giovedì 2 gennaio 2014

SCUOLA DIAZ, POLIZIOTTI ARRESTATI DOPO 13 ANNI

Dopo 13 anni da quel G8 di repressione e brutalità poliziesca e di Stato, gli ultimi due sbirri vengono arrestati. E' chiaro che non possiamo essere per nulla contenti delle pene inflitte su questi soggetti, non è questa la vera "giustizia": a fronte degli arresti stabiliti dopo dieci anni dalla mattanza  ad una decina di militanti presi a caso con l'accusa di aver distrutto delle vetrine, questi poliziotti, di cui di ben altro che della distruzione di qualche vetrina sii tratta, vengono adesso arrestati con delle ridicole pene di appena un anno, e si parla per giunta di anni scontabili. Noi non festeggiamo per questa ingiustizia! Non è la giustizia borghese che può vendicare le violenze, le minacce subite dai manifestanti presenti al G8 genovese del 2001, dai manifestanti che si trovavano all'interno della scuola Diaz, dell'inquinamento delle "prove" (come ancora oggi succede in Val Susa nei confronti del movimento NoTav, ad esempio), la criminalizzazione del movimento, le perquisizioni con la chiusura del caso con pochissimi mesi di domiciliari a testa. L'unica giustizia, l'unica che può fermare e punire la repressione che le masse in lotta provano sulla propria pelle è quella proletaria. Contro lo stato di polizia che avanza verso il moderno fascismo, rispondere colpo su colpo!
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DAL SECOLO XIX GENOVA
Genova - La notte della Diaz li ha inseguiti per quasi tredici anni, terminando infine a San Silvestro. Perché il 31 dicembre, sono stati arrestati gli ultimi due superpoliziotti finiti sott’accusa per l’irruzione e l’introduzione di prove taroccate nella scuola dove dormivano i noglobal, al termine del G8 2001 di Genova. Uno è Spartaco Mortola, volto conosciutissimo nel capoluogo ligure, ex capo della Digos genovese poi divenuto questore vicario di Torino, che dall’altroieri deve scontare otto mesi di domiciliari nella propria abitazione.
L’altro è Giovanni Luperi, ex dirigente Ucigos nelle giornate della guerriglia, quindi capo-analista dei servizi segreti e attualmente in pensione: per lui, della condanna definitiva a quattro anni, ne resta uno.
Il giorno precedente (pomeriggio del 30), l’arresto era scattato per un altro big: Francesco Gratteri, numero tre della polizia italiana prima della condanna, coordinatore d’indagini su attentati e latitanti. È ora obbligato a un anno di domiciliari, potrà beneficiare come gli altri di alcune ore (2 o 4) di libertà durante il giorno e usare il telefono.

I poliziotti-detenuti potranno chiedere il riconoscimento della buona condotta, e quindi rosicchiare qualche mese oltre a ciò che era stato spazzato dall’indulto del 2006.

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