Tutti i movimenti di rivoluzione culturale nella storia contemporanea della Cina
hanno avuto inizio da movimenti studenteschi che si sono poi estesi agli operai
e ai contadini, fino a giungere alla fase in cui gli intellettuali rivoluzionari si
integrano con le masse operaie e contadine. Questa è una legge oggettiva. Fu così
per il Movimento del 4 maggio che segnò l’inizio della storia rivoluzionaria
contemporanea del nostro paese ed è stato così anche per la grande Rivoluzione
culturale proletaria che ha portato a una nuova fase la rivoluzione socialista in
Cina. Nel 1967 la grande Rivoluzione culturale proletaria cinese si svilupperà in
modo ancora più ampio, secondo questa legge oggettiva.
Il 1967 sarà l’anno in cui la lotta di classe si spiegherà in tutti i campi e in tutto
il paese.
Il 1967 sarà l’anno in cui il proletariato, unito con le altre masse rivoluzionarie,
lancerà un’offensiva generale contro il pugno di persone che avendo posizioni
di potere nel partito hanno imboccato la via del capitalismo e contro tutti gli
elementi nocivi della società.
Il 1967 sarà l’anno in cui la critica alla linea reazionaria borghese, per eliminarne
l’influenza, verrà condotta ancora più a fondo.
Il 1967 sarà l’anno in cui il movimento di lotta, critica e trasformazione verrà
coronato da una vittoria decisiva.
I principali compiti politici posti di fronte a tutto il partito e alle masse
rivoluzionarie dell’intero paese per il 1967 sono i seguenti:
1. Nelle fabbriche e nelle zone rurali si deve portare avanti energicamente la
grande Rivoluzione culturale proletaria, così da promuovere la trasformazione
rivoluzionaria del pensiero dell’uomo e dare impeto allo sviluppo della produzione
industriale e agricola, secondo la direttiva del presidente Mao e del Comitato
centrale del partito di “fare la rivoluzione e promuovere la produzione”.
La grande Rivoluzione culturale proletaria nelle fabbriche e nelle zone rurali deve
seguire la Risoluzione dell’undicesima sessione plenaria del Comitato centrale del
Partito comunista cinese sulla grande Rivoluzione culturale proletaria (i sedici
punti). È necessario attenersi alla linea secondo cui le masse devono educarsi,
Portiamo fino in fondo la grande Rivoluzione culturale proletaria liberarsi e mobilitarsi da sole nella rivoluzione. Nessuno può farlo in loro vece. Il
movimento delle “quattro pulizie” (in campo politico, ideologico, organizzativo ed
economico) deve essere incorporato nella grande Rivoluzione culturale, in cui la
questione suddetta e quella della verifica dei risultati saranno risolte.
La grande Rivoluzione culturale proletaria nelle fabbriche e nelle zone rurali è della
massima importanza. Gli operai e i contadini sono la forza principale della
rivoluzione.
Bisogna mobilitare senza riserve le masse operaie e contadine per
combattere e distruggere il pugno di membri del partito che avendo posizioni di
potere nelle fabbriche, miniere e zone rurali, hanno imboccato la via del capitalismo;
ogni residuo di capitalismo e di revisionismo dovrà essere eliminato. Solo in questo
modo si possono estirpare le radici della restaurazione del capitalismo.
Nel periodo iniziale della Guerra di resistenza contro il Giappone il presidente
Mao disse: “Solo mobilitando le masse operaie e contadine, che formano il 91 per
cento della popolazione, possiamo sconfiggere l’imperialismo e il feudalesimo”.
Allo stesso modo oggi, “solo mobilitando le masse operaie e contadine, che
formano il 90 per cento della popolazione”, sarà possibile sconfiggere il pugno
di persone che avendo posizioni di potere nel partito hanno preso la via del
capitalismo e definire la questione di chi vincerà, se il proletariato o la borghesia.
La grande Rivoluzione culturale proletaria passerà certamente dagli uffici, dalle
scuole e dagli ambienti culturali alle fabbriche, alle miniere e alle zone rurali,
perché tutte le posizioni vengano conquistate dal pensiero di Mao Tse-tung. Se
il movimento resta confinato agli uffici, alle scuole e agli ambienti culturali, la
grande Rivoluzione culturale proletaria si fermerà a mezza via.
Tutti gli argomenti addotti contro la grande Rivoluzione culturale proletaria
nelle fabbriche, nelle miniere e nelle zone rurali sono errati.
Alcune persone dalle idee confuse contrappongono la rivoluzione alla produzione
e pensano che la grande Rivoluzione culturale ostacolerà la produzione. In
questo modo essi dedicano la loro attenzione unicamente alla produzione e
trascurano la rivoluzione. Questi compagni non si sono mai chiesti perché
bisogna coltivare, tessere, produrre acciaio. È per edificare il socialismo o per
edificare il capitalismo? L’esperienza storica internazionale della dittatura del
proletariato ci insegna che l’avanzata della nostra costruzione economica sulla via
del socialismo e del comunismo può essere garantita solo dal successo della
grande Rivoluzione culturale proletaria. Molti fatti hanno provato, nel corso della
grande Rivoluzione culturale proletaria, che la produzione si sviluppa nettamente
là dove la Rivoluzione culturale ha successo. La rivoluzione non può che stimolare
lo sviluppo delle forze produttive sociali e mai impedirlo. Questa è una verità
marxista-leninista, una verità del pensiero di Mao Tse-tung.
Sussiste ancora una minoranza che reprime la rivoluzione col pretesto di badare
alla produzione. Apparentemente costoro si preoccupano della produzione, ma in
realtà non pensano che a mantenere i loro posti e i residui borghesi; questa gente
teme che la rivoluzione possa volgersi contro di loro. Quando le masse si sollevano
con energia nella rivoluzione, costoro arrivano al punto di istigare gli elementi da loro temporaneamente ingannati a bloccare la produzione per opporsi alle masse
rivoluzionarie. Alcuni sono persino entrati in collusione con i proprietari terrieri, i
contadini ricchi, i controrivoluzionari, i cattivi elementi e gli uomini di destra,
dedicandosi a macchinazioni inconfessabili. Ciò non fa che smascherarli come
seguaci della linea reazionaria borghese o peggio ancora come persone che avendo
posizioni di potere si sono avviate o stanno per avviarsi sulla via del capitalismo.
Il movimento di massa della grande Rivoluzione culturale proletaria nelle
fabbriche, nelle miniere e nelle zone rurali è un’irresistibile corrente storica.
Qualsiasi argomento o persona che tenti di ostacolare questa corrente finirà tra
i rifiuti gettatoci dalle masse rivoluzionarie.
2. Per quanto riguarda la grande Rivoluzione culturale proletaria nelle scuole
e negli ambienti culturali, bisogna incoraggiare gli studenti, gli insegnanti e gli
intellettuali rivoluzionari a recarsi nelle fabbriche e nelle zone rurali in modo
pianificato e organizzato, per integrarsi con le masse operaie e contadine.
Nei saggi Il Movimento del 4 maggio e L’orientamento del movimento giovanile,
pubblicati nel 1939, il presidente Mao ha sottolineato: “Gli intellettuali non
combinano niente se non si integrano con le masse operaie e contadine. Per
determinare se un intellettuale è rivoluzionario, non rivoluzionario o
controrivoluzionario esiste un criterio decisivo: vedere se vuole integrarsi e si
integra effettivamente con le masse operaie e contadine. […] I giovani intellettuali
e gli studenti di tutto il paese devono assolutamente entrare in stretto contatto con
l’insieme delle masse operaie e contadine, fondersi con esse in un tutto unico; solo
allora potrà costituirsi un esercito grande e potente. Sarà un esercito di centinaia
di milioni d’uomini! Solo un esercito di tale potenza ci permetterà di sbaragliare
le solide posizioni dell’avversario, di distruggere le sue ultime roccaforti”.
Qui il presidente Mao ha enunciato una verità universale: l’integrazione con le
masse operaie e contadine costituisce l’orientamento del movimento giovanile sia
nel periodo della rivoluzione di nuova democrazia che nel periodo della
rivoluzione socialista.
Anche oggi è vero che “per determinare se un intellettuale è rivoluzionario, non
rivoluzionario o controrivoluzionario esiste un criterio decisivo: vedere se vuole
integrarsi e si integra effettivamente con le masse operaie e contadine”. Solo
integrandosi con gli operai e i contadini ci si può formare una concezione del mondo
veramente proletaria e diventare un intellettuale proletario degno di questo nome.
Anche oggi, come sempre, è vero che i giovani intellettuali e gli studenti devono
andare nelle fabbriche e nelle campagne, entrare in stretto contatto con le masse
operaie e contadine e fondersi con esse in un tutto unico. Solo allora potrà
costituirsi una grande forza di centinaia di milioni di persone che ci permetterà
di prendere d’assalto le posizioni in cui si trincerano coloro che avendo posizioni
di potere nel partito hanno preso la via del capitalismo e di riportare la vittoria
finale nella grande Rivoluzione culturale proletaria.
Bisogna prendere disposizioni razionali per andare nelle fabbriche e nelle
campagne e al tempo stesso portare a buon fine la lotta, critica e trasformazione
Portiamo fino in fondo la grande Rivoluzione culturale proletaria nella propria unità. È imperativo fare il bilancio della lotta svoltasi durante il
periodo precedente nella propria unità, cogliere con maggiore chiarezza l’essenza
della lotta tra le due linee nella grande Rivoluzione culturale, saper distinguere
il giusto dall’errato, comprendere correttamente e assumere un giusto atteggiamento
di fronte alla questione di andare nelle fabbriche e nelle zone rurali.
Una volta in fabbrica o in campagna, dobbiamo imparare con modestia dalle
masse operaie e contadine ed esserne gli allievi volenterosi, unirci a loro per
lavorare, studiare e discutere i problemi della Rivoluzione culturale, propagandare
la linea proletaria rivoluzionaria del presidente Mao e denunciare la linea
reazionaria borghese. Dobbiamo volgerci verso la base, indagare e studiare a
fondo e integrarci con le organizzazioni locali delle masse rivoluzionarie. Non
dobbiamo ritenerci detentori della verità e agire al posto delle masse.
Andare nelle fabbriche e nelle zone rurali è una condizione importante per
l’adempimento dei tre compiti che competono a ogni unità: lotta, critica e
trasformazione. Gettandosi nell’ardente movimento delle masse operaie e contadine
e rieducandosi ideologicamente, gli studenti e i giovani intellettuali potranno
poi lottare con più forza contro il pugno di persone che avendo posizioni di potere
nel partito si sono avviate sulla via del capitalismo e distinguere più nettamente
tra il giusto e l’errato nel corso dei grandi dibattiti. Solo quando la grande
Rivolzione culturale proletaria sarà stata portata a termine nelle fabbriche e nelle
campagne, sarà possibile portare a fondo la rivoluzione nelle scuole e in tutti gli
ambienti culturali che fanno parte della sovrastruttura. Solo quando conosceremo
veramente le fabbriche e le campagne, quando avremo ascoltato la voce degli
operai e dei contadini, potremo riformare, in base alla realtà, la struttura
dell’istruzione pubblica e il contenuto e i metodi dell’insegnamento, trasformare
efficacemente le nostre organizzazioni culturali e il nostro lavoro culturale e
servire effettivamente gli operai, i contadini e i soldati.
3. Sviluppare pienamente la grande democrazia sotto la dittatura del proletariato.
Praticare questa grande democrazia significa mobilitare centinaia di milioni di
persone sotto la guida del pensiero di Mao Tse-tung per lanciare un’offensiva
generale contro i nemici del socialismo e al tempo stesso criticare e sorvegliare
gli organismi e i quadri dirigenti a tutti i livelli. Creare un clima sociale di grande
democrazia è di grande significato per il consolidamento della dittatura del
proletariato e la prevenzione della restaurazione capitalista.
La grande democrazia proletaria è un nuovo sviluppo della linea di massa del
presidente Mao e una nuova forma in cui centinaia di milioni di persone si
impossessano del pensiero di Mao Tse-tung e lo utilizzano. Questa grande
democrazia è per le masse il modo migliore di educarsi e liberarsi. Durante questo
movimento le masse, armandosi del pensiero di Mao Tse-tung, tracciano una netta
linea di demarcazione tra sé e il nemico, tra il vero e il falso. Questa grande
democrazia è perciò la migliore scuola per lo studio del pensiero di Mao Tse-tung.
Il presidente Mao ci ha detto: “Sembra talvolta che la democrazia sia un fine,
ma in realtà è solo un mezzo”. Ciò che noi contiamo di raggiungere per mezzo della grande democrazia è la realizzazione della Rivoluzione culturale proletaria
e lo sviluppo della causa del socialismo. Se ci allontaniamo dagli interessi del
proletariato e degli altri lavoratori, dal socialismo e dalla linea proletaria
rivoluzionaria rappresentata dal presidente Mao, non avremo la grande democrazia
proletaria e il risultato sarà inevitabilmente l’oppressione delle masse
rivoluzionarie da parte di una minoranza.
La grande democrazia da noi sostenuta è posta sotto la guida centralizzata del
pensiero di Mao Tse-tung. Le differenti opinioni esistenti tra le masse devono essere
discusse alla luce del pensiero di Mao Tse-tung, ragionando sulla base dei fatti, senza
ricorrere a metodi coercitivi per sottomettere gli altri. In seno al popolo, sarebbe
contrario ai principi della grande democrazia proletaria esporre la propria opinione
e impedire agli altri di enunciare i loro differenti punti di vista. Una piccola minoranza
di malintenzionati provoca tra le masse da essi ingannate la lotta coercitiva nel
tentativo di reprimere la rivoluzione. Essi sabotano la grande democrazia proletaria,
la grande Rivoluzione culturale proletaria e la dittatura de] proletariato.
Il presidente Mao ci ha insegnato che in seno al popolo deve regnare la democrazia
e che la dittatura va esercitata sui reazionari. La dittatura del proletariato garantisce
la grande democrazia proletaria. A sua volta la grande democrazia proletaria
consolida la dittatura del proletariato. Senza grande democrazia proletaria c’è il
pericolo che la dittatura del proletariato degeneri in dittatura della borghesia. Senza
dittatura del proletariato non ci può essere democrazia proletaria, neanche ristretta
e ancor meno può esistere una grande democrazia. Durante la grande Rivoluzione
culturale proletaria, gli organismi della dittatura del proletariato devono garantire
senza esitazione i diritti democratici del popolo, la libera espressione delle opinioni,
l’affissione dei manifesti murali a grandi caratteri, i grandi dibattiti e lo scambio su
vasta scala di esperienze rivoluzionarie che si verificano normalmente. Dove siano
evidenti l’omicidio, l’incendio doloso, l’avvelenamento, il danneggiamento dei
mezzi di comunicazione per provocare incidenti mortali, la collusione con paesi
stranieri, il furto di segreti di Stato e il sabotaggio, i controrivoluzionari implicati
devono essere assoggettati alla dittatura e puniti secondo la legge. Le masse
rivoluzionarie devono aiutare e controllare gli organismi della dittatura del nostro
paese nell’adempimento del loro compito, che è quello di garantire la grande
democrazia proletaria. Contro gli elementi di destra che difendono idee reazionarie
ma non hanno commesso atti illegali, le masse devono lottare col metodo del
ragionamento basato sui fatti.
4. Bisogna che le masse proseguano la critica della linea reazionaria borghese.
La linea reazionaria borghese non si è rivelata per caso durante la grande
Rivoluzione culturale proletaria. La lotta tra la linea rivoluzionaria proletaria
rappresentata dal presidente Mao e la linea reazionaria borghese, la lotta tra la via
socialista e quella capitalista è sempre esistita da quando il nostro paese è entrato
nella fase della rivoluzione socialista. Coloro che hanno portato avanti la linea
reazionaria borghese nel corso della grande Rivoluzione culturale proletaria non
hanno fatto che rivelare meglio la loro posizione reazionaria borghese.
Portiamo fino in fondo la grande Rivoluzione culturale proletaria nelle fabbriche, nelle miniere, nelle campagne, negli istituti di istruzione
superiore, nelle scuole medie ed elementari, nei vari ambienti culturali, negli
organismi del partito e del governo, in tutti i campi, resta da fare ancora un lavoro
approfondito e minuzioso per eliminare la linea reazionaria borghese, liquidare
la sua influenza e risolvere veramente i problemi sul piano ideologico. Dobbiamo
comprendere chiaramente questa realtà.
Ormai, nei movimenti operaio, contadino e studentesco della grande Rivoluzione
culturale bisogna, su tutti i fronti, eliminare radicalmente la linea reazionaria
borghese e impiantare su larga scala la linea rivoluzionaria proletaria del
presidente Mao. È una questione-chiave che ci permetterà di portare fino in fondo
la grande Rivoluzione culturale proletaria.
I quadri rivoluzionari degli organismi del partito e del governo devono liberarsi
di tutte le restrizioni e le convenzioni stereotipate che ostacolano la rivoluzione;
devono andare tra le masse e unirsi agli operai, ai contadini e agli studenti
rivoluzionari per criticare la linea reazionaria borghese e combattere il pugno di
persone che occupando posizioni di potere nel partito si avviano sulla strada del
capitalismo. Attraverso il movimento di massa della grande Rivoluzione culturale
proletaria bisogna realizzare la trasformazione in senso rivoluzionario proletario
dei nostri organismi di partito e di governo.
Nei confronti dei compagni che hanno commesso errori di linea, bisogna
seguire, nel corso della critica della linea reazionaria borghese, questo insegnamento
del presidente Mao: “Dobbiamo imparare dagli errori passati per evitare
quelli futuri, dobbiamo curare la malattia per salvare l’ammalato e questo per
raggiungere due obiettivi: chiarire le idee dei compagni e allo stesso tempo unirli”.
Quanto all’esiguo numero di elementi che persistono nei loro errori senza volerli
correggere e che fanno il doppio gioco obbedendo in apparenza e opponendosi
in segreto, essi saranno inevitabilmente abbattuti dalle masse popolari e se ne
dovranno assumere interamente la responsabilità.
Il Partito comunista cinese è grande, glorioso e giusto. Coloro che occupando
posizioni di potere nel partito si avviano sulla strada del capitalismo formano solo
un esiguo gruppo. La stragrande maggioranza dei membri del partito e dei quadri
sono buoni e vogliono fare la rivoluzione. Diventeranno più forti dopo essersi
temprati e agguerriti nel movimento di massa della grande Rivoluzione culturale
proletaria.
Durante la critica alla linea reazionaria borghese, le file della sinistra rivoluzionaria
devono fare ogni sforzo nello studio e nell’applicazione creativa delle opere
del presidente Mao, devono rafforzarsi e riorganizzarsi. La sinistra rivoluzionaria
deve serrare le proprie file sulla base del pensiero di Mao Tse-tung, deve studiare
e assimilare ancora meglio le idee strategiche e tattiche del presidente Mao, deve
saper conquistare e unire la grande maggioranza, al fine di isolare completamente
i nemici ostinati. Nella lotta bisogna distinguere rigorosamente le contraddizioni
tra noi e il nemico dalle contraddizioni in seno al popolo. “Bisogna fare attenzione
a stabilire una netta distinzione tra gli elementi di destra antipartito e antisocialisti e coloro che pur sostenendo il partito e il socialismo hanno detto o fatto qualcosa
di sbagliato, scritto cattivi articoli o opere il cui contenuto lascia a desiderare. […]
Bisogna fare attenzione a stabilire una netta distinzione tra i dispotici uomini di
cultura reazionari e le autorità reazionarie della borghesia da una parte e coloro
che hanno idee accademiche borghesi comuni dall’altra”. Con questo movimento
si realizzerà l’unità di oltre il 95 per cento dei quadri e delle masse.
Il pugno di persone che occupando posizioni di potere nel partito si avviano
sulla strada del capitalismo e l’esigua minoranza dei duri a morire abbarbicati alla
linea reazionaria borghese, tenteranno di sicuro nuovi trucchi e provocheranno
altri disordini. “Le loro repressioni contro il popolo rivoluzionario, come quelle
di tutti i reazionari, non possono infine che spingere quest’ultimo a estendere e
intensificare la rivoluzione”. È chiaro che come tutti i reazionari, anche loro non
sono che tigri di carta. Come ci ha insegnato il presidente Mao, noi dobbiamo
disprezzarli dal punto di vista strategico e tenerne pienamente conto dal punto
di vista tattico, conducendo contro di essi una lotta senza debolezze né soste.
Assumendo come cardine la lotta di classe tra il proletariato e la borghesia, la lotta
tra la via socialista e quella capitalista, la lotta tra la linea rivoluzionaria proletaria e
la linea reazionaria borghese, servendoci della libera espressione d’opinione, dei
giornali murali a grandi caratteri e dei grandi dibattiti, noi dobbiamo, nel corso della
grande Rivoluzione culturale proletaria, rispondere ancora meglio all’appello del
compagno Lin Piao che tiene alta la grande bandiera rossa del pensiero di Mao Tsetung,
far progredire ancora di più il movimento di massa per lo studio e l’applicazione
creativa del pensiero del presidente Mao, temprare e allargare file rivoluzionarie
proletarie estremamente combattive, al fine di conquistare nuove vittorie.
Sotto la bandiera rossa del grande pensiero di Mao Tse-tung:
si unisca la classe operaia,
si uniscano gli operai agli ex-contadini poveri e medi dello strato inferiore e agli
altri lavoratori,
si uniscano i lavoratori agli studenti, agli intellettuali e ai quadri rivoluzionari,
si unisca il popolo di tutte le nazionalità del paese, per intraprendere la lotta di
classe su scala nazionale e in tutti i settori,
per portare fino in fondo la grande Rivoluzione culturale proletaria!
Viva il presidente Mao, nostro grande maestro, dirigente, comandante in capo
e timoniere!
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