Nella facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di
Palermo un gruppo di studenti e studentesse del corso di Lingue hanno formato
un gruppo, sotto la sigla di "LLM e Mediazione Linguistica in LOTTA",
il cui scopo era quello di cominciare e portare avanti nei prossimi mesi un
percorso di lotta che potesse riunire tutti gli studenti di lingue in primis e
secondariamente gli studenti di altri corsi.
Il gruppo è nato sotto la spontanea volontà di alcune
matricole, volontà dettata dalla necessità di un cambiamento radicale nella
struttura organizzativa e nelle fondamenta del corso di laurea.
Dopo un paio di volantinaggi portati avanti da alcuni
studenti, si è arrivati a una prima assemblea tenutasi nel mese di maggio;
unica pecca è stata la difficoltà nel radunare un numero discreto non prima del
mese di maggio, appunto, ma essendo studenti di primo anno è stato un lavoro di
volantinaggio con doppio scopo: quello di conoscersi a vicenda e quello di
attuare poi un momento assembleare.
Nell'assemblea di maggio gli argomenti trattati sono stati i
vari disservizi e disagi che gli studenti sono costretti a subire.
I disagi più rilevanti che sono stati discussi sono stati:
- Il ritardo nell'avvio delle lezioni del primo e del
secondo anno del corso: gli studenti non hanno potuto frequentare la
maggioranza delle lezioni se non prima del secondo semestre, partito a
marzo-aprile;
- Successiva coincidenza di moltissime lezioni durante il
secondo semestre: ciò ha provocato una conseguente scelta vincolata, da parte
nostra, delle lingue che non subivano accavallamenti di orario, non concedendo
assolutamente la libertà di scelta delle cosiddette materie a scelta;
- Insufficienza della didattica causata dall'inesistenza,
per alcune lingue straniere, dei lettori madrelingua, ossia soggetti con il
ruolo di ampliare importanti campi linguistici che sono oggetto di esame,
omettendo dalla didattica una parte fondamentale della preparazione di una
lingua, quale effettivamente è il contatto con il docente madrelingua.
Questi tre punti hanno avuto molta rilevanza durante l'anno
accademico: la scelta vincolata delle lingue, innanzitutto, ha recato un
malcontento generale tra gli studenti che, ad esempio, avrebbero desiderato
combinare in maniera ponderata due
lingue correlate fra loro (ad esempio, francese ed arabo); secondariamente il
ritardo nell'avvio delle lezioni ha comportato una mole di esami inaccettabile
da sostenere tra giugno e settembre, con un conseguente alto numero di studenti
che sarà costretto a rinviare all'anno prossimo alcuni esami.
La decisione, quindi, presa al termine dell'assemblea di
maggio è stata quella di stilare a nome del neonato gruppo una lettera di
contestazione che avesse contenuto i vari problemi discussi e altri che, dopo
una accurata "inchiesta" tra gli studenti, fossero fuoriusciti man
mano; la lettera è stata poi sottoscritta da più della metà degli studenti del
primo anno del corso di lingue.
Un ulteriore passo, successivo alla diffusione della lettera
e alla propaganda del gruppo di lotta, è stato quello di presentarsi al
Consiglio di Facoltà con lo scopo di prenderci il diritto di parola e
denunciare a voce alta quanto scritto sulla lettera dopo averla inviata a più
soggetti istituzionali possibili. Ci
contiamo a sottolineare un fatto importante successo pochi minuti prima
dell'inizio del Consiglio: a primo
acchito, la Presidente
di Corso è stata molto accesa; indisponente, questa si è subito lamentata delle
modalità con cui noi avessimo denunciato i vari disservizi: è stato palese il
suo disappunto nel constatare che delle matricole avessero “saltato delle tappe
burocratiche” (cit.) essendosi subito recati al consiglio in questione senza
esser passati prima dai fantomatici rappresentanti di corso. Se all'inizio
della discussione la
Presidente era stata indisponente, al termine della
chiacchierata il registro è mutato decisamente... fino ad ottenere un invito
informale per il successivo Consiglio di Corso, durante il quale gli studenti
avrebbero ribadito davanti a tutti i professori tutti i punti della
lettera, ammettendo
(testuali parole) di essere contenta nel vedere delle matricole interessate a
cambiare ciò che non va, mettendosi in prima fila e non lasciando che il tutto
rimanga per com'è !
Ultima tappa raggiunta ad oggi è
stata la partecipazione al consiglio di corso che ci ha dato la possibilità di
ricevere risposte chiare e concrete su tutti i punti; la Presidentessa ha
espresso l'assoluta garanzia che i disagi avutisi quest'anno non saranno più
presenti l'anno venturo.
Queste parole, ovviamente, non
verranno dimenticate...
Da notare l'assenza dei rappresentanti degli studenti in
carica nonché dei "candidati" che in questi giorni chiedono il voto
promettendo di interessarsi dei problemi del corso di laurea. Questo spiega
perché è inutile votare un rappresentante piuttosto che un altro: nessuno di
loro ha realmente l'interesse di lottare e che solo gli studenti autorganizzati
possono cambiare le cose.
Perché votare, se poi gli unici a rappresentare gli studenti
siamo stati noi stessi?
In qualità di studenti, abbiamo avuto più interesse, più
determinazione e più successo noi, che questi fantomatici individui che
avrebbero dovuto bloccare certi disagi sin dalla loro nascita, prima che
venisse attuata una organizzazione di corso simile.
Ogni anno, e in particolare in questo periodo di crisi, gli
studenti pagano delle somme sempre maggiori a titolo di tasse universitarie in
cambio di un servizio sempre più carente. Non abbiamo intenzione di diventare
la prossima generazione di “studenti
ventottenni sfigati”, come ci ha appellato un vice ministro del Governo!
Per questo l'unica arma, anche dentro l'università, è la
lotta: solo questa può permettere di raggiungere risultati. Grazie alla nostra
pressione chi organizza il nostro corso non ha potuto fare a meno di mettere
all'ordine del giorno i nostri disagi e per un paio di essi impegnarsi
formalmente perché non si ripresentino a partire dall'anno prossimo. E non è
cosa da poco!
Ovviamente sappiamo che le promesse non sempre vengono
mantenute: per questo non daremo spazio alle illusioni e vigileremo attivamente
sugli organi accademici competenti continuando a lottare, l'università è la
nostra e deve essere forgiata sui nostri bisogni ed è bene alzare la voce
contro chi non ci ascolta!
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