Oggi
25 novembre 200 donne, tra combattive lavoratrici della scuola, del
Comune, del Policlinico, precarie delle Coop Sociali dello Slai Cobas
per il s.c., ma anche disoccupate, casalinghe, pensionate e tante studentesse
e giovani ribelli sono scese in piazza e hanno dato vita anche a
Palermo al primo sciopero nazionale delle donne indetto per la prima
volta in Italia contro femminicidi, stupri, violenza, doppia
oppressione, doppio sfruttamento...!
Il
primo commento "a caldo" che a noi donne, compagne dell'Mfpr viene è
quello di una giornata di lotta entusiasmante e carica di significato:
la giornata ha avuto inizio alle 9,30 in centro città con il
concentramento di numerosissime donne (e non solo, presente anche una
folta delegazione di lavoratori, tra cui anche alcuni operai della ex
Fiat di Termini Imerese che hanno solidarizzato ma che durante il corteo
hanno accompagnato il corteo di donne ai lati della strada, così anche
la presenza di diversi studenti) che poi sono partite in un corteo
bello, combattivo, determinato, arricchito dalla fresca ribellione delle
numerose studentesse di diverse scuole di Palermo in questi giorni
occupate o in autogestione, dalla combattiva presenza delle compagne del
Collettivo Anillo de Fuego...
Un
colpo d'occhio con i tanti striscioni rossi, cartelli, pannelli,
bandiere... che ha raggiunto punti importanti della città come i palazzi
del potere, il Comune ed infine la Prefettura.
Molti
slogan scanditi: "moderno medioevo, doppia oppressione, donne in lotta
per la rivoluzione", "per ogni donna uccisa stuprata e offesa siamo
tutte parte lesa", "femminicidi, violenza sessuale, è questo il sistema
del capitale, "guai, guai a chi ci tocca ci difenderemo con la lotta" ,
per i femminicidi non basta il lutto pagherete caro pagherete tutto, "sempre più donne violentate, siamo sempre più incazzate, "contro la doppia oppressione sempre più necessaria è la rivoluzione", "disoccupazione, miseria e carovita con questi governi facciamola finita" e
tanti altri e poi ripetutamente "sciopero, sciopero delle donne", per
dare il senso di come la lotta delle donne è una lotta complessiva, a
360 gradi, di come lo sciopero delle donne partendo dalla questione
della violenza e femminicidi, il frutto più barbaro di qiesta società
capitalista si deve estendere a tutta la condizione di vita delle donne
in cui emerge sempre l'intreccio della questione di classe e della
questione di genere.
Il
corteo, che doveva avere un tragitto differente secondo le prescrizioni
della questura - non saremmo dovute passare dal palazzo del Comune in
cui si doveva svolgere un convegno istituzionale proprio sulla violenza
sulle donne che "non poteva essere messo a rischio dalla protesta delle
donne", nonostante le minacce di denuncia ad una delle compagne
organizzatrici del corteo, ha rifiutato il divieto ponendo la necessità
di dovere andare sotto i palazzi per denunciare con forza l'ipocrisia di
chi ci governa che dietro alla facciate ipocrite di convegni al chiuso
sulla violenza sulle donne poi concretamente nella vita di tutti giorni
violenta le donne con tutte le politiche contro la condizione di vita
delle donne, e ha raggiunto, quindi, il Comune e lì le donne hanno
megafonato le ragioni della lotta contro i palazzi istituzionali: i
tagli pesanti ai servizi sociali, sanitari, alle scuole, agli asili
nido, ai centri antiviolenza pubblici... che costringono le donne a
trasformarsi in ammortizzatori sociali in carne e ossa che suppliscono
alle inadempienze dei governi e dello Stato, che
si traducono in ulteriore oppressione per le donne, per le madri
lavoratrici che sono così costrette a dover abbandonare il proprio posto
di lavoro per tornare dentro le mura domestiche e svolgere il ruolo di
casalinghe, di donne "invisibili" che lavorano quanto e più degli altri
ma a cui non viene riconosciuto il doppio lavoro, che spargono humus
reazionario contro le donne per le quali devono esistere solo
determinati ruoli in questa società, un humus che si diffonde
inevitabilmente a a livello di massa con le nefaste conseguenze che
diventa "anche normale" uccidere una donna se si ribella in famiglia, al
ruolo che le viene imposto.
NOI NON CI STIAMO! è stato detto a gran voce...
Molti
gli interventi al megafono, in cui abbiamo spiegato le ragioni della
doppia oppressione, della necessità della lotta diretta delle donne
senza alcuna logica di delega a governi e istituzioni borghesi o a
sindacati collusi, venduti ai padroni, a personaggi come la Camusso che
sono contro la maggioranza delle donne, che dietro le false parole di
adesione allo sciopero non ha indetto lo sciopero nei posti di lavoro
neanche per 15 minuti, contro questo sistema che produce sessimo,
femminicidi e violenza;
sono
state ricordate le tante donne uccise e vittime di stupri e violenza
"siete nel nostro cuore e scioperiamo anche per voi", un pensiero
particolare andato anche a tutte le donne immigrate che subiscono
stupri durante i drammtaici viaggi in fuga dai loro paesi martoriati
dalle guerre imperialiste verso l'Italia... così come un messaggio di
forte solidarietà è stato mandato alle tante donne in lotta del
movimento No Tav e No Muos denunciando la violenza dello Stato di
polizia di questo paese che sulle donne in lotta è doppia... un forte
saluto è stato lanciato alla lotta delle donne a livello internazionale
contro violenza e oppressione
Una
studentessa dell'Mfpr al megafono ha ricordato che non c'è futuro per
le tante giovani che, come lei, dopo avere studiato anche con sacrifici
economici e non solo non hanno ancora un lavoro per portare a termine i
propri studi e che, anche questo, significa doppia oppressione per le
giovani donne che sono costrette a vivere ancora sulle spalle delle
famiglie, già appesantite dal costo della crisi che tutte le masse
proletarie subiscono quotidianamente.
"NON CI AVRETE COME VOLETE VOI" si è levato più e più volte il grido ribelle delle tante giovani del corteo.
Un
uomo ha voluto per forza parlare al megafono per dire che in quanto
uomo si vergognava di quello che accade ogni giorno alle donne, di tutte
le uccisioni e violenze, e rivolegndosi al il corteo ha detto "BRAVE"
a tutte le donne grandi e piccole presenti.
Durante
il corteo abbiamo ricevuto tanta solidarietà e condivisione, dalle
commesse dei negozi alcune delle quali sono uscite dai negozi, hanno
preso i volantini con l'appello dello sciopero delle donne e hanno
applaudito il corteo, una di loro che ha detto di condividere pienamente
le ragioni della lotta ci ha pregato di non fotografarla "perchè se no
il datore di lavoro mi crea problemi", alcune donne delle pulizie
immigrate si sono affacciate dai balcini di Via Roma e hanno applaudito
il corteo e ballato sulla musica " che li lamebti, ma che li lamneti,
pigghia lu bastuni e tira fora li denti" cantato dalle manifestanti...
ABBIAMO SALUTATO CON GIOIA TUTTE LE INIZIATIVE IN CORSO NELLA GIORNATA DELLO SCIOPERO DELLE DONNE NELLE ALTRE CITTA' DAL NORD AL SUD CON PROTAGONISTE TANTE ALTRE LAVORATRICI, PRECARIE, OPERAIE DI FABBRICA, DISOCCUPATE, IMMIGRATE, STUDENTESSE...
ABBIAMO SALUTATO CON GIOIA TUTTE LE INIZIATIVE IN CORSO NELLA GIORNATA DELLO SCIOPERO DELLE DONNE NELLE ALTRE CITTA' DAL NORD AL SUD CON PROTAGONISTE TANTE ALTRE LAVORATRICI, PRECARIE, OPERAIE DI FABBRICA, DISOCCUPATE, IMMIGRATE, STUDENTESSE...
Giunte al termine della
manifestazione in Prefettura una
delegazione di lavoratrici, precarie e una giovane disoccupate hanno portato la
piattaforma "cosa vogliamo e cosa non vogliamo" dello sciopero delle
donne al Prefetto parlando a nome di tutte le donne, e le istanze delle lotta
delle lavoratrici e precarie dello Slai Cobas per il s.c.
Dopo una breve pausa, la giornata
è continuata per alcune ore nel pomeriggio dove compagne del mfpr a alcune
lavoaratrici dello Slai Cobas s.c. hanno fatto un volantinaggio con
pannelli/mostra a piazza verdi in cui sono stati diffusi nonstante la pioggia tanti volantini
mentre diverse canzoni di lotta delle donne venivano trasmesse
dall'altoparlante.
Al sit-in una compagna dell'Mfpr
ha espresso solidarietà alle donne vittime di violenza in tutto il mondo, in
particolare alle donne indiane con l'intento di creare un "ponte" tra
noi e loro, tra la nostra lotta e la loro lotta in cui partecipano attivamente ed
in prima fila nella guerra popolare contro il governo indiano ed il sistema che
produce stupri e femminicidi anche come arma di repressione.
le compagne Mfpr palermo
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