il servizio di leva non è più obbligatorio – dice La Russa – i giovani si sono allontanati fin troppo dalle caserme e tale progetto servirebbe dunque sia a riavvicinarli sia a educarli (con l’aiuto della Gelmini e della Meloni) ai valori d’identità nazionale e amore per la patria, quei “sani” valori portati avanti dalle forze dell’ordine italiane.
E già, il ministro della difesa si riferisce proprio a quelle forze armate che massacrano gli altri popoli durante le guerre d’aggressione e attuano il vero e proprio terrorismo; si riferisce a quei servi che il governo utilizza per reprimere le ribellioni popolari utilizzando anche le armi; si riferisce a quei porci che pestano nelle caserme (ricordiamo i pestaggi a Parma dello studente ghanese Emmanuel Bonsu sol perché nero e della prostituta lasciata per terra qualche mese prima); si riferisce dunque a quegli assassini “modello” di cui il governo può vantarsene;
Ebbene le dichiarazioni di La Russa mostrano qual è il vero obbiettivo del governo:
· «riavvicinare i giovani alle caserme» ovverosia omogeneizzare più possibile i giovani e inquadrarli nel regime autoritario, nel rispetto della gerarchia e nel moderno fascismo spianandosi la strada per le sue politiche razziste, antipopolari e fasciste.
· «educare i giovani ai sani valori d’identità nazionale e amore per la patria» cioè educarli al razzismo e alla xenofobia, giustificando quelle leggi promulgate dal governo, come il pacchetto sicurezza che colpisce trasversalmente sia i cittadini italiani che gli immigrati, e giustificando gli orrori che le forze dell’ordine compiono giornalmente come suddetto.
D'altronde queste nuove leve addestrate nei campi estivi potrebbero essere “ben” sfruttate dal governo utilizzandole come manovalanza e come servi per i loro sporchi fini.
Ad esempio potrebbero utilizzarle per organizzare le cosiddette ronde, chiara espressione del moderno squadrismo legittimato, o per compiere azioni squadriste contro eventuali proteste proletarie, popolari e studentesche come già successo durante i mesi di mobilitazione del movimento studentesco, quando gli studenti, “spontaneamente” hanno lottato contro la repressione dello stato di polizia e la manovalanza fascista mandata dal governo, ed è infatti l’esempio eclatante di piazza Navona dove la polizia (su ordine chiaramente) ha lasciato i fascisti di blocco studentesco colpire con cinghie e spranghe gli studenti.
Gli stessi fascisti di blocco studentesco, mandati dal governo come servi contro gli studenti a piazza Navona, sono gli stessi che hanno accolto con entusiasmo la proposta legge di La Russa…
Il portavoce di blocco studentesco, Iannone, sostiene infatti che finalmente lo stato ricominci a fare lo stato occupandosi anche dei giovani…
D’altronde questi già organizzano i loro campi d’addestramento picchiandosi a vicenda
(come bravi frustrati!) e questi campi in caserma quindi per loro non sono altro che ulteriore trampolino di lancio fornito dal governo per addestrarsi e propagandare il fascismo.
Le dichiarazioni di Iannone sono ridicole…di certo non è questo
quello di cui i giovani hanno bisogno…
Per i giovani bisogna investire sul futuro, non lasciarli morire all’interno delle scuole a causa della fatiscenza delle strutture perchè il governo continua a tagliare fondi all’istruzione smantellando la scuola pubblica; i giovani hanno bisogno di un lavoro “sicuro” non precario e a rischio della propria vita; i giovani non hanno bisogno dei campi d’addestramento e di “educazione morale” proposti dal governo per imporre dall’alto il loro modello sociale….

I giovani contro tutto questo possono e devono RIBELLARSI!

La proposta legge di La Russa dunque è in continuità e indissolubile con le politiche securitarie, autoritarie, razziste e fasciste promulgate dal governo. E’ chiara espressione del moderno fascismo che avanza, diverso da quello degli anni ’20 perché applicato nella nostra società attuale, nascosto dalla maschera della “democrazia” che in realtà altro non è che dittatura di una minoranza alla maggioranza, o meglio ancora “dittatura della borghesia”.
Contro il governo che avanza politiche securitarie, autoritarie, razziste e moderno fasciste bisogna contrapporre tutta la rabbia popolare per rovesciarlo e avanzare “organizzati” verso il socialismo e il comunismo.

Comunicato su presidio/udienza Palumbo operaio licenziato dalla Fincantieri

Il 4 giugno, giorno della prima udienza del processo che vede contrapposti la Fincantieri di Palermo e l’operaio Salvatore Palumbo, licenziato perché denunciava le condizioni di assoluta insicurezza all’interno dei Cantieri Navali, la Rete Nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro - nodo palermitano - ha organizzato, come momento finale di una intensa campagna durata un mese, un presidio di protesta e denuncia davanti al tribunale. Sotto un sole cocente, in una delle aree d’ingresso al tribunale, striscioni che chiedono la riassunzione di Palumbo, cartelli con foto, documenti e volantini che spiegano i motivi della protesta e dimostrano le condizioni di insicurezza all’interno del Cantiere Navale di Palermo e ancora pannelli con articoli di giornali e foto delle stragi da e per lavoro da Mineo a Torino/Thyssen fino alla recentissima di Saras. Presenti in rappresentanza nazionale due compagni della Rete, Margherita Calderazzi ed Ernesto Palatrasio, un impegno preso all’assemblea nazionale del 24 gennaio a Roma, ma il presidio ha visto anche la partecipazione concreta e solidale di alcuni operai dei Cantieri Navali, compagni di lavoro di Salvatore, di lavoratrici e lavoratori della scuola, dei senza casa in lotta di Via Brigata Aosta e ancora di delegazioni di compagni e compagne rispettivamente della FdCA palermitana, del Coordinamento Anarchico di Palermo, di Lavoratori e Studenti per il comunismo, del Pdci. I compagni del Pcl, fuori città in questa occasione, ma presenti il giorno prima al sit-in fatto davanti alla Confindustria Sicilia, hanno confermato il loro sostegno all’iniziativa. Un delegato della CUB/Giustizia che si è fermato al presidio per diverso tempo informandosi e solidarizzando. E’ stata diffusa, sia in piazza che all’interno del tribunale, la lettera aperta “Riassumere Salvatore Palumbo” e un volantino di denuncia, e in un alternarsi costante di presenza tra il presidio e l’interno del tribunale per seguire l’udienza, tanti avvocati e passanti si sono fermati perché hanno voluto conoscere meglio la vicenda e hanno solidarizzato con Palumbo e la moglie, Angela, presente e attiva nella denuncia e protesta anche in questa occasione. In questi mesi di attività in particolare attorno alla vicenda Palumbo, pur nella grande difficoltà di far passare nei media le informazioni necessarie, è cresciuta la conoscenza, la solidarietà della cittadinanza e tra le realtà politiche e sociali di Palermo. Al microfono aperto si sono alternati diversi compagni che hanno ancora una volta denunciato l’arroganza della Fincantieri che pensa di poter fare il bello e il cattivo tempo licenziando con una scusa un operaio diventato scomodo (e che ha “offerto” ancora in questa occasione 40.000 euro per chiudere la vertenza); l’insensibilità dei giudici del tribunale che pretenderebbero di tener conto di questioni procedurali, peraltro contraddittori, come si vede dal comunicato stampa allegato dell’avvocato di Palumbo, Nadia Spallitta; le responsabilità dei padroni in generale e di tutti coloro che soprattutto in Sicilia si riempiono la bocca di legalità, praticamente a senso unico, e cioè quando si parla di pizzo alla mafia, per esempio, e non quando devono applicare le leggi sulla sicurezza o i contratti di lavoro in generale… I compagni della Rete Nazionale per la sicurezza nei posti di lavoro hanno spiegato i motivi che portano a licenziamenti di questo tipo inserendoli poi all’interno di una denuncia più generalizzata delle condizioni in cui si trovano gli operai e i lavoratori in tutta Italia, vedi per esempio Thyssen, Ilva di Taranto, ecc.; dei passi in avanti fatti dalla Rete che vanno nel segno della realizzazione degli impegni assunti, e cioè una battaglia fino in fondo per mettere fine alle morti e agli infortuni sul lavoro, ai licenziamenti per ritorsione di questo tipo…La volontà e la necessità che operai che lottano come Palumbo, ma non solo, vengano riassunti e l’impegno della Rete a fare la propria parte ancora su questo, il percorso di lotta che prosegue la cui prossima tappa è l’assemblea nazionale a Roma il 27 Giugno prossimo. Per quanto riguarda l’udienza: durante questa prima fase sono stati ascoltati alcuni testimoni della Fincantieri e alcuni a favore di Palumbo: dato che non si è riusciti ad ascoltarli tutti è stata fissata un’altra udienza il prossimo 23 luglio. Alleghiamo l’articolo di repubblica pubblicato il 5 giugno e il comunicato stampa dell’avvocato Nadia Spallitta Rete nazionale per la sicurezza nei posti di lavoro –
Nodo Palermitanomailto:retesicurezzalavorosicilia@gmail.com retesicurezzalavorosicilia.blogspot.com 338.3342733 - 338.7708110

ASSEMBLEA RETE NAZIONALE SUI POSTI DI LAVORO

Dopo la manifestazione nazionale di taranto del 18 aprilela rete torna a riunirsi in forme aperte a tutte le realtà e ai lavoratori esoggetti interessati che vogliano aderire , collaborare e lavorare insieme-presenti delegati e lavoratori appartenenti sia ai sindacati di base e diclasse, come a numerosi delegati e lavoratori ai sindacati confederalipresenti in oltre 40 fabbriche e circa un centinaio di posti di lavoro-familiari vittime del lavoro di 5 associazioni - organismi di lotta per lasalute in fabbrica e territorio, ispettori, tecnici prevenzionegiuristi, medici operatori, giornalisti e artisti- rappresentanti deipartiti e gruppi politici impegnati sul terreno della difesa di classecontro le morti bianche, provenienti da numerose città del nord e del sudal centro della discussione dell'assemblea la prepazione di due grandimobilitazioni per l'autunno-amianto - processi- territori verso una manifestazione nazionale atorino-casalmonferrato-sciopero generalizzato con manifestazione a roma nella prima decade didicembre contro lo smantellamento del testo unico e il nesso mortisullavoro-precarietà-crisi-contrattazione-dirittiinsieme a questi temi si torna a discutere- della battaglia sul fronte difesa sviluppo degli rls- della strutturazione territoriale della rete-varie e eventuali proposte dalle sedi e dai partecipanti
data l'importanza dell'assemblea e anche in funzione dell'organizzazione deilavoriattiviamo un nuovo indirizzo email ad hoc asssemblearetesic27giugno@gmail.com dove far pervenire adesioni, interventi e proposte che verranno messe sulla mailing list bastamortesullavoro@domeus.it per chi si voglia iscriveree comunque in redditolavoro -indymedia-e ogni altro sito o blog che voglia farli circolare senza alcuna discriminazione alcunasono sin da ora pubblicamente invitati ad essere presenti le rappresentanzesindacali del patto di base- dello slai cobas - della rete 28 aprile
rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro assemblearetesic27giugno@gmail:com

Assemblea nazionale della rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro Roma 27 giugno ore 9.30 dopolavoro ferroviario stazione termini sala Pettinelli

CONTINUA IL GENOCIDIO DEL POPOLO TAMIL

Il governo genocida dello Sri Lanka, che ha usato tutto il suopotenziale terroristico per cercare di distruggere il popolo tamil, continua conil massimo di spietato cinismo impedendo ad una nave inviata da organismidi solidarietà con il popolo Tamil di arrivare a destinazione.Una nave partita dalla Gran Bretagna il 20 aprile mentre era in corso l’attacco finale dell’esercito dello Sri Lanka alle tigri tamil, caricadi cibo, medicine e altri beni essenziali per i rifugiati e per i 300.000dispersi è stata bloccata al largo della costa di Colombo con la scusa che la nave cercherebbe di rifornire le trigri tamil di materiale logistico.I 13 uomini dell’equipaggio sono in attesa di scaricare queste 800tonnellate di aiuti, mentre l’organizzazione solidale che ha contribuito agliaiuti è preoccupata per l’integrità del cargo e la sicurezza dell’equipaggio edenuncia che la nave è stata fermata mentre si trovava in acque internazionali equindi illegalmente.

Da BBC -5 June 2009 16:47 UK

venerdì 5 giugno 2009

MAOISTI INDIANI SOLIDARIZZANO CON IL POPOLO TAMIL


Ranchi, 1 Giugno. Sei treni sono stati cancellati in Jharkhand (stato indiano ndr) lunedi dopo che il fuorilegge Partito Comunista dell’India (Maoista) ha indetto uno sciopero per protestare contro l’uccisione del loro leader Sudhakar Reddy e del capo delle Tigri di liberazione del Tamil Eelam (LTTE) Velupillai Prabhakaran.
I treni cancellati includono Garib Rath che collega Ranchi (capoluogo dello stato ndr) a Nuova Delhi. Le autorità ferroviarie hanno anche modificato il percorso di quattro treni.
La cancellazione dei treni e lo sciopero Maoista hanno colpito il normale svolgimento delle attività in Jharkhand : i passeggeri sono rimasti a piedi nelle stazioni ferroviarie e dei bus.
Il servizio ferroviario è stato colpito nella sezione CIC ( zona centrale industriale) del Jarkhand.
Gli autobus non hanno potuto fare servizio nelle aree rurali dello stato. L’autostrada nazionale ha assunto un aspetto deserto.

martedì 2 giugno 2009

CASSONETTI IN FIAMME A PALERMO : LA POLIZIA FERMA 2 GIOVANI


Dopo Napoli, anche a Palermo sta per esplodere l'emergenza rifiuti.

Una problema creato dalle stesse istituzioni a partire dall'amministrazione comunale del sindaco Cammarata, infatti ad evadere la Tarsu c'è in testa il Comune e la fondazione teatro Massimo presieduto dallo stesso Cammarata a cui si aggiungono i commissariati di polizia, le caserme dei carabinieri e la stessa Amia, l'azienda che gestisce il servizio.

Nonostante le istituziani siano diretta causa della crisi "munnizza" a Palermo il consiglio comunale nel 2006 ha varato l'aumento del 75% della tarsu a carico dei cittadini e negli ultimi giorni l'amministrazione ha proposto un ulteriore aumento del 35%-40%.

Diventa sempre più chiaro come le istituzioni siano sempre la causa dei problemi sociali lungi dal risolverli speculando sulle spalle dei lavoratori e delle masse popolari.

In questo contesto ad oggi più di 300 cassonetti sono stati bruciati in città.

Ieri 2 giovani diciassettenni del quartiere popolare Acquasanta sono stati fermati dalla polizia accusati di aver appiccato roghi ai cassonetti.

Mentre nei quartieri popolari aumenta l'esasperazione per essere sommersi da tonnellate di immondizia che aggrava ulteriormente le condizioni di vita delle masse popolari che abitano quartieri privi di servizi sociali dove la disoccupazione è alle stelle e la mafia recluta la sua manovalanza, lo stato è in grado solo di reprimere e arrestare mentre i colpevoli sono li seduti sulle loro poltrone!
Per questo è giusta la protesta dei lavoratori dell'amia che chiedono reddito e sicurezza sul posto di lavoro!

GIU' LE MANI DAI GIOVANI DEI QUARTIERI!
CACCIAMO CAMMARATA!
CONTRO LA MUNNIZZA DELLE ISTITUZIONI RIBELLARSI E' GIUSTO!