lunedì 21 ottobre 2013

ANCHE LISBONA HA AVUTO IL SUO 19 OTTOBRE

(cronaca da uno studente in Erasmus a Lisbona)
Questo sabato 19 ottobre a Lisbona sembra essere stato il primo piccolo tentativo di dare inizio a quella che si spera possa essere una nuova stagione di lotta anche qui in Portogallo.
In occasione dell'ultimo sciopero dei trasporti, il sindacato Cgtp, storicamente legato al Partito comunista portoghese, ha lanciato con forza una giornata di lotta con manifestazione su un ponte di Porto e, soprattutto, sull'enorme ponte 25 aprile a Lisbona, importantissimo snodo della città e luogo simbolico. Non è un luogo usuale dove fare un corteo e questo era stato visto come un segnale di forza da parte del sindacato lasciando piacevolmente stupiti tutti.
Il Governo per tutta la settimana ha dichiarato con forza che avrebbe vietato il corteo e per qualche giorno c'è stato un “braccio di ferro” molto seguito in Portogallo tra il sindacato e il Governo. Ma dopo le prime prese di posizione nette il sindacato ha fatto oggettivamente marcia indietro, dichiarando che sul ponte ci sarebbe stata solo una “carovana” di auto e autobus e un concentramento ad Alcantara, dove la carovana sarebbe arrivata. La cosa è sembrata un brutto segnale di arretramento, a maggior ragione considerando la forza non trascurabile del sindacato. Lo dimostrano gli scioperi appena passati, il rilancio di altri scioperi che si susseguiranno fino allo sciopero del pubblico impiego dell' 8 novembre.
Anche il 19 stesso mostrerà questa stonatura. Da un lato una grandissima affluenza di lavoratori da tutto il Portogallo ma dall'altro tutta questa forza si è ritrovata sostanzialmente a seguire un comizio di chiusura manifestazione senza che prima ci fosse stata alcuna manifestazione.
Era diffuso nell'aria, da parte dei compagni delle varie sigle e degli stessi lavoratori, il sentimento di aver sprecato un'occasione per scendere in piazza e per sfilare sul ponte mostrando la diffusa rabbia che c'è nei posti di lavoro.
A cercare di essere sponda per questo sentimento ci hanno provato un gruppo di anarchici, compagni “movimentisti”, giovani legati a situazione più di base. Già nei giorni precedenti era stato diffuso in rete l'appello per bloccare, in seguito al concentramento del sindacato, il porto di Alcantara, a pochi metri da dove era piazzato il palco della Cgtp. Il sindacato ha subito affermato che l'iniziativa non gli riguardava.
Il 19, raccogliendo e attirando gente attorno a una banda di suonatori, il gruppo ha aperto uno striscione che diceva “Para o porto, pa'ra tudo”, giocando sulle parole “Blocca il porto, blocca tutto”, “Per il porto, per tutto”. Il piccolo corteo si è mosso trovando solo in parte la solidarietà dei lavoratori che sono rimasti a guardare un po' diffidenti, ma dall'altro lato, riuscendo a coinvolgerne qualcuno. Nonostante l'esigenza diffusa di “voler fare di più” nella giornata del 19, hanno giocato molto i limiti soggettivi del gruppo (slegato dalle dinamiche del mondo del lavoro e dai lavoratori scesi in piazza, con un look che “allontanava” più che coinvolgeva chi guardava; look sicuramente fuori luogo data la simbolicità dell'azione; inoltre a stento era diffuso un volantino tra la gente che guardava anche piacevolmente incuriosita) e l'autorevolezza che comunque il sindacato mantiene nelle indicazioni che da ai lavoratori.
Da parte sua, questo gruppo ha segnato un piccolo segnale di discontinuità riuscendo a coinvolgere tutti gli attivisti scontenti dalla gestione della giornata e portando la protesta in uno dei luoghi di lotta più interessanti di questo anno per il Portogallo, il porto, teatro della determinata lotta degli “estivadores”. Il gruppo ha raggiunto l'ingresso merci del porto ha sostato per un bel po' di tempo, riuscendo anche a incontrare alcuni degli “estivadores” che nel frattempo avevano convocato per l'occasione un'assemblea sindacale all'interno del porto. Nonostante il sindacato degli “estivadores”, anche quello più combattivo, avesse annunciato in via ufficiale che non avrebbe partecipato a questa azione al porto di Lisbona, effettivamente alcuni dei lavoratori più legati ai promotori del blocco sono usciti dal posto di lavoro per relazionarsi con questa iniziativa.
Ci si lascia con l'appuntamento del 26 ottobre, manifestazione contro la Troika e i suoi diktat promossa da un cartello di sigle, singoli, associazioni che si chiama “Que se lixe a Troika” (Che si fotta la Troika). Praticamente tutte le forze sono presenti in questo contenitore o comunque considerano le date lanciate da qui come appuntamenti imprescindibili a cui partecipare. Si spera che sia considerato allo stesso modo anche dai lavoratori, i disoccupati, gli studenti del Portogallo per poter iniziare a dare una prima risposta forte anche questo autunno.

Vladimir

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