giovedì 28 novembre 2013

Lo Sciopero delle donne a Palermo - un corteo combattivo e ribelle

Oggi 25 novembre 200 donne, tra combattive lavoratrici della scuola, del Comune, del Policlinico, precarie delle Coop Sociali dello Slai Cobas per il s.c., ma anche disoccupate, casalinghe, pensionate e tante studentesse e giovani ribelli sono scese in piazza e hanno dato vita anche a Palermo al primo sciopero nazionale delle donne indetto per la prima volta in Italia contro femminicidi, stupri, violenza, doppia oppressione, doppio sfruttamento...!








Il primo commento "a caldo" che a noi donne, compagne dell'Mfpr viene è quello di una giornata di lotta entusiasmante e carica di significato: la giornata ha avuto inizio alle 9,30 in centro città con il concentramento di numerosissime donne (e non solo, presente anche una folta delegazione di lavoratori, tra cui anche alcuni operai della ex Fiat di Termini Imerese che hanno solidarizzato ma che durante il corteo hanno accompagnato il corteo di donne ai lati della strada, così anche la presenza di diversi studenti) che poi sono partite in un corteo bello, combattivo, determinato, arricchito dalla fresca ribellione delle numerose studentesse di diverse scuole di Palermo in questi giorni occupate o in autogestione, dalla combattiva presenza delle compagne del Collettivo Anillo de Fuego...






Un colpo d'occhio con i tanti striscioni rossi, cartelli, pannelli, bandiere... che ha raggiunto punti importanti della città come i palazzi del potere, il Comune ed infine la Prefettura.



Molti slogan scanditi: "moderno medioevo, doppia oppressione, donne in lotta per la rivoluzione", "per ogni donna uccisa stuprata e offesa siamo tutte parte lesa", "femminicidi, violenza sessuale, è questo il sistema del capitale, "guai, guai a chi ci tocca ci difenderemo con la lotta" , per i femminicidi non basta il lutto pagherete caro pagherete tutto, "sempre più donne violentate, siamo sempre più incazzate, "contro la doppia oppressione sempre più necessaria è la  rivoluzione", "disoccupazione, miseria  e carovita con questi governi facciamola finita" e tanti altri e poi ripetutamente "sciopero, sciopero delle donne",  per dare il senso di come la lotta delle donne è una lotta complessiva, a 360 gradi, di come lo sciopero delle donne partendo dalla questione della violenza e femminicidi, il frutto più barbaro di qiesta società capitalista si deve estendere a tutta la condizione di vita delle donne in cui emerge sempre l'intreccio della questione di classe e  della questione di genere.










Il corteo, che doveva avere un tragitto differente secondo le prescrizioni della questura - non saremmo dovute passare dal palazzo del Comune in cui si doveva svolgere un convegno istituzionale proprio sulla violenza sulle donne che "non poteva essere messo a rischio dalla protesta delle donne", nonostante le minacce di denuncia ad una delle compagne organizzatrici del corteo, ha rifiutato il divieto ponendo la necessità di dovere andare sotto i palazzi per denunciare con forza l'ipocrisia di chi ci governa che dietro alla facciate ipocrite di convegni al chiuso sulla violenza sulle donne poi concretamente nella vita di tutti  giorni violenta le donne con tutte le politiche contro la condizione di vita delle donne,  e ha raggiunto, quindi, il Comune e lì le donne hanno megafonato le ragioni della lotta contro i palazzi istituzionali: i tagli pesanti ai servizi sociali, sanitari, alle scuole, agli asili nido, ai centri antiviolenza pubblici... che costringono le donne a trasformarsi in ammortizzatori sociali in carne e ossa che suppliscono alle inadempienze dei governi e dello Stato,  che si traducono in ulteriore oppressione per le donne, per le madri lavoratrici che sono così costrette a dover abbandonare il proprio posto di lavoro per tornare dentro le mura domestiche e svolgere il ruolo di casalinghe, di donne "invisibili" che lavorano quanto e più degli altri ma a cui non viene riconosciuto il doppio lavoro, che spargono humus reazionario contro le donne per le quali devono esistere solo determinati ruoli in questa società, un humus che si diffonde inevitabilmente a a livello di massa con le nefaste conseguenze che diventa "anche normale" uccidere una donna se si ribella in famiglia, al ruolo che le viene imposto.


NOI NON CI STIAMO! è stato detto a gran voce...

















Molti gli interventi al megafono, in cui abbiamo spiegato le ragioni della doppia oppressione, della necessità della lotta diretta delle donne  senza alcuna logica di delega a governi e istituzioni borghesi o a sindacati collusi, venduti ai padroni,  a personaggi come la Camusso che sono contro la maggioranza delle donne,  che dietro le false parole di adesione allo sciopero non ha indetto lo sciopero nei posti di lavoro neanche per 15 minuti,  contro questo sistema che produce sessimo, femminicidi e violenza;
























sono state ricordate le tante donne  uccise e vittime di stupri e violenza "siete nel nostro cuore e scioperiamo anche per voi", un pensiero particolare andato anche a tutte le donne  immigrate che subiscono stupri  durante i drammtaici viaggi in fuga dai loro paesi martoriati dalle guerre imperialiste verso l'Italia... così come un messaggio di forte solidarietà è stato mandato  alle tante donne in lotta del movimento No Tav e No Muos denunciando la violenza dello Stato di polizia di questo paese che sulle donne in lotta è doppia... un forte saluto è stato lanciato alla lotta delle donne a livello internazionale contro violenza e oppressione



Una studentessa dell'Mfpr al megafono ha ricordato che non c'è futuro per le tante giovani che, come lei, dopo avere studiato anche con sacrifici economici  e non solo non hanno ancora un lavoro  per portare a termine i propri studi e che, anche questo, significa doppia oppressione per le giovani donne che sono costrette a vivere ancora sulle spalle delle famiglie, già appesantite dal costo della crisi che tutte le masse proletarie subiscono quotidianamente.






"NON CI AVRETE COME VOLETE VOI" si è levato più e più volte il grido ribelle delle tante giovani del corteo. 



Un uomo ha voluto per forza parlare al megafono per dire che in quanto uomo si vergognava di quello che accade ogni giorno alle donne, di tutte le uccisioni e violenze, e rivolegndosi al il corteo ha detto  "BRAVE"  a tutte le donne grandi e piccole presenti. 



Durante il corteo abbiamo ricevuto tanta solidarietà e condivisione, dalle commesse dei negozi alcune delle quali sono uscite dai negozi, hanno preso i volantini con l'appello dello sciopero delle donne e hanno applaudito il corteo, una di loro che ha detto di condividere pienamente le ragioni della lotta ci ha pregato di non fotografarla "perchè se no il datore di lavoro mi crea problemi", alcune donne delle pulizie immigrate si sono affacciate dai balcini di Via Roma e hanno applaudito il corteo e ballato sulla musica " che li lamebti, ma che li lamneti, pigghia lu bastuni e tira fora li denti" cantato dalle manifestanti...

ABBIAMO SALUTATO CON GIOIA TUTTE LE INIZIATIVE IN CORSO NELLA GIORNATA DELLO SCIOPERO DELLE DONNE  NELLE ALTRE CITTA' DAL NORD AL SUD CON PROTAGONISTE TANTE ALTRE LAVORATRICI, PRECARIE, OPERAIE DI FABBRICA, DISOCCUPATE, IMMIGRATE, STUDENTESSE...





Giunte al termine della manifestazione  in Prefettura una delegazione di lavoratrici, precarie e una giovane disoccupate hanno portato la piattaforma "cosa vogliamo e cosa non vogliamo" dello sciopero delle donne al Prefetto parlando a nome di tutte le donne, e le istanze delle lotta delle lavoratrici e precarie dello Slai Cobas per il s.c.
Dopo una breve pausa, la giornata è continuata per alcune ore nel pomeriggio dove compagne del mfpr a alcune lavoaratrici dello Slai Cobas s.c. hanno fatto un volantinaggio con pannelli/mostra a piazza verdi in cui sono stati  diffusi nonstante la pioggia tanti volantini mentre diverse canzoni di lotta delle donne venivano trasmesse dall'altoparlante.

Al sit-in una compagna dell'Mfpr ha espresso solidarietà alle donne vittime di violenza in tutto il mondo, in particolare alle donne indiane con l'intento di creare un "ponte" tra noi e loro, tra la nostra lotta e la loro lotta in cui partecipano attivamente ed in prima fila nella guerra popolare contro il governo indiano ed il sistema che produce stupri e femminicidi anche come arma di repressione.

IL 25 novembre, giornata dello sciopero delle donne, ha avuto un esito più che positivo sia per i numeri , non scontati, che per la reazione positiva delle tante donne  della città verso il messaggio e contenuti degli appelli " anche io sciopero oggi , e tu?", questo fa comprendere come tra le donne cresca il bi-sogno della ribellione e lotta che è necessaria a livello complessivo perchè "tutta la nostra vita deve cambiare!"
Viva lo sciopero delle donne!
le compagne Mfpr palermo

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