Mercoledi 21 Gennaio, il Presidente della Camera Gianfranco Fini è stato contestato dagli studenti dell’università La Sapienza di Roma.
Da destra a sinistra i politici di palazzo hanno espresso solidarietà al neofascista e alcuni esponenti del governo e del centro destra hanno anche invocato l’intervento della questura per “identificare i manifestanti e punirli”.
Punire di che?
Noi non ci meravigliamo affatto che i cani da guardia della borghesia come La Russa, Cicchitto ed esponenti de PD ancora una volta invochino la repressione.
Denunciamo da sempre i governi della borghesia sia di destra che di sinistra come moderno fascisti che utilizzano lo stato di polizia per zittire e reprimere le masse popolari e chiunque si ribella.
Nonostante ciò è importante è doveroso denunciare questo clima da caccia alla streghe che si respira in Italia dove lo stato della borghesia imperialista e moderno fascista non esita a reprimere qualsiasi forma di dissenso, che in nome della “sicurezza” produce razzismo e intolleranza e quell’humus che agevola il proliferare di gruppi neofascisti e nazisti colpevoli di aggressioni, accoltellamenti ecc., dove chi, come la scorsa settimana Santoro, si esprime fuori dal coro della propaganda di regime viene criminalizzato. Invece davanti i crimini dello Stato d’Israele dobbiamo sorbirci tutta la propaganda di regime che anche davanti all’evidenza muta il carnefice in vittima e chi si difende in terrorista.
Per questo esprimiamo massima solidarietà agli studenti romani che hanno contestato il neofascista presidente della camera in particolar modo allo studente che è stato identificato dalla polizia solo per aver gridato fascista (la verità) a Fini.
Ancora formalmente viviamo in uno stato democratico dove è garantita la libertà di espressione e di dissenso, anche se non ci facciamo illusioni sulla democrazia borghese è necessario opporsi sempre e comunque a ogni passo che lo stato fa verso il moderno fascismo e opporsi strenuamente in ogni occasione a ogni tentativo della borghesia di violare la sua stessa costituzione in senso reazionario
domenica 25 gennaio 2009
martedì 20 gennaio 2009
ULTIME NOTIZIE DALLA GRECIA
La lotta paga: bloccato in Grecia un carico di munizioni USA destinate a Israele
Il Pentagono ha confermato che un carico di munizioni destinate a Israele è stato bloccato dalle autorità di Atene in un porto greco. Dopo la decisione del governo ellenico gli Stati Uniti stanno cercando ”mezzi alternativi” per far pervenire le munizioni al Paese impegnato nell’invasione della Strscia di Gaza. Alcuni media greci avevano riportato la notizia che un carico di munizioni statunitensi, destinato alle forze armate di Tel Aviv, era stato bloccato in un porto greco per ‘ragioni di sicurezza’. In realtà nei giorni scorsi si erano moltiplicate le iniziative dei gruppi della sinistra antimperialista greca contro il transito nel territorio greco di munizioni che Israele userebbe per massacrare la popolazione palestinese. In seguito alle manifestazioni di piazza della sinistra greca e alle proteste del Partito Socialista all'opposizione, i 325 container di munizioni destinate a Tel Aviv sono stati bloccati nel porto di Astakos.
Un appello era stato lanciato pochi giorni fa dal Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina – organizzazione marxista palestinese - e prontamente raccolto dai movimenti di solidarietà con la Palestina in Grecia. Forti della vittoria ottenuta, i movimenti internazionalisti greci hanno convocato una manifestazione di solidarietà con il popolo palestinese e contro il massacro di Gaza per giovedì 15 gennaio.
Ecco l’appello diffuso nei giorni scorsi dal Fronte:
Appello urgente al popolo Greco: bloccare la spedizione di armi statunitensi da un porto greco verso Israele!
Tratto da: http://mailstore.rossoalice.alice.it/exchweb/bin/redir.asp?URL=http://www.pflp.ps/english/
Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina chiama il movimento greco, il popolo greco e tutte le forze progressiste a livello internazionale a fermare la pianificata spedizione di armi statunitensi ad Israele dal porto greco di Astakos. Media internazionali hanno rivelato che la Marina statunitense sta tentando di spedire 325 cointainers di munizioni, per un peso di oltre 3000 tonnellate, in una spedizione di emergenza di armamenti per aiutare l’occupazione nella sua guerra contro il popolo palestinese a Gaza.
Il FPLP chiama i popoli del mondo, ed in particolare il movimento greco, ad agire per fermare tale spedizione di armi. Gli U.S.A. stanno provando a noleggiare una nave mercantile per portare gli armamenti agli israeliani al porto di Asdud nella seconda metà di gennaio. Non dobbiamo permettere che questi armamenti arrivino nelle mani degli israeliani, che li userebbero per massacrare il nostro popolo a Gaza! Dobbiamo impedirlo in tutti i modi!
Queste bombe saranno utilizzate nelle guerre di Israele – contro i palestinesi, i libanesi, gli arabi, gli iraniani e tutti i popoli della regione. Questa spedizione d’emergenza indica che l’occupante sta richiedendo una quantità sempre maggiore di armi nella sua futile guerra di massacri contro il popolo e la resistenza palestinesi.
La richiesta del popolo palestinese, di quello arabo, e di tutte le forze progressiste - comprese quelle statunitensi – è l’isolamento internazionale di Israele e la fine di tutti gli aiuti statunitensi. Il governo U.S.A. è un partner strategico di Israele, ed è impegnato ad associarsi a quest’ultimo nei suoi massacri e nei suoi crimini contro il nostro popolo. Se non fermeranno la spedizione di armi, saranno il popolo greco e i popoli del mondo a doverla fermare per loro!
L’FPLP saluta il popolo greco – la vostra solidarietà incondizionata e le vostre manifestazioni di massa in appoggio al popolo palestinese hanno mandato un forte messaggio di sostegno, insieme ad aiuti, volontari ed azioni sul campo. Le vostre coraggiose lotte per la giustizia hanno spronato noi e i popoli in tutto il mondo.
Stiamo facendo appello:
A tutte le compagnie greche e a tutte le compagnie di nolo affinché si rifiutino di trasportare qualsiasi carico di armi diretto verso Israele. Qualsiasi compagnia di nolo che porti queste armi ha le mani sporche del sangue del popolo di Gaza!
Ai lavoratori greci e a tutti i lavoratori portuali affinché si rifiutino di caricare qualsiasi carico di armi diretto verso Israele. Le forti mani dei lavoratori greci non devono insudiciarsi con un carico così pericoloso!
Al governo greco affinché proibisca l’uso dei suoi porti per inviare armi all’occupante che sta massacrando il nostro popolo!
Al popolo greco, al movimento greco e a tutte le forze progressiste a livello internazionale affinché agiscano per impedire che simili merci siano caricate o lascino il porto di Astakos!
Il FPLP fa appello affinché continuiate ad esprimere una solidarietà incondizionata e a lottare per impedire che U.S.A. e Israele usino la terra e i porti del popolo greco come un’ulteriore base per l’occupazione, per i massacri e per i crimini.
Il popolo greco ha una storia ed un presente di splendide lotte. I rapporti tra il popolo arabo e quello greco sono forti e oggi possiamo fare appello a voi affinché marciate con noi, ancora una volta, verso la vittoria e la giustizia per il popolo palestinese e per il blocco di questa spedizione di armi!
Traduzione a cura del Collettivo Autorganizzato Napoli
Il Pentagono ha confermato che un carico di munizioni destinate a Israele è stato bloccato dalle autorità di Atene in un porto greco. Dopo la decisione del governo ellenico gli Stati Uniti stanno cercando ”mezzi alternativi” per far pervenire le munizioni al Paese impegnato nell’invasione della Strscia di Gaza. Alcuni media greci avevano riportato la notizia che un carico di munizioni statunitensi, destinato alle forze armate di Tel Aviv, era stato bloccato in un porto greco per ‘ragioni di sicurezza’. In realtà nei giorni scorsi si erano moltiplicate le iniziative dei gruppi della sinistra antimperialista greca contro il transito nel territorio greco di munizioni che Israele userebbe per massacrare la popolazione palestinese. In seguito alle manifestazioni di piazza della sinistra greca e alle proteste del Partito Socialista all'opposizione, i 325 container di munizioni destinate a Tel Aviv sono stati bloccati nel porto di Astakos.
Un appello era stato lanciato pochi giorni fa dal Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina – organizzazione marxista palestinese - e prontamente raccolto dai movimenti di solidarietà con la Palestina in Grecia. Forti della vittoria ottenuta, i movimenti internazionalisti greci hanno convocato una manifestazione di solidarietà con il popolo palestinese e contro il massacro di Gaza per giovedì 15 gennaio.
Ecco l’appello diffuso nei giorni scorsi dal Fronte:
Appello urgente al popolo Greco: bloccare la spedizione di armi statunitensi da un porto greco verso Israele!
Tratto da: http://mailstore.rossoalice.alice.it/exchweb/bin/redir.asp?URL=http://www.pflp.ps/english/
Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina chiama il movimento greco, il popolo greco e tutte le forze progressiste a livello internazionale a fermare la pianificata spedizione di armi statunitensi ad Israele dal porto greco di Astakos. Media internazionali hanno rivelato che la Marina statunitense sta tentando di spedire 325 cointainers di munizioni, per un peso di oltre 3000 tonnellate, in una spedizione di emergenza di armamenti per aiutare l’occupazione nella sua guerra contro il popolo palestinese a Gaza.
Il FPLP chiama i popoli del mondo, ed in particolare il movimento greco, ad agire per fermare tale spedizione di armi. Gli U.S.A. stanno provando a noleggiare una nave mercantile per portare gli armamenti agli israeliani al porto di Asdud nella seconda metà di gennaio. Non dobbiamo permettere che questi armamenti arrivino nelle mani degli israeliani, che li userebbero per massacrare il nostro popolo a Gaza! Dobbiamo impedirlo in tutti i modi!
Queste bombe saranno utilizzate nelle guerre di Israele – contro i palestinesi, i libanesi, gli arabi, gli iraniani e tutti i popoli della regione. Questa spedizione d’emergenza indica che l’occupante sta richiedendo una quantità sempre maggiore di armi nella sua futile guerra di massacri contro il popolo e la resistenza palestinesi.
La richiesta del popolo palestinese, di quello arabo, e di tutte le forze progressiste - comprese quelle statunitensi – è l’isolamento internazionale di Israele e la fine di tutti gli aiuti statunitensi. Il governo U.S.A. è un partner strategico di Israele, ed è impegnato ad associarsi a quest’ultimo nei suoi massacri e nei suoi crimini contro il nostro popolo. Se non fermeranno la spedizione di armi, saranno il popolo greco e i popoli del mondo a doverla fermare per loro!
L’FPLP saluta il popolo greco – la vostra solidarietà incondizionata e le vostre manifestazioni di massa in appoggio al popolo palestinese hanno mandato un forte messaggio di sostegno, insieme ad aiuti, volontari ed azioni sul campo. Le vostre coraggiose lotte per la giustizia hanno spronato noi e i popoli in tutto il mondo.
Stiamo facendo appello:
A tutte le compagnie greche e a tutte le compagnie di nolo affinché si rifiutino di trasportare qualsiasi carico di armi diretto verso Israele. Qualsiasi compagnia di nolo che porti queste armi ha le mani sporche del sangue del popolo di Gaza!
Ai lavoratori greci e a tutti i lavoratori portuali affinché si rifiutino di caricare qualsiasi carico di armi diretto verso Israele. Le forti mani dei lavoratori greci non devono insudiciarsi con un carico così pericoloso!
Al governo greco affinché proibisca l’uso dei suoi porti per inviare armi all’occupante che sta massacrando il nostro popolo!
Al popolo greco, al movimento greco e a tutte le forze progressiste a livello internazionale affinché agiscano per impedire che simili merci siano caricate o lascino il porto di Astakos!
Il FPLP fa appello affinché continuiate ad esprimere una solidarietà incondizionata e a lottare per impedire che U.S.A. e Israele usino la terra e i porti del popolo greco come un’ulteriore base per l’occupazione, per i massacri e per i crimini.
Il popolo greco ha una storia ed un presente di splendide lotte. I rapporti tra il popolo arabo e quello greco sono forti e oggi possiamo fare appello a voi affinché marciate con noi, ancora una volta, verso la vittoria e la giustizia per il popolo palestinese e per il blocco di questa spedizione di armi!
Traduzione a cura del Collettivo Autorganizzato Napoli
lunedì 12 gennaio 2009
COMUNICATO SU PRESIDIO PALESTINA A RAVENNA
Si è svolto oggi il presidio in piazza del popolo a Ravenna in solidarietà al popolo palestinese e contro il massacro dello stato nazi sionista di israele.
Una buona partecipazione soprattutto di giovani e giovanissimi studenti,lavoratori e gente di passaggio che si è fermata a guardare la mostra sul massacro ad opera di israele, poi molti hanno firmato l'appello "solidarietà con la Palestina". Bandiere palestinesi, bandiere di Proletari comunisti e Slai Cobas per il sindacato di classe assieme allo striscione "fermiamo il massacro, solidarietà al popolo palestinese" firmato Red Block- proletari comunisti hanno campeggiato in piazza del popolo per circa due ore, durante le quali sono stati letti alcuni appelli, testimonianze dirette dalla Palestina ed è stata propagandatala manifestazione nazionale a Roma per il prossimo 17 gennaio. Gli studenti del liceo artistico, del liceo classico e di alcune altre scuole superiori ravennati hanno partecipato e firmato l'appello annunciando che durante la prossima settimana cercheranno di dare vita ad azioni di protesta come successo questa mattina al liceo artistico. La compagna di Red Block, minacciata di sospensione e insultata dalla prof di religione ,(che non avendo argomenti l'ha definita:"merda secca" in classe), ha reso noto che l'uscita-sospensione delle lezioni, improvvisata per una mezzora, ha visto una buona partecipazione studentesca nonostante il tentativo di impedimento da parte della dirigenza scolastica...(una professoressa, sfidando la circolare della vice preside ha accompagnato l'intera classe all'uscita per firmare l'appelo per fermare il massacro, in solidarietà con il popolo palestinese). Altre scuole ravennati adotteranno la protesta ed hanno espresso la loro solidarietà alla compagna.Martedì 13 al c.s Spartaco di Ravenna alle ore 21 sarà esposta la mostra sulla Palestina, verrà data visione di più filmati sui crimini nazi sionisti e continuerà la campagna di raccolta firme in solidarietà del popolo palestinese che saranno poi presentate in consiglio comunale affinchè ci sia un'espressione favorevole e di sostegno alle iniziative contro il massacro a firma israele e in sostegno del popolo palestinese.Fin da subito dentro le scuole saranno avviate assemblee di istituto,nonostante i divieti e si avvierà l'organizzazione della partecipazione alla manifestazione nazionale del 17 gennaio a Roma da Ravenna.
Red Block Ravenna organizzazione giovanile di proletari comunisti3339680871 redblockravenna@libero.it
100 CIRCOLARI NON VALGONO LA VITA DI UN SOLO BAMBINO PALESTINESE!
A fronte della negazione da parte del preside del permesso di svolgere un’assemblea d’istituto urgente che affrontasse la questione dell’invasione dellaPalestina da parte delle truppe israeliane, gli studenti del liceo artistico diRavenna hanno distribuito volantini nelle classi in cui annunciavano che oggi(10-01-09) usciranno per 30 minuti dalle aule e si recheranno all’esterno dell’istituto per firmare l’appello “solidarietà con la Palestina”, a questaprotesta avevano chiesto agli insegnanti di unirsi…la vice preside del liceo haperò fatto girare una circolare nella stessa mattinata, con la quale assicurail regolare svolgimento delle lezioni, non autorizzando nessuna uscita e invitatutti a non partecipare alla protesta, in caso contrario i singoli siassumeranno le proprie responsabilità. Molti insegnanti che avevano espressosostegno all’iniziativa hanno poi affermato di non potervi partecipare, dopotale circolare. Non solo, la compagna, che ha promosso l’iniziativa è stataminacciata di sospensione se si “permetterà” di inscenare tale protesta. Lacompagna di Red Block ha ribattuto che a maggior ragione la protesta si faràperché “100 circolari non valgono la vita di un solo bambino palestinese”,striscione che questa mattina sarà attaccato fuori dal liceo artistico oltre aquello già stabilito: “fermiamo il massacro, solidarietà al popolopalestinese”.Denunciamo l’arroganza, l’ottusità e soprattutto la volontà politica deidirigenti scolastici del liceo artistico di Ravenna di impedire la protestacontro il massacro del popolo palestinese da parte delle truppe nazi sionisteisraeliane e sottolineamo nuovamente come nella scuola pubblica italiana sicerchi di impedire agli studenti di affrontare tematiche politiche, culturaliche in qualche modo possano essere considerate scomode e da bandire perché nonconformi al pensiero reazionario della classe dominante.Oggi pomeriggio gli studenti del liceo artistico aderiranno e parteciperannoal presidio “solidarietà con la Palestina” alle ore 16 in piazza del popolo aRavenna.
Red Block Ravenna
3339680871 redblockravenna@libero.it
sabato 10 gennaio 2009
SU PALESTINA
Comunicato stampa
Red Block aderisce e partecipa alle manifestazioni locali di sabato10 gennaio contro il massacro del popolo palestinese, contro l'invasione della Palestina da parte dello stato nazi-sionista israeliano.Fermiamo l'invasione, fermiamo il massacro!
Sosteniamo la resistenza del popolo palestinese, chiediamo l'immediato cessate il fuoco e il ritiro delle truppe nazi-sioniste da Gaza.Per tutta la settimana prossima promuoveremo iniziative nelle scuole e facoltà per diffondere l’appello qui allegato e per organizzare la partecipazione alla manifestazione nazionale del 17 gennaio a Roma.
Gli studenti adotteranno forme alternative di protesta e riunione e non si faranno di certo fermare di fronte all'ennesimo atto repressivo politico che mostra ancora una volta: come si voglia impedire lo sviluppo di un pensiero autonomo, indipendente dalla cultura dominante e che la coscienzacritica deve essere bandita dalle scuole di questo paese...che naturalmente con il governo Berlusconi-Bossi-Fini sostiene il regime nazi-sionista israeliano.
APPELLO:SOLIDARIETA’ CON LA PALESTINA In queste ore la Striscia di Gaza è stata trasformata in una trappola mortale: l’esercito israeliano ha già fatto centinaia di morti e migliaia di feriti che moriranno nelle prossime ore, perché gli ospedali sono al collasso già da due anni a causa dell' embargo che ha bloccato anche i medicinali. I palestinesi di Gaza sono chiusi da ogni lato, dai militari israeliani e da quelli egiziani, sottoposti a micidiali bombardamenti e impediti a uscire da questo nuovo “ghetto di Varsavia” per cercare rifugio, alimenti, assistenza medica e protezione. Gaza è assediata per terra e per mare da due anni: sono chiusi in trappola un milione e ottocentomila persone. La tregua non è stata rotta da Hamas odalle altre organizzazioni palestinesi attive nella Striscia di Gaza, come dice la maggior parte dell'informazione occidentale, ma dalle autorità israeliane che durante la tregua hanno ucciso 25 palestinesi, effettuato arresti e rastrellamenti in Cisgiordania, mantenuto chiusi i valichi impedendo ai palestinesi di Gaza di entrare, uscire o ricevere i rifornimenti necessari per sopravvivere. Lanciare dei razzi è stata la carta che alcuni militanti palestinesi hanno tentato per rompere l' assedio, visto che la marina israeliana ha bloccato, tentando di speronarla, l'ultima delle navi pacifiste che portava a Gaza generi di prima necessità. Ogni equivalenza tra il lancio di razzi palestinesi a dicembre e i feroci bombardamenti israeliani è una ingiuria alla verità e alla giustizia.Va precisato che il conflitto israelo-palestinese non è né millenario né religioso, e non ha nulla a che vedere con la sopravvivenza della popolazione ebraica: la Palestina è una terra dove numerose etnie e religioni hanno sempre coesistito (per esempio, un quarto della popolazione palestinese è cristiana) e non si può usare l’argomento dell’Olocausto, dato che i palestinesi non hanno nulla a che vedere con le atrocità della Germania nazista e dell’Italia fascista. Ma la funzione di sentinella strategica dell'Occidente consente ai governi israeliani di infischiarsi dal 1947 di qualsiasi risoluzione ONU, mentre per l'Iraq ignorarne una è stato pretesto formale per scatenare una guerra. Non solo, nelle ultime settimane non c’è nemmeno, da parte delle Nazioni Unite, una delle solite condanne retoriche e senza conseguenze pratiche nei confronti dello Stato di Israele.Motivo contingente dell'operazione militare israeliana è il tentativo di instaurare un governo collaborazionista a Gaza: il ministro israeliano Tzipi Livni ha confermato che l’offensiva militare andrà avanti fino a quando non ci sarà un nuovo equilibrio di potere funzionale agli interessiisraeliani. Sulla situazione in Palestina, inoltre, emergono le gravissime complicità dell’ Egitto, che é arrivato a schierare le forze armate ai confini, facendo sparare contro i palestinesi che cercavano di fuggire dalla trappola di Gaza cercando rifugio e protezione in Egitto. Anche gli stati arabi sostanzialmente coprono l'operazione, mentre la popolazione di quei paesi, scende in massain piazza per dimostrare la propria solidarietà nei confronti dei palestinesi (3 milioni di persone solo in Marocco)I governi europei (incluso quello italiano) hanno preso posizioni formalmente equidistanti sulla mattanza in corso. Hanno però accettato e sostenuto l'embargo contro i palestinesi di Gaza ed hanno mantenuto i rapporti di collaborazione militare, scientifica, economica con le istituzioni israeliane. Il governo israeliano ha messo non solo l’Europa ma anche la nuova amministrazione USA di fronte al fatto compiuto, potendo godere di un livello di impunità per i propri crimini di guerra e contro l’umanità che la storia dal dopoguerra a oggi non ha assicurato a nessun altro stato.Fino a quando vedremo, sentiremo e leggeremo nei mezzi di comunicazione che tutto ciò che sta accadendo oggi a Gaza, ieri in Cisgiordania e prima in Libano è colpa di coloro che sono aggrediti e massacrati e non dell’esercito israeliano, che cerca in tutti i modi di far scomparire dalla facciadella terra la Palestina? Fino a quando continuerà la campagna per “giustificare l’ingiustificabile”, chiamando terroristi i membri di Hamas, gli unici vincitori delle elezioni più trasparenti che si sono celebrate in Medio Oriente?Fino a quando ascolteremo quelle voci ipocrite che dicono di cercare “una soluzione pacifica del conflitto israelo-palestinese” senza dire alcunché sulla politica dello Stato d’Israele, preferendo creare la teoria dell’equidistanza, che mette sullo stesso piano sia i carnefici che le vittime?Fino a quando lasceremo morire la Palestina, occupata da un esercito i cui metodi sono di una ferocia inaudita, senza dire nulla?Il popolo palestinese vive un momento estremamente difficile dal quale potrebbe uscire ridotto ad una esclusiva questione umanitaria che negherebbe la sua aspirazione ad avere i diritti che spettano a ogni popolo.Chiediamo che il massacro in corso cessi immediatamente, che si assicurino ai palestinesi i diritti che spettano a ogni popolo, che sia ristabilita la corretta informazione.Invitiamo tutte le associazioni, i partiti, i collettivi e le realtà organizzate presenti sul territorio a firmare questo appello.Red Block Palermo
3498113576- redblock@alice.it
Red Block aderisce e partecipa alle manifestazioni locali di sabato10 gennaio contro il massacro del popolo palestinese, contro l'invasione della Palestina da parte dello stato nazi-sionista israeliano.Fermiamo l'invasione, fermiamo il massacro!
Sosteniamo la resistenza del popolo palestinese, chiediamo l'immediato cessate il fuoco e il ritiro delle truppe nazi-sioniste da Gaza.Per tutta la settimana prossima promuoveremo iniziative nelle scuole e facoltà per diffondere l’appello qui allegato e per organizzare la partecipazione alla manifestazione nazionale del 17 gennaio a Roma.
Gli studenti adotteranno forme alternative di protesta e riunione e non si faranno di certo fermare di fronte all'ennesimo atto repressivo politico che mostra ancora una volta: come si voglia impedire lo sviluppo di un pensiero autonomo, indipendente dalla cultura dominante e che la coscienzacritica deve essere bandita dalle scuole di questo paese...che naturalmente con il governo Berlusconi-Bossi-Fini sostiene il regime nazi-sionista israeliano.
APPELLO:SOLIDARIETA’ CON LA PALESTINA In queste ore la Striscia di Gaza è stata trasformata in una trappola mortale: l’esercito israeliano ha già fatto centinaia di morti e migliaia di feriti che moriranno nelle prossime ore, perché gli ospedali sono al collasso già da due anni a causa dell' embargo che ha bloccato anche i medicinali. I palestinesi di Gaza sono chiusi da ogni lato, dai militari israeliani e da quelli egiziani, sottoposti a micidiali bombardamenti e impediti a uscire da questo nuovo “ghetto di Varsavia” per cercare rifugio, alimenti, assistenza medica e protezione. Gaza è assediata per terra e per mare da due anni: sono chiusi in trappola un milione e ottocentomila persone. La tregua non è stata rotta da Hamas odalle altre organizzazioni palestinesi attive nella Striscia di Gaza, come dice la maggior parte dell'informazione occidentale, ma dalle autorità israeliane che durante la tregua hanno ucciso 25 palestinesi, effettuato arresti e rastrellamenti in Cisgiordania, mantenuto chiusi i valichi impedendo ai palestinesi di Gaza di entrare, uscire o ricevere i rifornimenti necessari per sopravvivere. Lanciare dei razzi è stata la carta che alcuni militanti palestinesi hanno tentato per rompere l' assedio, visto che la marina israeliana ha bloccato, tentando di speronarla, l'ultima delle navi pacifiste che portava a Gaza generi di prima necessità. Ogni equivalenza tra il lancio di razzi palestinesi a dicembre e i feroci bombardamenti israeliani è una ingiuria alla verità e alla giustizia.Va precisato che il conflitto israelo-palestinese non è né millenario né religioso, e non ha nulla a che vedere con la sopravvivenza della popolazione ebraica: la Palestina è una terra dove numerose etnie e religioni hanno sempre coesistito (per esempio, un quarto della popolazione palestinese è cristiana) e non si può usare l’argomento dell’Olocausto, dato che i palestinesi non hanno nulla a che vedere con le atrocità della Germania nazista e dell’Italia fascista. Ma la funzione di sentinella strategica dell'Occidente consente ai governi israeliani di infischiarsi dal 1947 di qualsiasi risoluzione ONU, mentre per l'Iraq ignorarne una è stato pretesto formale per scatenare una guerra. Non solo, nelle ultime settimane non c’è nemmeno, da parte delle Nazioni Unite, una delle solite condanne retoriche e senza conseguenze pratiche nei confronti dello Stato di Israele.Motivo contingente dell'operazione militare israeliana è il tentativo di instaurare un governo collaborazionista a Gaza: il ministro israeliano Tzipi Livni ha confermato che l’offensiva militare andrà avanti fino a quando non ci sarà un nuovo equilibrio di potere funzionale agli interessiisraeliani. Sulla situazione in Palestina, inoltre, emergono le gravissime complicità dell’ Egitto, che é arrivato a schierare le forze armate ai confini, facendo sparare contro i palestinesi che cercavano di fuggire dalla trappola di Gaza cercando rifugio e protezione in Egitto. Anche gli stati arabi sostanzialmente coprono l'operazione, mentre la popolazione di quei paesi, scende in massain piazza per dimostrare la propria solidarietà nei confronti dei palestinesi (3 milioni di persone solo in Marocco)I governi europei (incluso quello italiano) hanno preso posizioni formalmente equidistanti sulla mattanza in corso. Hanno però accettato e sostenuto l'embargo contro i palestinesi di Gaza ed hanno mantenuto i rapporti di collaborazione militare, scientifica, economica con le istituzioni israeliane. Il governo israeliano ha messo non solo l’Europa ma anche la nuova amministrazione USA di fronte al fatto compiuto, potendo godere di un livello di impunità per i propri crimini di guerra e contro l’umanità che la storia dal dopoguerra a oggi non ha assicurato a nessun altro stato.Fino a quando vedremo, sentiremo e leggeremo nei mezzi di comunicazione che tutto ciò che sta accadendo oggi a Gaza, ieri in Cisgiordania e prima in Libano è colpa di coloro che sono aggrediti e massacrati e non dell’esercito israeliano, che cerca in tutti i modi di far scomparire dalla facciadella terra la Palestina? Fino a quando continuerà la campagna per “giustificare l’ingiustificabile”, chiamando terroristi i membri di Hamas, gli unici vincitori delle elezioni più trasparenti che si sono celebrate in Medio Oriente?Fino a quando ascolteremo quelle voci ipocrite che dicono di cercare “una soluzione pacifica del conflitto israelo-palestinese” senza dire alcunché sulla politica dello Stato d’Israele, preferendo creare la teoria dell’equidistanza, che mette sullo stesso piano sia i carnefici che le vittime?Fino a quando lasceremo morire la Palestina, occupata da un esercito i cui metodi sono di una ferocia inaudita, senza dire nulla?Il popolo palestinese vive un momento estremamente difficile dal quale potrebbe uscire ridotto ad una esclusiva questione umanitaria che negherebbe la sua aspirazione ad avere i diritti che spettano a ogni popolo.Chiediamo che il massacro in corso cessi immediatamente, che si assicurino ai palestinesi i diritti che spettano a ogni popolo, che sia ristabilita la corretta informazione.Invitiamo tutte le associazioni, i partiti, i collettivi e le realtà organizzate presenti sul territorio a firmare questo appello.Red Block Palermo
3498113576- redblock@alice.it
DALLA GRECIA ALL'ITALIA POLIZIA ASSASSINA
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Sabato 6 Dicembre il giovane compagno anarchico quindicenne Alexis è stato ucciso da un poliziotto che gli ha sparato durante una manifestazione studentesca nei pressi del quartiere popolare Exarchia ad Atene dove quotidianamente reparti speciali della polizia eseguono ronde intimidatorie contro gli abitanti del quartiere.
Diffusasi la notizia centinaia di giovani sono scesi in piazza in tutta la Grecia, da Atene a Salonicco fino a Creta e nei giorni seguenti anche in molte altre città. Il Politecnico, altre 15 università e un centinaio di licei nella capitale e a Salonicco sono occupati dagli studenti dall’inizio della settimana per protesta in seguito alla morte di Alexis da cui i rivoltosi si stanno organizzando e impegnando i servi in divisa in duri scontri.
Anche qualche giorno prima tra l’altro la polizia greca si era distinta per la brutalità verso un corteo studentesco contro la riforma universitaria che come quella italiana prevede duri tagli e privatizzazione dell’istruzione.
Il primo ministro greco si è detto dispiaciuto dell’avvenimento e ha promesso dure pene verso i due poliziotti coinvolti…..
Sappiamo bene che al di là delle parole ipocrite dei governanti siano essi di destra o di sinistra, finché ci saranno al potere governi che rappresentano l’interesse dei padroni non ci sarà mai vera giustizia per il popolo. È il potere stesso che per mezzo dei suoi servi in divisa uccide chi si ribella come è successo ieri in Grecia ma come è successo anche qui in Italia durante le giornate del G8 di Genova dove la repressione della macchina statale borghese ha ucciso un altro giovane ribelle: Carlo Giuliani.
Anche qui la giustizia com’era prevedibile non è arrivata e la maggior parte degli sbirri che hanno preso parte alla repressione di quei giorni sono stati assolti o condannati a pene ridicole in primis l’assassino di Carlo, che si è pure candidato con il partito neofascista Alleanza Nazionale.
I giovani dei quartieri popolari nelle città imperialiste subiscono quotidianamente la repressione moderno fascista, non dimentichiamo neanche Bouma e Zyed morti nella banlieue parigina di Clichy-sous-boys sempre uccisi dagli sbirri che facevano incursione nel quartiere “a caccia di giovani proletari”.
O ultimamente a Palermo dove due giovani appartenenti al quartiere popolare dell’Albergheria sono morti in un incidente stradale causato da un inseguimento della polizia. E purtroppo la lista potrebbe continuare.
Ormai in tutti i paesi imperialisti a fronte della crisi provocata dal sistema capitalista che genera disuguaglianze sociali e povertà quando i lavoratori, gli studenti o le masse popolari si ribellano lo stato interviene militarmente, in Italia così come negli altri paesi “democratici” occidentali si respira un’aria di guerra a causa della costante e progressiva militarizzazione delle città in primis dei quartieri popolari con l’impiego dei militari per “questioni di ordine pubblico e sicurezza”.
Con queste misure i governi confermano di essere anti-popolari e di aver bisogno di occupare militarmente il territorio per soffocare sul nascere le eventuali proteste di massa che nascono dalla necessità oggettiva di condurre un’esistenza più dignitosa.
Per questo la ribellione dei giovani proletari e ribelli greci è giusta contro la repressione e i crimini dello stato moderno fascista greco.
È necessario che in tutti i paesi imperialisti i giovani proletari e ribelli si organizzino in organizzazioni giovanili rivoluzionarie che lottino contro il potere istituito che sforna solo crisi, miseria, lutto e per la conquista del potere rosso in mano alla classe lavoratrice e alle masse popolari.
I giovani maoisti di Red Block esprimono solidarietà alla famiglia del giovane e sostegno militante alla battaglia che i giovani proletari e
ribelli stanno conducendo in queste ore.
Diffusasi la notizia centinaia di giovani sono scesi in piazza in tutta la Grecia, da Atene a Salonicco fino a Creta e nei giorni seguenti anche in molte altre città. Il Politecnico, altre 15 università e un centinaio di licei nella capitale e a Salonicco sono occupati dagli studenti dall’inizio della settimana per protesta in seguito alla morte di Alexis da cui i rivoltosi si stanno organizzando e impegnando i servi in divisa in duri scontri.
Anche qualche giorno prima tra l’altro la polizia greca si era distinta per la brutalità verso un corteo studentesco contro la riforma universitaria che come quella italiana prevede duri tagli e privatizzazione dell’istruzione.
Il primo ministro greco si è detto dispiaciuto dell’avvenimento e ha promesso dure pene verso i due poliziotti coinvolti…..
Sappiamo bene che al di là delle parole ipocrite dei governanti siano essi di destra o di sinistra, finché ci saranno al potere governi che rappresentano l’interesse dei padroni non ci sarà mai vera giustizia per il popolo. È il potere stesso che per mezzo dei suoi servi in divisa uccide chi si ribella come è successo ieri in Grecia ma come è successo anche qui in Italia durante le giornate del G8 di Genova dove la repressione della macchina statale borghese ha ucciso un altro giovane ribelle: Carlo Giuliani.
Anche qui la giustizia com’era prevedibile non è arrivata e la maggior parte degli sbirri che hanno preso parte alla repressione di quei giorni sono stati assolti o condannati a pene ridicole in primis l’assassino di Carlo, che si è pure candidato con il partito neofascista Alleanza Nazionale.
I giovani dei quartieri popolari nelle città imperialiste subiscono quotidianamente la repressione moderno fascista, non dimentichiamo neanche Bouma e Zyed morti nella banlieue parigina di Clichy-sous-boys sempre uccisi dagli sbirri che facevano incursione nel quartiere “a caccia di giovani proletari”.
O ultimamente a Palermo dove due giovani appartenenti al quartiere popolare dell’Albergheria sono morti in un incidente stradale causato da un inseguimento della polizia. E purtroppo la lista potrebbe continuare.
Ormai in tutti i paesi imperialisti a fronte della crisi provocata dal sistema capitalista che genera disuguaglianze sociali e povertà quando i lavoratori, gli studenti o le masse popolari si ribellano lo stato interviene militarmente, in Italia così come negli altri paesi “democratici” occidentali si respira un’aria di guerra a causa della costante e progressiva militarizzazione delle città in primis dei quartieri popolari con l’impiego dei militari per “questioni di ordine pubblico e sicurezza”.
Con queste misure i governi confermano di essere anti-popolari e di aver bisogno di occupare militarmente il territorio per soffocare sul nascere le eventuali proteste di massa che nascono dalla necessità oggettiva di condurre un’esistenza più dignitosa.
Per questo la ribellione dei giovani proletari e ribelli greci è giusta contro la repressione e i crimini dello stato moderno fascista greco.
È necessario che in tutti i paesi imperialisti i giovani proletari e ribelli si organizzino in organizzazioni giovanili rivoluzionarie che lottino contro il potere istituito che sforna solo crisi, miseria, lutto e per la conquista del potere rosso in mano alla classe lavoratrice e alle masse popolari.
I giovani maoisti di Red Block esprimono solidarietà alla famiglia del giovane e sostegno militante alla battaglia che i giovani proletari e
ribelli stanno conducendo in queste ore.
ALEXIS E' VIVO E LOTTA INSIEME A NOI...
... LE NOSTRE IDEE NON MORIRANNO MAI!
CHI HA PAURA DELLE BANDIERE DI RED BLOCK?
Spesso quanto nasce e si sviluppa un movimento forte e vasto come quello studentesco di questi giorni, puntualmente parassiti da destra e da “sinistra” cercano di strumentalizzarlo per i loro sporchi fini, Giovani Comunisti e Socialismo Rivoluzionario per ora nelle scuole stanno diffondendo una confusione non indifferente nelle scuole.
Concetti come “l’apoliticità delle manifestazioni” contro l’ormai legge Gelmini o il qualunquismo nel dire che non ci devono essere simboli e bandiere sono posizioni errate che respingiamo con forza e che hanno un nome ben preciso: qualunquismo!
Innanzitutto come si fa a parlare di apoliticità quando gli studenti stanno contestando una determinata legge promulgata da un determinato governo?
Scendere in piazza per protestare contro una legge è di per se un atto politico, e ogni posizione politica ha il suo colore e si colloca precisamente o a destra o a sinistra, può essere una posizione reazionaria, riformista o rivoluzionaria.
In secondo luogo noi riteniamo quanto mai attuali i valori dell’antifascismo e smascheriamo sempre e comunque i fascisti che cercano di infiltrarsi e strumentalizzare il movimento studentesco purtroppo agevolati da questa “apoliticità” diffusa .
I fascisti sono quelli che in questi giorni in Italia attaccano le scuole occupate con coltelli e spranghe, i fascisti di Azione Giovani sono quelli che fanno parte dello stesso partito della Gelmini e che grazie all’”apoliticità dei cortei” gli viene permesso di strumentalizzare gli studenti.
I fascisti di Blocco Studentesco sono quelli che a Roma subito dopo approvato il decreto trovandosi nel corteo a Pza Navona hanno picchiato indiscriminatamente con mazze, caschi e moschettoni studenti medi di 14 e 15 anni davanti gli occhi degli sbirri che non hanno mosso un dito, ed è stato grazie ad altri studenti (antifascisti) che si è evitato il peggio e sono stati cacciati via. Ciò dimostra innanzitutto che i fascisti sono i servi del governo contro il movimento studentesco e per questo il movimento studentesco deve dichiararsi apertamente antifascista e respingere qualsiasi tentativo di infiltrazione, ma dimostra anche il fatto che gruppi pacifisti e della falsa sinistra come rifondazione, uds, udu e socialismo rivoluzionario sono i diretti responsabili di ciò che è successo a Roma permettendo a dei picchiatori di infiltrarsi nel corteo in nome di una fantomatica unità.
Unità con i fascisti che accoltellano e sprangano quotidianamente studenti, immigrati e compagni non ne vogliamo, non permetteremo che a Palermo succeda quello che è successo a Roma!
Possiamo capire che Rifondazione Comunista con i suoi “giovani comunisti”che fino a ieri stava al governo con il ministro Fioroni e che ora non avendo più le poltrone dopo la sconfitta elettorale ha magicamente riscoperto le piazze e cerca di cavalcare l’onda abbia da vergognarsi delle sue bandiere. Ma noi non ce ne vergogniamo affatto, chi conosce il lavoro politico di Red Block sa che noi siamo sempre scesi in piazza “senza se e senza ma” contro le politiche antipopolari e antistudentesche di qualsiasi governo, noi le mattine andavamo nelle scuole per portare i nostri volantini anche quando c’era il governo Prodi e il movimento studentesco non era forte come quest’anno.
Noi non siamo un partito politico e non siamo collegati a nessuno di questi, siamo un movimento giovanile, e di conseguenza la nostra politica non ha fini elettorali.
Noi siamo veramente a favore della coscienza critica dell’individuo contro il progetto di omologazione delle menti che ha questa riforma: dire che il movimento non deve avere bandiere e non deve avere colore significa non avere spirito di critica, essere omologati e qualunquisti, proprio come ci vuole la Gelmini ed il governo.
Noi invece rivendichiamo con forza il nostro colore e la necessità di essere antifascisti sempre, per riuscire a sconfiggere una riforma che ha come modello per l’appunto una scuola autoritaria e fascista.
Concetti come “l’apoliticità delle manifestazioni” contro l’ormai legge Gelmini o il qualunquismo nel dire che non ci devono essere simboli e bandiere sono posizioni errate che respingiamo con forza e che hanno un nome ben preciso: qualunquismo!
Innanzitutto come si fa a parlare di apoliticità quando gli studenti stanno contestando una determinata legge promulgata da un determinato governo?
Scendere in piazza per protestare contro una legge è di per se un atto politico, e ogni posizione politica ha il suo colore e si colloca precisamente o a destra o a sinistra, può essere una posizione reazionaria, riformista o rivoluzionaria.
In secondo luogo noi riteniamo quanto mai attuali i valori dell’antifascismo e smascheriamo sempre e comunque i fascisti che cercano di infiltrarsi e strumentalizzare il movimento studentesco purtroppo agevolati da questa “apoliticità” diffusa .
I fascisti sono quelli che in questi giorni in Italia attaccano le scuole occupate con coltelli e spranghe, i fascisti di Azione Giovani sono quelli che fanno parte dello stesso partito della Gelmini e che grazie all’”apoliticità dei cortei” gli viene permesso di strumentalizzare gli studenti.
I fascisti di Blocco Studentesco sono quelli che a Roma subito dopo approvato il decreto trovandosi nel corteo a Pza Navona hanno picchiato indiscriminatamente con mazze, caschi e moschettoni studenti medi di 14 e 15 anni davanti gli occhi degli sbirri che non hanno mosso un dito, ed è stato grazie ad altri studenti (antifascisti) che si è evitato il peggio e sono stati cacciati via. Ciò dimostra innanzitutto che i fascisti sono i servi del governo contro il movimento studentesco e per questo il movimento studentesco deve dichiararsi apertamente antifascista e respingere qualsiasi tentativo di infiltrazione, ma dimostra anche il fatto che gruppi pacifisti e della falsa sinistra come rifondazione, uds, udu e socialismo rivoluzionario sono i diretti responsabili di ciò che è successo a Roma permettendo a dei picchiatori di infiltrarsi nel corteo in nome di una fantomatica unità.
Unità con i fascisti che accoltellano e sprangano quotidianamente studenti, immigrati e compagni non ne vogliamo, non permetteremo che a Palermo succeda quello che è successo a Roma!
Possiamo capire che Rifondazione Comunista con i suoi “giovani comunisti”che fino a ieri stava al governo con il ministro Fioroni e che ora non avendo più le poltrone dopo la sconfitta elettorale ha magicamente riscoperto le piazze e cerca di cavalcare l’onda abbia da vergognarsi delle sue bandiere. Ma noi non ce ne vergogniamo affatto, chi conosce il lavoro politico di Red Block sa che noi siamo sempre scesi in piazza “senza se e senza ma” contro le politiche antipopolari e antistudentesche di qualsiasi governo, noi le mattine andavamo nelle scuole per portare i nostri volantini anche quando c’era il governo Prodi e il movimento studentesco non era forte come quest’anno.
Noi non siamo un partito politico e non siamo collegati a nessuno di questi, siamo un movimento giovanile, e di conseguenza la nostra politica non ha fini elettorali.
Noi siamo veramente a favore della coscienza critica dell’individuo contro il progetto di omologazione delle menti che ha questa riforma: dire che il movimento non deve avere bandiere e non deve avere colore significa non avere spirito di critica, essere omologati e qualunquisti, proprio come ci vuole la Gelmini ed il governo.
Noi invece rivendichiamo con forza il nostro colore e la necessità di essere antifascisti sempre, per riuscire a sconfiggere una riforma che ha come modello per l’appunto una scuola autoritaria e fascista.
RED BLOCK
CROLLANO ALTRI TETTI NELLE SCUOLE: GLI EFFETTI DELLO SMANTELLAMENTO DELLA SCUOLA PUBBLICA
È di nuovo paura nelle scuole per i crolli. E stavolta solo la fortuna ha evitato il peggio. Momenti di terrore sono stati vissuti ieri mattina in una scuola superiore di Biella, il «Quintino Sella», dove un pezzo di soffitto si è staccato, precipitando sui banchi durante le lezioni: quattro studenti sono rimasti feriti in modo lieve. (tratto da “Il Tempo”)
Appena un mese fa moriva Vito Scafidi uno studente del liceo Darwin di Torino a causa del crollo del tetto della sua classe.
Dopo le continue morti nelle fabbriche (una media di 4 operai al giorno) adesso nel Bel Paese si muore pure a scuola.
Com’era da aspettarsi le istituzioni sia per il caso di Torino sia per questo recente di Biella parlano di fatalità.
Ma quale fatalità?
Continuiamo a ribadire che la fatiscenza delle scuole e i relativi crolli di tetti sono la diretta conseguenza delle cosiddette “razionalizzazioni della spesa” e delle politiche e riforme non ultima quella della Gelmini che aggiungono tagli a tagli perché la scuola “costa troppo” .
I dati statistici parlano di circa il 50% delle scuole italiane a rischio sicurezza (con punte del 70% in Sicilia) e questi sono solo i dati ufficiali!
Intanto il governo manda più militari in Afghanistan ed in altri scenari di guerra come in Somalia spendendo milioni di euro in armamenti per guerre di aggressione contro altri popoli impoverendo anche le masse e i lavoratori in Italia.
Queste politiche oltre a colpire la qualità dell’istruzione colpiscono anche la salute degli studenti e la loro stessa vita come successo tragicamente a Torino.
Non si può morire né di scuola né di lavoro!
Questa è la “civiltà” del sistema capitalista basato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, in un paese che è considerato civile e industrializzato come l’Italia nel 2008 si muore sul lavoro perché per i padroni di fabbriche e aziende la sicurezza costa troppo e adesso pure nelle scuole perché i governi che fanno gli interessi dei padroni volontariamente dirottano 8 miliardi di euro dall’istruzione alle banche e ai padroni con il duplice obiettivo di finanziare la loro crisi da un lato e dall’altro per far crescere un popolo ignorante che difficilmente possa ragionare con la propria testa e quindi ribellarsi a tutto ciò.
Per questo è necessario che gli studenti si organizzino dal basso in collettivi studenteschi, che lottino per il loro diritto allo studio e il loro diritto alla vita e alla salute in ogni scuola e facoltà.
Adesso che il sistema uccide già a scuola ancor prima di arrivare in fabbrica e quanto mai necessario che gli studenti e i lavoratori combattano fianco a fianco contro i padroni e i loro governi siano essi di centro-destra o centro-sinistra.
È importante inoltre che gli studenti singolarmente o in collettivi si uniscano alla “Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro” nata l’anno scorso che si riunirà nuovamente il 24 Gennaio a Roma e di cui fanno parte sindacati di base, associazioni di familiari di morti sul lavoro, associazioni in difesa della salute ecc.
Basta morti sul lavoro mai più morti nelle scuole!
Per il diritto alla sicurezza nelle scuole e all’istruzione è giusto ribellarsi!
Aderisci alla Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro, inscriviti alla mailing list : bastamortesullavoro@domeus.it
Red block (organizzazione giovanile di proletari comunisti)
Appena un mese fa moriva Vito Scafidi uno studente del liceo Darwin di Torino a causa del crollo del tetto della sua classe.
Dopo le continue morti nelle fabbriche (una media di 4 operai al giorno) adesso nel Bel Paese si muore pure a scuola.
Com’era da aspettarsi le istituzioni sia per il caso di Torino sia per questo recente di Biella parlano di fatalità.
Ma quale fatalità?
Continuiamo a ribadire che la fatiscenza delle scuole e i relativi crolli di tetti sono la diretta conseguenza delle cosiddette “razionalizzazioni della spesa” e delle politiche e riforme non ultima quella della Gelmini che aggiungono tagli a tagli perché la scuola “costa troppo” .
I dati statistici parlano di circa il 50% delle scuole italiane a rischio sicurezza (con punte del 70% in Sicilia) e questi sono solo i dati ufficiali!
Intanto il governo manda più militari in Afghanistan ed in altri scenari di guerra come in Somalia spendendo milioni di euro in armamenti per guerre di aggressione contro altri popoli impoverendo anche le masse e i lavoratori in Italia.
Queste politiche oltre a colpire la qualità dell’istruzione colpiscono anche la salute degli studenti e la loro stessa vita come successo tragicamente a Torino.
Non si può morire né di scuola né di lavoro!
Questa è la “civiltà” del sistema capitalista basato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, in un paese che è considerato civile e industrializzato come l’Italia nel 2008 si muore sul lavoro perché per i padroni di fabbriche e aziende la sicurezza costa troppo e adesso pure nelle scuole perché i governi che fanno gli interessi dei padroni volontariamente dirottano 8 miliardi di euro dall’istruzione alle banche e ai padroni con il duplice obiettivo di finanziare la loro crisi da un lato e dall’altro per far crescere un popolo ignorante che difficilmente possa ragionare con la propria testa e quindi ribellarsi a tutto ciò.
Per questo è necessario che gli studenti si organizzino dal basso in collettivi studenteschi, che lottino per il loro diritto allo studio e il loro diritto alla vita e alla salute in ogni scuola e facoltà.
Adesso che il sistema uccide già a scuola ancor prima di arrivare in fabbrica e quanto mai necessario che gli studenti e i lavoratori combattano fianco a fianco contro i padroni e i loro governi siano essi di centro-destra o centro-sinistra.
È importante inoltre che gli studenti singolarmente o in collettivi si uniscano alla “Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro” nata l’anno scorso che si riunirà nuovamente il 24 Gennaio a Roma e di cui fanno parte sindacati di base, associazioni di familiari di morti sul lavoro, associazioni in difesa della salute ecc.
Basta morti sul lavoro mai più morti nelle scuole!
Per il diritto alla sicurezza nelle scuole e all’istruzione è giusto ribellarsi!
Aderisci alla Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro, inscriviti alla mailing list : bastamortesullavoro@domeus.it
Red block (organizzazione giovanile di proletari comunisti)
NUOVO SGOMBERO CSOA EX CARCERE
Ancora una volta i compagni del CSOA Ex Carcere subiscono la repressione dello stato moderno fascista.
Ancora una volta non possiamo che esprimere la nostra solidarietà militante.
In città così come nel resto del paese, si respira un clima di “repressione preventiva”per mezzo di uno stato di polizia sempre più pervasivo e opprimente.
Militari impiegati per “questioni di ordine pubblico” neanche fossimo in Kosovo!
Viene creato lo spauracchio della sicurezza, la stessa sicurezza che ad Atene ha ucciso il giovane Alexis di 15 anni.
E intanto quotidianamente in Italia muoiono quattro operai al giorno per mancanza di sicurezza, quella vera, sui posti di lavoro mentre i padroni si riempiono le tasche. Si viene multati per decine di migliaia di euro per blocchi stradali e manifestazioni o semplici affissioni di manifesti di carta, come successo il 17 dicembre durante lo sciopero generale dei sindacati di base, dove il segretario provinciale, Rosario Sciortino, e un’ attivista, Donatella Anello, dello “Slai Cobas per il sindacato di classe” sono stati multati per 10000 euro per blocco stradale stessa multa pochi giorni fa ad alcuni studenti dell’Onda.
Potremmo citare anche il caso di Milazzo, sindacalista attivo della CGIL diffidato dalla Questura di Palermo per la sua partecipazione a manifestazioni dei senza casa palermitani!
Mentre in città gran parte dei lavoratori e delle masse popolari fanno fatica ad arrivare a fine mese, le istituzioni , a partire dal Comune si prendono gioco della miseria popolare da essi stessi creata, allestendo un albero di natale dal costo di 300000 euro, reprimendo chi quotidianamente lotta per i propri diritti.
Abbasso lo stato di polizia e il moderno fascismo!
Avanti con l’organizzazione dei giovani proletari e ribelli!
La solidarietà è un’arma, lottiamo e organizziamoci contro la repressione dello stato borghese!
Ribellarsi è giusto!
Red Block
Di seguito il comunicato dei compagni dell’ Ex Carcere :
Palermo:sgomberato per la seconda volta l'ExKarcere!
movimenti
Giorno 11/12 alle prime luci dell'alba, in via forlanini ancora poliziotti in assetto antisommossa...
Ieri Giovedì 11 dicembre alle 8 del mattino è stato effettuato per la seconda volta in poco più di un mese lo sgombero del nuovo centro sociale ExKarcere, di via forlanini.L'ennesima operazione di polizia volta a reprimere con la forza i percorsi di lotta che da otto anni ExKarcere porta avanti nella metropoli Palermo dal quartiere dell'Albergheria e che negli ultimi 2 mesi hanno avuto come base operativa questo nuovo spazio occupato per la prima volta l'11 ottobre al termine di un corteo nazionale.Forti e determinati in quella data avevamo voluto riprenderci solo una piccola parte di ciò che ci spettava, avevamo voluto riappropiarci di uno spazio che ci era stato sottratto da chi tramite l'abbandono degli immobili specula e si arricchisce in barba a chi di casa e spazi di socialità ne ha reale necessità.Il 22 ottobre all'alba ci svegliavamo alla luce della nuova politica repressiva della questura di Palermo, regista il neo insediato ed ex questore di Padova, Alessandro Marangoni.Erano in 150, le merde.6 camionette e 4 volanti. Polizia e carabinieri. In assetto antisommossa. Avevano assediato il quartiere, circondato l'isolato, divelto l'ingresso sul retro.Saliti su per le scale e telecamere alla mano ci identificavano e sgomberavano l'immobile.Il 15 Novembre per noi nulla era cambiato. Con la stessa voglia, ricominciavamo/continuavamo riprendendoci ciò che che ci era stato tolto e che ci spettava. Un altra occupazione, altre stanze da sistemare, altre iniziative da organizzare, la solidarietà dell'Albergheria, le assemblee del comitato di quartiere, manifesti, striscioni...l'1 dicembre piovono denunce, e convocazioni in questura.Un intimidazione dietro l'altra, pensano di riuscire a schiacciarci, mattone dopo mattone, sperano che i compagni non reggano il peso delle trafile giudiziarie, degli avvocati, dei poliziotti sotto casa.E invece all'Albergheria, fino alle 8 di ieri mattina, tutto procedeva nella sua ordinaria e regolare conflittualità.Fino alle 8 di ieri mattina ExKarcere, nel cuore dell'Albergheria, ha battuto e scandito il tempo di questa conflittualità dai locali di via forlanini.E' il tempo delle lotte che oggi, momentaneamente fuori dallo spazio occupato, continua a battere nelle nostre università, per le strade del nostro quartiere, nella determinazione dei compagni...Questa per noi è l'ennesima provocazione. Hanno fatto la loro prevedibile mossa.Noi faremo la nostra.
Ancora una volta non possiamo che esprimere la nostra solidarietà militante.
In città così come nel resto del paese, si respira un clima di “repressione preventiva”per mezzo di uno stato di polizia sempre più pervasivo e opprimente.
Militari impiegati per “questioni di ordine pubblico” neanche fossimo in Kosovo!
Viene creato lo spauracchio della sicurezza, la stessa sicurezza che ad Atene ha ucciso il giovane Alexis di 15 anni.
E intanto quotidianamente in Italia muoiono quattro operai al giorno per mancanza di sicurezza, quella vera, sui posti di lavoro mentre i padroni si riempiono le tasche. Si viene multati per decine di migliaia di euro per blocchi stradali e manifestazioni o semplici affissioni di manifesti di carta, come successo il 17 dicembre durante lo sciopero generale dei sindacati di base, dove il segretario provinciale, Rosario Sciortino, e un’ attivista, Donatella Anello, dello “Slai Cobas per il sindacato di classe” sono stati multati per 10000 euro per blocco stradale stessa multa pochi giorni fa ad alcuni studenti dell’Onda.
Potremmo citare anche il caso di Milazzo, sindacalista attivo della CGIL diffidato dalla Questura di Palermo per la sua partecipazione a manifestazioni dei senza casa palermitani!
Mentre in città gran parte dei lavoratori e delle masse popolari fanno fatica ad arrivare a fine mese, le istituzioni , a partire dal Comune si prendono gioco della miseria popolare da essi stessi creata, allestendo un albero di natale dal costo di 300000 euro, reprimendo chi quotidianamente lotta per i propri diritti.
Abbasso lo stato di polizia e il moderno fascismo!
Avanti con l’organizzazione dei giovani proletari e ribelli!
La solidarietà è un’arma, lottiamo e organizziamoci contro la repressione dello stato borghese!
Ribellarsi è giusto!
Red Block
Di seguito il comunicato dei compagni dell’ Ex Carcere :
Palermo:sgomberato per la seconda volta l'ExKarcere!
movimenti
Giorno 11/12 alle prime luci dell'alba, in via forlanini ancora poliziotti in assetto antisommossa...
Ieri Giovedì 11 dicembre alle 8 del mattino è stato effettuato per la seconda volta in poco più di un mese lo sgombero del nuovo centro sociale ExKarcere, di via forlanini.L'ennesima operazione di polizia volta a reprimere con la forza i percorsi di lotta che da otto anni ExKarcere porta avanti nella metropoli Palermo dal quartiere dell'Albergheria e che negli ultimi 2 mesi hanno avuto come base operativa questo nuovo spazio occupato per la prima volta l'11 ottobre al termine di un corteo nazionale.Forti e determinati in quella data avevamo voluto riprenderci solo una piccola parte di ciò che ci spettava, avevamo voluto riappropiarci di uno spazio che ci era stato sottratto da chi tramite l'abbandono degli immobili specula e si arricchisce in barba a chi di casa e spazi di socialità ne ha reale necessità.Il 22 ottobre all'alba ci svegliavamo alla luce della nuova politica repressiva della questura di Palermo, regista il neo insediato ed ex questore di Padova, Alessandro Marangoni.Erano in 150, le merde.6 camionette e 4 volanti. Polizia e carabinieri. In assetto antisommossa. Avevano assediato il quartiere, circondato l'isolato, divelto l'ingresso sul retro.Saliti su per le scale e telecamere alla mano ci identificavano e sgomberavano l'immobile.Il 15 Novembre per noi nulla era cambiato. Con la stessa voglia, ricominciavamo/continuavamo riprendendoci ciò che che ci era stato tolto e che ci spettava. Un altra occupazione, altre stanze da sistemare, altre iniziative da organizzare, la solidarietà dell'Albergheria, le assemblee del comitato di quartiere, manifesti, striscioni...l'1 dicembre piovono denunce, e convocazioni in questura.Un intimidazione dietro l'altra, pensano di riuscire a schiacciarci, mattone dopo mattone, sperano che i compagni non reggano il peso delle trafile giudiziarie, degli avvocati, dei poliziotti sotto casa.E invece all'Albergheria, fino alle 8 di ieri mattina, tutto procedeva nella sua ordinaria e regolare conflittualità.Fino alle 8 di ieri mattina ExKarcere, nel cuore dell'Albergheria, ha battuto e scandito il tempo di questa conflittualità dai locali di via forlanini.E' il tempo delle lotte che oggi, momentaneamente fuori dallo spazio occupato, continua a battere nelle nostre università, per le strade del nostro quartiere, nella determinazione dei compagni...Questa per noi è l'ennesima provocazione. Hanno fatto la loro prevedibile mossa.Noi faremo la nostra.
BASTA MORTI SUL LAVORO MAI PIU' MORTI NELLE SCUOLE
Il 6 dicembre del 2007 sono stati uccisi 7 operai alla Thyssen Krupp di Torino, Antonio, Angelo, Roberto, Bruno, Rocco, Rosario, Giuseppe. La mancanza di rispetto, da parte dei padroni della fabbrica, delle norme di sicurezza ha scatenato un rogo dentro lo stabile in dismissione…gli estintori erano scarichi, gli idranti non funzionavano, 7 operai sono bruciati.
Il 17 novembre, per la prima volta in Italia, i padroni della Thyssen sono stati accusati di omicidio volontario con dolo eventuale, per la prima volta, in Italia, sono stati ammessi più di 50 operai Thyssen come parte civile al processo.
Dopo quella strage in Italia si è continuato e si continua a morire di e per lavoro, 4 operai muoiono ogni giorno, un lavoratore ogni 7 ore!In Italia si è costruita una campagna mediatica e politica sulla sicurezza, ci hanno voluto far credere che siamo tutti in pericolo e la maggior parte di colpa l’hanno imputata agli immigrati…!
E’ vero, siamo tutti in pericolo, ma sono loro (stato,governi e padroni) a metterci in pericolo, sul lavoro dove si continua a morire e a scuola come successo sabato 22 al liceo Darwin di Rivoli (Torino), dove il crollo di un soffitto ha ucciso un giovane studente e feriti 4 in modo molto grave, ecco cosa producono le politiche di tagli di fondi e smantellamento della scuola pubblica che da anni attuano governi di centro destra e centro “sinistra”!
Denunciamo la responsabilità politica del governo, per la morte del giovane liceale torinese, in particolare per mezzo dell’ormai legge Gelmini che producendo tagli per 8 miliardi di euro verso scuole e università colpisce direttamente anche l’edilizia scolastica che in tutta Italia è fatiscente con una media del 50% delle scuole (70% in Sicilia).
Altro che fatalità come ha dichiarato il Presidente del Consiglio!
Inoltre come studenti medi e universitari continueremo a scendere in piazza affinché venga cancellata la vergognosa Legge 133 e l’attuazione della controriforma dell’Università che vogliono istituire nel nostro Paese in estrema sintesi un’istruzione e una cultura differenziate per censo ed “appartenenza di classe”, con una scuola per i figli dei ricchi e dei padroni (magari privata e sostenuta dai soldi di tutti ,in particolare dei lavoratori) e una scuola pubblica per i figli dei lavoratori, povera senza risorse, strutture e strumenti.
Non vogliamo più che i lavoratori vengano uccisi sui posti di lavoro per il profitto di pochi capitalisti e tantomeno che muoiano gli studenti nelle scuole!
E’ importante che gli studenti si uniscano ai lavoratori nella lotta contro gli omicidi bianchi, perché vengano rispettate le norme sulla sicurezza e perché la vita di un lavoratore non sia più considerata meno della merce che produce!
Per questo invitiamo tutti gli studenti a partecipare alla:
Manifestazione 6 Dicembre a Torino
Difendiamo il nostro presente riprendiamoci il nostro futuro!
Red Block
Il 17 novembre, per la prima volta in Italia, i padroni della Thyssen sono stati accusati di omicidio volontario con dolo eventuale, per la prima volta, in Italia, sono stati ammessi più di 50 operai Thyssen come parte civile al processo.
Dopo quella strage in Italia si è continuato e si continua a morire di e per lavoro, 4 operai muoiono ogni giorno, un lavoratore ogni 7 ore!In Italia si è costruita una campagna mediatica e politica sulla sicurezza, ci hanno voluto far credere che siamo tutti in pericolo e la maggior parte di colpa l’hanno imputata agli immigrati…!
E’ vero, siamo tutti in pericolo, ma sono loro (stato,governi e padroni) a metterci in pericolo, sul lavoro dove si continua a morire e a scuola come successo sabato 22 al liceo Darwin di Rivoli (Torino), dove il crollo di un soffitto ha ucciso un giovane studente e feriti 4 in modo molto grave, ecco cosa producono le politiche di tagli di fondi e smantellamento della scuola pubblica che da anni attuano governi di centro destra e centro “sinistra”!
Denunciamo la responsabilità politica del governo, per la morte del giovane liceale torinese, in particolare per mezzo dell’ormai legge Gelmini che producendo tagli per 8 miliardi di euro verso scuole e università colpisce direttamente anche l’edilizia scolastica che in tutta Italia è fatiscente con una media del 50% delle scuole (70% in Sicilia).
Altro che fatalità come ha dichiarato il Presidente del Consiglio!
Inoltre come studenti medi e universitari continueremo a scendere in piazza affinché venga cancellata la vergognosa Legge 133 e l’attuazione della controriforma dell’Università che vogliono istituire nel nostro Paese in estrema sintesi un’istruzione e una cultura differenziate per censo ed “appartenenza di classe”, con una scuola per i figli dei ricchi e dei padroni (magari privata e sostenuta dai soldi di tutti ,in particolare dei lavoratori) e una scuola pubblica per i figli dei lavoratori, povera senza risorse, strutture e strumenti.
Non vogliamo più che i lavoratori vengano uccisi sui posti di lavoro per il profitto di pochi capitalisti e tantomeno che muoiano gli studenti nelle scuole!
E’ importante che gli studenti si uniscano ai lavoratori nella lotta contro gli omicidi bianchi, perché vengano rispettate le norme sulla sicurezza e perché la vita di un lavoratore non sia più considerata meno della merce che produce!
Per questo invitiamo tutti gli studenti a partecipare alla:
Manifestazione 6 Dicembre a Torino
Difendiamo il nostro presente riprendiamoci il nostro futuro!
Red Block
ADESIONE ALLA MANIFESTAZIONE DELLA RETE PER LA SICUREZZA SUI POSTI DI LAVORO
Red Block Palermo aderisce all’appello e partecipa alla manifestazione del 6 Dicembre a Torino indetta dalla Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro.
Come studenti in lotta perché non venga eliminato del tutto il diritto allo studio bensì riaffermato nei valori di laicità, accessibilità e democrazia, esprimiamo solidarietà militante ai lavoratori vittime dei cosiddetti “incidenti sul lavoro”.
Contro la precarietà e la miseria quotidiana denunciamo con la nostra partecipazione la responsabilità dei padroni che, di fronte al crescere dei loro profitti, non investono sulla sicurezza degli impianti di fabbriche e posti di lavoro causando la morte di quattro lavoratori al giorno.
Denunciamo altresì la responsabilità politica del governo, per la morte del giovane liceale torinese in seguito al crollo del tetto della sua classe, in particolare per mezzo dell’ormai legge Gelmini che producendo un taglio di 8 miliardi di euro verso scuole e università colpisce direttamente anche l’edilizia scolastica che in tutta Italia è fatiscente con una media del 50% delle scuole (70% in Sicilia).
Altro che fatalità come ha dichiarato il Presidente del Consiglio!
Non vogliamo più che i lavoratori vengano uccisi sui posti di lavoro per il profitto di pochi capitalisti e tantomeno che muoiano gli studenti nelle scuole!
Per questo invitiamo tutti gli studenti a partecipare alla manifestazione del 6 Dicembre a un anno esatto della strage delle Thyssenkrupp dove morirono 7 operai che vi lavoravano.
In questi giorni andremo nelle scuole e nelle università per sensibilizzare gli studenti su questa importante battaglia!
Red Block Palermo (organizzazione giovanile di proletari comunisti Palermo)
Appello della manifestazione:
6 dicembre 2007: strage di 7 operai alla ThyssenKrupp di Torino
6 dicembre 2008: non dimentichiamo tutte le stragi e morti sul lavoro
Il 6 dicembre di un anno fa un rogo sprigionatosi all'interno dello stabilimento ThyssenKrupp di Torino faceva strage di 7 operai. Sette vite bruciate e sette famiglie lasciate nella disperazione.
Forte fu la commozione e l'eco in tutto il Paese. Le massime autorità dello Stato, a cominciare dal Presidente della Repubblica Napolitano, dichiararono che avrebbero fatto l'impossibile affinché stragi come quella di Torino non fossero più avvenute.
Spenti pian piano i riflettori dei mass-media, la questione della sicurezza sul lavoro è sparita dall'agenda politica di governi e parlamenti, sostituita da quella – montata ad arte - della "sicurezza" nelle città, della psicosi dell'immigrato stupratore, rapinatore, pirata della strada o altro, dimenticando che secondo studi della stessa UE, le città italiane sono le più "sicure" d'Europa…
Ma tant'è, si mandano forze di polizia e militari nelle città, ma non si fa un passo per garantire incolumità e sicurezza a chi vive di lavoro. La strage di Torino non è stata la prima e, purtroppo, non è stata l'ultima: i circa 4 morti al giorno nei luoghi di lavoro dovrebbero suonare come un sonoro schiaffo per qualsiasi società che abbia la presunzione di definirsi "civile". Ma in Italia no: qui non solo si continuano a varare provvedimenti assolutamente insufficienti, soprattutto dal punto di vista delle azioni di contrasto e di sanzione nei confronti delle aziende, come da quello dei poteri e delle agibilità degli RLS e degli ispettori INPS o INAIL (come il nuovo Testo Unico, Legge 81/2008), ma a questi si affiancano leggi e decreti come quello sulla detassazione degli straordinari (Legge 126/24 del luglio 2008), quello sulla deregolamentazione del mercato del lavoro (Legge 133 del 5 agosto 2008), la direttiva del Ministero del Lavoro che indebolisce i servizi ispettivi del ministero stesso e dell'INPS (settembre 2008), e, ultimo solo per tempo, il ddl 1441 quater, attualmente in discussione alla Camera, che vorrebbe sterilizzare i processi e legare le mani ai giudici del lavoro.
Il segnale è purtroppo molto chiaro: da un parte si continuano a garantire condizione di massima redditività delle aziende (cioè massimi profitti), dall'altra si aumenta la precarietà, si allunga l'orario di lavoro, si controllano di meno le violazioni in termini di sicurezza, diminuendo quindi la tutela della salute e dell'incolumità del lavoratore, così come di chi vive in città o quartieri vicini ad impianti industriali: ecco che, quindi, l'immigrato che lavora nel cantiere si trova nella stessa barca con l'operaio Fiat, con l'abitante di Taranto che respira le polveri tossiche dell'ILVA, o con il valsusino che rischia di morire di amianto se partiranno i lavori del TAV…
Siamo stanchi di restare a guardare, spettatori/vittime di una macabra rappresentazione che coinvolge, direttamente o indirettamente tutti noi.
Il 6 dicembre saremo a Torino e sfileremo dalla Thyssenkrupp al Palagiustizia non solo per ricordare i nostri 7 compagni di lavoro morti nel rogo di un anno fa, reclamando giustizia in un processo che sta per entrare nel vivo, ma per ricordare tutti i lavoratori e le lavoratrici che ogni giorno perdono la vita o subiscono gravi infermità perché qualcuno, per volersi arricchire sempre di più, li fa lavorare sempre di più, sempre più velocemente e in condizioni sempre più insicure.
Il processo Thyssen è giunto ad un grande risultato, senza precedenti nella storia della giurisprudenza italiana: i lavoratori vengono ammessi dal Gup come parte lesa e quindi riconosciuti come parte civile in un processo contro i sei dirigenti della multinazionale tedesca per il rischio che hanno occorso a lavorare in un'azienda (peraltro già chiusa), così come purtroppo ha colpito i nostri cari sette compagni in quella tragica notte. Ma sappiamo che questo non basta: siamo coscienti che sarà possibile invertire questo drammatico corso di sangue e di morte (una "guerra" che fa più vittime della guerra in Iraq o delle guerre di mafia) solo se riusciremo ad affermare un punto di vista, che è chiaramente, senza se e senza ma, quello di salvaguardare la salute, la sicurezza nei luoghi di lavoro e di fare sempre e comunque gli interessi delle lavoratrici/ori scegliendo fino in fondo e senza ambiguità da che parte stare, ossia dalla nostra parte, con orgoglio e dignità, quella di chi lavora.
Per questo facciamo appello a tutte le organizzazioni sindacali, alle associazioni dei familiari, ai medici e ai giuristi sinceramente democratici, agli ispettori del lavoro, dell'INPS e dell'INAIL, ai giornalisti coscienziosi, ai giovani e agli studenti che in queste settimane stanno difendendo il loro futuro, a partecipare e a sostenere questa manifestazione. Perché se non lo facciamo noi, non lo farà nessuno al nostro posto.
Torino il 6 dicembre 2008 – Manifestazione con concentramento di fronte allo stabilimento ThyssenKrupp, Corso Regina Margherita 400, ore 09.30
Associazione LEGAMI D'ACCIAIO (ex-operai ThyssenKrupp e familiari delle vittime)
RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO
http://email6.leonardo.it/webmail/wm_5/newmsg.php?us=cmVkYmxvY2tAZW1haWwuaXQ=&sid=%7b1200916385492AF946B412E-492AF946B48FC-1227553094%7d&to=bastamortesullavoro@domeus.it per comunicazioni rapide
Prime adesioni individuali:
Ciro ARGENTINO, RSU FIOM-CGIL Thyssenkrupp (Torino); Nazareno BALANI, Collettivo Lavoratori Comdata - FLMU-CUB (Torino); Riccardo DE ANGELIS, RSU FLMU-CUB Telecom (Roma); Riccardo DI PALMA, RSU RdB-CUB del Comune di Borgomanero (Novara); Gianfranco DI PUPPO, RdB-CUB Comune di Torino; Andrea FIORETTI, RSA FLMU-CUB Gruppo Sirti (Roma); Vincenzo GRAZIANO, FLMU-CUB Comdata (Torino); Massimiliano MURGO, RSU Alternativa Operaia/FLMU-CUB Marcegaglia; Building, Sesto San Giovanni (Milano); Irene ROSSETTI, Collettivo Lavoratori Comdata - FLMU-CUB (Torino); Raffaele ARGENTA, FIOM-CGIL Fiat Mirafiori (Torino); Cristiano BRUZZI, precario (Bologna); Luca CARRETTA, RSU SLC-CGIL Telecom Italia S.p.A . (Torino); Roberto BEGHELLI, RSU FLMU-CUB Telecom Italia S.p.A. (Bologna); Daniela CORTESE, RSU Telecom Italia Sparkle, Circolo PRC TLC (Roma); Egidio BERTOLOTTI, Regione Lombardia; Giovanni CESAREO, docente alla Facoltà di Design del Politecnico di Milano; Massimo IBERTI, Rsu Cobas Pubblico Impiego all'Università di Torino; Arnaldo DEMETRIO, FLMU-CUB Telecom Italia (Milano); Paolo FORNELLI, segretario provinciale PdCI (Pavia); Luca MALMUSSI, RSU FLAI-CGIL Inalca\jbs di Castelvetro Modena(Modena); Francesco FUMAROLA, RSA FLMU-CUB Atesia (Roma); Riccardo FILESI, SdL Alitalia (Roma); Barbara RICCI, SdL Alitalia (Roma); Giuliano MICHELI, CUB Trasporti Alitalia (Roma); Luca CLIMATI, RSU RdB-CUB INPDAP (Roma); Fabrizio COTTINI, FIOM-CGIL Sielte (Roma); Sante MARINI, FIOM-CGIL Alcatel Alenia (Roma); Maurizio BACCHINI, FIOM-CGIL Baxter S.p.A (Roma); Marina CITTI, CGIL Menarini S.p.A. Pomezia (Roma); Antonello TIDDIA, RSU Carbosulcis; Catia GALASSI, RdB-CUB Servizi Sociali, Comune di Novara; Giorgio CREMASCHI, segreteria nazionale FIOM, responsabile sicurezza; Carlo CORBELLARI, RdB-CUB Comune di Verona; Marco RIZZO, parlamentare europeo; Claudio CANATO, RSU FLC-Cgil, Istituto comprensivo Ferrari, Vercelli; Sara ARDIZIO, Anffas Onlus, Novara; Fabio Massimo VERNILLO, delegato sindacale SdL Coop. Sprinter, Roma Termini; Luca BELLARDONE, RdB-CUB Novara; Marco DI MATTIA, RSU FIOM-CGIL Call Center Telegate (Torino); Ornella TERRACINI, direttivo regionale dello "SPI-CGIL", LAVORO e SOCIETA'; Gloria MELE, lavoratrici occasionale nella grande distribuzione, Torino; Luigi CASALI - Coordinatore regionale RdB-CUB, Federazione del Piemonte; Gerardo GIANNONE, RSU FIAT Pomigliano d'Arco (Napoli); Michele CASTALDO, SPI-CGIL, Roma; Lino BALZA, Medicina Democratica, Alessandria; Giovanni NOBILI - USI, Torino; Giuseppe ZAMBON editore, Francoforte; Adriana CHIAIA, del comitato di redazione della Casa editrice Zambon, Milano; Francesco PAPPALARDO, Medico del Lavoro, Piombino; Lorenzo MORTARA, operaio dell'YKK SPA, iscritto FIOM-CGIL, Vercelli; Stefano IPPAZIO, Sindaco di Taranto; Alessandro MARESCOTTI, presidente di Peacelink; Amalia NAVONI, beni comuni zona 8, Milano; Caterina Rodella - collettivo studenti SU LA TESTA – Bologna; Mariella MEGNA - Regione Lombardia; Giorgio RIBOLDI - A.L. Cobas-CUB Regione Lombardia; Erika SOLLO - Provincia di Torino; Roberto DELOGU, dipendente Gruppo Amiu S.p.A., iscritto CGIL; Samanta DI PERSIO, autrice libro "Morti bianche"; Patrizio LISI, segretario della federazione del PRC di Latina; Frediano DUTTO, centro Paolo
Otelli di Chivasso (To); Alessandra VALENTINI, Giornalista; Sergio CIMINO – FISAC-CGIL Napoli; Roberto BRETTO, operaio FIAT Mirafiori FIOM-CGIL, Torino; Giancarlo LUCIANI, FLMU-CUB, dipendente SELEX COMMS Spa, stabilimento di Cisterna di Latina; Lutz KÜHN, iscritto alla FIOM-CGIL Nokia Siemens Networks, Milano; Stefano PENNACCHIETTI, RSU/RLS Ferrovie, RFI, Roma; Lucio COSTA, pensionato, Padova; Luca PASTORINO, studente-lavoratore, Genova; Eugenio MIELI, Segretario Regionale Lazio SNATER; Roberto CAMPOPIANO, RSU/RLS SNATER Telecom Italia, Roma; Mario COLASANTI, Segreteria Regionale Lazio SNATER; Andrea FRANCESCANGELI, Direttivo Regionale Lazio Snater; Andrea D'EPIFANIO, Segreteria Nazionale Snater; Marco BARONE, legale Cobas, Bologna; Donato ANTONIELLO, Segretario RSA FISAC/CGIL Rivoli (TO); Donato ANTONIELLO, Assessore al Lavoro e istruzione per conto anche del Sindaco della Città di Nichelino (To); Simone OGGIONNI, Direzione nazionale PRC; Salvatore INGHES, CUB Pinerolo (To); Gian Franco SUPPO, RdB-CUB Pinerolo (To); Davide FABBRI, Consigliere Federale Nazionale dei Verdi, Consigliere Comunale dei Verdi di Cesena (FC); Leonardo MASELLA, capogruppo PRC Regione Emilia-Romagna; Erwin DORIGO - PRC Circolo 25 aprile, San Miniato (PI); Fulvio GRIMALDI, giornalista-documentarista, Roma; Sandra PAGANINI, storica, Roma; Romeo CAVALLI - RdB Cub Novara; Felice LANNI, RdB-CUB Novara; Renato POMARI, RSU IBM, Vimercate (MI); Fabio ZERBINI, RSA-CUB Genia Ambiente, S.Giuliano Milanese (MI); Francesco SCARCELLO, ex-operaio Thyssen, Torino; Angelo SCARCELLO, pensionato, Torino; Vincenzo ABBATANTUONO, insegnante, SdL Intercategoriale Piemonte; Claudio LORENZONI, responsabile sindacale RdB INPS - Roma Centro; Giovanni BRUNO, Confederazione Cobas, Pisa; Caterina SBROZZI, impiegata amministrativa, Comune di Torino; Andrea GUAZZETTO, RSA FLAICA-CUB, Cooperatore impiegato c/o Biblioteche Università degli Studi di Torino; Alessandro SALZA, RSA FLAICA-CUB Cooperatore impiegato c/o Biblioteche Università degli Studi di Torino; Gualtiero ALUNNI Comitato Politico Nazionale PRC; Manuela PALERMI, direttore de "La Rinascita della Sinistra"; Rita URGESI-Caterina PASSIATORE-Luca PASSARO-Gianni AMORUSO-Giuseppina ATTIVISSIMO-Enzo VINCI e Maria Teresa MARINOSCI ispettori del lavoro della direzione provinciale di Taranto; avvocato Stefano Palmisano - patrocinante cause vittime ILVA di Taranto e Petrolchimico di Brindisi; dott.Gino STASI - Medicina Democratica Brindisi; avv. Fausto SOGGIA nel processo contro Riva dell'ILVA - Foro di Taranto; Silvana FRANGELLA Responsabile Servizi Comunicazione Circoscrizione 9 Torino; Francesco SALE - PdCI sez. "U. Terracini", San Miniato (PI); Fabio ZAYED - Fotografo, Roma; Maila IACOVELLI - Fotografa, Roma. Federico GIUSTI, RSU-Cobas, Comune di Pisa. Gianmaria VENTURI, Rsa-Rls USI AIT Coop. Sociale "29 Giugno", appalto Università di Roma 3. Roberto MARTELLI, Rsa Rls USI AIT Coop Sociale Aspic, Roma. Avv.Roberto LA MACCHIA ( Presidente Giuristi Democratici ) - Avv. parte civile per i lavoratori TK Fim-Cisl. Avv.BONETTO Sergio - Avv. parte civile per i lavoratori TK Fiom-Cgil. Avv.POLI Elena -Avv. parte civile per i lavoratori TK Fiom-Cgil. Avv. NAPOLI MariaGrazia- parte civile per i lavoratori TK Fiom-Cgil. Piergiorgio CORRADIN, fotografo ed educatore socio assistenziale (Torino). Laura LA PLACA, RLS Poste Italiane – Milano. Marco VILLANI, RLS Banca Nazionale del Lavoro –MI. Renato POMARI, RLS della RSU IBM Vimercate (MI). Alessandro PELLEGATTA, RLS Trenitalia – Milano. Alfio SCIRE', RSU ATM-Azienda Trasporti Milanesi-MI. Giampiero ORSI, RSA ATM-Azienda Trasporti Milanesi. Mario POSADINU, RLS/RSU Nord Servizi (app.ferr. )-MI. Davide BARILLARI, RSU IBM VImercate (MI). Domenico LEONARDI, RLS SEA SpA Linate (MI). Giancarlo MANENTI, RLS SEA Handling SpA Linate(MI). Giovanni FRUSTILLO, RLS ALHA Cargo Malpensa, (VA). Paolo TRESOLDI, RLS SEA Handling SpA Malpensa,(VA). Anna AZZIMONTI, RLS Milano Ristorazione Malpensa. Alessandro LA PIANA, RLS Alitalia Malpensa.(VA). Stefano GUERRESCHI, RLS Banca Nazionale del Lavoro-Mi. Michele SALVI , RLS Regione Lombardia. Giovanna FRISOLI, RSU Comune di Milano. Gianfranco MANERA, RSU Comune di Milano. Gianluca CASSINA, RLS SACBO Orio al Serio (BG). Riccardo CASALI, RLS SACBO Orio al Serio (BG). Giorgio ZANUTTO, RLS Carive-Gruppo IntesaSanpaolo-VE. Roberto DE PAOLIS, RLS Trenitalia – Emilia-Romagna. Edoardo BAI, Medico Gruppo Prevenzione luoghi di lavoro ReteLombardia Salute. Enzo MANDELLI, Medico Gruppo Prevenzione luoghi di lavoro ReteLombardia Salute. Sergio MARSICANO,
Medico Gruppo Prevenzione luoghi di lavoro ReteLombardia Salute. Gianalessandro MORONI, Medico Gruppo Prevenzione luoghi di lavoro ReteLombardia Salute. Tullio QUAIANNI, Medico Gruppo Prevenzione luoghi di lavoro ReteLombardia Salute. Simone FIERUCCI RLS Pirelli (FI). Giggi DROMEDARI, Tecnico della Prevenzione, Delegato RSU Asl Rm G. Franco BOSISIO operaio RSU CGIL SIAC Bergamo. Massimo MERGONI, operaio RSU CGIL Telecom. Fausto MOTTA, operaio RSU CGIL Tasselli Suzzara (MN). Fabrizio ALLEGRETTI, operaio RSU CGIL IVECO Suzzara (MN), Marco CASALI, operaio RSU CGIL Mec Carni Marcaria (MN). Emiliano MAFFEZZONI, RSU CGIL Mec Carni Marcaria (MN). Massimo TREVISI, dipendente Comune di Mantova. Giancarlo LATINI SPI CGIL Mantova. Monica PERUGINI, consigliere provinciale Mantova. Carlo GRASSI, assessore provinciale al lavoro Mantova. Rosana DE BONI operaia coop sociale Mantova. Nadia SITTA operaia Lubiam Mantova. Salvatore PALUMBO, operaio Fincantieri Palermo. Mauro GEMMA - coordinatore L'ERNESTO regione Piemonte. Stefano BARBIERI - coordinatore L'ERNESTO Alessandria. Mirco SOLERO - segreteria federazione PRC di Torino (Area L'ERNESTO). Josè SALINAS, responsabile della commissione Immigrazione del PRC-Torino.
Adesioni collettive
Assemblea Lavoratori Autoconvocati ; SLAI-COBAS per il sindacato di classe; Comitato "6 dicembre" – Torino; Comitato "5 aprile" – Roma; Cittadini contro l'amianto della provincia di Cremona; Confederazione Unitaria di Base; FLMUniti-CUB; Sindacato dei Lavoratori, SdL, Segreteria Nazionale; Federazione Regionale CUB Piemonte; Federazione Regionale RDB-CUB Piemonte; Federazione Regionale RdB-CUB Pubblico Impiego; Federazione Regionale F.L.M.U.- CUB Piemonte; Federazione Regionale RdB-CUB Sevizi Torino; FLMUniti-CUB Bologna;Coordinamento Nazionale delle RdB/CUB Ministero delle Economia e delle Finanze; Unione Sindacale Italiana USI - Federazione di Roma; USI-Ait, Rimini; Collettivo Lavoratori Comdata; Sindacato Lavoratori in Lotta per il Sindacato di Classe; Medicina Democratica; Comitato Familiari e Lavoratori FIOM Ilva Taranto "12 giugno"; Associazione Famigliari vittime Amianto Casale Monferrato. AL-Cobas CUB Milano; AL-Cobas CUB Regione Lombardia; Sindacato dei Lavoratori-SdL, di Chivasso (To); SLAI Cobas dell'Azienda Ospedaliera "Monaldi" di Napoli; Confederazione Cobas Piemonte; RdB della struttura zonale INPS - Roma Centro; Collettivo "Iqbal Masih", Lecce; Comitato No-Expo, Milano; Associazione di volontariato ALJ ONLUS, Bologna e provincia; Network Antagonista Torinese; CSOA Askatasuna; CSA Murazzi; Collettivo Universitario Autonomo; Collettivo Studenti autorganizzati; Proletari@ - comunicazione militante; Network http://email6.leonardo.it/webmail/wm_5/newmsg.php?us=cmVkYmxvY2tAZW1haWwuaXQ=&sid=%7b1200916385492AF946B412E-492AF946B48FC-1227553094%7d&to=Barletta@libero; Piattaforma Comunista; P-CARC Piemonte e Lombardia; Proletari Comunisti; Redazione Daszebao; Partito Umanista; L'altra Lombardia - SU LA TESTA; Ravenna Viva; Circolo PRC "Marcos" del territorio delle Terre d'Acqua (prov. Di Bologna); Partito di Alternativa Comunista; Redazione del periodico "Lavoro e salute"; Città di Nichelino (TO); Circolo PRC 25 Aprile - San Miniato (Pisa); Associazione Solidarietà Proletaria; Circolo di Rifondazione Comunista di Sabaudia (LT); Rete Antifascista Bergamasca; Ultras Ternana; Brigata Germinal Cimarelli; Rifondazione Comunista, Circolo di Colonia; Associazione marxista Unità Comunista; Collettivo Collegamenti Internazionalisti di Bergamo; Associazione Pianeta Futuro per la Costituente Comunista – Pisa; Partito dei Comunisti Italiani; Collettivo studentesco Liberamente – Taranto; Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario; Associazione "Spot the Difference". Teatro delle Ceneri, Bologna. Antagonismo Studentesco, Novara. Circolo PRC di Bussoleno - Valle Susa. Associazione "Linea 5", Molfetta (Ba). Partito dei Comunisti Italiani, Federazione di Mantova. Federazione Autisti Operai della regione Veneto, aderente a SLAI Cobas per il sindacato di classe. Collettivo Politico MILITANZ Casa del Popolo (CdP), per l'Autorganizzazione sociale, Sant'Antimo (Na). Comitato 1° Maggio. Partito Comunista Dei Lavoratori. Circolo Internazionalista "Josè Carlos Mariàtegui", Torino.
Torino nov.2008
Come studenti in lotta perché non venga eliminato del tutto il diritto allo studio bensì riaffermato nei valori di laicità, accessibilità e democrazia, esprimiamo solidarietà militante ai lavoratori vittime dei cosiddetti “incidenti sul lavoro”.
Contro la precarietà e la miseria quotidiana denunciamo con la nostra partecipazione la responsabilità dei padroni che, di fronte al crescere dei loro profitti, non investono sulla sicurezza degli impianti di fabbriche e posti di lavoro causando la morte di quattro lavoratori al giorno.
Denunciamo altresì la responsabilità politica del governo, per la morte del giovane liceale torinese in seguito al crollo del tetto della sua classe, in particolare per mezzo dell’ormai legge Gelmini che producendo un taglio di 8 miliardi di euro verso scuole e università colpisce direttamente anche l’edilizia scolastica che in tutta Italia è fatiscente con una media del 50% delle scuole (70% in Sicilia).
Altro che fatalità come ha dichiarato il Presidente del Consiglio!
Non vogliamo più che i lavoratori vengano uccisi sui posti di lavoro per il profitto di pochi capitalisti e tantomeno che muoiano gli studenti nelle scuole!
Per questo invitiamo tutti gli studenti a partecipare alla manifestazione del 6 Dicembre a un anno esatto della strage delle Thyssenkrupp dove morirono 7 operai che vi lavoravano.
In questi giorni andremo nelle scuole e nelle università per sensibilizzare gli studenti su questa importante battaglia!
Red Block Palermo (organizzazione giovanile di proletari comunisti Palermo)
Appello della manifestazione:
6 dicembre 2007: strage di 7 operai alla ThyssenKrupp di Torino
6 dicembre 2008: non dimentichiamo tutte le stragi e morti sul lavoro
Il 6 dicembre di un anno fa un rogo sprigionatosi all'interno dello stabilimento ThyssenKrupp di Torino faceva strage di 7 operai. Sette vite bruciate e sette famiglie lasciate nella disperazione.
Forte fu la commozione e l'eco in tutto il Paese. Le massime autorità dello Stato, a cominciare dal Presidente della Repubblica Napolitano, dichiararono che avrebbero fatto l'impossibile affinché stragi come quella di Torino non fossero più avvenute.
Spenti pian piano i riflettori dei mass-media, la questione della sicurezza sul lavoro è sparita dall'agenda politica di governi e parlamenti, sostituita da quella – montata ad arte - della "sicurezza" nelle città, della psicosi dell'immigrato stupratore, rapinatore, pirata della strada o altro, dimenticando che secondo studi della stessa UE, le città italiane sono le più "sicure" d'Europa…
Ma tant'è, si mandano forze di polizia e militari nelle città, ma non si fa un passo per garantire incolumità e sicurezza a chi vive di lavoro. La strage di Torino non è stata la prima e, purtroppo, non è stata l'ultima: i circa 4 morti al giorno nei luoghi di lavoro dovrebbero suonare come un sonoro schiaffo per qualsiasi società che abbia la presunzione di definirsi "civile". Ma in Italia no: qui non solo si continuano a varare provvedimenti assolutamente insufficienti, soprattutto dal punto di vista delle azioni di contrasto e di sanzione nei confronti delle aziende, come da quello dei poteri e delle agibilità degli RLS e degli ispettori INPS o INAIL (come il nuovo Testo Unico, Legge 81/2008), ma a questi si affiancano leggi e decreti come quello sulla detassazione degli straordinari (Legge 126/24 del luglio 2008), quello sulla deregolamentazione del mercato del lavoro (Legge 133 del 5 agosto 2008), la direttiva del Ministero del Lavoro che indebolisce i servizi ispettivi del ministero stesso e dell'INPS (settembre 2008), e, ultimo solo per tempo, il ddl 1441 quater, attualmente in discussione alla Camera, che vorrebbe sterilizzare i processi e legare le mani ai giudici del lavoro.
Il segnale è purtroppo molto chiaro: da un parte si continuano a garantire condizione di massima redditività delle aziende (cioè massimi profitti), dall'altra si aumenta la precarietà, si allunga l'orario di lavoro, si controllano di meno le violazioni in termini di sicurezza, diminuendo quindi la tutela della salute e dell'incolumità del lavoratore, così come di chi vive in città o quartieri vicini ad impianti industriali: ecco che, quindi, l'immigrato che lavora nel cantiere si trova nella stessa barca con l'operaio Fiat, con l'abitante di Taranto che respira le polveri tossiche dell'ILVA, o con il valsusino che rischia di morire di amianto se partiranno i lavori del TAV…
Siamo stanchi di restare a guardare, spettatori/vittime di una macabra rappresentazione che coinvolge, direttamente o indirettamente tutti noi.
Il 6 dicembre saremo a Torino e sfileremo dalla Thyssenkrupp al Palagiustizia non solo per ricordare i nostri 7 compagni di lavoro morti nel rogo di un anno fa, reclamando giustizia in un processo che sta per entrare nel vivo, ma per ricordare tutti i lavoratori e le lavoratrici che ogni giorno perdono la vita o subiscono gravi infermità perché qualcuno, per volersi arricchire sempre di più, li fa lavorare sempre di più, sempre più velocemente e in condizioni sempre più insicure.
Il processo Thyssen è giunto ad un grande risultato, senza precedenti nella storia della giurisprudenza italiana: i lavoratori vengono ammessi dal Gup come parte lesa e quindi riconosciuti come parte civile in un processo contro i sei dirigenti della multinazionale tedesca per il rischio che hanno occorso a lavorare in un'azienda (peraltro già chiusa), così come purtroppo ha colpito i nostri cari sette compagni in quella tragica notte. Ma sappiamo che questo non basta: siamo coscienti che sarà possibile invertire questo drammatico corso di sangue e di morte (una "guerra" che fa più vittime della guerra in Iraq o delle guerre di mafia) solo se riusciremo ad affermare un punto di vista, che è chiaramente, senza se e senza ma, quello di salvaguardare la salute, la sicurezza nei luoghi di lavoro e di fare sempre e comunque gli interessi delle lavoratrici/ori scegliendo fino in fondo e senza ambiguità da che parte stare, ossia dalla nostra parte, con orgoglio e dignità, quella di chi lavora.
Per questo facciamo appello a tutte le organizzazioni sindacali, alle associazioni dei familiari, ai medici e ai giuristi sinceramente democratici, agli ispettori del lavoro, dell'INPS e dell'INAIL, ai giornalisti coscienziosi, ai giovani e agli studenti che in queste settimane stanno difendendo il loro futuro, a partecipare e a sostenere questa manifestazione. Perché se non lo facciamo noi, non lo farà nessuno al nostro posto.
Torino il 6 dicembre 2008 – Manifestazione con concentramento di fronte allo stabilimento ThyssenKrupp, Corso Regina Margherita 400, ore 09.30
Associazione LEGAMI D'ACCIAIO (ex-operai ThyssenKrupp e familiari delle vittime)
RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO
http://email6.leonardo.it/webmail/wm_5/newmsg.php?us=cmVkYmxvY2tAZW1haWwuaXQ=&sid=%7b1200916385492AF946B412E-492AF946B48FC-1227553094%7d&to=bastamortesullavoro@domeus.it per comunicazioni rapide
Prime adesioni individuali:
Ciro ARGENTINO, RSU FIOM-CGIL Thyssenkrupp (Torino); Nazareno BALANI, Collettivo Lavoratori Comdata - FLMU-CUB (Torino); Riccardo DE ANGELIS, RSU FLMU-CUB Telecom (Roma); Riccardo DI PALMA, RSU RdB-CUB del Comune di Borgomanero (Novara); Gianfranco DI PUPPO, RdB-CUB Comune di Torino; Andrea FIORETTI, RSA FLMU-CUB Gruppo Sirti (Roma); Vincenzo GRAZIANO, FLMU-CUB Comdata (Torino); Massimiliano MURGO, RSU Alternativa Operaia/FLMU-CUB Marcegaglia; Building, Sesto San Giovanni (Milano); Irene ROSSETTI, Collettivo Lavoratori Comdata - FLMU-CUB (Torino); Raffaele ARGENTA, FIOM-CGIL Fiat Mirafiori (Torino); Cristiano BRUZZI, precario (Bologna); Luca CARRETTA, RSU SLC-CGIL Telecom Italia S.p.A . (Torino); Roberto BEGHELLI, RSU FLMU-CUB Telecom Italia S.p.A. (Bologna); Daniela CORTESE, RSU Telecom Italia Sparkle, Circolo PRC TLC (Roma); Egidio BERTOLOTTI, Regione Lombardia; Giovanni CESAREO, docente alla Facoltà di Design del Politecnico di Milano; Massimo IBERTI, Rsu Cobas Pubblico Impiego all'Università di Torino; Arnaldo DEMETRIO, FLMU-CUB Telecom Italia (Milano); Paolo FORNELLI, segretario provinciale PdCI (Pavia); Luca MALMUSSI, RSU FLAI-CGIL Inalca\jbs di Castelvetro Modena(Modena); Francesco FUMAROLA, RSA FLMU-CUB Atesia (Roma); Riccardo FILESI, SdL Alitalia (Roma); Barbara RICCI, SdL Alitalia (Roma); Giuliano MICHELI, CUB Trasporti Alitalia (Roma); Luca CLIMATI, RSU RdB-CUB INPDAP (Roma); Fabrizio COTTINI, FIOM-CGIL Sielte (Roma); Sante MARINI, FIOM-CGIL Alcatel Alenia (Roma); Maurizio BACCHINI, FIOM-CGIL Baxter S.p.A (Roma); Marina CITTI, CGIL Menarini S.p.A. Pomezia (Roma); Antonello TIDDIA, RSU Carbosulcis; Catia GALASSI, RdB-CUB Servizi Sociali, Comune di Novara; Giorgio CREMASCHI, segreteria nazionale FIOM, responsabile sicurezza; Carlo CORBELLARI, RdB-CUB Comune di Verona; Marco RIZZO, parlamentare europeo; Claudio CANATO, RSU FLC-Cgil, Istituto comprensivo Ferrari, Vercelli; Sara ARDIZIO, Anffas Onlus, Novara; Fabio Massimo VERNILLO, delegato sindacale SdL Coop. Sprinter, Roma Termini; Luca BELLARDONE, RdB-CUB Novara; Marco DI MATTIA, RSU FIOM-CGIL Call Center Telegate (Torino); Ornella TERRACINI, direttivo regionale dello "SPI-CGIL", LAVORO e SOCIETA'; Gloria MELE, lavoratrici occasionale nella grande distribuzione, Torino; Luigi CASALI - Coordinatore regionale RdB-CUB, Federazione del Piemonte; Gerardo GIANNONE, RSU FIAT Pomigliano d'Arco (Napoli); Michele CASTALDO, SPI-CGIL, Roma; Lino BALZA, Medicina Democratica, Alessandria; Giovanni NOBILI - USI, Torino; Giuseppe ZAMBON editore, Francoforte; Adriana CHIAIA, del comitato di redazione della Casa editrice Zambon, Milano; Francesco PAPPALARDO, Medico del Lavoro, Piombino; Lorenzo MORTARA, operaio dell'YKK SPA, iscritto FIOM-CGIL, Vercelli; Stefano IPPAZIO, Sindaco di Taranto; Alessandro MARESCOTTI, presidente di Peacelink; Amalia NAVONI, beni comuni zona 8, Milano; Caterina Rodella - collettivo studenti SU LA TESTA – Bologna; Mariella MEGNA - Regione Lombardia; Giorgio RIBOLDI - A.L. Cobas-CUB Regione Lombardia; Erika SOLLO - Provincia di Torino; Roberto DELOGU, dipendente Gruppo Amiu S.p.A., iscritto CGIL; Samanta DI PERSIO, autrice libro "Morti bianche"; Patrizio LISI, segretario della federazione del PRC di Latina; Frediano DUTTO, centro Paolo
Otelli di Chivasso (To); Alessandra VALENTINI, Giornalista; Sergio CIMINO – FISAC-CGIL Napoli; Roberto BRETTO, operaio FIAT Mirafiori FIOM-CGIL, Torino; Giancarlo LUCIANI, FLMU-CUB, dipendente SELEX COMMS Spa, stabilimento di Cisterna di Latina; Lutz KÜHN, iscritto alla FIOM-CGIL Nokia Siemens Networks, Milano; Stefano PENNACCHIETTI, RSU/RLS Ferrovie, RFI, Roma; Lucio COSTA, pensionato, Padova; Luca PASTORINO, studente-lavoratore, Genova; Eugenio MIELI, Segretario Regionale Lazio SNATER; Roberto CAMPOPIANO, RSU/RLS SNATER Telecom Italia, Roma; Mario COLASANTI, Segreteria Regionale Lazio SNATER; Andrea FRANCESCANGELI, Direttivo Regionale Lazio Snater; Andrea D'EPIFANIO, Segreteria Nazionale Snater; Marco BARONE, legale Cobas, Bologna; Donato ANTONIELLO, Segretario RSA FISAC/CGIL Rivoli (TO); Donato ANTONIELLO, Assessore al Lavoro e istruzione per conto anche del Sindaco della Città di Nichelino (To); Simone OGGIONNI, Direzione nazionale PRC; Salvatore INGHES, CUB Pinerolo (To); Gian Franco SUPPO, RdB-CUB Pinerolo (To); Davide FABBRI, Consigliere Federale Nazionale dei Verdi, Consigliere Comunale dei Verdi di Cesena (FC); Leonardo MASELLA, capogruppo PRC Regione Emilia-Romagna; Erwin DORIGO - PRC Circolo 25 aprile, San Miniato (PI); Fulvio GRIMALDI, giornalista-documentarista, Roma; Sandra PAGANINI, storica, Roma; Romeo CAVALLI - RdB Cub Novara; Felice LANNI, RdB-CUB Novara; Renato POMARI, RSU IBM, Vimercate (MI); Fabio ZERBINI, RSA-CUB Genia Ambiente, S.Giuliano Milanese (MI); Francesco SCARCELLO, ex-operaio Thyssen, Torino; Angelo SCARCELLO, pensionato, Torino; Vincenzo ABBATANTUONO, insegnante, SdL Intercategoriale Piemonte; Claudio LORENZONI, responsabile sindacale RdB INPS - Roma Centro; Giovanni BRUNO, Confederazione Cobas, Pisa; Caterina SBROZZI, impiegata amministrativa, Comune di Torino; Andrea GUAZZETTO, RSA FLAICA-CUB, Cooperatore impiegato c/o Biblioteche Università degli Studi di Torino; Alessandro SALZA, RSA FLAICA-CUB Cooperatore impiegato c/o Biblioteche Università degli Studi di Torino; Gualtiero ALUNNI Comitato Politico Nazionale PRC; Manuela PALERMI, direttore de "La Rinascita della Sinistra"; Rita URGESI-Caterina PASSIATORE-Luca PASSARO-Gianni AMORUSO-Giuseppina ATTIVISSIMO-Enzo VINCI e Maria Teresa MARINOSCI ispettori del lavoro della direzione provinciale di Taranto; avvocato Stefano Palmisano - patrocinante cause vittime ILVA di Taranto e Petrolchimico di Brindisi; dott.Gino STASI - Medicina Democratica Brindisi; avv. Fausto SOGGIA nel processo contro Riva dell'ILVA - Foro di Taranto; Silvana FRANGELLA Responsabile Servizi Comunicazione Circoscrizione 9 Torino; Francesco SALE - PdCI sez. "U. Terracini", San Miniato (PI); Fabio ZAYED - Fotografo, Roma; Maila IACOVELLI - Fotografa, Roma. Federico GIUSTI, RSU-Cobas, Comune di Pisa. Gianmaria VENTURI, Rsa-Rls USI AIT Coop. Sociale "29 Giugno", appalto Università di Roma 3. Roberto MARTELLI, Rsa Rls USI AIT Coop Sociale Aspic, Roma. Avv.Roberto LA MACCHIA ( Presidente Giuristi Democratici ) - Avv. parte civile per i lavoratori TK Fim-Cisl. Avv.BONETTO Sergio - Avv. parte civile per i lavoratori TK Fiom-Cgil. Avv.POLI Elena -Avv. parte civile per i lavoratori TK Fiom-Cgil. Avv. NAPOLI MariaGrazia- parte civile per i lavoratori TK Fiom-Cgil. Piergiorgio CORRADIN, fotografo ed educatore socio assistenziale (Torino). Laura LA PLACA, RLS Poste Italiane – Milano. Marco VILLANI, RLS Banca Nazionale del Lavoro –MI. Renato POMARI, RLS della RSU IBM Vimercate (MI). Alessandro PELLEGATTA, RLS Trenitalia – Milano. Alfio SCIRE', RSU ATM-Azienda Trasporti Milanesi-MI. Giampiero ORSI, RSA ATM-Azienda Trasporti Milanesi. Mario POSADINU, RLS/RSU Nord Servizi (app.ferr. )-MI. Davide BARILLARI, RSU IBM VImercate (MI). Domenico LEONARDI, RLS SEA SpA Linate (MI). Giancarlo MANENTI, RLS SEA Handling SpA Linate(MI). Giovanni FRUSTILLO, RLS ALHA Cargo Malpensa, (VA). Paolo TRESOLDI, RLS SEA Handling SpA Malpensa,(VA). Anna AZZIMONTI, RLS Milano Ristorazione Malpensa. Alessandro LA PIANA, RLS Alitalia Malpensa.(VA). Stefano GUERRESCHI, RLS Banca Nazionale del Lavoro-Mi. Michele SALVI , RLS Regione Lombardia. Giovanna FRISOLI, RSU Comune di Milano. Gianfranco MANERA, RSU Comune di Milano. Gianluca CASSINA, RLS SACBO Orio al Serio (BG). Riccardo CASALI, RLS SACBO Orio al Serio (BG). Giorgio ZANUTTO, RLS Carive-Gruppo IntesaSanpaolo-VE. Roberto DE PAOLIS, RLS Trenitalia – Emilia-Romagna. Edoardo BAI, Medico Gruppo Prevenzione luoghi di lavoro ReteLombardia Salute. Enzo MANDELLI, Medico Gruppo Prevenzione luoghi di lavoro ReteLombardia Salute. Sergio MARSICANO,
Medico Gruppo Prevenzione luoghi di lavoro ReteLombardia Salute. Gianalessandro MORONI, Medico Gruppo Prevenzione luoghi di lavoro ReteLombardia Salute. Tullio QUAIANNI, Medico Gruppo Prevenzione luoghi di lavoro ReteLombardia Salute. Simone FIERUCCI RLS Pirelli (FI). Giggi DROMEDARI, Tecnico della Prevenzione, Delegato RSU Asl Rm G. Franco BOSISIO operaio RSU CGIL SIAC Bergamo. Massimo MERGONI, operaio RSU CGIL Telecom. Fausto MOTTA, operaio RSU CGIL Tasselli Suzzara (MN). Fabrizio ALLEGRETTI, operaio RSU CGIL IVECO Suzzara (MN), Marco CASALI, operaio RSU CGIL Mec Carni Marcaria (MN). Emiliano MAFFEZZONI, RSU CGIL Mec Carni Marcaria (MN). Massimo TREVISI, dipendente Comune di Mantova. Giancarlo LATINI SPI CGIL Mantova. Monica PERUGINI, consigliere provinciale Mantova. Carlo GRASSI, assessore provinciale al lavoro Mantova. Rosana DE BONI operaia coop sociale Mantova. Nadia SITTA operaia Lubiam Mantova. Salvatore PALUMBO, operaio Fincantieri Palermo. Mauro GEMMA - coordinatore L'ERNESTO regione Piemonte. Stefano BARBIERI - coordinatore L'ERNESTO Alessandria. Mirco SOLERO - segreteria federazione PRC di Torino (Area L'ERNESTO). Josè SALINAS, responsabile della commissione Immigrazione del PRC-Torino.
Adesioni collettive
Assemblea Lavoratori Autoconvocati ; SLAI-COBAS per il sindacato di classe; Comitato "6 dicembre" – Torino; Comitato "5 aprile" – Roma; Cittadini contro l'amianto della provincia di Cremona; Confederazione Unitaria di Base; FLMUniti-CUB; Sindacato dei Lavoratori, SdL, Segreteria Nazionale; Federazione Regionale CUB Piemonte; Federazione Regionale RDB-CUB Piemonte; Federazione Regionale RdB-CUB Pubblico Impiego; Federazione Regionale F.L.M.U.- CUB Piemonte; Federazione Regionale RdB-CUB Sevizi Torino; FLMUniti-CUB Bologna;Coordinamento Nazionale delle RdB/CUB Ministero delle Economia e delle Finanze; Unione Sindacale Italiana USI - Federazione di Roma; USI-Ait, Rimini; Collettivo Lavoratori Comdata; Sindacato Lavoratori in Lotta per il Sindacato di Classe; Medicina Democratica; Comitato Familiari e Lavoratori FIOM Ilva Taranto "12 giugno"; Associazione Famigliari vittime Amianto Casale Monferrato. AL-Cobas CUB Milano; AL-Cobas CUB Regione Lombardia; Sindacato dei Lavoratori-SdL, di Chivasso (To); SLAI Cobas dell'Azienda Ospedaliera "Monaldi" di Napoli; Confederazione Cobas Piemonte; RdB della struttura zonale INPS - Roma Centro; Collettivo "Iqbal Masih", Lecce; Comitato No-Expo, Milano; Associazione di volontariato ALJ ONLUS, Bologna e provincia; Network Antagonista Torinese; CSOA Askatasuna; CSA Murazzi; Collettivo Universitario Autonomo; Collettivo Studenti autorganizzati; Proletari@ - comunicazione militante; Network http://email6.leonardo.it/webmail/wm_5/newmsg.php?us=cmVkYmxvY2tAZW1haWwuaXQ=&sid=%7b1200916385492AF946B412E-492AF946B48FC-1227553094%7d&to=Barletta@libero; Piattaforma Comunista; P-CARC Piemonte e Lombardia; Proletari Comunisti; Redazione Daszebao; Partito Umanista; L'altra Lombardia - SU LA TESTA; Ravenna Viva; Circolo PRC "Marcos" del territorio delle Terre d'Acqua (prov. Di Bologna); Partito di Alternativa Comunista; Redazione del periodico "Lavoro e salute"; Città di Nichelino (TO); Circolo PRC 25 Aprile - San Miniato (Pisa); Associazione Solidarietà Proletaria; Circolo di Rifondazione Comunista di Sabaudia (LT); Rete Antifascista Bergamasca; Ultras Ternana; Brigata Germinal Cimarelli; Rifondazione Comunista, Circolo di Colonia; Associazione marxista Unità Comunista; Collettivo Collegamenti Internazionalisti di Bergamo; Associazione Pianeta Futuro per la Costituente Comunista – Pisa; Partito dei Comunisti Italiani; Collettivo studentesco Liberamente – Taranto; Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario; Associazione "Spot the Difference". Teatro delle Ceneri, Bologna. Antagonismo Studentesco, Novara. Circolo PRC di Bussoleno - Valle Susa. Associazione "Linea 5", Molfetta (Ba). Partito dei Comunisti Italiani, Federazione di Mantova. Federazione Autisti Operai della regione Veneto, aderente a SLAI Cobas per il sindacato di classe. Collettivo Politico MILITANZ Casa del Popolo (CdP), per l'Autorganizzazione sociale, Sant'Antimo (Na). Comitato 1° Maggio. Partito Comunista Dei Lavoratori. Circolo Internazionalista "Josè Carlos Mariàtegui", Torino.
Torino nov.2008
APPELLO AL MOVIMENTO STUDENTESCO OPERAI E STUDENTI UNITI NELLE LOTTE
A partecipare numerosi alla manifestazione nazionale contro le morti sul lavoro, che si terrà a partire dalle ore 9 davanti allo stabilimento della ThyssenKrupp in corso Regina Margherita 400, a cui seguirà un corteo che arriverà sino al Palagiustizia (Bruno Caccia ) nella giornata del 6 Dicembre prossimo, Primo Anniversario della strage che ha visto morire i nostri Sette Compagni di lavoro : Antonio, Angelo, Roberto, Bruno, Rocco, Rosario, Giuseppe.
Dopo pochi mesi e otto udienze preliminari, il 17 novembre finalmente si è giunti al vero è proprio rinvio a giudizio contro i sei dirigenti della THYSSENKRUPP rinviati a giudizio per omicidio volontario e omicidio colposo con omissione dolosa delle norme di sicurezza per gli altri cinque dirigenti che quindi dal prossimo 15 Gennaio dovranno affrontare un processo che non precedenti nel Paese, sia per i capi d’imputazione sia per l’iter-giuridico.
Un primo passo importante nella lunga marcia verso la giustizia che i lavoratori ed i famigliari vogliono ottenere fino in fondo con la massima severità e gravità rispetto alla nostra vicenda e che serva da monito per tutte le altre migliaia di morti nel lavoro che non vengono neanche citate o non vedranno mai un Aula di Tribunale.
Giustizia e condanne severe al processo Thyssen significa Giustizia per tutte le altre morti che purtroppo ci saranno nel continuo stillicidio giornaliero da bollettino di guerra che fa stragi di lavoratori uno ogni sette ore, tre al giorno di media nell’Italia “Paese moderno” rimbambito dalle televisioni e dalla falsa informazione gestita dai Padroni e dalla Confindustria, dal Vaticano e dagli Stati Uniti poteri forti schierati tutti uniti loro senza divisioni, contro i Lavoratori, i Pensionati e gli Studenti.
Inoltre siamo giunti anche ad un altro grande risultato senza precedenti nella storia della giurisprudenza: i lavoratori vengono ammessi dal Gup parte lesa e quindi riconosciuti nel processo come parte civile per il rischio che hanno occorso a lavorare in un’azienda come la Thyssen, così come purtroppo ha colpito i nostri cari sette compagni in quella tragica notte.
I lavoratori della Thyssen hanno costituito insieme ad alcune delle famiglie colpite dalla tragedia una Associazione - “Legami d’ Acciaio”, che sta sostenendo sia in tribunale sia nell’opinione pubblica la causa della nostra tragica vicenda..
Ci teniamo a precisare che il nostro punto di vista è chiaramente, senza se e senza ma, quello di salvaguardare la salute, la sicurezza nei luoghi di lavoro e di fare sempre e comunque gli interessi delle lavoratrici/ori scegliendo fino in fondo e senza ambiguità da che parte stare ossia dalla nostra parte, con orgoglio e dignità quella Operaia.
Siamo attenti e interessati a quello che sta succedendo da circa due mesi nel Mondo della scuola e della Università con la nascita (finalmente dopo molti anni) di un Movimento così di massa, trasversale e democratico che forse senza fare impropri esempi storici o sociologici non ha precedenti per le componenti che lo animano, dagli studenti universitari ai medi, dai genitori delle scuole primarie al personale a.t.a. e amministrativo, agli insegnanti e professori di ogni ordine e grado così unico ed eterogeneo.
Solidarizziamo e come già abbiamo fatto manifesteremo insieme all’Onda Anomala e a tutto il Movimento affinché venga cancellata la vergognosa Legge 133 che vuole istituire nel nostro Paese in estrema sintesi un’istruzione e una cultura differenziate per censo ed “appartenenza di classe”, con una scuola per i figli dei ricchi e dei padroni (magari privata e sostenuta dai soldi di tutti ,in particolare dei lavoratori) e una scuola pubblica per i figli dei lavoratori, povera senza risorse, strutture e strumenti.
Saremo al fianco degli studenti universitari per impedire l’attuazione della controriforma dell’Università contro il disegno politico di questo Governo che con un progetto anti-costituzionale vuole abbattere la scuola e l’Università Pubbliche per tutti senza distinzioni di ceto sociale.
NO ALLA SCUOLA E L’UNIVERSITA’ DEI PADRONI
SI ALLA SCUOLA E L’UNIVERSITA PUBBLICHE
NO GELMINI –NO TREMONTI
BASTA MORTI SUL LAVORO PIU’ SICUREZZA E MENO PROFITTI
Torino nov.2008
Ass. LEGAMI D’ACCIAIO
RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO
Dopo pochi mesi e otto udienze preliminari, il 17 novembre finalmente si è giunti al vero è proprio rinvio a giudizio contro i sei dirigenti della THYSSENKRUPP rinviati a giudizio per omicidio volontario e omicidio colposo con omissione dolosa delle norme di sicurezza per gli altri cinque dirigenti che quindi dal prossimo 15 Gennaio dovranno affrontare un processo che non precedenti nel Paese, sia per i capi d’imputazione sia per l’iter-giuridico.
Un primo passo importante nella lunga marcia verso la giustizia che i lavoratori ed i famigliari vogliono ottenere fino in fondo con la massima severità e gravità rispetto alla nostra vicenda e che serva da monito per tutte le altre migliaia di morti nel lavoro che non vengono neanche citate o non vedranno mai un Aula di Tribunale.
Giustizia e condanne severe al processo Thyssen significa Giustizia per tutte le altre morti che purtroppo ci saranno nel continuo stillicidio giornaliero da bollettino di guerra che fa stragi di lavoratori uno ogni sette ore, tre al giorno di media nell’Italia “Paese moderno” rimbambito dalle televisioni e dalla falsa informazione gestita dai Padroni e dalla Confindustria, dal Vaticano e dagli Stati Uniti poteri forti schierati tutti uniti loro senza divisioni, contro i Lavoratori, i Pensionati e gli Studenti.
Inoltre siamo giunti anche ad un altro grande risultato senza precedenti nella storia della giurisprudenza: i lavoratori vengono ammessi dal Gup parte lesa e quindi riconosciuti nel processo come parte civile per il rischio che hanno occorso a lavorare in un’azienda come la Thyssen, così come purtroppo ha colpito i nostri cari sette compagni in quella tragica notte.
I lavoratori della Thyssen hanno costituito insieme ad alcune delle famiglie colpite dalla tragedia una Associazione - “Legami d’ Acciaio”, che sta sostenendo sia in tribunale sia nell’opinione pubblica la causa della nostra tragica vicenda..
Ci teniamo a precisare che il nostro punto di vista è chiaramente, senza se e senza ma, quello di salvaguardare la salute, la sicurezza nei luoghi di lavoro e di fare sempre e comunque gli interessi delle lavoratrici/ori scegliendo fino in fondo e senza ambiguità da che parte stare ossia dalla nostra parte, con orgoglio e dignità quella Operaia.
Siamo attenti e interessati a quello che sta succedendo da circa due mesi nel Mondo della scuola e della Università con la nascita (finalmente dopo molti anni) di un Movimento così di massa, trasversale e democratico che forse senza fare impropri esempi storici o sociologici non ha precedenti per le componenti che lo animano, dagli studenti universitari ai medi, dai genitori delle scuole primarie al personale a.t.a. e amministrativo, agli insegnanti e professori di ogni ordine e grado così unico ed eterogeneo.
Solidarizziamo e come già abbiamo fatto manifesteremo insieme all’Onda Anomala e a tutto il Movimento affinché venga cancellata la vergognosa Legge 133 che vuole istituire nel nostro Paese in estrema sintesi un’istruzione e una cultura differenziate per censo ed “appartenenza di classe”, con una scuola per i figli dei ricchi e dei padroni (magari privata e sostenuta dai soldi di tutti ,in particolare dei lavoratori) e una scuola pubblica per i figli dei lavoratori, povera senza risorse, strutture e strumenti.
Saremo al fianco degli studenti universitari per impedire l’attuazione della controriforma dell’Università contro il disegno politico di questo Governo che con un progetto anti-costituzionale vuole abbattere la scuola e l’Università Pubbliche per tutti senza distinzioni di ceto sociale.
NO ALLA SCUOLA E L’UNIVERSITA’ DEI PADRONI
SI ALLA SCUOLA E L’UNIVERSITA PUBBLICHE
NO GELMINI –NO TREMONTI
BASTA MORTI SUL LAVORO PIU’ SICUREZZA E MENO PROFITTI
Torino nov.2008
Ass. LEGAMI D’ACCIAIO
RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO
CONTRO IL GOVERNO BERLUSCONI, STUDENTI E OPERAI UNITI NELLA LOTTA
In questi giorni noi studenti siamo scesi in piazza e abbiamo occupato scuole e università per protestare contro una riforma padronale che taglia 8 miliardi di euro all’istruzione e che invece vuole utilizzare i nostri soldi per finanziare le banche e le guerre di aggressione ad altri popoli.
Nonostante le cariche della polizia e la messa in campo dello squadrismo fascista la protesta studentesca non si è fermata e sfida apertamente questo moderno fascismo che utilizza lo stato di polizia.
Lo slogan che noi studenti abbiamo gridato in questi giorni è stato:
NOI LA VOSTRA CRISI NON LA PAGHIAMO!
La crisi del capitalismo che vorrebbero fare pagare a noi studenti ma anche agli operai, mentre le grosse aziende fanno profitti, i lavoratori vedono diminuire il proprio potere d’acquisto e i propri diritti sul lavoro conquistati in anni di lotte.
Non solo gli studenti sono scesi in piazza ma anche i lavoratori della scuola docenti e personale ata che rischiano il licenziamento.
Questa è una riforma classista per creare una scuola ad uso e consumo per la borghesia contro i figli dei lavoratori e dei proletari, in primis i figli degli operai!
Infatti 8 miliardi di finanziamenti in meno si traducono in aumento del caro scuola (libri e tasse d’iscrizione) e aumento delle tasse universitarie ovvero in una vera e propria selezione di classe: chi ha i soldi può studiare e fare carriera come futura classe dirigente, chi ha uno stipendio “normale” che non serve neanche per arrivare a fine mese sarà costretto a mandare i figli a lavorare.
E sappiamo benissimo quali sono le condizioni di lavoro in fabbrica dove i padroni pur di non diminuire di un centesimo i propri profitti non investono sulla sicurezza degli impianti a discapito della salute e della vita degli operai.
Ma il governo si appresta a colpire direttamente i lavoratori e la classe operaia attaccando il diritto allo sciopero con la complicità dei sindacati confederali che si dimostrano ancora una volta sindacati di regime contro l’interesse dei lavoratori.
Per questo è necessario un fronte di lotta degli studenti e degli operai contro il governo che attacca i nostri diritti!
È fondamentale che anche gli operai scendano in piazza contro il governo al fianco degli studenti perché in questa società sono gli operai che producono tutto ma hanno sempre meno diritti
Manifestazione nazionale venerdì 14 novembre a Roma treno speciale in partenza
giovedì pomeriggio.
Nonostante le cariche della polizia e la messa in campo dello squadrismo fascista la protesta studentesca non si è fermata e sfida apertamente questo moderno fascismo che utilizza lo stato di polizia.
Lo slogan che noi studenti abbiamo gridato in questi giorni è stato:
NOI LA VOSTRA CRISI NON LA PAGHIAMO!
La crisi del capitalismo che vorrebbero fare pagare a noi studenti ma anche agli operai, mentre le grosse aziende fanno profitti, i lavoratori vedono diminuire il proprio potere d’acquisto e i propri diritti sul lavoro conquistati in anni di lotte.
Non solo gli studenti sono scesi in piazza ma anche i lavoratori della scuola docenti e personale ata che rischiano il licenziamento.
Questa è una riforma classista per creare una scuola ad uso e consumo per la borghesia contro i figli dei lavoratori e dei proletari, in primis i figli degli operai!
Infatti 8 miliardi di finanziamenti in meno si traducono in aumento del caro scuola (libri e tasse d’iscrizione) e aumento delle tasse universitarie ovvero in una vera e propria selezione di classe: chi ha i soldi può studiare e fare carriera come futura classe dirigente, chi ha uno stipendio “normale” che non serve neanche per arrivare a fine mese sarà costretto a mandare i figli a lavorare.
E sappiamo benissimo quali sono le condizioni di lavoro in fabbrica dove i padroni pur di non diminuire di un centesimo i propri profitti non investono sulla sicurezza degli impianti a discapito della salute e della vita degli operai.
Ma il governo si appresta a colpire direttamente i lavoratori e la classe operaia attaccando il diritto allo sciopero con la complicità dei sindacati confederali che si dimostrano ancora una volta sindacati di regime contro l’interesse dei lavoratori.
Per questo è necessario un fronte di lotta degli studenti e degli operai contro il governo che attacca i nostri diritti!
È fondamentale che anche gli operai scendano in piazza contro il governo al fianco degli studenti perché in questa società sono gli operai che producono tutto ma hanno sempre meno diritti
Manifestazione nazionale venerdì 14 novembre a Roma treno speciale in partenza
giovedì pomeriggio.
SU SGOMBERO CSOA EX CARCERE
I giovani maoisti di Red Block esprimono massima solidarietà ai compagni del CSOA Ex Carcere colpiti nuovamente dalla vile repressione dello stato. Sempre oggi a Palermo è stata sgomberata una palazzina occupata dai senza casa. È sempre più chiaro che quello che i nostri governanti chiamano democrazia è uno stato di polizia che si avvicina sempre più ad un moderno fascismo.
Non a caso ieri Berlusconi ha detto chiaramente che risponderà con la repressione contro gli studenti che giustamente si riconquistano le loro scuole e facoltà.
Noi contrasteremo tutto questo con 10 100 1000 occupazioni di scuole e facoltà.
Contro il moderno fascismo e lo stato di polizia ribellarsi è giusto!
Riportiamo il comunicato dei compagni:
Ogg: [Cslist] Sgomberato il nuovo centro sociale ex karcereAlle ore 6 di questa mattina un centinaio di agenti della polizia hasgomberato a palermo il nuovo centro sociale Ex Karcere in Vesalio,occupato sabato 11 ottobre durante il corteo in difesa degli spazisociali e in difesa dell'Ex Karcere di via Mongitore 77occupato nelmarzo 2001 sotto minaccia di sgombero .Tutti i compagni e le compagne sono stati/e identificati.Non ci fermeranno mai..rioccuperemo..resisteremo..ci riprenderemo tutto quello che ci spetta e che ogni giorno cisottraggono...seguiranno aggiornamenti...
Non a caso ieri Berlusconi ha detto chiaramente che risponderà con la repressione contro gli studenti che giustamente si riconquistano le loro scuole e facoltà.
Noi contrasteremo tutto questo con 10 100 1000 occupazioni di scuole e facoltà.
Contro il moderno fascismo e lo stato di polizia ribellarsi è giusto!
Riportiamo il comunicato dei compagni:
Ogg: [Cslist] Sgomberato il nuovo centro sociale ex karcereAlle ore 6 di questa mattina un centinaio di agenti della polizia hasgomberato a palermo il nuovo centro sociale Ex Karcere in Vesalio,occupato sabato 11 ottobre durante il corteo in difesa degli spazisociali e in difesa dell'Ex Karcere di via Mongitore 77occupato nelmarzo 2001 sotto minaccia di sgombero .Tutti i compagni e le compagne sono stati/e identificati.Non ci fermeranno mai..rioccuperemo..resisteremo..ci riprenderemo tutto quello che ci spetta e che ogni giorno cisottraggono...seguiranno aggiornamenti...
COMUNICATO RED BLOCK PALERMO SUI GIOVANI DELL'ALBERGHERIA IN RIVOLTA
Peppe e Pasquale, entrambi 17 anni , cresciuti insieme fin da piccoli nel quartiere popolare dell’Albergheria a Palermo, amici per la pelle.
La vita in un quartiere popolare come l’Albergheria non è certo la stessa di chi vive in Via Libertà o in generale nei quartieri della borghesia palermitana pieni di belle vetrine “presidiate” da “poliziotti di quartiere”.
A Palermo in molti quartieri popolari spesso manca l’acqua per molte ore del giorno, il tasso di disoccupazione è elevato e altrettanto quello di dispersione scolastica.
In due parole devi lottare per sopravvivere, devi arrangiarti.
Ma ciò non accade solo a Palermo, in tutte le metropoli imperialiste i proletari subiscono “l’ordine” e “i pacchetti sicurezza” della borghesia che protegge le sue cittadelle con le vetrine e i bei locali alla moda e contemporaneamente dispensa miseria per le masse lavoratrici e popolari.
La borghesia che sta militarizzando sempre più lo Stato che si trasforma progressivamente in stato di polizia che marcia verso un moderno fascismo, dove anche chi combatte legittimamente per i propri diritti è visto come un sovversivo terrorista, la borghesia che colpisce quotidianamente tutti i proletari bianchi e neri non importa il colore della pelle come abbiamo visto negli ultimi giorni a Milano,Parma e Castelvolturno.
In una città piena di problemi sociali come disoccupazione ed emergenza casa dove il sindaco Cammarata invece di fornire servizi sociali ne restringe la fruibilità aumentando ad esempio il biglietto dell’autobus da 1€ a 1,20€ (e a Palermo si può aspettare alla fermata anche più di 1 ora…..) dove fa caricare dalla polizia i senza casa mentre ci sono decine e decine di immobili confiscati alla mafia e mentre l’entourage del consiglio comunale è costituito da parenti e amici, dove lo stesso consiglio comunale cavalcando l’onda dei superpoteri ai sindaci sceriffo sforna un pacchetto per il “decoro della città” che si traduce in ulteriore repressione, un esempio su tutti : anche durante una protesta autorizzata è vietato affiggere manifesti o similia su edifici pubblici……..
Peppe e Pasquale sono stati uccisi da questa “eccessiva sicurezza”che fa si che due giovani cresciuti in un tale contesto in cui tutto quel poco che hanno non glielo ha regalato nessuno, in cui le istituzioni e i politici non hanno mai mosso un dito per migliorarne le condizioni sociali anzi ne sono causa diretta, in questo contesto giustamente i due giovani in questione vedono due poliziotti per ciò che realmente sono : due arroganti servi del sistema in divisa che di certo non stanno dalla loro parte .
La sola “colpa” di Peppe e Pasquale è di non aver riconosciuto l’autorità dei due servi in divisa non fermandosi ad un posto di blocco e da qui si è scatenato l’inseguimento ,definito eccessivo anche dallo stesso parroco che ha celebrato i funerali, conclusosi tragicamente con uno scontro frontale con un’auto.
Una scena simile potrebbe essere accaduta benissimo in una periferia francese dove già più di una volta in dinamiche simili dei giovani proletari sono morti in incidenti stradali causati da inseguimenti della polizia.
E come è successo molte volte nelle banlieues parigine anche all’Albergheria il dolore si è trasformato in rabbia, rabbia montata ancor di più dopo che in seguito alla comparsa di scritte sui muri di tutto il quartiere e del mercato Ballarò come ad esempio “Peppe e Pasquale sarete sempre nei nostri cuori” la polizia ha tentato di cancellarle.
Dopo l’uccisione anche la beffa verso il dolore di chi ha perso due amici e compagni di vita.
Giustamente i giovani proletari dell’Albergheria si sono ribellati all’arroganza dello Stato e dei suoi servi in divisa facendo esplodere una rivolta all’interno del quartiere attaccando le vile forze repressive arrivate per spegnere le scintille di ribellione e odio provocate dalla morte prematura dei due giovani.
I giovani maoisti di Red Block solidarizzano in pieno con la gioventù proletaria che si ribella da Parigi a Palermo e ne sono parte integrante nelle lotte.
Per abbattere questo sistema basato sullo sfruttamento del lavoro salariato e che sforna solo precarietà miseria morte bisogna organizzarsi!
La gioventù proletaria deve organizzarsi per cambiare il proprio destino!
Viva la rivolta della gioventù proletaria a Palermo e ovunque!
Trasformare la rivolta in rivoluzione!
Red Block Palermo
La vita in un quartiere popolare come l’Albergheria non è certo la stessa di chi vive in Via Libertà o in generale nei quartieri della borghesia palermitana pieni di belle vetrine “presidiate” da “poliziotti di quartiere”.
A Palermo in molti quartieri popolari spesso manca l’acqua per molte ore del giorno, il tasso di disoccupazione è elevato e altrettanto quello di dispersione scolastica.
In due parole devi lottare per sopravvivere, devi arrangiarti.
Ma ciò non accade solo a Palermo, in tutte le metropoli imperialiste i proletari subiscono “l’ordine” e “i pacchetti sicurezza” della borghesia che protegge le sue cittadelle con le vetrine e i bei locali alla moda e contemporaneamente dispensa miseria per le masse lavoratrici e popolari.
La borghesia che sta militarizzando sempre più lo Stato che si trasforma progressivamente in stato di polizia che marcia verso un moderno fascismo, dove anche chi combatte legittimamente per i propri diritti è visto come un sovversivo terrorista, la borghesia che colpisce quotidianamente tutti i proletari bianchi e neri non importa il colore della pelle come abbiamo visto negli ultimi giorni a Milano,Parma e Castelvolturno.
In una città piena di problemi sociali come disoccupazione ed emergenza casa dove il sindaco Cammarata invece di fornire servizi sociali ne restringe la fruibilità aumentando ad esempio il biglietto dell’autobus da 1€ a 1,20€ (e a Palermo si può aspettare alla fermata anche più di 1 ora…..) dove fa caricare dalla polizia i senza casa mentre ci sono decine e decine di immobili confiscati alla mafia e mentre l’entourage del consiglio comunale è costituito da parenti e amici, dove lo stesso consiglio comunale cavalcando l’onda dei superpoteri ai sindaci sceriffo sforna un pacchetto per il “decoro della città” che si traduce in ulteriore repressione, un esempio su tutti : anche durante una protesta autorizzata è vietato affiggere manifesti o similia su edifici pubblici……..
Peppe e Pasquale sono stati uccisi da questa “eccessiva sicurezza”che fa si che due giovani cresciuti in un tale contesto in cui tutto quel poco che hanno non glielo ha regalato nessuno, in cui le istituzioni e i politici non hanno mai mosso un dito per migliorarne le condizioni sociali anzi ne sono causa diretta, in questo contesto giustamente i due giovani in questione vedono due poliziotti per ciò che realmente sono : due arroganti servi del sistema in divisa che di certo non stanno dalla loro parte .
La sola “colpa” di Peppe e Pasquale è di non aver riconosciuto l’autorità dei due servi in divisa non fermandosi ad un posto di blocco e da qui si è scatenato l’inseguimento ,definito eccessivo anche dallo stesso parroco che ha celebrato i funerali, conclusosi tragicamente con uno scontro frontale con un’auto.
Una scena simile potrebbe essere accaduta benissimo in una periferia francese dove già più di una volta in dinamiche simili dei giovani proletari sono morti in incidenti stradali causati da inseguimenti della polizia.
E come è successo molte volte nelle banlieues parigine anche all’Albergheria il dolore si è trasformato in rabbia, rabbia montata ancor di più dopo che in seguito alla comparsa di scritte sui muri di tutto il quartiere e del mercato Ballarò come ad esempio “Peppe e Pasquale sarete sempre nei nostri cuori” la polizia ha tentato di cancellarle.
Dopo l’uccisione anche la beffa verso il dolore di chi ha perso due amici e compagni di vita.
Giustamente i giovani proletari dell’Albergheria si sono ribellati all’arroganza dello Stato e dei suoi servi in divisa facendo esplodere una rivolta all’interno del quartiere attaccando le vile forze repressive arrivate per spegnere le scintille di ribellione e odio provocate dalla morte prematura dei due giovani.
I giovani maoisti di Red Block solidarizzano in pieno con la gioventù proletaria che si ribella da Parigi a Palermo e ne sono parte integrante nelle lotte.
Per abbattere questo sistema basato sullo sfruttamento del lavoro salariato e che sforna solo precarietà miseria morte bisogna organizzarsi!
La gioventù proletaria deve organizzarsi per cambiare il proprio destino!
Viva la rivolta della gioventù proletaria a Palermo e ovunque!
Trasformare la rivolta in rivoluzione!
Red Block Palermo
BERLUSCONI: “POLIZIA CONTRO LE OCCUPAZIONI”….
L’ampia mobilitazione che attraversa le città da nord a sud, la determinazione di questi giorni degli studenti che è sfociata in grosse manifestazioni,assemblee e occupazioni di scuole e università fa paura al governo moderno fascista di Berlusconi Bossi e Fini che lungi dal risolvere i bisogni concreti degli studenti ricorre ancora una volta al manganello, giustificando di fatto le aggressioni di neofascisti verso le scuole occupate. Già a settembre durante una contestazione degli studenti del liceo scientifico Newton di Roma i ragazzi erano stati identificati dalla polizia, nei giorni scorsi gli studenti milanesi che hanno tentato di occupare la stazione ferroviaria sono stati presi a colpi di manganello.
Alla giusta richiesta da parte degli studenti,insegnanti e lavoratori di scuola e università di ritirare l’indecente decreto Gelmini questa è la risposta del capo del governo: repressione!
Adesso è arrivato il momento che gli studenti decidano del proprio futuro contro un governo che pensa solo a salvare le banche e a finanziare guerre di aggressione con i nostri soldi, sottraendoli all’istruzione e alla ricerca.
Se pensano di decidere sul nostro futuro e quello delle generazioni a venire usando la violenza poliziesca si sbagliano di grosso, la storia insegna che la repressione alimenta la ribellione e questa non può essere fermata ne da sbirri ne da teste rasate.
Ad un attacco radicale ai nostri diritti da parte del governo è necessario dare una risposta radicale come già stanno facendo gli studenti universitari di Napoli,Torino e Milano che hanno occupato e gli studenti di molte scuole nel paese.
Per questo è sbagliato l’attendismo sterile di gruppi politici in città come rifondazione che fino all’anno scorso stava nel governo del ministro Fioroni e “socialismo rivoluzionario” che anche se a parole fanno begli slogan dai sound system nei fatti come abili pompieri spengono il fuoco sul nascere rivelandosi funzionali al governo.
L’unico modo per non fare passare la controriforma è organizzarsi in collettivi in ogni scuola e riappropriarci delle NOSTRE scuole occupandole e organizzando attività e ulteriori proteste senza farsi strumentalizzare dai partiti della falsa sinistra che fino a ieri stavano seduti sulle poltrone.
METTIAMOCI IN RETE!
CONTRO LA SCUOLA DEI PADRONI
10…100…1000… OCCUPAZIONI!
MANIFESTAZIONE LUNEDI 27 ORE 16 PZA POLITEAMA PALERMO
Studenti anti-gelmini
RED BLOCK
Alla giusta richiesta da parte degli studenti,insegnanti e lavoratori di scuola e università di ritirare l’indecente decreto Gelmini questa è la risposta del capo del governo: repressione!
Adesso è arrivato il momento che gli studenti decidano del proprio futuro contro un governo che pensa solo a salvare le banche e a finanziare guerre di aggressione con i nostri soldi, sottraendoli all’istruzione e alla ricerca.
Se pensano di decidere sul nostro futuro e quello delle generazioni a venire usando la violenza poliziesca si sbagliano di grosso, la storia insegna che la repressione alimenta la ribellione e questa non può essere fermata ne da sbirri ne da teste rasate.
Ad un attacco radicale ai nostri diritti da parte del governo è necessario dare una risposta radicale come già stanno facendo gli studenti universitari di Napoli,Torino e Milano che hanno occupato e gli studenti di molte scuole nel paese.
Per questo è sbagliato l’attendismo sterile di gruppi politici in città come rifondazione che fino all’anno scorso stava nel governo del ministro Fioroni e “socialismo rivoluzionario” che anche se a parole fanno begli slogan dai sound system nei fatti come abili pompieri spengono il fuoco sul nascere rivelandosi funzionali al governo.
L’unico modo per non fare passare la controriforma è organizzarsi in collettivi in ogni scuola e riappropriarci delle NOSTRE scuole occupandole e organizzando attività e ulteriori proteste senza farsi strumentalizzare dai partiti della falsa sinistra che fino a ieri stavano seduti sulle poltrone.
METTIAMOCI IN RETE!
CONTRO LA SCUOLA DEI PADRONI
10…100…1000… OCCUPAZIONI!
MANIFESTAZIONE LUNEDI 27 ORE 16 PZA POLITEAMA PALERMO
Studenti anti-gelmini
RED BLOCK
CONTRO LA REPRESSIONE LOTTARE, ORGANIZZARE LA GIOVENTU' PROLETARIA E RIBELLE
In un paese imperialista come l’Italia qualsiasi forma di opposizione reale a questo sistema non è tollerata e viene repressa dai servi in divisa, non importa che ci sia al potere un governo di centro-destra o di centro-sinistra la classe che rappresentano è la stessa: la borghesia imperialista.
Nella “rossa” Bologna il sindaco sceriffo Cofferati è stato l’artefice di sgomberi e provvedimenti repressivi da degno moderno-fascista cosi come ora il suo collega palermitano Cammarata emette ordinanze per il decoro della città e si appresta a riprendersi certi spazi come l’Ex Carcere in una più ampia ottica di speculazione edilizia del centro storico.
Una città dove sta prendendo piede l’emergenza rifiuti, dove quasi ogni giorno sfilano cortei di disoccupati,senza casa e precari, dove la dispersione scolastica in molti quartieri popolari è a livelli spaventosi il sindaco e suoi colleghi di maggioranza distribuiscono posti a parenti amici e contemporaneamente attaccano e criminalizzano le masse che si ribellano.
Così come hanno tentato di fare contro questo corteo molti partiti e gruppi neofascisti che hanno fatto pressioni sul questore perché lo vietasse.
Invece noi siamo qui per gridare la nostra rabbia contro le istituzioni ma anche per ricordare i giovani Peppe e Pasquale abitanti di questo quartiere e morti a causa di un inseguimento dei servi in divisa, entrambi vivono nelle nostre lotte!
Ma nella costruzione/consolidazione del moderno fascismo giocano un ruolo fondamentale i partiti della falsa sinistra come Rifondazione e i sindacati confederali. Queste forze niente hanno a che vedere con il movimento reale che lotta quotidianamente contro il sistema, anzi ne sono parte integrante, confondono le masse ne affievoliscono la combattività, ubriacano i giovani di “non violenza” quando la violenza principale proviene dallo Stato quotidianamente, sono complici dei padroni e cogestori nello sfruttamento sui lavoratori.
La feroce macchina repressiva, messa a punto dal governo di centro-sinistra e attuata dal governo di centro-destra, scatenatasi contro la gioventù ribelle a Genova durante il G8 ha mostrato chiaramente quanto il potere ha paura di chi si ribella in particolar modo ha paura dei giovani. La ribellione giovanile che negli ultimi anni, dal G8 in poi ha animato tutti i fronti di lotta : dal movimento contro le guerre imperialiste al No Tav, dal No dal Molin al movimento contro le discariche in Campania, in tutte queste lotte la gioventù proletaria e ribelle ha avuto un ruolo fondamentale.
Per spazzare via questo sistema marcio e corrotto nella pattumiera della storia è necessario organizzarsi ad un livello più alto con il fine dell’abbattimento definitivo dello Stato borghese e la creazione di un potere nelle mani dei lavoratori e delle masse popolari.
È necessaria una forma più alta di organizzazione che superi l’attuale frammentazione locale che è anche causa di una scarsa incisività delle lotte contro il sistema, che ultimamente per quanto dure nel migliore dei casi hanno rappresentato solo una buona difesa agli attacchi del sistema contro i diritti delle masse, ma niente di più si è conquistato.
Anche in quest’ottica la gioventù proletaria che si ribella da Milano a Palermo deve organizzarsi!
Alla luce di questo sgombero come l’ultimo di una lunga serie di atti repressivi dello Stato,
Red block coglie nuovamente l’occasione per invitare tutti i compagni e le organizzazioni che lottano quotidianamente contro la repressione ad aderire al coordinamento nazionale contro la repressione nato a Roma lo scorso Giugno.
Se toccano uno toccano tutti, per questo è necessario un salto di qualità nella lotta contro la repressione ed il coordinamento nazionale rappresenta un primo passo che va in questa direzione.
I giovani maoisti di Red Block esprimono piena solidarietà ai compagni del CSOA Ex Carcere colpito dalla vile repressione dello stato.
Red Block Palermo(organizzazione giovanile di proletari comunisti)
Nella “rossa” Bologna il sindaco sceriffo Cofferati è stato l’artefice di sgomberi e provvedimenti repressivi da degno moderno-fascista cosi come ora il suo collega palermitano Cammarata emette ordinanze per il decoro della città e si appresta a riprendersi certi spazi come l’Ex Carcere in una più ampia ottica di speculazione edilizia del centro storico.
Una città dove sta prendendo piede l’emergenza rifiuti, dove quasi ogni giorno sfilano cortei di disoccupati,senza casa e precari, dove la dispersione scolastica in molti quartieri popolari è a livelli spaventosi il sindaco e suoi colleghi di maggioranza distribuiscono posti a parenti amici e contemporaneamente attaccano e criminalizzano le masse che si ribellano.
Così come hanno tentato di fare contro questo corteo molti partiti e gruppi neofascisti che hanno fatto pressioni sul questore perché lo vietasse.
Invece noi siamo qui per gridare la nostra rabbia contro le istituzioni ma anche per ricordare i giovani Peppe e Pasquale abitanti di questo quartiere e morti a causa di un inseguimento dei servi in divisa, entrambi vivono nelle nostre lotte!
Ma nella costruzione/consolidazione del moderno fascismo giocano un ruolo fondamentale i partiti della falsa sinistra come Rifondazione e i sindacati confederali. Queste forze niente hanno a che vedere con il movimento reale che lotta quotidianamente contro il sistema, anzi ne sono parte integrante, confondono le masse ne affievoliscono la combattività, ubriacano i giovani di “non violenza” quando la violenza principale proviene dallo Stato quotidianamente, sono complici dei padroni e cogestori nello sfruttamento sui lavoratori.
La feroce macchina repressiva, messa a punto dal governo di centro-sinistra e attuata dal governo di centro-destra, scatenatasi contro la gioventù ribelle a Genova durante il G8 ha mostrato chiaramente quanto il potere ha paura di chi si ribella in particolar modo ha paura dei giovani. La ribellione giovanile che negli ultimi anni, dal G8 in poi ha animato tutti i fronti di lotta : dal movimento contro le guerre imperialiste al No Tav, dal No dal Molin al movimento contro le discariche in Campania, in tutte queste lotte la gioventù proletaria e ribelle ha avuto un ruolo fondamentale.
Per spazzare via questo sistema marcio e corrotto nella pattumiera della storia è necessario organizzarsi ad un livello più alto con il fine dell’abbattimento definitivo dello Stato borghese e la creazione di un potere nelle mani dei lavoratori e delle masse popolari.
È necessaria una forma più alta di organizzazione che superi l’attuale frammentazione locale che è anche causa di una scarsa incisività delle lotte contro il sistema, che ultimamente per quanto dure nel migliore dei casi hanno rappresentato solo una buona difesa agli attacchi del sistema contro i diritti delle masse, ma niente di più si è conquistato.
Anche in quest’ottica la gioventù proletaria che si ribella da Milano a Palermo deve organizzarsi!
Alla luce di questo sgombero come l’ultimo di una lunga serie di atti repressivi dello Stato,
Red block coglie nuovamente l’occasione per invitare tutti i compagni e le organizzazioni che lottano quotidianamente contro la repressione ad aderire al coordinamento nazionale contro la repressione nato a Roma lo scorso Giugno.
Se toccano uno toccano tutti, per questo è necessario un salto di qualità nella lotta contro la repressione ed il coordinamento nazionale rappresenta un primo passo che va in questa direzione.
I giovani maoisti di Red Block esprimono piena solidarietà ai compagni del CSOA Ex Carcere colpito dalla vile repressione dello stato.
Red Block Palermo(organizzazione giovanile di proletari comunisti)
ANCORA SUI GIOVANI ANARCHICI RAVENNATI
A quindici e sedici anni essere mandati dallo stato dallo psicologo perché si sostiene che la guerra non sia sinonimo né di civiltà né di democrazia?!!! Eppure questo è quanto accadrà venerdì ai due giovani anarchici accusati dalla municipale di danneggiamento aggravato e vilipendio alla nazione.Ma dov’è il reato?! Scrivere sui muri?..Ok, anche se avremmo molto da dire anche in merito ma avere un’idea altra da quella dominante, essere portatori di concezioni proprie e avere un proprio pensiero, avere una opinione libera da chi ci vuole far vedere eroi i soldati occupanti o Quattrocchi, è reato?!!! E’ reato essere contro la guerra? E’ reato avere un libero pensiero critico?Evidentemente per questo stato e per questa amministrazione comunale si.Un ragazzo che sostiene che la guerra non sia civiltà né democrazia non deve essere mandato dallo psicologo come se fosse un ragazzo con problemi di disagio psichico, il problema è che dallo psicologo dovrebbe andarci chi ci vuol far passare le guerre di occupazione come atti di civiltà e di democrazia e chi reprime i giovani perché hanno giusti e sani valori! In città questo è l’effetto della concezione repressiva di chi viene dalla squadra mobile, il nuovo capo della municipale, il signor Rossi, voluto fortemente dal sindaco Mercatali perché evidentemente attua alla lettera la concezione repressiva sulla quale i due si intendono a meraviglia.Avere un proprio pensiero e avere un pensiero critico oggi è sempre più difficile, sia perché il bombardamento mediatico è incessante, sia perché la storia nelle scuole viene stravolta dal revisionismo imperante, sia perché quando ce l’hai te la vogliono far pagare e tentano di farti credere che hai dei problemi…!Per la libertà di pensiero, per la possibilità di essere critici e liberi di farlo, perché i due ragazzi hanno sani e giusti valori…..Giù le mani dai ragazzi anarchici!Ancora di più, oggi, dopo questi fatti sosteniamo a gran voce i due ragazzi e li incoraggiamo a portare avanti le proprie idee perché“Ribellarsi è giusto”!!!
COMUNICATO DI RED BLOCK RAVENNA: GIU' LE MANI DAI RAGAZZI ANARCHICI!
Difendiamo a gran voce i due ragazzi che sono stati incriminati per danneggiamento aggravato e vilipendio alla nazione dalla Polizia Municipale, perché “rei” di aver scritto sui muri del sottopasso di via Cella a Madonna dell’Albero "Terrorista è lo stato!",“Fanno le guerre e la chiamano democrazia e civiltà”.Di fronte a due giovani che scrivono frasi contro la guerra e alle forze dell’ordine, (municipale in testa), che “difendono” questo stato dando la caccia agli immigrati “abusivi”e “clandestini” per la "sicurezza" dei signori commercianti e dei poteri forti della città, i padroni del porto, della chimica, della Marcegaglia (è per i loro interessi cheviene attuata la politica di "legge e ordine" del sindaco-sceriffo Matteucci del PD), ma soprattutto di fronte ad uno stato guerrafondaio che invade-occupa e uccide altri popoli (Irak, Afghanistan), uno stato di polizia moderno fascista che carica i manifestanti, lavoratori,immigrati, donne, anziani e giovani (da chi protesta contro le discariche, ai No Dal Molin, agli antifascisti......), uno stato che affama, precarizza e uccide i lavoratori per mano padronale….NOI STIAMO DALLA PARTE DEI GIOVANI RIBELLI!Quelle scritte sono giuste e piene di valori che vanno riaffermati e rivendicati! Quali "valori" sono la guerra imperialista o la violenza poliziesca e le torture di Bolzaneto?La criminalizzazione dei giovani deve finire subito!I giovani fanno le feste in spiaggia e sono tutti drogati o ubriaconi molesti che disturbano, vanno allo stadio e sono tutti delinquenti, fanno politica fuori e contro le istituzioni e sono terroristi se nonhanno idee confacenti al sistema imperante, non si occupano di politica e allora sono disinteressati a tutto. Non è forse vero che : “Fanno le guerre e la chiamano democrazia e civiltà”?!!!! Non è forsevero che uno stato che affama, uccide, precarizza, sfrutta, perseguita, invade altri territori con guerre di occupazione per interessi economici e per avere un “posto al sole”, sia uno stato chepossa essere definito “terrorista”?!!!! I giovani che hanno scritto sono stati guidati da una rabbia giusta verso tutte le ingiustizie che il sistema imperialista gli impone e hanno fatto bene a cercare spazi dove poter esprimere il proprio dissenso e questi spazi non li possono di certo trovare in questa società…quindi se li prendono! Avremmo avuto piacere se la stessa attenzione fosse posta verso le scritte e i simboli fascisti che campeggiano a Madonna dell’Albero e in altre parti della città ma quelli forse non disturbano perché sono confacenti al sistema e alla classe dominante. In una città militarizzata, con ronde antimmigrati, dove si crea l’allarme sociale per poi giustificare le restrizioni e sospensioni delle libertà individuali e controllare tutti e tutto, in una città dove si muore di lavoro a 21 anni (Luca Vertullo) e dove il sindaco di “sinistra” ha a cuore solo ordinanze antimmigrati, antigiovani e gli autovelox….è bene che mille giovani anarchici sboccino!Noi siamo dalla parte di chi si ribella e cerca spazi e modi per po
CONTRO LA GELMINI IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA!
Anche quest’anno gli studenti subiranno sulla propria pelle l’ennesima (contro)riforma che comunque si inserisce in stretta continuità con i precedenti governi sia di centro-sinistra che di centro-destra che si susseguono ormai da circa 10 anni e che hanno in comune il fatto di demolire sempre di più la qualità dell’istruzione, privatizzando la scuola, fornendo un sapere nozionistico propedeutico al volere delle aziende private e non dando invece ad ogni singolo studente gli strumenti per formarsi una propria cultura strumento necessario per lo sviluppo di un pensiero critico individuale.
Questa riforma in questo senso non è da meno rispetto alle altre, anzi da un colpo di acceleratore, le prime conseguenze saranno: migliaia di licenziamenti sia tra personale ata che tra docenti,
classi che già sono al collasso saranno ancora più numerose, un passo avanti verso la privatizzazione trasformando scuole e università in fondazioni, ciò significa che ogni singola scuola dovrà attivarsi per procacciare finanziamenti da enti privati,gli studenti che capiteranno in una scuola “sfigata” avranno meno servizi e qualità rispetto ad altri.
Anche quest’ anno le famiglie dovranno sborsare più soldi per tasse e libri rispetto all’anno precedente.
Inoltre a livello ideologico si fa un salto indietro di oltre 30 anni, non a caso il ministro Gelmini come altri di questo governo ha attaccato il movimento di protesta del ’68 da cui abbiamo ereditato i pochi diritti che ancora non ci hanno tolto come ad esempio le assemblee d’istituto.
Attaccando il 68 si dice anche quali dovrebbero essere i principi che guideranno la “nuova scuola”: autorità e disciplina.
Ovvero un’istituzione sempre più repressiva che richiama il periodo buio del fascismo non a caso verrà introdotto il voto in condotta con pericolo bocciatura.
Repressione e nozionismo questo sarà quindi il mix della riforma: d’altronde più si è ignoranti più è difficile la formazione di un pensiero critico che vada fuori dal pensiero unico e che sfoci in dissenso come successo qualche settimana fa al Liceo Newton di Roma, dove docenti e studenti che hanno contestato il ministro sono stati identificati dalla polizia e cacciati fuori, questa è la democrazia e la libertà di parola di cui si riempiono la bocca ogni giorno i nostri governanti!
C’è da aspettarsi che nella scuola del ministro Gelmini qualsiasi studente che “osi” contestare un docente o un dirigente scolastico venga punito disciplinarmente per mancanza di rispetto così come avveniva prima del ’68 o che chiunque esca fuori dagli schemi dettati dal “pensare bene” borghese (come l’omologazione di pensiero ma anche estetica vedi i l’obbligo dei grembiulini) venga etichettato come deviato,bullo o sovversivo.
Il ministro Gelmini dovrebbe occuparsi di più della qualità dell'insegnamento e dell'edilizia scolastica fatiscente piuttosto che rigurgitare provvedimenti demagogici e proclami che sanno molto di ventennio fascista.
Contro questa scuola dove gli studenti non sono protagonisti è necessario ribellarsi e organizzarsi autonomamente in collettivi studenteschi al di fuori di qualsiasi partito istituzionale complice di queste riforme sia a destra che a sinistra.
MANIFESTAZIONE CONTRO LA RIFORMA VENERDI’ 26 SETTEMBRE PIAZZA MASSIMO ORE 16, 30.
Red Block
Questa riforma in questo senso non è da meno rispetto alle altre, anzi da un colpo di acceleratore, le prime conseguenze saranno: migliaia di licenziamenti sia tra personale ata che tra docenti,
classi che già sono al collasso saranno ancora più numerose, un passo avanti verso la privatizzazione trasformando scuole e università in fondazioni, ciò significa che ogni singola scuola dovrà attivarsi per procacciare finanziamenti da enti privati,gli studenti che capiteranno in una scuola “sfigata” avranno meno servizi e qualità rispetto ad altri.
Anche quest’ anno le famiglie dovranno sborsare più soldi per tasse e libri rispetto all’anno precedente.
Inoltre a livello ideologico si fa un salto indietro di oltre 30 anni, non a caso il ministro Gelmini come altri di questo governo ha attaccato il movimento di protesta del ’68 da cui abbiamo ereditato i pochi diritti che ancora non ci hanno tolto come ad esempio le assemblee d’istituto.
Attaccando il 68 si dice anche quali dovrebbero essere i principi che guideranno la “nuova scuola”: autorità e disciplina.
Ovvero un’istituzione sempre più repressiva che richiama il periodo buio del fascismo non a caso verrà introdotto il voto in condotta con pericolo bocciatura.
Repressione e nozionismo questo sarà quindi il mix della riforma: d’altronde più si è ignoranti più è difficile la formazione di un pensiero critico che vada fuori dal pensiero unico e che sfoci in dissenso come successo qualche settimana fa al Liceo Newton di Roma, dove docenti e studenti che hanno contestato il ministro sono stati identificati dalla polizia e cacciati fuori, questa è la democrazia e la libertà di parola di cui si riempiono la bocca ogni giorno i nostri governanti!
C’è da aspettarsi che nella scuola del ministro Gelmini qualsiasi studente che “osi” contestare un docente o un dirigente scolastico venga punito disciplinarmente per mancanza di rispetto così come avveniva prima del ’68 o che chiunque esca fuori dagli schemi dettati dal “pensare bene” borghese (come l’omologazione di pensiero ma anche estetica vedi i l’obbligo dei grembiulini) venga etichettato come deviato,bullo o sovversivo.
Il ministro Gelmini dovrebbe occuparsi di più della qualità dell'insegnamento e dell'edilizia scolastica fatiscente piuttosto che rigurgitare provvedimenti demagogici e proclami che sanno molto di ventennio fascista.
Contro questa scuola dove gli studenti non sono protagonisti è necessario ribellarsi e organizzarsi autonomamente in collettivi studenteschi al di fuori di qualsiasi partito istituzionale complice di queste riforme sia a destra che a sinistra.
MANIFESTAZIONE CONTRO LA RIFORMA VENERDI’ 26 SETTEMBRE PIAZZA MASSIMO ORE 16, 30.
Red Block
SOLIDARIETA' AGLI STUDENTI E AI DOCENTI COLPITI DALLA REPRESSIONE
Ieri al liceo scientifico Isaac Newton di Roma, durante la presentazione del libro “La fabbrica degli ignoranti” di Floris a cui era presente il ministro dell’istruzione Gelmini si è verificato l’ennesimo atto repressivo dello Stato.
Mentre il ministro stava spiegando alla platea le misure dell’imminente riforma scolastica da lei formulata, sono partiti fischi e urla da parte di alcuni studenti e docenti precari che dovrebbero subire sulla propria pelle l’ennesima (contro)riforma.
La risposta delle forze repressive in borghese non si è fatta attendere, i contestatori sono stati identificati e “gentilmente” accompagnati fuori dalla sala.
Evidentemente nel nostro paese la libertà di espressione (e dissenso) c’è solo sulla carta, mentre nei fatti qualsiasi voce fuori dal coro viene repressa.
Non a caso il modello di scuola che il ministro ha in mente richiama agli anni più bui del nostro paese, e la ricetta si sintetizzerebbe in autorità, disciplina e tagli di personale.
Nonostante i proclami del ministro contro un sapere nozionistico, si propone un taglio per migliaia di insegnanti e l’abbassamento degli anni obbligatori di scuola superiore da 5 a 4 anni, in sostanza si continua sulla scia delle precedenti riforme nel minare la qualità dell’istruzione .
D’altronde più si è ignoranti più è difficile la formazione di un pensiero critico che vada fuori dal pensiero unico e che sfoci in dissenso come successo ieri al Liceo Newton di Roma.
In più come causa del degrado della scuola italiana il ministro indica i cambiamenti derivati dalle contestazioni e mobilitazioni del ’68.
L’ennesimo attacco di un esponente del governo a quel periodo dove protagonisti furono gli studenti e i lavoratori la dice lunga.
In seguito a quelle proteste i lavoratori e gli studenti,grazie alla lotta intransigente, stapparono ai governi della borghesia una serie di riforme che migliorarono la loro condizione sui posti di lavoro e nelle scuole . Da tempo gli ultimi governi della borghesia sia di destra che di “sinistra” hanno attaccato queste conquiste.
Il ministro Gelmini dovrebbe occuparsi di più della qualità dell'insegnamento e dell'edilizia scolastica fatiscente piuttosto che rigurgitare provvedimenti demagogici che sanno molto di ventennio fascista.
Gli ultimi eventi dimostrano che l’unica risposta che sa dare lo Stato alle voci di protesta è la repressione.
Lo abbiamo visto con le manganellate verso i cittadini che protestano contro la discarica sotto casa o verso quelli che non vogliono una base militare americana dentro la propria città come successo pochi giorni fa a Vicenza.
Forse i docenti identificati in questa occasione saranno i primi ad “assaporare” la riforma, in particolare l’aspetto dei tagli?
Non ci stupiremo più di tanto dato che viviamo in un paese dove chi denuncia apertamente ciò che non va viene licenziato (come Dante de Angelis nelle ferrovie che ha denunciato l’insicurezza dei treni Eurostar).
C’è da aspettarsi che nella suola del ministro Gelmini qualsiasi studente che “osi” contestare un docente o un dirigente scolastico venga punito disciplinarmente per mancanza di rispetto così come avveniva prima del ’68 o che chiunque esca fuori dagli schemi dettati dal “pensare bene” borghese (come l’omologazione di pensiero ma anche estetica vedi i l’obbligo dei grembiulini) venga etichettato come deviato,bullo o sovversivo.
Il progetto di una scuola sempre più autoritaria rientra nelle politiche di questo governo che marcia sempre più speditamente verso un moderno fascismo e uno stato di polizia. Ultimi esempi di ciò sono le dichiarazioni dei neofascisti La Russa (ministro della difesa) che ha commemorato i volontari fascisti della RSI mentre si criminalizzano i partigiani (vedi revisionismo storico sulla questione Foibe) e Alemanno (sindaco di Roma) (che ostenta saluti romani) che con le loro dichiarazioni volte a riabilitare il fascismo rafforzano sempre
Mentre il ministro stava spiegando alla platea le misure dell’imminente riforma scolastica da lei formulata, sono partiti fischi e urla da parte di alcuni studenti e docenti precari che dovrebbero subire sulla propria pelle l’ennesima (contro)riforma.
La risposta delle forze repressive in borghese non si è fatta attendere, i contestatori sono stati identificati e “gentilmente” accompagnati fuori dalla sala.
Evidentemente nel nostro paese la libertà di espressione (e dissenso) c’è solo sulla carta, mentre nei fatti qualsiasi voce fuori dal coro viene repressa.
Non a caso il modello di scuola che il ministro ha in mente richiama agli anni più bui del nostro paese, e la ricetta si sintetizzerebbe in autorità, disciplina e tagli di personale.
Nonostante i proclami del ministro contro un sapere nozionistico, si propone un taglio per migliaia di insegnanti e l’abbassamento degli anni obbligatori di scuola superiore da 5 a 4 anni, in sostanza si continua sulla scia delle precedenti riforme nel minare la qualità dell’istruzione .
D’altronde più si è ignoranti più è difficile la formazione di un pensiero critico che vada fuori dal pensiero unico e che sfoci in dissenso come successo ieri al Liceo Newton di Roma.
In più come causa del degrado della scuola italiana il ministro indica i cambiamenti derivati dalle contestazioni e mobilitazioni del ’68.
L’ennesimo attacco di un esponente del governo a quel periodo dove protagonisti furono gli studenti e i lavoratori la dice lunga.
In seguito a quelle proteste i lavoratori e gli studenti,grazie alla lotta intransigente, stapparono ai governi della borghesia una serie di riforme che migliorarono la loro condizione sui posti di lavoro e nelle scuole . Da tempo gli ultimi governi della borghesia sia di destra che di “sinistra” hanno attaccato queste conquiste.
Il ministro Gelmini dovrebbe occuparsi di più della qualità dell'insegnamento e dell'edilizia scolastica fatiscente piuttosto che rigurgitare provvedimenti demagogici che sanno molto di ventennio fascista.
Gli ultimi eventi dimostrano che l’unica risposta che sa dare lo Stato alle voci di protesta è la repressione.
Lo abbiamo visto con le manganellate verso i cittadini che protestano contro la discarica sotto casa o verso quelli che non vogliono una base militare americana dentro la propria città come successo pochi giorni fa a Vicenza.
Forse i docenti identificati in questa occasione saranno i primi ad “assaporare” la riforma, in particolare l’aspetto dei tagli?
Non ci stupiremo più di tanto dato che viviamo in un paese dove chi denuncia apertamente ciò che non va viene licenziato (come Dante de Angelis nelle ferrovie che ha denunciato l’insicurezza dei treni Eurostar).
C’è da aspettarsi che nella suola del ministro Gelmini qualsiasi studente che “osi” contestare un docente o un dirigente scolastico venga punito disciplinarmente per mancanza di rispetto così come avveniva prima del ’68 o che chiunque esca fuori dagli schemi dettati dal “pensare bene” borghese (come l’omologazione di pensiero ma anche estetica vedi i l’obbligo dei grembiulini) venga etichettato come deviato,bullo o sovversivo.
Il progetto di una scuola sempre più autoritaria rientra nelle politiche di questo governo che marcia sempre più speditamente verso un moderno fascismo e uno stato di polizia. Ultimi esempi di ciò sono le dichiarazioni dei neofascisti La Russa (ministro della difesa) che ha commemorato i volontari fascisti della RSI mentre si criminalizzano i partigiani (vedi revisionismo storico sulla questione Foibe) e Alemanno (sindaco di Roma) (che ostenta saluti romani) che con le loro dichiarazioni volte a riabilitare il fascismo rafforzano sempre
PIU' SPAZI E DIRITTI PER GLI STUDENTI
Il 26 febbraio scorso gli studenti del Liceo Artistico “Damiani Almeyda” hanno organizzato un presidio sotto la sede del “Giornale di Sicilia”per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni competenti sull’annoso problema dell’edilizia scolastica fatiscente e di conseguenza sugli spazi di espressione negati agli studenti. Nonostante le istituzioni dicano quotidianamente che la scuola è il luogo ideale per lo sviluppo della coscienza critica dell’individuo, nei fatti le stesse istituzioni non ascoltano il grido di denuncia degli studenti che lo scorso Febbraio hanno reclamato i mezzi concreti per soddisfare questo diritto.
Il problema non riguarda solo gli studenti dell’Almeyda ma bensì la stragrande maggioranza degli studenti palermitani.
Purtroppo fin troppo spesso questi problemi sono strumentalizzati dalle organizzazioni studentesche ufficiali di destra e di sinistra per gli sporchi fini elettorali dei loro partiti di riferimento.
Adesso è arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti!
Red Block lo scorso Ottobre ha partecipato alla fondazione della Rete Nazionale per la salute e sicurezza sui posti di lavoro, denunciando le condizioni vergognose delle scuole palermitane con cui siamo a stretto contatto da anni.
È iniziata una marcia/carovana proposta dalla Rete per denunciare tutte le situazioni di carenza di sicurezza e rischio di salute sui posti di lavoro, nelle scuole ecc.: una marcia di protesta costituita da manifestazioni e occupazioni.
Il 18 Aprile la marcia/carovana passerà anche da Palermo con un sit-in davanti i Cantieri navali e uno spettacolo teatrale serale.
Pensiamo che la via della lotta e della protesta sia l’unica da percorrere per fare sentire la propria voce alle “sorde” istituzioni.
Per questo appoggiamo attivamente la richiesta degli studenti Almeyda per la concessione di uno spazio autogestito dove sia possibile riunirsi per esprimere le proprie idee e invitiamo anche gli studenti delle altre scuole ad unirsi per richiedere lo stesso diritto negato anche nelle altre scuole perché solo uniti gli studenti possono avere la possibilità concreta di raggiungimento dei loro obiettivi.
Il problema non riguarda solo gli studenti dell’Almeyda ma bensì la stragrande maggioranza degli studenti palermitani.
Purtroppo fin troppo spesso questi problemi sono strumentalizzati dalle organizzazioni studentesche ufficiali di destra e di sinistra per gli sporchi fini elettorali dei loro partiti di riferimento.
Adesso è arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti!
Red Block lo scorso Ottobre ha partecipato alla fondazione della Rete Nazionale per la salute e sicurezza sui posti di lavoro, denunciando le condizioni vergognose delle scuole palermitane con cui siamo a stretto contatto da anni.
È iniziata una marcia/carovana proposta dalla Rete per denunciare tutte le situazioni di carenza di sicurezza e rischio di salute sui posti di lavoro, nelle scuole ecc.: una marcia di protesta costituita da manifestazioni e occupazioni.
Il 18 Aprile la marcia/carovana passerà anche da Palermo con un sit-in davanti i Cantieri navali e uno spettacolo teatrale serale.
Pensiamo che la via della lotta e della protesta sia l’unica da percorrere per fare sentire la propria voce alle “sorde” istituzioni.
Per questo appoggiamo attivamente la richiesta degli studenti Almeyda per la concessione di uno spazio autogestito dove sia possibile riunirsi per esprimere le proprie idee e invitiamo anche gli studenti delle altre scuole ad unirsi per richiedere lo stesso diritto negato anche nelle altre scuole perché solo uniti gli studenti possono avere la possibilità concreta di raggiungimento dei loro obiettivi.
ATTACCO FASCISTA A PALERMO E ANTIFASCISMO MILITANTE
La notte tra il 23 e 24 aprile un gruppo di fascisti ha aggredito alcuni militanti del Centro Sociale Ask 191 mentre attacchinavano manifesti in vista del 25 Aprile. Uno di loro è stato preso a calci e pugni mentre gli altri sono stati “messi in fuga”.
Di seguito il comunicato di proletari comunisti Palermo
26/04/2008
L’ ennesimo episodio di squadrismo fascista è avallato e rafforzato dall’humus di moderno fascismo che lo Stato attraverso i suoi governi sparge in modo sempre più esplicito nella società elevando il grado di repressione sociale e trasformandosi in un vero e proprio Stato di polizia.
Moderno fascismo è la “fuoriuscita dagli schemi” degli apparati dello Stato come dimostrato dai fatti di Napoli e Genova 2001 e contro i molteplici fuochi di ribellione sociale e popolare che scoppiano nel nostro paese contro le politiche dei governi sempre più antiproletarie e antipopolari, moderno fascismo è il clamore sempre più forte di governi e padroni per più “sicurezza per i cittadini” strumentalizzando ora il “pericolo immigrati” ora uno tra i tanti episodi di violenza sessuale contro le donne che quotidianamente poi vengono messi nel dimenticatoio, solo per fare alcuni esempi, che si trasforma in pratiche repressive sempre più pressanti sancite dall’emanazione di leggi che confermano il rapporto di forza tra lo Stato e le masse popolari. Sugli episodi di squadrismo fascista non ci possono essere illusioni sul fatto che si tratti di episodi isolati o slegati dal contesto generale né si può pensare che un atteggiamento passivo o pacifista possa fermare queste forze, anzi ciò contribuisce di fatto ad alimentarne la sensazione diimpunità.L’antifascismo o è militante o è manifestazione di impotenza L’antifascismo militante ancor più in questa fase politica e sociale diviene necessario affinché nessun compagno o compagna si debba trovare più in una simile situazione
Solidarietà ai compagni attaccati dai fascisti.
proletari comunisti palermo
Di seguito il comunicato di proletari comunisti Palermo
26/04/2008
L’ ennesimo episodio di squadrismo fascista è avallato e rafforzato dall’humus di moderno fascismo che lo Stato attraverso i suoi governi sparge in modo sempre più esplicito nella società elevando il grado di repressione sociale e trasformandosi in un vero e proprio Stato di polizia.
Moderno fascismo è la “fuoriuscita dagli schemi” degli apparati dello Stato come dimostrato dai fatti di Napoli e Genova 2001 e contro i molteplici fuochi di ribellione sociale e popolare che scoppiano nel nostro paese contro le politiche dei governi sempre più antiproletarie e antipopolari, moderno fascismo è il clamore sempre più forte di governi e padroni per più “sicurezza per i cittadini” strumentalizzando ora il “pericolo immigrati” ora uno tra i tanti episodi di violenza sessuale contro le donne che quotidianamente poi vengono messi nel dimenticatoio, solo per fare alcuni esempi, che si trasforma in pratiche repressive sempre più pressanti sancite dall’emanazione di leggi che confermano il rapporto di forza tra lo Stato e le masse popolari. Sugli episodi di squadrismo fascista non ci possono essere illusioni sul fatto che si tratti di episodi isolati o slegati dal contesto generale né si può pensare che un atteggiamento passivo o pacifista possa fermare queste forze, anzi ciò contribuisce di fatto ad alimentarne la sensazione diimpunità.L’antifascismo o è militante o è manifestazione di impotenza L’antifascismo militante ancor più in questa fase politica e sociale diviene necessario affinché nessun compagno o compagna si debba trovare più in una simile situazione
Solidarietà ai compagni attaccati dai fascisti.
proletari comunisti palermo
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