giovedì 28 novembre 2013
Condannati compagni antifascisti a Cuneo - Lo stato borghese sposa la tesi dei fascisti - Chiudere i covi di casa pound !
Tutti condannati i sedici a processo per gli scontri del 26 febbraio 2011, a Cuneo. Volevano
impedire, nel nome dell’antifascismo, l’inaugurazione della sede cuneese di CasaPound, l’associazione di estrema destra. Finì con una sassaiola di sampietrini, feriti tra carabinieri, polizia e civili.
La pena più severa (due anni e mezzo di carcere) per il torinese Luca Ghezzi; due anni e due mesi Guido Mantelli, cuneese, leader della protesta. Gli imputati sono stati condannati per aver commesso reati che
vanno dalle lesioni aggravate al danneggiamento, dalla violenza privata alla minaccia.
Durante la lettura della sentenza la loro rabbia (in coro hanno gridato ai magistrati «vergogna» e «ora e sempre resistenza») è esplosa quando il giudice ha letto il passaggio in cui si prevede il risarcimento di 4500 euro per Casapound. L’associazione (costituita parte civile), per i danni morali e all’immagine ne aveva chiesti 300 mila.
Quel sabato una manifestazione antifascista era stata autorizzata nella piazzetta accanto al municipio, ma una parte dei partecipanti si staccò e arrivò in via Alba, forzando, per l’accusa, il cordone formato dalle forze dell’ordine. I difensori degli imputati hanno contestato che fra gli accusati non ci siano stati anche adepti dell’associazione di estrema destra, ripresi mentre roteavano in aria cinture e lanciavano cose.
Il procuratore Francesca Nanni aveva chiesto condanne che arrivano sino a 7 anni ma le richieste erano più miti per chi, materialmente, era presente, ma non partecipò a lanci e atti di violenza. Sembra di capire
– e sarà più chiaro con le motivazioni della sentenza- che il tribunale abbia considerato responsabili per concorso formale anche questi ultimi.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento