domenica 12 giugno 2016

50° Anniversario dell GRCP - INNALZIAMO LA GRANDE BANDIERA ROSSA DEL PENSIERO DI MAO TSE-TUNG; PARTECIPIAMO ATTIVAMENTE ALLA GRANDE RIVOLUZIONE CULTURALE SOCIALISTA (18 aprile 1966) -- 6° Parte


Praticare il centralismo democratico, applicare la linea di massa

Tutti i responsabili del lavoro letterario e artistico, come pure gli artisti e gli scrittori, devono mettere in pratica il centralismo democratico, devono vegliare affinché “tutti abbiano da dire la loro” e si devono opporre a coloro che affermano “è valido per tutti quanto io ho detto”. Noi dobbiamo applicare la linea di massa e continuare a dare la priorità alla politica. Un tempo, gli scrittori scrivevano un libro e, restando sordi alle critiche delle masse, costringevano la direzione ad approvare. Questo modo di agire non è assolutamente giusto. I quadri responsabili della letteratura e dell’arte devono sempre ricordarsi dei due seguenti punti relativi alla creazione letteraria e artistica: primo, essi devono ascoltare le opinioni delle masse; secondo, devono analizzare queste opinioni, accettare quelle giuste e respingere quelle che sono errate. Non esistono opere artistiche e letterarie perfette, ma se una è fondamentalmente buona, noi dobbiamo mettere in luce le sue imperfezioni e i suoi punti errati, affinché possano essere corretti. Le opere cattive non devono essere nascoste, ma rese note per essere sottoposte al giudizio delle masse. Non dobbiamo temere il giudizio delle masse, ma avere piena fiducia in loro poiché esse possono darci dei consigli molto preziosi. Ciò aiuterà coloro le cui idee sono confuse ad accrescere la loro capacità di comprensione.

Incoraggiare una critica di massa, rivoluzionaria e militante della letteratura e dell’arte

Dobbiamo incoraggiare la critica di massa, rivoluzionaria e militante della letteratura e dell’arte, dobbiamo spezzare il monopolio della critica della letteratura e dell’arte detenuto da quegli “specialisti” che seguono una linea errata e si dimostrano incoerenti. Dobbiamo porre l’arma della critica della letteratura e dell’arte nelle mani delle masse degli operai, dei contadini e dei soldati; dobbiamo unire le critiche provenienti dai critici di professione alle critiche provenienti dalle masse. Dobbiamo rafforzare il carattere combattivo di questa critica e combattere l’encomio volgare privo di principi. Dobbiamo riformare il nostro stile letterario, incoraggiare la redazione di articoli brevi e leggibili, fare della nostra critica letteraria e artistica un’arma quale il pugnale o la bomba a mano, imparando a usarla abilmente in una lotta “corpo a corpo”. Naturalmente dobbiamo scrivere al tempo stesso degli articoli sistematici, più lunghi e di un livello teorico più alto. Dobbiamo presentare gli avvenimenti e dire le nostre ragioni, non impaurire il lettore ricorrendo a un linguaggio tecnico. Ecco l’unico mezzo per disarmare la cosiddetta “critica letteraria e artistica”. Le critiche devono appoggiare calorosamente le opere buone mettendo in luce in maniera benevola le loro deficienze, mentre deve essere fatta una critica basata sui principi delle opere cattive. Nel campo teorico le opinioni sbagliate sulla letteratura e l’arte che sono molto tipiche devono essere completamente e sistematicamente criticate. Non dobbiamo temere di essere rimproverati per avere “brandito il bastone”. Quando ci si accusa di rozzezza e di semplicismo, dobbiamo compiere la nostra analisi. Alcune nostre critiche, fondamentalmente giuste, non sono abbastanza convincenti, poiché l’analisi e le prove portate sono insufficienti. Questo deve essere corretto. Alcuni che cominciano con l’accusarci di rozzezza e di semplicismo, abbandonano la loro accusa quando arrivano a una maggiore comprensione. Dobbiamo mantenere una critica artistica e letteraria costante, poiché si tratta di un metodo importante per condurre la lotta nel campo letterario e artistico e di un mezzo valido per il partito nella direzione della letteratura e dell’arte. Senza una critica letteraria e artistica giuste, non possiamo mantenere una linea giusta nella letteratura e nell’arte, né creare una grande varietà di opere di qualità.


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