(cronaca da uno studente in Erasmus a Lisbona)
Questo sabato 19 ottobre a Lisbona sembra essere stato il
primo piccolo tentativo di dare inizio a quella che si spera possa essere una
nuova stagione di lotta anche qui in Portogallo.
In occasione dell'ultimo sciopero dei trasporti, il
sindacato Cgtp, storicamente legato al Partito comunista portoghese, ha
lanciato con forza una giornata di lotta con manifestazione su un ponte di
Porto e, soprattutto, sull'enorme ponte 25 aprile a Lisbona, importantissimo
snodo della città e luogo simbolico. Non è un luogo usuale dove fare un corteo e
questo era stato visto come un segnale di forza da parte del sindacato
lasciando piacevolmente stupiti tutti.
Il Governo per tutta la settimana ha dichiarato con forza
che avrebbe vietato il corteo e per qualche giorno c'è stato un “braccio di
ferro” molto seguito in Portogallo tra il sindacato e il Governo. Ma dopo le
prime prese di posizione nette il sindacato ha fatto oggettivamente marcia
indietro, dichiarando che sul ponte ci sarebbe stata solo una “carovana” di
auto e autobus e un concentramento ad Alcantara, dove la carovana sarebbe
arrivata. La cosa è sembrata un brutto segnale di arretramento, a maggior
ragione considerando la forza non trascurabile del sindacato. Lo dimostrano gli
scioperi appena passati, il rilancio di altri scioperi che si susseguiranno
fino allo sciopero del pubblico impiego dell' 8 novembre.
Anche il 19 stesso mostrerà questa stonatura. Da un lato una
grandissima affluenza di lavoratori da tutto il Portogallo ma dall'altro tutta
questa forza si è ritrovata sostanzialmente a seguire un comizio di chiusura
manifestazione senza che prima ci fosse stata alcuna manifestazione.
Era diffuso nell'aria, da parte dei compagni delle varie
sigle e degli stessi lavoratori, il sentimento di aver sprecato un'occasione
per scendere in piazza e per sfilare sul ponte mostrando la diffusa rabbia che
c'è nei posti di lavoro.
A cercare di essere sponda per questo sentimento ci hanno
provato un gruppo di anarchici, compagni “movimentisti”, giovani legati a
situazione più di base. Già nei giorni precedenti era stato diffuso in rete
l'appello per bloccare, in seguito al concentramento del sindacato, il porto di
Alcantara, a pochi metri da dove era piazzato il palco della Cgtp. Il sindacato
ha subito affermato che l'iniziativa non gli riguardava.
Il 19, raccogliendo e attirando gente attorno a una banda di
suonatori, il gruppo ha aperto uno striscione che diceva “Para o porto, pa'ra
tudo”, giocando sulle parole “Blocca il porto, blocca tutto”, “Per il porto,
per tutto”. Il piccolo corteo si è mosso trovando solo in parte la solidarietà
dei lavoratori che sono rimasti a guardare un po' diffidenti, ma dall'altro
lato, riuscendo a coinvolgerne qualcuno. Nonostante l'esigenza diffusa di
“voler fare di più” nella giornata del 19, hanno giocato molto i limiti soggettivi
del gruppo (slegato dalle dinamiche del mondo del lavoro e dai lavoratori scesi
in piazza, con un look che “allontanava” più che coinvolgeva chi guardava; look
sicuramente fuori luogo data la simbolicità dell'azione; inoltre a stento era
diffuso un volantino tra la gente che guardava anche piacevolmente incuriosita)
e l'autorevolezza che comunque il sindacato mantiene nelle indicazioni che da
ai lavoratori.
Da parte sua, questo gruppo ha segnato un piccolo segnale di
discontinuità riuscendo a coinvolgere tutti gli attivisti scontenti dalla
gestione della giornata e portando la protesta in uno dei luoghi di lotta più
interessanti di questo anno per il Portogallo, il porto, teatro della
determinata lotta degli “estivadores”. Il gruppo ha raggiunto l'ingresso merci
del porto ha sostato per un bel po' di tempo, riuscendo anche a incontrare
alcuni degli “estivadores” che nel frattempo avevano convocato per l'occasione
un'assemblea sindacale all'interno del porto. Nonostante il sindacato degli
“estivadores”, anche quello più combattivo, avesse annunciato in via ufficiale
che non avrebbe partecipato a questa azione al porto di Lisbona, effettivamente
alcuni dei lavoratori più legati ai promotori del blocco sono usciti dal posto
di lavoro per relazionarsi con questa iniziativa.
Ci si lascia con l'appuntamento del 26 ottobre,
manifestazione contro la Troika e i suoi diktat promossa da un cartello di
sigle, singoli, associazioni che si chiama “Que se lixe a Troika” (Che si fotta
la Troika). Praticamente tutte le forze sono presenti in questo contenitore o
comunque considerano le date lanciate da qui come appuntamenti imprescindibili
a cui partecipare. Si spera che sia considerato allo stesso modo anche dai
lavoratori, i disoccupati, gli studenti del Portogallo per poter iniziare a
dare una prima risposta forte anche questo autunno.
Vladimir
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