Liberare il pensiero, superare la superstizione
Durante la Rivoluzione culturale socialista bisogna distruggere e bisogna costruire.
Senza radicale distruzione non può esserci vera costruzione. Per portare avanti la
Rivoluzione culturale socialista e per creare una letteratura e un’arte socialiste nuove
dobbiamo liberare il nostro pensiero e superare ogni credenza acritica.
Innalziamo la grande bandiera rossa del pensiero di Mao Tse-tung . Dobbiamo superare la nostra ammirazione acritica per quella che viene indicata
come “la letteratura e l’arte degli anni ’30”. In quell’epoca il movimento letterario
e artistico di sinistra seguiva la linea opportunista “di sinistra” di Wang Ming in
politica; la sua organizzazione era esclusivista e settaria; la sua teoria della
letteratura e dell’arte era praticamente quella dei critici letterari democratici
borghesi della Russia zarista come Belinsky11, Chernyshevskij12, Dobrolyubov13,
le cui idee non erano marxiste, bensì borghesi. La rivoluzione democraticoborghese
è una rivoluzione nella quale una classe sfruttatrice si oppone a un’altra.
Soltanto la rivoluzione socialista del proletariato è la rivoluzione che finalmente
distrugge tutte le classi sfruttatrici. Noi non dobbiamo dunque assumere le idee
di un rivoluzionario borghese qualsiasi come principio guida dei nostri movimenti
ideologici o letterari e artistici proletari. Ci furono anche delle opere letterarie e
artistiche buone negli anni ’30, quelle del movimento letterario e artistico militante
dell’ala sinistra diretta da Lu Hsun. Ma verso la fine degli anni ’30, alcuni dirigenti
dell’ala sinistra, influenzati dalla linea capitolazionista di destra di Wang Ming,
abbandonarono il punto di vista di classe del marxismo-leninismo e presentarono
lo slogan di una “letteratura di difesa nazionale”.
Si trattava di parole d’ordine borghesi. Fu Lu Hsun a coniare la parola d’ordine
proletaria “letteratura popolare della guerra rivoluzionaria nazionale”. Alcuni
scrittori e artisti di sinistra, specialmente Lu Hsun, indicarono anche che l’arte e
la letteratura dovevano essere al servizio degli operai e dei contadini e che questi
ultimi dovevano creare una letteratura e un’arte ad essi appropriate. Tuttavia non
venne trovata alcuna soluzione sistematica per il problema fondamentale, come
integrare gli operai, i contadini e i soldati nella letteratura e nell’arte, poiché la
grande maggioranza di questi uomini erano discepoli della democrazia e del
nazionalismo borghesi. Alcuni non ressero alla prova della rivoluzione democratica
mentre altri non riuscirono a compiere il passaggio alla rivoluzione socialista.
Noi dobbiamo superare la venerazione cieca per la letteratura classica cinese e
straniera. L’arte e la letteratura classiche della Cina e dell’Europa (compresa la Russia)
hanno esercitato un’influenza considerevole sui circoli letterari e artistici del nostro
paese e certuni le considerano come modelli e le accettano in pieno. Ma il presidente
Mao ci ha insegnato che “la trasposizione e l’imitazione, senza la minima critica, delle
opere antiche e straniere, corrisponde al dogmatismo più sterile e più nocivo nella
letteratura e nell’arte”. Le opere antiche e straniere devono essere studiate anch’esse
e rifiutare di farlo sarebbe sbagliato; tuttavia lo dobbiamo fare criticamente, in modo
che l’antico serva il nuovo e lo straniero il nazionale.
Per quanto concerne le opere letterarie e artistiche rivoluzionarie sovietiche
relativamente buone apparse dopo la Rivoluzione d’Ottobre, anch’esse devono
essere analizzate e non ciecamente venerate né, ancora meno, servilmente imitate.
L’imitazione cieca non può mai trasformarsi in arte. La letteratura e l’arte possono
venir fuori soltanto dalla vita, loro unica sorgente. Tutta la storia dell’arte e della
letteratura, dei tempi antichi o moderni, della Cina e dell’estero, lo dimostra.
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