mercoledì 22 giugno 2016

50° Anniversario della GRCP - RIUNIONE CON I SEGRETARI PROVINCIALI E CON I MEMBRI DEL GRUPPO DEL COMITATO CENTRALE PER LA RIVOLUZIONE CULTURALE: SECONDO DISCORSO (21 luglio 1966)


Siamo stati riuniti due giorni per discutere della grande Rivoluzione culturale e principalmente dell’abolizione dei gruppi di lavoro e del cambiamento della politica nei loro confronti. L’altro ieri abbiamo esaminato l’incompetenza dei gruppi di lavoro. Il vecchio comitato municipale del partito era marcio, il Dipartimento centrale di propaganda era marcio, il Ministero della cultura era marcio e il Ministero dell’istruzione superiore era anch’esso marcio. Il Quotidiano del Popolo non era soddisfacente. Il 1° giugno, quando fu presa la decisione di rendere pubblici i manifesti a grandi caratteri, la nostra idea era che questa fosse l’unica soluzione possibile e che la grande Rivoluzione culturale dovesse fare assegnamento su di essi. Su cos’altro potevamo contare? Voi ve ne andaste senza aver compreso nulla della situazione. Per due mesi non l’avete capita; ma voi non la capirete né in sei mesi né in un anno. Prendete per esempio Chien Po-tsan. Egli ha scritto così tanti libri. Siete in grado di leggerli tutti? Siete in grado di criticarli? Essi, i rivoluzionari, sono gli unici che comprendono la situazione. Neppure io posso fare molto per aiutarvi. Noi dobbiamo contare sugli insegnanti e sugli studenti rivoluzionari. Ora, la prima cosa è la paura, la paura di combinare guai. Ebbene, le scuole hanno sospeso l’attività didattica, ma le loro mense continuano a fornire pasti. I pasti danno agli studenti energia e l’energia produce disordini. Che cosa dovrebbero fare, se non combinare guai? Noi possiamo contare solamente su di loro per continuare.
Ma se essi devono proseguire come stanno facendo ora, così tranquillamente come negli ultimi due mesi, quanti altri mesi e anni occorreranno? Ieri dicevamo che bisogna cambiare la linea politica nei riguardi dei gruppi di lavoro. Che cosa stanno facendo i gruppi di lavoro? Sono un ostacolo e sono incapaci di lottare e di riformare. Io non posso farci nulla. Ora, non vi è altro rimedio che la rivoluzione: lottare contro gli elementi cattivi e riorientare la nostra ideologia. La grande Rivoluzione culturale consiste nel ripudio delle “autorità” ideologiche capitaliste. Quanto si è dovuto lottare contro Lu Ping? E quanto contro Li Ta? Chien Po-tsan ha scritto un mucchio di libri. Potete voi rovesciarlo? Ma le masse si uniscono e lo definiscono “una raffica di vento cattivo in un piccolo tempio e un mucchio di tartarughe in uno stagno poco profondo”. Esse hanno avuto ragione di lui. Avreste potuto farlo voi? Io no; le province no. Quanto alla riforma dell’insegnamento e dello studio, io non ne so nulla. L’unico modo è quello di fare affidamento sulle masse e quindi centralizzare il problema. Trasformare i gruppi di lavoro in gruppi di collegamento o in gruppi consultivi. Voi dite che i gruppi consultivi sarebbero troppo potenti. Ebbene, allora chiamiamoli gruppi di collegamento. Da circa un mese essi hanno ostacolato la rivoluzione; di fatto hanno aiutato la controrivoluzione. Alcuni di loro si limitano a stare a guardare “le tigri che lottano”, gli studenti che lottano contro gli studenti. L’Università delle comunicazioni di Sian controlla le telefonate, i telegrammi e l’invio di gente a Pechino. Occorre che sui documenti sia scritto: “telefonata approvata”, “telegramma approvato” o “invio al Centro della tale persona approvato”. Queste cose si erano già dette al momento di costituire il partito. Gli uffici del Quotidiano nuova Cina di Nanchino sono presi d’assedio. Io penso che non ci sia niente di male se essi vengono assediati per tre giorni e se per tre giorni si resta senza quel giornale. Se non vi rivoltate, vi troverete la rivoluzione sulla porta di casa! Perché non dovrebbe essere permesso di assediare gli uffici dei comitati provinciali o municipali del partito, delle redazioni dei giornali e del Consiglio di Stato? Quando vengono delle brave persone, voi vi rifiutate di vederle. Bene, in tal caso le vedrò io. In vece vostra, mandate a incontrarli dei pesci piccoli. Ma io le riceverò. In una parola, siete terrorizzati. Terrorizzati dalla rivoluzione, dall’uso delle armi. Nessuno è disposto ad andare ai livelli inferiori, a recarsi nei luoghi dei disordini, a usare i propri occhi. Li Hsueh-feng e Wu Teh, voi non andate a vedere; voi vi preoccupate quotidianamente degli affari di routine. Voi non avete nessuna reale comprensione. Come potete dirigere qualcosa? Io ritengo che i tre dibattiti tenutisi all’università di Nanchino siano buoni. Tutti quelli che sono presenti a questa conferenza dovrebbero recarsi nei luoghi dei disordini. Alcune persone hanno paura di aprire bocca. Quando vi si chiede di parlare, dite qualcosa come: “Siamo venuti per imparare, per appoggiare la vostra rivoluzione”. Quando vi si chiede di andare nei luoghi dei disordini andateci immediatamente e poi ritornateci. Quelli che voi chiamate insegnanti e studenti rivoluzionari sono davvero perfetti. Voi, invece, in uno o due mesi di lavoro non avete acquisito un’oncia di reale comprensione. Quando andrete, sarete assediati. Prendete il caso di quando sono state picchiate delle persone al Collegio pedagogico di Pechino e alla Scuola di radiotrasmissioni. Alcune persone hanno il terrore di essere malmenate e così chiamano i gruppi di lavoro per farsi proteggere. Quando viene picchiata, la sinistra si rafforza. Insomma, i gruppi di lavoro non possono né lottare né riformare, né in sei mesi né in un anno. Le sole persone che possono farlo sono coloro che lavorano nelle organizzazioni in questione. La lotta è distruzione e la riforma è costruzione. Nuovi testi possono essere compilati in sei mesi. Ritengo che debbano essere semplificati e che occorra eliminare gli errori. Non vi sarà forse tempo per aggiungere materiale nuovo, tranne gli editoriali e le direttive provenienti dal Centro. [Qualcuno suggerisce che vengano aggiunte le opere del Presidente]. Ma si tratta di indicazioni di una corretta direzione, non dogmi. Per esempio, quale libro vi dice come affrontare la questione della gente malmenata alla Scuola di radiotrasmissioni? Quale generale legge e contemporaneamente dirige una guerra? A questo punto, noi dobbiamo capovolgere l’orientamento generale. I comitati della Rivoluzione culturale devono avere una sinistra, un centro e una 77 destra. Sì, vi devono essere alcuni elementi di destra. Per esempio, Chien Po-tsan può essere usato sia dalla destra che dalla sinistra. Egli è un dizionario ambulante. Non aiutate la destra a unirsi. Seguite l’esempio della Compagnia libraria Chunghua e istituite classi di addestramento. I dizionari ambulanti, se non sono fortemente odiati dalle masse, dovrebbero essere inseriti nei comitati della Rivoluzione culturale. Le conferenze dei rappresentanti e i comitati rivoluzionari devono avere un’opposizione. Questo, peraltro, non si applica al Comitato permanente dell’Ufficio politico. Oltre a te, Li Hsueh-feng, il comitato municipale del partito non deve essere composto da troppe persone. Se ve ne sono troppe, esse si “rivolteranno”, faranno telefonate e manderanno relazioni e tabelle. Io ho solo una persona ed è più che sufficiente. Attualmente, ogni ministro ha un segretario o dei segretari. Bisogna sbarazzarsene. Io non ne avevo nessuno quando ero a Yenan. Il comitato municipale del partito può avere un addetto al disbrigo della corrispondenza; non vi è alcun bisogno di un segretario. Andate a fare un po’ di lavoro manuale. Alcuni ministeri del Consiglio di Stato possono essere ridotti a sezioni. Noi non abbiamo mai avuto organizzazioni eccessivamente grandi. Sembra che la gente non pensi. In primo luogo, i corsi sono chiusi; in secondo luogo, le mense continuano a servire pasti e in terzo luogo cominciano i disordini. Creare disordini è rivoluzione. Dopo che i gruppi di lavoro sono apparsi sulla scena, alcuni volevano una restaurazione dello status quo ante. Che importa? Alcuni dei nostri ministri sono davvero persone affidabili? Chi controlla alcuni nostri ministeri e giornali? Quattro giorni dopo il mio arrivo a Pechino, ero ancora propenso a conservare lo stato di cose esistente. Alcuni gruppi di lavoro sono un ostacolo per il movimento, per esempio quelli dell’università Chinghua e dell’università di Pechino. Bisogna scriverlo nei documenti: i controrivoluzionari sono solo coloro che appiccano incendi e spargono il veleno. Non arrestate coloro che affiggono manifesti a grandi caratteri o scrivono slogan reazionari. Alcuni di loro scrivono: “Appoggiamo il Centro del partito; abbasso Mao Tse-tung!”. Perché arrestare questa gente? Essa appoggia ancora il Centro del partito! La controrivoluzione deve restare perché possa essere usata in futuro. Lottate contro coloro le cui manifestazioni sono cattive, ma non picchiateli! Lasciateli “fiorire e contendere“! Non abbiate paura di alcuni manifesti a grandi caratteri o di slogan reazionari.


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