CAGLIARI. CACCIATI INDUSTRIALI DELLA SARAS E MARINA
MILITARE DALL'UNIVERSITÀ
E' durato meno di dieci minuti il IX seminario
anti-inquinamento organizzato dalla Marina Militare e l'Università di Cagliari
con la partecipazione della SARAS nell'aula magna della cittadella
universitaria di Monserrato. Si trattava di un momento associato
all'esercitazione che si terrà domani nelle acque del golfo di Cagliari. Un
teatrino grottesco dove i principali responsabili della devastazione e
dell'inquinamento marino e terrestre in Sardegna si incontrano per
autoassolversi. Una goffa operazione di pulizia dell'immagine per la SARAS, principale minaccia per la sicurezza ambientale delle coste
sarde, e per i militari, impegnati nella devastazione di coste ed entroterra
sardo. Una vivace contestazione ha impedito lo svolgimento del seminario,
opponendosi alla presenza di Militari e SARAS all'università di Cagliari.
L'Ateneo tramite la rettrice Del Zompo ha scelto la
complicità con gli interessi dell'economia di guerra e di sfruttamento della
Sardegna e del suo ricatto. Sorpresa che dagli studenti si alzassero cori di
contestazione contro l'iniziativa, la rettrice, con palese imbarazzo per la
figuraccia rimediata davanti ai propri partners, ha denunciato i toni violenti
e anti-democratici della contestazione. Siamo contenti che il dissenso
rappresenti per voi una spina nel fianco e non un'opinione tra le altre da
poter ignorare. L'Ateneo di Cagliari offre saperi, copertura e sponda
istituzionale agli stessi responsabili della distruzione della Sardegna: un bel
saggio di pluralismo e democrazia, non c'è che dire. Ma si sa, questi signori
si gloriano di democrazia solo quando se ne devono far scudo per continuare a
tutelare i propri interessi. Di interessi ne esistono di altri però, distanti e
contrapposti: quelli dei giovani che vivono l'università e sono costretti a
lasciare l'isola per colpa del ricatto imposto dall'economia di guerra e
sfruttamento che oggi avrebbe voluto sfilare alla cittadella di Monserrato,
quella di chi abita i territori minacciati dalla più grande raffineria del
Mediterraneo, costretti a morire in fabbrica o di cancro, o di chi subisce ogni
giorno l'occupazione militare dell'isola.
Oggi a sloggiare da casa nostra siete stati voi.
p.s. Un saluto ai valenti militari in borghese che hanno
ingaggiato un sincero confronto democratico con una giovane studentessa su
“quanti cazzi succhi”. Raccogliamo l'invito che ci avete rivolto a
reincontrarci. Non c'è bisogno che ci veniate a cercare, come dicevate, saremo
ovunque abbiate la strafottenza di pensarvi a casa, per non lasciarvi in pace.
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