Milano. Sette mesi e mezzo di “misure cautelari” per
antifascismo
i compagni e le compagne del Csa Vittoria
Dal 30 agosto un nostro compagno è sottoposto, per 7 mesi e
15 giorni, a misure cautelari per …
"essere seguito nel percorso di reinserimento nella società civile".
La provocazione in sè si liquida in 2 righe:
Il pretesto per la misura cautelativa nasce
dall'allontanamento di un provocatore da un'iniziativa in ricordo del compagno
Dax che in seguito lamentò 6 giorni di prognosi.
Questi presunti sei giorni sono serviti alla polizia per
giustificare e imbastire quella che è esplicitamente una vendetta, una
provocazione e una sorta di intimidazione mafiosa che, alla fine dell'iter processuale, ha
portato alla condanna a 7 mesi e 15 giorni per una nostra compagna e per un
nostro compagno.
La compagna è libera ma il nostro compagno con la recidiva
per altre condanne in giudicato, oltre che all'arresto per aver respinto la
provocazione fascista in piazzale Loreto il 25 aprile del 2001, è ora
sottoposto a misure cautelari con l'affidamento ai servizi
con limitazioni alla sua libertà di circolazione, di frequentazioni, di orari e
luoghi e sottoposto a possibili controlli notturni da parte della polizia oltre
ai colloqui con gli assistenti sociali che provvederanno al suo …
"reinserimento nella società civile".
A parte l'insopportabilità e l'inaccetabilità per un
compagno o una compagna della privazione anche di un solo secondo della propria
libertà personale e politica da parte della giustizia boghese, raccontiamo
questa ridicola storia non certo per sostenere tesi innocentiste o meno, ma per
far meglio comprendere l'intenzionalità di una condanna che è calata precisa e
puntuale su compagni impegnati in prima persona e in prima fila nel sostegno
alle lotte dei lavoratori e nella creazione di una prospettiva politica di
classe più complessiva insieme a tutti gli altri compagni e compagne che a
livello nazionale si stanno impegnando in questo progetto di ricomposizione dal
basso di un fronte di classe.
Da qui la loro pericolosità politica che vogliono cosi
colpire, ma questa vendetta e minaccia preventiva, indirizzata al provare a
tenere fuori questi nostri compagni dai
percorsi di lotta, fa parte di una "guerra a bassa intensità", con
provvedimenti giudiziari a pioggia, dichiarata contro il movimento dei
lavoratori della logistica e non solo, organizzati nel Sicobas, sempre più
oggetto di un violento attacco repressivo e contro i movimenti d'opposizione
reale che agiscono nei diversi settori di conflitto come lavoro, casa, e
territorio e da questo punto di vista
crediamo che il movimento No Tav abbia, in particolare, rappresentato un
luogo di sperimentazione repressiva.
L'unica risposta possibile, che crediamo di dover dare a
questo atto repressivo/intimidatorio, è quella di respingere la miserabile
provocazione, incrementando il lavoro politico pratico e teorico e il sostegno
alle lotte dei lavoratori nello sforzo di rendere possibile, con ogni mezzo
necessario, la trasformazione rivoluzionaria della società capitalista in una
società di liberi e di uguali senza più classi padroni e repressione.
I compagni e le compagne del Csa Vittoria
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