mercoledì 13 luglio 2016

DISCORSO A UNA RIUNIONE DEL GRUPPO DEL COMITATO CENTRALE PER LA RIVOLUZIONE CULTURALE (9 gennaio 1967)


Al Wenhuipao1 la sinistra adesso ha preso il potere. Si sono ribellati il quattro. Il Quotidiano della liberazione si è ribellato il sei. Questa è la direzione giusta. Ho letto tutti e tre i numeri del Wenhuipao usciti dopo la presa del potere. Hanno ristampato alcuni articoli delle Guardie rosse. Ce ne sono di buoni che dovrebbero essere ripubblicati anche altrove. Il cinque il Wenhuipao ha pubblicato la Lettera al popolo dell’intera città. Il Quotidiano del popolo dovrebbe ripubblicarla e le stazioni radio dovrebbero trasmetterla. Queste ribellioni interne vanno bene. Fra pochi giorni potremo avere un rapporto generale al riguardo. Si tratta di una classe che ne rovescia un’altra. Questa è una grande rivoluzione. Secondo me molti giornali dovrebbero essere soppressi. Tuttavia i giornali devono continuare a uscire. Il problema è sapere da chi sono pubblicati. È bene che il Wenhuipao e il Quotidiano della liberazione abbiano cambiato la loro direzione. Non appena cominceranno a circolare questi due giornali, certamente riusciranno a influenzare la Cina orientale e ogni provincia e municipalità del paese. Prima di fare una rivoluzione, bisogna innanzitutto creare un’opinione pubblica favorevole. Il 1° giugno è stato il giorno in cui si è preso il potere al Quotidiano del popolo. Il Centro mandò un gruppo di lavoro e pubblicò l’editoriale Spazzar via tutti i mostri e i demoni. Io non sono d’accordo con la sostituzione di tutto il personale del Quotidiano del popolo, ma un cambio di direzione doveva esserci. Tang Ping-shu ha sostituito Wu Leng-hsi2 . Sulle prime le masse erano diffidenti perché il Quotidiano del popolo aveva ingannato il popolo in passato e, per di più, non aveva pubblicato nessuna dichiarazione. La presa del potere in due giornali è una questione nazionale e noi dobbiamo sostenere la loro ribellione. I nostri giornali dovrebbero ripubblicare gli articoli delle Guardie rosse. Sono molto ben scritti, mentre i nostri documenti sono roba assolutamente priva di vita. Il dipartimento della propaganda del Comitato centrale potrebbe essere mandato a spasso, anche se quella gente continua a camparci sopra. Ci sono molte cose che il Dipartimento della propaganda e il Ministero della cultura non hanno saputo affrontare. Nemmeno io e te [indica Chen Po-ta] ci saremmo riusciti. Ma appena sono arrivate le Guardie rosse li hanno messi subito sotto controllo. L’ascesa del potere rivoluzionario a Shanghai ha dato speranza all’intero paese. Essa non mancherà d’influenzare l’intera Cina orientale e tutte le province e le municipalità del paese. La Lettera al popolo dell’intera città è un raro esempio di buon articolo. Essa si riferisce alla città di Shanghai, ma i problemi che affronta sono di importanza nazionale. DISCORSO A UNA RIUNIONE DEL GRUPPO DEL COMITATO CENTRALE PER LA RIVOLUZIONE CULTURALE. 
Oggi c’è gente che per fare la rivoluzione vuole tante cose. Quando noi abbiamo fatto la rivoluzione, dal 1920 in poi, abbiamo fondato prima la Lega della gioventù e poi il Partito comunista cinese. Non avevamo né fondi né tipografie né biciclette. Quando facevamo i giornali trattavamo con grande amicizia gli operai e chiacchieravamo con loro mentre scrivevamo i nostri articoli. Dobbiamo stabilire legami con ogni tipo di gente, di sinistra, di destra e di centro. Io non sono mai stato d’accordo con quegli organismi che vogliono restare incontaminati nei loro rapporti. [Qualcuno interrompe: “Quelli di Wu Leng-hsi ora stanno molto bene. Sono persino ingrassati”.] Siamo noi che abbiamo permesso a Wu Leng-hsi di starsene troppo comodo. Io però sono contrario alla loro destituzione. Meglio che rimangano ai loro posti e che siano controllati dalle masse. Quando cominciammo a fare la rivoluzione quello con cui ci scontravamo era l’opportunismo, non il marxismo-leninismo. Quando ero giovane non avevo letto nemmeno il Manifesto del partito comunista. La nostra parola d’ordine deve essere: “fare la rivoluzione e promuovere la produzione”. Non dobbiamo fare la rivoluzione abbandonando la produzione. La fazione conservatrice in realtà non è in grado di promuovere la produzione3 . Questa è una lotta di classe. Voi non dovete credere che “quando sarà morto Chang il macellaio dovremo mangiarci il maiale con tutte le setole” o che non si possa fare niente senza di loro. Non credete a queste sciocchezze.

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