In questo discorso Mao spiega la necessità di un ulteriore passo in avanti con la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria, contro quei residui della classe borghese, ancora presente in molti ambiti culturali e sociali, e che solo con la rivoluzione nella rivoluzione possono essere spazzati via.
Resoconto del discorso pronunciato in una riunione allargata della Commissione
permanente dell’Ufficio politico.
La nostra politica di prendere in carico, dopo la Liberazione, gli intellettuali
esistenti ha avuto dei vantaggi ma anche degli svantaggi. Oggi il potere reale nel
campo della scienza e dell’educazione si trova nelle mani di intellettuali borghesi.
Più la rivoluzione socialista va in profondità, più loro oppongono resistenza e
rivelano il loro volto antisocialista e ostile al partito. Wu Han e Chien Po-tsan sono
membri del Partito comunista cinese, ma sono anche anticomunisti, praticamente
appartengono al Kuomintang. Attualmente, in molti luoghi, la comprensione di
questo problema è ancora molto limitata, la critica nel campo della cultura non
si è ancora sviluppata. Ovunque bisogna fare attenzione in quali mani si trovano
le scuole, i giornali, le riviste e le case editrici; bisogna criticare sinceramente e
correttamente le autorità culturali borghesi. Dobbiamo formare le giovani autorità
scientifiche nelle nostre file. Non si deve aver paura che le persone giovani
possano ferire “l’ordine sovrano”, non dobbiamo soffocare i loro manoscritti. Non
è necessario che la Commissione di propaganda presso il Comitato centrale
diventi un reparto per il lavoro in campagna.
Del gruppo fanno parte anche Wu Han, Liao Mo-sha e Teng Tuo, sono anch’essi
nemici del partito e antisocialisti.
Nel campo della letteratura, della storia, della filosofia, del diritto e dell’economia
bisogna fare una grande Rivoluzione culturale; bisogna fare decisamente
della critica: quanto marxismo esiste davvero in questo campo?
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