giovedì 11 giugno 2009

Comunicato su presidio/udienza Palumbo operaio licenziato dalla Fincantieri

Il 4 giugno, giorno della prima udienza del processo che vede contrapposti la Fincantieri di Palermo e l’operaio Salvatore Palumbo, licenziato perché denunciava le condizioni di assoluta insicurezza all’interno dei Cantieri Navali, la Rete Nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro - nodo palermitano - ha organizzato, come momento finale di una intensa campagna durata un mese, un presidio di protesta e denuncia davanti al tribunale. Sotto un sole cocente, in una delle aree d’ingresso al tribunale, striscioni che chiedono la riassunzione di Palumbo, cartelli con foto, documenti e volantini che spiegano i motivi della protesta e dimostrano le condizioni di insicurezza all’interno del Cantiere Navale di Palermo e ancora pannelli con articoli di giornali e foto delle stragi da e per lavoro da Mineo a Torino/Thyssen fino alla recentissima di Saras. Presenti in rappresentanza nazionale due compagni della Rete, Margherita Calderazzi ed Ernesto Palatrasio, un impegno preso all’assemblea nazionale del 24 gennaio a Roma, ma il presidio ha visto anche la partecipazione concreta e solidale di alcuni operai dei Cantieri Navali, compagni di lavoro di Salvatore, di lavoratrici e lavoratori della scuola, dei senza casa in lotta di Via Brigata Aosta e ancora di delegazioni di compagni e compagne rispettivamente della FdCA palermitana, del Coordinamento Anarchico di Palermo, di Lavoratori e Studenti per il comunismo, del Pdci. I compagni del Pcl, fuori città in questa occasione, ma presenti il giorno prima al sit-in fatto davanti alla Confindustria Sicilia, hanno confermato il loro sostegno all’iniziativa. Un delegato della CUB/Giustizia che si è fermato al presidio per diverso tempo informandosi e solidarizzando. E’ stata diffusa, sia in piazza che all’interno del tribunale, la lettera aperta “Riassumere Salvatore Palumbo” e un volantino di denuncia, e in un alternarsi costante di presenza tra il presidio e l’interno del tribunale per seguire l’udienza, tanti avvocati e passanti si sono fermati perché hanno voluto conoscere meglio la vicenda e hanno solidarizzato con Palumbo e la moglie, Angela, presente e attiva nella denuncia e protesta anche in questa occasione. In questi mesi di attività in particolare attorno alla vicenda Palumbo, pur nella grande difficoltà di far passare nei media le informazioni necessarie, è cresciuta la conoscenza, la solidarietà della cittadinanza e tra le realtà politiche e sociali di Palermo. Al microfono aperto si sono alternati diversi compagni che hanno ancora una volta denunciato l’arroganza della Fincantieri che pensa di poter fare il bello e il cattivo tempo licenziando con una scusa un operaio diventato scomodo (e che ha “offerto” ancora in questa occasione 40.000 euro per chiudere la vertenza); l’insensibilità dei giudici del tribunale che pretenderebbero di tener conto di questioni procedurali, peraltro contraddittori, come si vede dal comunicato stampa allegato dell’avvocato di Palumbo, Nadia Spallitta; le responsabilità dei padroni in generale e di tutti coloro che soprattutto in Sicilia si riempiono la bocca di legalità, praticamente a senso unico, e cioè quando si parla di pizzo alla mafia, per esempio, e non quando devono applicare le leggi sulla sicurezza o i contratti di lavoro in generale… I compagni della Rete Nazionale per la sicurezza nei posti di lavoro hanno spiegato i motivi che portano a licenziamenti di questo tipo inserendoli poi all’interno di una denuncia più generalizzata delle condizioni in cui si trovano gli operai e i lavoratori in tutta Italia, vedi per esempio Thyssen, Ilva di Taranto, ecc.; dei passi in avanti fatti dalla Rete che vanno nel segno della realizzazione degli impegni assunti, e cioè una battaglia fino in fondo per mettere fine alle morti e agli infortuni sul lavoro, ai licenziamenti per ritorsione di questo tipo…La volontà e la necessità che operai che lottano come Palumbo, ma non solo, vengano riassunti e l’impegno della Rete a fare la propria parte ancora su questo, il percorso di lotta che prosegue la cui prossima tappa è l’assemblea nazionale a Roma il 27 Giugno prossimo. Per quanto riguarda l’udienza: durante questa prima fase sono stati ascoltati alcuni testimoni della Fincantieri e alcuni a favore di Palumbo: dato che non si è riusciti ad ascoltarli tutti è stata fissata un’altra udienza il prossimo 23 luglio. Alleghiamo l’articolo di repubblica pubblicato il 5 giugno e il comunicato stampa dell’avvocato Nadia Spallitta Rete nazionale per la sicurezza nei posti di lavoro –
Nodo Palermitanomailto:retesicurezzalavorosicilia@gmail.com retesicurezzalavorosicilia.blogspot.com 338.3342733 - 338.7708110

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