Viva il Maoismo!
il 1° documento
16 maggio 1966
Circolare del Comitato centrale del Partito comunista cinese
Agli uffici regionali del Comitato Centrale, ai comitati di
Partito provinciali, municipali e delle regioni autonome, ai dipartimenti e
alle commissioni dipendenti dal Comitato Centrale, ai gruppi e ai comitati di
Partito negli organismi statali e nelle organizzazioni popolari, al
dipartimento politico generale dell'Esercito popolare di Liberazione.
Il Comitato Centrale decide di: annullare lo "schema di
rapporto sull'attuale dibattito accademico, stabilito dal gruppo dei cinque
incaricato della rivoluzione culturale", approvato e messo in circolazione
il 12 febbraio 1966, sciogliere il "gruppo dei cinque incaricato della
rivoluzione culturale" e i servizi che ad esso fanno capo, costituire un
nuovo gruppo incaricato della rivoluzione culturale, posto alle dirette
dipendenze del Comitato permanente dell'Ufficio politico. Lo schema di rapporto
elaborato dal "gruppo dei cinque" è profondamente errato. Esso si
oppone alla linea definita dal Comitato Centrale e dal compagno Mao Zedong per
la rivoluzione culturale socialista, si oppone al principio direttivo sulle
classi e la lotta di classe nella società socialista, formulato nel 1962 alla
decima sessione plenaria dell'Ottavo Comitato Centrale del Partito. Leali in
apparenza ma traditori in segreto, gli autori dello schema si oppongono
energicamente, con le loro azioni, alla grande rivoluzione culturale lanciata e
diretta di persona dal compagno Mao Zedong, oltre che alle istruzioni sulla
critica di Wu Han da lui formulate in occasione della conferenza di lavoro del
Comitato Centrale, svoltasi nei mesi di settembre e ottobre 1965 (a una
riunione del Comitato permanente dell'Ufficio politico, cui assistevano i
compagni responsabili degli Uffici regionali del Comitato Centrale).
Lo schema di rapporto stabilito dal "gruppo dei
cinque" non è in fondo che quello redatto dal solo Peng Chen, secondo le
sue idee e all'insaputa del compagno Kang Sheng, membro di questo gruppo, e di
altri compagni. Peng Chen non ha mai sollevato discussioni né proceduto a
scambi di opinioni, all'interno del "gruppo dei cinque", in merito a
questo documento, che pure tocca problemi di importanza capitale per l'insieme
della rivoluzione socialista; non ha chiesto il parere di nessun comitato
locale di Partito; non ha dichiarato che questo schema doveva essere sottoposto
all'esame del Comitato Centrale prima di diventare un documento ufficiale; e ancor
meno ha ottenuto l'approvazione del compagno Mao Zedong, presidente del
Comitato Centrale. Ricorrendo ai mezzi più infami, Peng Chen ha agito in modo
arbitrario, ha abusato dei suoi poteri e si è affrettato a far circolare questo
documento in tutto il Partito, usurpando il nome del Comitato Centrale.
1) Partendo da posizioni borghesi e da una concezione
borghese del mondo, nel valutare la situazione e la natura della critica in
corso in tutto il settore accademico, questo schema tratta il nemico da amico e
viceversa. Nel nostro paese, la grande rivoluzione culturale proletaria ha
preso slancio e si sviluppa con impeto. Essa colpisce con forza tutte le
posizioni ideologiche e culturali decadenti della borghesia e i residui del
feudalesimo. Ora, invece di incoraggiare tutto il Partito a mobilitare senza
riserve le masse degli operai, dei contadini e dei soldati e i combattenti del
proletariato sul fronte culturale perché proseguano il loro assalto, questo
schema cerca in mille modi di far deviare il movimento verso destra. Con un
linguaggio confuso, contraddittorio e ipocrita, questo schema vela l'acuta
lotta di classe attualmente in corso sul fronte culturale e ideologico, e in
particolare
l'obiettivo di questa grande lotta, che è criticare Wu Han e
i numerosi rappresentanti antipartito e antisocialisti della borghesia (un
certo numero di questi rappresentanti della borghesia si trova anche in seno al
Comitato centrale e ai suoi organismi, come pure in seno a organizzazioni di
partito al livello delle provincie, delle municipalità e delle regioni
autonome). Lo schema di rapporto dissimula il grave carattere politico di
questa lotta non menzionando ciò che il presidente Mao ha sottolineato a più
riprese: il punto essenziale dell'opera teatrale di Wu Han "La
destituzione di Hai Juei" è il problema della destituzione.
2) Lo schema viola il fondamentale principio del marxismo
secondo cui ogni lotta di classe è una lotta politica. La stampa aveva appena
affrontato il problema politico dell'opera teatrale di Wu Han "La
destituzione di Hai Juei", e già gli autori dello schema affermavano
chiaro e tondo: "Le discussioni sui giornali e le riviste non devono
limitarsi ai problemi politici, ma trattare ampiamente le diverse questioni
accademiche e teoriche che vi si riferiscono". Hanno anche affermato in
diverse occasioni che nella critica di Wu Han non era permesso arrivare al nodo
del problema; in altre parole, non si poteva toccare la questione della
destituzione degli opportunisti di destra, avvenuta nel 1959, durante la
riunione di Lushan, né quella delle attività antipartito antisocialiste di Wu
Han e soci. Il compagno Mao Zedong ha spesso ripetuto che la lotta contro la
borghesia sul piano ideologico è una lotta di classe di lunga durata, un
problema che non può risolversi con una affrettata conclusione politica. Ora,
Peng Chen ha mentito deliberatamente, dichiarando a numerose persone che,
secondo il Presidente, nel giro di due mesi si sarebbe potuti giungere a una
conclusione politica sulla critica di Wu Han. Peng Chen ha detto anche che i
problemi politici sarebbero stati affrontati solo due mesi più tardi. Il suo
unico scopo era immettere la lotta politica, in corso sul fronte culturale,
nell'orbita delle discussioni puramente accademiche che la borghesia continua a
raccomandare. È chiaro che Peng Chen si rifiuta di porre l'accento sulla
politica proletaria e che vuole mettere al primo posto la politica borghese.
3) Lo schema insiste in modo particolare sulla necessità d'incoraggiare
la libertà di espressione; ma con un gioco di prestigio deforma nella sua
stessa essenza la politica di incoraggiamento all'espressione delle opinioni
che il compagno Mao Zedong formulò nel marzo 1957, in occasione della
conferenza nazionale del partito sul lavoro di propaganda; lo schema priva
quella politica del suo carattere di classe. Trattando di tale politica, il
compagno Mao Zedong gli indicò giustamente: "Dobbiamo ancora condurre una
lunga lotta contro l'ideologia borghese e piccolo-borghese. Non comprendere
ciò, rinunciare alla lotta ideologica, sarebbe un errore. Tutte le idee
erronee, tutte le erbe velenose, tutti i mostri devono essere criticati, e non
bisogna mai lasciare loro campo libero". Egli aggiunse:
"'Incoraggiare' l'espressione, significa dare libero corso alla voce
pubblica, in modo che ognuno osi parlare, criticare, discutere". Ora, lo
schema contrappone la necessità di incoraggiare l'espressione di opinioni
diverse alla denuncia da parte del proletariato delle posizioni reazionarie
borghesi. Per gli autori, la politica di incoraggiamento non può essere che una
liberalizzazione borghese. In altri termini, essi intendono permettere solo
alla borghesia di esprimere le sue opinioni; quanto al proletariato, vogliono
impedire che esponga le sue vedute e contrattacchi la borghesia. Proteggono
insomma i rappresentanti della borghesia reazionaria del genere di Wu Han. La
cosiddetta politica di incoraggiamento formulata dallo schema si oppone al
pensiero di Mao Zedong e risponde alle esigenze della borghesia.
4) Quando abbiamo reagito ai violenti attacchi della borghesia,
gli autori dello schema hanno lanciato la parola d'ordine: "Davanti alla
verità siamo tutti uguali". Questa è una parola d'ordine borghese e gli
autori dello schema l'hanno utilizzata per proteggere la borghesia e opporsi al
proletariato, al marxismo-leninismo, al pensiero di Mao Zedong, negando il
carattere di classe della verità. Nella lotta tra il proletariato e la
borghesia nella lotta tra la verità marxista e le assurdità della borghesia e
di tutte le altre classi sfruttatrici, in questa lotta in cui o il vento
dell'est prevale sul vento dell'ovest o viceversa, non si può parlare di
uguaglianza. Si può forse ammettere l'uguaglianza nella lotta del proletariato
contro la borghesia, nella dittatura del proletariato sulla borghesia, nella
dittatura proletaria sulla sovrastruttura, compresi tutti i settori della
cultura, nella lotta del proletariato per l'ininterrotta epurazione dei
rappresentanti borghesi che si sono infiltrati nel partito comunista e agitano
la bandiera rossa per opporsi alla bandiera rossa, si può forse parlare di
uguaglianza di tutti questi problemi fondamentali? I vecchi socialdemocratici,
sulla breccia da qualche decina d'anni, e i revisionisti moderni, alla ribalta
da oltre un decennio non hanno mai ammesso l'uguaglianza tra il proletariato e
la borghesia. Essi negano categoricamente che la storia millenaria dell'umanità
sia la storia delle lotte tra le classi; negano categoricamente la lotta del
proletariato contro la borghesia e la dittatura del proletariato sulla borghesia.
Sono dunque fedeli lacché della borghesia e dell'imperialismo e, d'accordo con
essi, difendono ostinatamente il sistema ideologico in cui la borghesia opprime
e sfrutta il proletariato, difendono a spada tratta il regime capitalista, si
oppongono all'ideologia marxista-leninista e al regime socialista. Sono un
gruppo di controrivoluzionari, anticomunisti e nemici del popolo; la lotta che
conducono contro di noi è una lotta all'ultimo sangue, in cui non c'è ombra di
uguaglianza. Perciò, la nostra lotta contro di loro non può che essere
all'ultimo sangue; i nostri rapporti con loro non sono affatto rapporti di
uguaglianza, ma di oppressione di classe, ossia rapporti di dittatura del
proletariato sulla borghesia; non esiste altro, né uguaglianza, né coesistenza
pacifica tra classi sfruttratrici e classi sfruttate, né niente di tutto ciò
che si chiama umanità, giustizia, virtù, ecc.
5) Nello schema si afferma che "è necessario non solo
battere l'avversario politicamente, ma anche eclissarlo, schiacciarlo realmente
dal punto di vista del livello accademico e professionale". Anche questa
idea, che non opera una distinzione di classe sul piano accademico, è
assolutamente errata. Possedendo la verità quanto ai problemi accademici, la
verità del marxismo-leninismo, la verità del pensiero di Mao Zedong, il
proletariato ha già di gran lunga superato la borghesia, l'ha vinta. La formula
avanzata dallo schema rivela che i suoi autori esaltano e decantano le
sedicenti "autorità accademiche" della borghesia, mentre odiano e soffocano
le forze nuove, combattive, che rappresentano il proletariato negli ambienti
accademici.
6) Il Presidente Mao ha ripetutamente sottolineato che senza
distruzione non esiste costruzione. La distruzione significa critica, significa
rivoluzione. Per la distruzione è necessario il ragionamento e questo significa
costruzione. In primo luogo viene la distruzione, che naturalmente porta in sé
la costruzione. È nella lotta per la distruzione del sistema ideologico
borghese che si è formato e costantemente sviluppato il marxismo-leninismo, il
pensiero di Mao Zedong. Lo schema invece sottolinea che "senza
costruzione, non può esserci vera e completa distruzione". Ciò significa
in realtà interdire la distruzione dell'ideologia borghese e la sostituzione di
questa con l'ideologia proletaria. Ciò è diametralmente opposto al pensiero del
Presidente Mao e alla nostra lotta rivoluzionaria in campo culturale che si
propone di distruggere l'ideologia borghese. Ciò significa impedire al
proletariato di fare la rivoluzione.
7) Nello schema si afferma che "in nessun caso ci si
deve mostrare arbitrari e imporsi agli altri come despoti della cultura",
e che "è necessario mettere in guardia i lavoratori degli ambienti
accademici di sinistra contro il pericolo di prendere la via degli esperti e
dei despoti della cultura borghesi". Che significa "despoti della
cultura"? Chi sono questi despoti? Il proletariato non deve forse
esercitare la sua dittatura e schiacciare la borghesia? Il lavoro accademico
del proletariato non deve forse eclissare quello della borghesa? I lavoratori
proletari degli ambienti accademici si possono forse trasformare in
"despoti della cultura" se si impegnano a fare trionfare il lavoro
accademico del proletariato su quello della borghesia, a eliminare il lavoro
accademico borghese? Lo schema di rapporto dirige la punta della lotta contro
la sinistra proletaria; il suo scopo è evidentemente di bollare i
marxisti-leninisti come "despoti della cultura" e appoggiare così i
veri despoti della cultura borghesi, al fine di mantenere il loro vacillante
monopolio negli ambienti accademici. In realtà, coloro tra i responsabili del
Partito che hanno imboccato la via del capitalismo e appoggiano i despoti della
cultura borghesi e i rappresentanti della borghesia che, infiltratisi nel
Partito, proteggono i despoti della cultura borghesi, altro non sono che grandi
despoti del Partito; essi non leggono né libri, né giornali, non hanno nessun
contatto con le masse e sono privi di ogni conoscenza, ma usurpando il nome del
Partito, "impongono agli altri il loro arbitrio".
8) Animati da
intenti inconfessabili, gli autori dello schema hanno intenzionalmente seminato
confusione, ammorbidito la linea di demarcazione tra le classi, distolto
l'attenzione dall'obiettivo della lotta e preteso lo svolgimento di un
"movimento di rettifica" contro i "tenaci elementi di
sinistra". Affrettandosi a pubblicare il loro schema, si sono
fondamentalmente proposti di attaccare la sinistra proletaria. Si sono dedicati
a raccogliere del materiale sulla sinistra, hanno cercato pretesti di ogni
specie per attaccarla e tentato d'intensificare la loro offensiva con un
"movimento di rettifica", nella vana speranza di disgregarne le file.
Si sono categoricamente opposti alla chiara politica formulata dal Presidente
Mao: Proteggere e appoggiare la sinistra, attribuire la dovuta importanza alla
sua formazione e al suo sviluppo. Inoltre, hanno conferito il titolo di
"tenaci elementi di sinistra" ai rappresentanti della borghesia, i
revisionisti e i traditori infiltratisi nel Partito e li hanno presi sotto la
loro protezione. Con questi metodi, hanno tentato di montare l'arroganza della
destra borghese e di deprimere la sinistra proletaria. Essi nutrono un odio
profondo per il proletariato, ma sono pieni di affetto per la borghesia. È
questa, per gli autori dello schema, la concezione borghese della fratellanza.
9) Nel momento in cui il proletariato impegna, sul fronte
ideologico, una nuova e violenta lotta contro i rappresentanti della borghesia
- e bisogna aggiungere che in molti campi e in molte località la lotta non è
ancora stata sferrata, o anche se è già iniziata, la maggioranza dei comitati
di Partito intendono assai male il loro ruolo dirigente in questa grande lotta
e la loro guida è tutt'altro che coscienziosa ed efficace - in questo preciso
momento, lo schema sottolinea ripetutamente che la lotta dev'essere
"guidata", che dev'essere condotta con "accortezza" e
"prudenza" e con "l'approvazione degli organismi direttivi
interessati". Tutto ciò mira a imporre alla sinistra proletaria un gran
numero di restrizioni e di clausole, a legarla mani e piedi e a frapporre
ostacoli d'ogni specie sulla via della rivoluzione culturale proletaria.
Insomma, significa affrettarsi a frenarla, in vista di una controffensiva. Gli
autori dello schema nutrono un odio feroce per gli articoli già pubblicati
dalla sinistra proletaria contro le "autorità" borghesi reazionarie;
quanto agli articoli non ancora apparsi, si oppongono alla loro pubblicazione.
In compenso, lasciano campo libero a tutti i mostri ed è per questo che da
molti anni i nostri giornali, le trasmissioni, le pubblicazioni, i libri, i
manuali, le conferenze, le opere letterarie, il cinema, il teatro, l'opera
locale, le arti figurative, la musica, la danza, ecc. abbondano di idee nocive.
Non hanno mai esaltato la necessità di sottomettersi alla direzione del
proletariato; non hanno mai chiesto un'approvazione. Questo contrasto permette
di individuare quali siano le posizioni degli autori dello schema.
10) La lotta
attualmente in corso riguarda il seguente problema: applicare la linea definita
dal compagno Mao Zedong per la rivoluzione culturale o opporsi a questa linea.
Nello schema si afferma: "Attraverso questa lotta, dobbiamo, alla luce del
pensiero di Mao Zedong, aprire la strada a una soluzione del problema (ossia
'la completa eliminazione delle idee borghesi in campo accademico')". Con
le sue opere "Sulla nuova democrazia"; "Discorsi pronunciati
alla Conferenza di Yenan sulla letteratura e l'arte"; "Lettera
indirizzata al teatro dell'opera di Pechino di Yenan dopo aver assistito
all'opera: 'I ribelli per forza del monte Lianghan'"; "Sulla giusta
soluzione delle contraddizioni in seno al popolo", e "Discorsi alla
conferenza nazionale del Partito comunista sul lavoro di propaganda", il
compagno Mao Zedong ha da gran tempo aperto la via al proletariato in campo
culturale e ideologico. Ciò nonostante, lo schema di rapporto sostiene che il
pensiero di Mao Zedong non ha risolto questo problema e che sarebbe tempo di
farlo. Usando come insegna l'espressione: "Alla luce del pensiero di Mao
Zedong", lo schema apre una via che è l'opposto del pensiero di Mao
Zedong, ossia la via del revisionismo moderno, della restaurazione borghese.
Riassumendo, lo schema è contrario all'idea di portare fino
in fondo la rivoluzione socialista, si oppone alla linea stabilita per la
rivoluzione culturale dal Comitato centrale del Partito, con alla testa il
compagno Mao Zedong, colpisce la sinistra proletaria, protegge la destra
borghese e prepara l'opinione pubblica alla restaurazione della borghesia. Lo
schema è il riflesso dell'ideologia borghese in seno al Partito, ed è
assolutamente revisionista. La lotta contro questa linea revisionista è
tutt'altro che trascurabile, è anzi di importanza capitale; da questa lotta
dipende il destino del nostro Partito e del nostro paese, il loro avvenire e il
loro assetto futuro, nonché la rivoluzione mondiale.
I comitati di Partito a tutti i livelli devono
immediatamente cessare di applicare lo "schema di rapporto sull'attuale
dibattito accademico, stabilito dal gruppo dei cinque incaricato della
rivoluzione culturale". Tutto il Partito deve seguire le istruzioni del
compagno Mao Zedong, tenere alta la grande bandiera della rivoluzione culturale
proletaria, denunciare a fondo la posizione reazionaria borghese di questo
gruppo di "autorità accademiche" antipartito e antisocialiste,
criticare tutte le idee reazionarie borghesi negli ambienti accademici, pedagogici,
giornalistici, letterari, artistici, e editoriali, e assicurarsi la direzione
in tutti questi campi della cultura. A questo scopo, bisogna al tempo stesso
criticare i rappresentanti della borghesia infiltratisi nel Partito, nel
governo, nell'esercito e negli ambienti culturali. Questi elementi devono
essere allontanati e, in certi casi, assegnati ad altri compiti. Soprattutto
bisogna diffidare di loro e impedire che giungano ad occupare posti direttivi
nella rivoluzione culturale. Alcuni di questi individui sono stati o sono
ancora in posti di comando e ciò rappresenta un gravissimo pericolo.
I rappresentanti della borghesia infiltratisi nel Partito,
nel governo, nell'esercito e nei diversi ambienti culturali, formano
un'accozzaglia di revisionisti controrivoluzionari. Se si presentasse
l'occasione, prenderebbero il potere e trasformerebbero la dittatura del
proletariato in dittatura della borghesia. Abbiamo scoperto alcuni di questi
individui; altri non sono ancora stati scovati; altri ancora, per esempio gli
individui del tipo di Krusciov, godono ora della nostra fiducia, vengono
formati come nostri successori e si trovano attualmente in mezzo a noi. I
comitati del Partito a tutti i livelli devono prestare la dovuta attenzione a
questo punto. Questa circolare e, insieme con essa, il documento erroneo emesso
dal Comitato centrale il 12 febbraio 1966, saranno distribuiti ai comitati
distrettuali, ai comitati di Partito nelle istituzioni culturali e ai comitati
di Partito al livello dei reggimenti nell'esercito. Questi organismi sono
invitati a svolgere delle discussioni, per giudicare quale dei due documenti
sia errato, quale giusto e fare sapere che cosa ne pensano, quali sono i punti
positivi e quali gli errori.
Nessun commento:
Posta un commento