Inizia il processo per 14 dicembre 2010: in quella
piazza c'eravamo tutti/e!
A quasi 4
anni dalla grande giornata di piazza del Popolo, inizia il processo contro 25
compagn* accusati a vario titolo dei reati di:
- deturpamento e imbrattamento di cose altrui
- deturpamento e imbrattamento di cose altrui
- resistenza
aggravata
- resistenza
-
danneggiamento aggravato
-
danneggiamento seguito da incendio
-
travisamento e manifestazione non autorizzata.
E' bene
ricordare, che nell'autunno del 2010 un forte movimento nacque nelle università
italiane, in contrapposizione alla riforma Gelmini, per quasi due mesi, da
inizio ottobre fino a poco prima di natale, furono centinaia le facoltà
occupate e migliaia gli studenti che scesero in piazza nelle principali città
italiane, bloccando autostrade, stazioni, e spesso scontrandosi con le forze
dell'ordine. La giornata clou di quel periodo, fu appunto il 14 dicembre 2010,
il giorno della fiducia a Berlusconi, il giorno della compravendita dei voti,
il giorno in cui uno come Scilipoti divenne famoso.
Quella
mattina oltre centomila tra studenti, ricercatori ecc. scesero in piazza e alla
notizia che il governo aveva ottenuto la fiducia, decisero di dirigersi verso
il centro di roma, sede dei palazzi del potere gridando "tutti insieme
famo paura" per dire chiaro e tondo quello che la generazione no future
pensava dei politicanti.
Le immagini
di via del corso e di piazza del popolo fecero il giro del mondo, 4 ore di
resistenza vera, urla di gioia quando i cordoni di polizia scappavano di fronte
ad una piazza compatta e determinata e il boato di piazza del popolo a
suggellare la "vittoria" quando il blindato della finanza fu dato
alle fiamme. Solo verso sera, con grossa fatica, la polizia riprese possesso di
piazza del popolo, usando i blindati lanciati sulla folla per far
indietreggiare i manifestanti.
Adesso, la
procura di Roma, proverà a scaricare su 25 compagn* la "colpa" di
quella straordinaria giornata di lotta. In via del Corso, in via del Babuino e
in piazza del Popolo eravamo più di 50.000, mai come in questo caso possiamo
dire, "C'eravamo tutti/e!".
Solidarietà
agli imputat*!
Occuparono l'Università
Statale di Milano: 19 studenti rischiano una condanna a 15 anni -
Diciannove
studenti dell’Onda accusati di violenza privata, di interruzione di pubblico
servizio, di devastazione e saccheggio
Milano, 26
marzo 2014 - Rischiano una condanna tra 8 e 15 anni di carcere diciannove
studenti dell’Onda, il movimento degli studenti universitari nato negli
atenei nell’autunno del 2008 contro alcuni decreti legge approvati dal governo
Berlusconi: gli studenti nel dicembre del 2008 (dal 10 al 13) occuparono
l'Università Statale di Milano (FOTOGALLERY).
Il pubblico
ministero Luigi Orsi, a sei anni di distanza, ha appena notificato l’avviso di
conclusione delle indagini in cui li accusa oltre che di violenza privata e
di interruzione di pubblico servizio, anche del reato di devastazione e
saccheggio che prevede la condanna da 8 a 15 anni di reclusione.
I CAPI DI
IMPUTAZIONI - Violenza privata: perché "con violenza sulle
cose, e altresì, sbarrando gli accessi dall'interno con catene e lucchetti, costringevano
il rettore dell'ateneo e tutto il personale docente, amministrativo,
studentesco e gli altri addetti ai servizi collegati (biblioteche, laboratori,
refezione ecc.) a non accedere e a tollerare la loro presenza
all'interno della struttura".
Interruzione
di pubblico servizio: perchè hanno costretto l'interruzione delle lezioni e dei corsi.
Devastazione
saccheggio:
"Mutando condotta rispetto all'occupazione pacifica iniziata il 2
dicembre, hanno compiuto una pluralità di atti aggressivi e pericolosi per se
stessi e per altri, col fine evidente di occupare, danneggiare, depredare,
di assumere il controllo della sede universitaria, compromettendo l'ordine
pubblico, fuori dalle ipotesi previste dall'articolo 285, commettevano
fatti di devastazione e saccheggio". Fosse stato previsto l'articolo 285
- devastazione, saccheggio o strage con lo scopo di attentare alla
sicurezza dello Stato - avrebbero rischiato l'ergastolo.
Polizia contro gli studenti a
Madrid, 50 arresti
- Mercoledì, 26 Marzo 2014 17:03
- Marco Santopadre
È un tornado
repressivo quello scatenato dal ministro degli interni spagnolo contro ogni
movimento di protesta scatenato in questi giorni dalle politiche autoritarie
dell’esecutivo di destra spagnolo. Quattro giorni dopo le violente cariche
contro una parte del milione di manifestanti scesi in piazza a Madrid contro
troika, debito e austerità – cariche e violenze ripetute anche nei tre giorni
seguenti – i responsabili politici dell’ordine pubblico hanno scatenato la
Polizia Nazionale contro alcune centinaia di studenti universitari che
occupavano il Vicerettorato dell’Università Complutense della capitale. Botte
indiscriminate, pestaggi, caccia all’uomo e ben 50 giovani arrestati: è questo
il bilancio del duro intervento delle forze dell’ordine contro gli studenti che
da sei giorni protestavano. Un intervento senza precedenti richiesto – e
rapidamente ottenuto - dalla direzione dell’ateneo e ottenuto proprio in
contemporanea con lo sciopero generale convocato per oggi da alcuni sindacati
studenteschi per protestare contro la controriforma dell’istruzione pubblica,
conosciuta come ‘Ley Wert’ dal nome del ministro che non fa mistero delle
proprie simpatie per il sistema - elitario dal punto di vista della selezione
di classe e 'spagnolista' (nazionalista spagnolo) dal punto di vista culturale
– in voga durante il regime franchista.
Siccome la
occupazione del Vicerettorato impediva il regolare accesso al posto di lavoro
degli impiegati dell’ateneo e ostacolava la normale attività universitarie, le
autorità accademiche hanno chiesto l’intervento dei reparti antisommossa contro
quelli che ha definito “gruppi minoritari di estremisti che strumentalizzano la
legittima e pacifica protesta degli studenti”.
Fatto sta
che l’irruzione degli agenti in tenuta antisommossa nell’edificio occupato e
poi nel campus si è saldata con una cinquantina di studenti arrestati e portati
via. In mattinata, intorno alle 7, alcune decine di persone aveva realizzato
una sorta di barricata per bloccare il transito all’interno del campus della
città universitaria della Complutense e si sono verificati alcuni scontri con
la Polizia Nazionale intervenuta contro i manifestanti. Tutte le organizzazioni
studentesche hanno preteso immediatamente le dimissioni della delegata del
governo spagnolo a Madrid, Cristina Cifuentes, individuata come l’ispiratrice
della dura campagna repressiva contro i giovani, i lavoratori e i disoccupati
mobilitati in queste settimane contro le politiche del governo e di varie
istituzioni pubbliche.
Anche un
nutrito gruppo di docenti della stessa Università Complutense ha diffuso una
dura presa di posizione contro il comportamento delle autorità accademiche e in
particolare del rettore per la sua decisione di chiedere l'intervento della
forza pubblica contro gli studenti che protestavano fino a quel momento in modo
pacifico.