venerdì 28 gennaio 2011

Più di 8.000 tra operai e studenti a Termini Imerese!



Grande partecipazione stamattina al corteo regionale per lo sciopero generale di 8 ore indetto dalla FIOM.
Più di 8.000 operai dallo stabilimento fiat di Termini Imerese ai Cantieri navali di Palermo e Trapani, della raffineria e del petrolchimico di Milazzo, dalle acciaierie della Sicem di Messina, dalle Acciaierie del Sud di Catania, dal petrolchimico di Siracusa, dalla Metra di Ragusa e da molti altri stabilimenti operai. Le delegazioni hanno sfilato per le strade della cittadina siciliana sede dello stabilimento Fiat.

Al corteo presenti anche studenti da Palermo, Catania e altre zone siciliane che hanno portato la loro solidarietà alla classe operaia scendendo in piazza con essa.
Infatti è da mesi che il movimento studentesco ha gridato da nord a sud la volontà di scendere a fianco dei lavoratori in occasione di uno sciopero generale.

Uno sciopero generale che i sindacati di regime Cgil-Cisl-Uil-Ugl non hanno la volontà di proclamare, addirittura la Camusso nelle scorse settimane ha dichiarato che “ancora non ci sono le condizioni per proclamare lo sciopero generale”, dopo queste dichiarazioni vergognose ieri il segretario generale della Cgil è stato giustamente contestato a Bologna da 30.000 operai.

Finalmente alla prima occasione dopo il 16 ottobre in cui gli operai scendono in piazza per uno sciopero del genere, il movimento studentesco in tutto il paese ha messo in pratica ciò che ha gridato per mesi: l’unione delle lotte di operai e studenti.

Da palermo presenti sia studenti medi che universitari di diverse facoltà, da Lettere e filosofia a Scienze ad Agraria fino all’Accademia di belle arti.

Durante il percorso attaccata con uova e fumogeni la sede del sindacato di regime Uil.

Il nostro spezzone di Red Block dietro lo striscione “studenti e operai contro il fascismo padronale vogliamo lo sciopero generale” formato dagli studenti del CAIL (collettivo accademia autorganizzato in lotta) e da studenti medi e universitari con una delegazione del Circolo di proletari comunisti Palermo ha gridato per tutto il percorso slogan come “contro la crisi del capitale vogliamo lo sciopero generale”, “disoccupazione miseria e lutto, pagherete caro pagherete tutto”, morti sul lavoro non ne vogliamo più, Marchionne a testa in giù”, “Berlusconi, Bossi e Fini farete la fine di Mussolini”, “Piazzale Loreto, ci son tanti lampioni, ieri Mussolini oggi Berlusconi”, “Berlusconi porco, vieni fuori adesso, te lo facciamo noi, un bel processo”, “ se ci sono tanti disoccupati, la colpa e dei padroni e non degli immigrati”.
Abbiamo solidarizzato con le rivolte sociali in corso in Tunisia, Egitto, Albania, Yemen e Giordania.
Il corteo si è concluso in bellezza a Piazza Duomo dove tutti gli studenti palermitani delle varie facoltà e scuole hanno contestato la rappresentante della CGIL Serena Sorrentino che ha dovuto interrompere il suo intervento sotto il grido di “sciopero generale”, lo stesso slogan con il quale a Roma abbiamo interrotto l’ex segretario generale della CGIL Epifani.
Sicuramente una bella giornata di lotta che ha visto le piazze piene di lavoratori e studenti finalmente insieme in maniera significativa ma che ancora non ha raggiunto l’obiettivo di un vero sciopero generale di tutte le categorie capace di bloccare le città e la produzione così come avviene in questi giorni nei paesi arabi e in Albania.
Crediamo che la via da seguire sia quella della radicalità studentesca del 14 Dicembre a Roma dove non si è arretrati ma al contrario si è andati al contrattacco contro lo stato, i suoi servi in divisa e assediando i palazzi del potere.
Una tale radicalità sarebbe esplosiva con l’unione del movimento studentesco a quello della classe operaia in primis e dei lavoratori in generale.
Purtroppo in momenti storici come questi dove il fascismo padronale avanza e il governo Berlusconi sta ancora in piedi, in certi settori cosiddetti di movimento prevalgono scelte politiche settarie.
Ci riferiamo alla scelta miope di indire una seconda piazza distinta da quella operaia di Termini Imerese dal Cobas Confederazione.
Una scelta miope perché ha avuto il risultato di dividere la “piazza siciliana”, ma in maniera relativa in quanto a fronte degli 8000 di Termini Imerese a Palermo sono scesi in piazza circa 100 manifestanti quasi tutti iscritti cobas del pubblico impiego, pochi studenti medi e pochissimi universitari.

Red Block
Palermo 28/01/2011

giovedì 27 gennaio 2011

COMUNICATO C.P. EXPERIA SULLO SCIOPERO DEL 28 GENNAIO

UN COMUNICATO CHE CONDIVIDIAMO NELLA SOSTANZA:

Sullo sciopero metalmeccanici e il corteo di venerdì 28 gennaio in Sicilia.

In merito alla mobilitazione indetta per giorno 28, il C.P. Experia di Catania pur condividendo le posizioni della confederazione Cobas siciliana parteciperà al corteo indetto dalla FIOM a Termini Imerese.
Il C.P. Experia sceglie di restare al fianco degli operai Fiat di Termini, unico stabilimento di cui la Fiat e Marchionne hanno sancito la chiusura.
Il C.P. Experia sceglie di manifestare insieme agli operai e allo loro famiglie mantenendo le distanze politiche da organizzazioni partitiche e sindacali che hanno appoggiato e sostenuto le politiche liberiste e affamatrici del capitalismo italiano (PD e CGIL) e che negli ultimi 20 anni hanno visto smantellare diritti e opportunità di lavoro a discapito della precarietà e a salvaguardia degli interessi padronali e dei profitti aziendali.
Pensiamo infine che in questo periodo di crisi e di attacco feroce alle nostre condizioni di vita, sia poco costruttivo frapporre distanze politiche attraverso scelte settarie e non unitarie.
Centro Popolare Experia Catania
http://www.senzapadroni.org/
25 gennaio 2011

lunedì 24 gennaio 2011

Studenti e operai uniti nella lotta!


Non è uno slogan vuoto o legato al passato e ormai obsoleto…
Anche oggi assistiamo agli attacchi padronali ai diritti dei lavoratori e in primis alla classe operaia, all’attacco all’istruzione ovvero all’ingerenza sempre più insopportabile di Confindustria, stato e chiesa cattolica nelle nostre scuole e facoltà.
Per questo diventa una necessità l’unione delle lotte tra studenti e operai, un’unione che fa paura ai governanti per diversi motivi: gli studenti e i giovani in generale rappresentano il futuro, un futuro che vorrebbero annullare ma a cui gli studenti non vogliono rinunciare e ne hanno dato prova in questi mesi di mobilitazione mettendo in seria difficoltà il potere fino alla grande battaglia del 14 Dicembre a Roma dove decine di picchiatori in divisa se la sono data a gambe ed i palazzi del potere, con i loro parassiti dentro, sono stati assediati.
Padron Marchionne ricatta gli operai Fiat ma in realtà tutta la classe operaia e i lavoratori mettendo in discussione i diritti fondamentali, come quello di sciopero, conquistati decenni fa con le lotte.
Questo vero e proprio fascismo padronale basato sul ricatto, dove o si accetta l’accordo imposto da Marchionne o si minaccia la chiusura degli stabilimenti mandando a casa migliaia di operai e rispettive famiglie deve essere contrastato.
Davanti a tutto questo la CGIL della Camusso ritiene che ancora non ci siano le condizioni per uno sciopero generale!!!
Abbiamo gridato a gran voce “sciopero generale” il 16 ottobre a Roma durante la manifestazione dei metalmeccanici FIOM interrompendo più volte l’ex segretario della CGIL Epifani.

Come studenti che non hanno futuro vogliamo lo sciopero generale perché accettiamo la sfida di padroni e governo, così come i nostri coetanei in Grecia, Regno Unito, Tunisia, Algeria, Albania ecc che già hanno iniziato a farsi sentire con i fatti, nelle piazze contro i “loro governi” e contro lo stesso sistema mondiale che provoca tutta questa miseria: il capitalismo!
Come giovani rivoluzionari agiamo nei fatti e non a parole affinchè “studenti e operai uniti nella lotta” non rimanga uno slogan inflazionato ma lavoriamo perché diventi nei fatti una alleanza rivoluzionaria capace di cambiare realmente la vita di milioni di giovani e lavoratori!

Finalmente la FIOM si è decisa a proclamare lo sciopero generale di 8 ore per gli operai metalmeccanici, aderiamo e partecipiamo in massa!
In Sicilia la manifestazione operaia sarà giustamente a Termini Imerese dove da anni gli operai subiscono il ricatto di chiusura dello stabilimento ancor prima di quello di Pomigliano e di Mirafiori.
Se gli operai si mobilitano in massa come hanno dato prova nel 2001 a Termini Imerese non è scontato che lo stabilimento venga chiuso!
Per questo è giusto manifestare a Termini Imerese Venerdi 28 Gennaio!

Dopo il grande no operaio prima al referendum/ricatto a Pomigliano e ora a quello di Mirafiori, scendiamo in piazza realmente al fianco degli operai fondendo la nostra lotta con la loro, scambiandoci esperienze in piazza e solidarietà reale e di classe!

Concentramento ore 9:30 Piazza della Vittoria (Termini bassa)
Partenza pullman ore 8:30 dalla stazione metropolitana Orleans ingresso università viale delle scienze.

Per info: 3498113576 ; redblock@alice.it
www.redblock-it.blogspot.com

domenica 16 gennaio 2011

DA PALERMO SOLIDARIETA' ALLA RIVOLTA NEL MAGHREB!


Sabato 15 Dicembre alle 16:00 si è svolta a Palermo una manifestazione a sostegno dei popoli del Maghreb, in particolare quello tunisino, che nelle ultime settimane sono in rivolta contro i loro regimi per conquistarsi diritti fondamentali come pane e lavoro.
Il corteo di circa 300 manifestanti formato in buona parte da immigrati arabi, ha sfilato per le vie del centro storico passando davanti la prefettura e fermandosi per qualche minuto davanti l'ambasciata tunisina , dove la mattina in orario d'ufficio vi era stato un sit-in, per poi proseguire e terminare da dove era partita: a Piazza Castelnuovo.
Presenti al corteo anche studenti medi, studenti universitari e lavoratori.
Tra gli slogan lanciati dal corteo spiccava "Ben Alì assassino!".
Il nostro spezzone formato da studenti medi e universitari di Red Block nonchè da una rappresentanza del Collettivo Autorganizzato Accademia in Lotta che sono freschi freschi di occupazione durata più di un mese e conclusasi con l'occupazione di un'auletta. Presenti nello spezzone anche lavoratori appartenenti al circolo di proletari comunisti. Lo spezzone ha lanciato anche altri slogan quali "Il proletariato non ha nazione, internazionalismo, rivoluzione!", "Maghreb, Italia, "Palestina polizia fascista, polizia assassina"," la guerra imperialista si può fermare solo se avanza la Guerra Popolare!".
Arrivati in Piazza Castelnuovo è iniziata un'assemblea pubblica dove molti immigrati hanno preso parola riferendo anche notizie su ciò che sta accadendo in queste ore in Tunisia ricevute da familiari e amici.




sabato 15 gennaio 2011

Solidarietà con le rivolte per il pane e il lavoro in Algeria e Tunisia


Proletari comunisti esprime il massimo sostegno alle masse proletarie e popolari di Algeria e Tunisia che sono in rivolta per il pane e il lavoro contro i regimi reazionari, asserviti alla borghesia algerina e all'imperialismo francese ed occidentale in genere.La polizia e l'esercito sparano e uccidono a Tunisi e Algeri, ma la rivolta non si arresta!
La rivolta proletaria e popolare che da giorni si sviluppa in Tunisia ed Algeria con la larga partecipazione di giovani studenti e lavoratori rappresenta un forte segnale di riscossa contro i regimi di questi paesi asserviti e complici dell’imperialismo in primis quello francese e italiano.
In questi paesi la borghesia locale al potere fa affari con le borghesie imperialiste svendendo le risorse nazionali come il petrolio mentre il popolo vive nella miseria, in Tunisia il 70% della popolazione è formata da giovani di cui il 30% è disoccupata. A tutto questo si aggiunge l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità come pane e olio che rende veramente difficile la sopravvivenza della popolazione.
In queste condizioni l’unica alternativa per i giovani maghrebini dovrebbe essere quella di lasciare il loro paese in cerca di fortuna, ma per dove?
I giovani maghrebini che giungono in Italia o in altri paesi dell’UE trovano ad “accoglierli” leggi razziste, vengono rinchiusi in centri di detenzione e veri e propri lager chiamati CIE con la sola colpa di essere “clandestini”. Alcuni giovani intervistati in questi giorni hanno dichiarato che dopo aver studiato ed essersi laureati in Tunisia preferiscono rimanere nel proprio paese che non da loro un futuro piuttosto che intraprendere un viaggio con il rischio di morire in mare o di essere imprigionati per niente o finire a fare il lavavetri nelle nostre città.
Dopo le rivolte dei giovani nel cuore dell’Europa imperialista da Atene a Londra, da Parigi a Roma adesso anche i giovani del Maghreb sfidano a testa alta lo stato per chiedere i loro diritti basilari come lavoro e pane.

Tutto è incominciato quando al giovane Mohamed Bouazizi di 26 anni laureato ma venditore ambulante, la polizia ha sequestrato il suo carretto con la merce, la scelta estrema è stata quella di cospargersi di benzina e darsi fuoco.
Quello che viene in mente è parallelismo con Norman Zarcone, giovane palermitano plurilaureato che è arrivato alla stessa scelta estrema, buttandosi nel vuoto dalla facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo, dopo essersi reso conto che nonostante avesse tutte le carte in regola questo sistema non gli avrebbe garantito un futuro dignitoso.
Davanti a tutto questo scempio sociale prodotto dal sistema capitalista, la rivolta dei giovani maghrebini è giusta e sacrosanta.
Il presidente tunisino Zine al-Abidine Ben Ali ha ordinato la chiusura di scuole e università e ha definito i giovani ribelli “terroristi”. Terroristi sono i governi della borghesia che impongono al popolo una vita di stenti e che hanno ordinato ai loro servi in divisa di sparare sulla folla, solo in Tunisia ci sono stati quasi 100 morti, il governo locale ha censurato tutto ciò parlando di 20 morti e dichiarando che la polizia ha sparato per legittima difesa. Sappiamo dai media indipendenti e dai blog locali che sono tutte falsità!
Anche in Algeria dal 5 gennaio è scoppiata la rivolta per gli stessi motivi e anche li la risposta del governo è stata analoga a quella del governo tunisino.

La nostra solidarietà verso questa rivolta deve necessariamente avere come obiettivo principale della nostra lotta il governo Berlusconi, fedele alleato di questi regimi in quanto partner economico. In questo le dichiarazioni del Ministro degli Esteri Frattini sono andate ben oltre le ipocrite dichiarazioni dei funzionari U.S.A. che hanno condannato formalmente la repressione e le violenze come se fossero sullo stesso piano. Frattini ha dato pieno appoggio al regime tunisino dichiarando di: "condannare senza se e senza ma ogni forma di violenza contro civili innocenti, ma anche di sostenere un governo come la Tunisia che ha pagato un prezzo di sangue per il terrorismo: noi siamo sempre dalla parte della lotta al terrorismo".

Davanti alla censura e alle falsità dei media italiani è necessario estendere l’informazione e la solidarietà su questa questione tra gli studenti, gli operai e i lavoratori perché si prenda coscienza che qui come in Tunisia per far si che non si paghi la crisi dei padroni ci vogliono decine e centinaia di queste rivolte che rappresentano un primo passo verso la rivoluzione politica e sociale per mettere fine a questo barbaro sistema basato sul profitto dell’uomo sull’uomo.

Circolo proletari comunisti Palermo Red Block