mercoledì 8 giugno 2016

50° Anniversario dell GRCP - INNALZIAMO LA GRANDE BANDIERA ROSSA DEL PENSIERO DI MAO TSE-TUNG; PARTECIPIAMO ATTIVAMENTE ALLA GRANDE RIVOLUZIONE CULTURALE SOCIALISTA (18 aprile 1966) -- 5° Parte


Liberare il pensiero, superare la superstizione

Durante la Rivoluzione culturale socialista bisogna distruggere e bisogna costruire. Senza radicale distruzione non può esserci vera costruzione. Per portare avanti la Rivoluzione culturale socialista e per creare una letteratura e un’arte socialiste nuove dobbiamo liberare il nostro pensiero e superare ogni credenza acritica. Innalziamo la grande bandiera rossa del pensiero di Mao Tse-tung . Dobbiamo superare la nostra ammirazione acritica per quella che viene indicata come “la letteratura e l’arte degli anni ’30”. In quell’epoca il movimento letterario e artistico di sinistra seguiva la linea opportunista “di sinistra” di Wang Ming in politica; la sua organizzazione era esclusivista e settaria; la sua teoria della letteratura e dell’arte era praticamente quella dei critici letterari democratici borghesi della Russia zarista come Belinsky11, Chernyshevskij12, Dobrolyubov13, le cui idee non erano marxiste, bensì borghesi. La rivoluzione democraticoborghese è una rivoluzione nella quale una classe sfruttatrice si oppone a un’altra. Soltanto la rivoluzione socialista del proletariato è la rivoluzione che finalmente distrugge tutte le classi sfruttatrici. Noi non dobbiamo dunque assumere le idee di un rivoluzionario borghese qualsiasi come principio guida dei nostri movimenti ideologici o letterari e artistici proletari. Ci furono anche delle opere letterarie e artistiche buone negli anni ’30, quelle del movimento letterario e artistico militante dell’ala sinistra diretta da Lu Hsun. Ma verso la fine degli anni ’30, alcuni dirigenti dell’ala sinistra, influenzati dalla linea capitolazionista di destra di Wang Ming, abbandonarono il punto di vista di classe del marxismo-leninismo e presentarono lo slogan di una “letteratura di difesa nazionale”. Si trattava di parole d’ordine borghesi. Fu Lu Hsun a coniare la parola d’ordine proletaria “letteratura popolare della guerra rivoluzionaria nazionale”. Alcuni scrittori e artisti di sinistra, specialmente Lu Hsun, indicarono anche che l’arte e la letteratura dovevano essere al servizio degli operai e dei contadini e che questi ultimi dovevano creare una letteratura e un’arte ad essi appropriate. Tuttavia non venne trovata alcuna soluzione sistematica per il problema fondamentale, come integrare gli operai, i contadini e i soldati nella letteratura e nell’arte, poiché la grande maggioranza di questi uomini erano discepoli della democrazia e del nazionalismo borghesi. Alcuni non ressero alla prova della rivoluzione democratica mentre altri non riuscirono a compiere il passaggio alla rivoluzione socialista. Noi dobbiamo superare la venerazione cieca per la letteratura classica cinese e straniera. L’arte e la letteratura classiche della Cina e dell’Europa (compresa la Russia) hanno esercitato un’influenza considerevole sui circoli letterari e artistici del nostro paese e certuni le considerano come modelli e le accettano in pieno. Ma il presidente Mao ci ha insegnato che “la trasposizione e l’imitazione, senza la minima critica, delle opere antiche e straniere, corrisponde al dogmatismo più sterile e più nocivo nella letteratura e nell’arte”. Le opere antiche e straniere devono essere studiate anch’esse e rifiutare di farlo sarebbe sbagliato; tuttavia lo dobbiamo fare criticamente, in modo che l’antico serva il nuovo e lo straniero il nazionale. Per quanto concerne le opere letterarie e artistiche rivoluzionarie sovietiche relativamente buone apparse dopo la Rivoluzione d’Ottobre, anch’esse devono essere analizzate e non ciecamente venerate né, ancora meno, servilmente imitate. L’imitazione cieca non può mai trasformarsi in arte. La letteratura e l’arte possono venir fuori soltanto dalla vita, loro unica sorgente. Tutta la storia dell’arte e della letteratura, dei tempi antichi o moderni, della Cina e dell’estero, lo dimostra.

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