giovedì 25 dicembre 2014
Marocco: "Aggressione fisica contro il nostro compagno Aziz Elkhalfaoui"
Dopo l'isolamento totale, il divieto di visita, la prevenzione del cibo, le vessazioni e le umiliazioni di ogni giorno, vietando l'utilizzo del telefono pubblico carcerario e del beneficio del servizio bibliotecario.
Oggi 24/12/14 il nostro amico Aziz ha subito un'aggressione fisica violenta, dalle guardie carcerarie di Marrakech con l'uso di bastoni e forza fisica contro la testa e luoghi sensibili.
Va notato che questo attacco è stato supervisionato dal direttore del carcere.
L'attacco contro il nostro compagno Aziz ha causato:
* Perdita di coscienza.
* Flusso di sangue alla testa.
* ferite.
I nostri compagni Aziz Elkhalfaoui e Redouan Elâadimi hanno fermato il loro sciopero della fame per alcuni giorni, ma ancora soffrono di dolori permanenti e gravi, mal di stomaco frequenti e nell'intestino. E anche l'incapacità di fare movimenti naturali.
In una parola, la situazione del nostro compagno e seria!
Nota: il compagno Aziz ha una salute debole, ed è
asmatico.
Vogliamo i compagni NOTAV liberi, liberi, liberi!
Agli arresti domiciliari i quattro No Tav assolti dall'accusa di terrorismo
Passeranno il Natale agli arresti domiciliari i quattro No Tav finiti sotto processo con l’accusa di terrorismo. Lo ha deciso questo pomeriggio Corte d’Assise. Claudio Alberto, 23 anni, Niccolò Blasi, 24 anni, Mattia Zanotti, 29 anni, Chiara Zenobi, 41, attivisti No Tav dell’area anarco-insurrezionalista, erano stati accusati di aver messo a segno un attentato contro il cantiere dell’Alta Velocità con “finalità di terrorismo”, utilizzando molotov, bengala e bombe carta. La settimana scorsa tutti e quattro erano stati riconosciuti colpevoli di aver incendiato i macchinari, ma non di terrorismo, “perché il fatto non sussiste”.
Tutti sono stati comunque condannati: tre anni e sei mesi più il pagamento di 5mila euro di multa, per gli altri reati, in particolare per la detenzione di armi da guerra e danneggiamenti seguiti da incendio. Delle parti civili solo Ltf ha ottenuto il diritto a un indennizzo. E’ di poco fa la decisione di far scontare loro la pena ai domiciliari.
martedì 16 dicembre 2014
giovani notav: SIAMO TUTTI COLPEVOLI DI RESISTERE
riceviamo e rigiriamo:
Niccolò, Chiara, Claudio e Mattia sono quattro ragazzi ormai famosi all’interno del movimento no tav e non solo. Quattro ragazzi che, come noi, si sono opposti e si oppongono tutt’ora, alla costruzione della linea ad Alta Velocità Torino-Lione. Li abbiamo visti, incontrati e conosciuti all’interno di molte iniziative no tav. Con noi hanno camminato per i boschi della Clarea e insieme a noi hanno partecipato alle grandi marce popolari valsusine. Niccolò Claudio Chiara e Mattia sono ormai da un anno in carcere per aver fatto propria una pratica condivisa dal movimento tutto: il sabotaggio. Durante una notte del maggio 2013 hanno bruciato un compressore all’interno del cantiere tav di Chiomonte senza arrecare alcun danno alle persone presenti in quel luogo e in quel momento. Questa azione ha portato al loro arresto con diverse accuse molto gravi tra le quali, la più pesante e infondata, è quella di terrorismo. Ed è per questo che, ad oggi, rischiano una condanna a quasi 10 anni di reclusione. Troviamo assurde queste accuse per aver semplicemente scelto di resistere e di difendere il proprio futuro. In un Paese come il nostro, in cui la corruzione la fa da padrona, in cui le scuole sono fatiscenti e sulla via della privatizzazione, in cui gli ospedali vengono chiusi (come a Susa) non certo per mancanza di pazienti, in cui l’unico lavoro che si trova dopo la laurea è in un call center a 200 € al mese; saremmo noi i terroristi? Sarebbero Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò i terroristi? No! Quindi rispediamo queste accuse al mittente, con la promessa che per quanto cercheranno di spaventarci noi saremo sempre qui a bloccare con ogni mezzo la costruzione di quest’opera inutile e dannosa. Saremo presenti anche mercoledì, giorno in cui dovrebbe essere emanata la sentenza del processo ai quattro ragazzi. Ci saremo per esprimere loro ancora una volta la nostra vicinanza e per ribadire che siamo tutti e tutte colpevoli di resistere.
Appuntamento quindi MERCOLEDI17/12 alle 17:30 in piazza del mercato a Bussoleno!
Appuntamento quindi MERCOLEDI17/12 alle 17:30 in piazza del mercato a Bussoleno!
E come sempre… A sarà düra!
Giovani no tav
Giovani no tav
fonte: notav.info
lunedì 15 dicembre 2014
MAROCCO: INFORMAZIONE ALL' OPINIONE NAZIONALE E INTERNAZIONALE SULLO SCIOPERO DELLA FAME DI AZIZ Khalfaoui e Redouane ELAADEMI
Prigione locale di Oudaya - Marrakech
Dal 03/12/2014, i due prigionieri politici comunisti, Aziz e Redouane, conducono uno sciopero della fame a tempo indeterminato per protestare da un lato contro gli impegni non mantenuti dell'amministrazione carceraria, nonostante si fosse impegnata di rispettare durante il primo sciopero della fame dei compagni. Dall'altro, con questa azione, i nostri compagni Aziz e Redouane denunciano anche lo status quo della situazione che li porta a vedere il loro rinvio a giudizio o rilascio posticipato alle calende greche.
L'amministrazione penitenziaria, finora, non ha ancora risposto alle richieste dei nostri compagni. Ma oggi abbiamo imparato che oltre ad attenersi a questa situazione, ha anche lanciato una logica di rappresaglia: così ora sta cercando chiaramente di aggravare l'isolamento dei due detenuti con la decisione di vietare al compagno Aziz tutti gli accessi alla biblioteca per ripassare e studiare ; inoltre, il compagno Redouane, nel frattempo, non può continuare la sua formazione professionale, dalla quale il suo nome è stato cancellato.
Inoltre, ogni giorno, i compagni soffrono abusi dai loro rapitori e sono sempre minacciati di essere gettati in isolamento.
In risposta a questo, i compagni imprigionati sono determinati a intensificare la loro lotta in aggiunta alla loro decisione di sciopero della fame smetteranno di bere, a partire da
Martedì 16 Dicembre 2014.
mercoledì 10 dicembre 2014
APPELLO IMPORTANTE PER UN'ASSEMBLEA NAZIONALE CONTRO LA REPRESSIONE
Carissimi Compagni,
vi allego alla presente la locandina e l’appello scritto da me e Mauro Gentile per invitarvi personalmente all’assemblea nazionale contro la repressione e per l’abolizione del Codice Rocco che si svolgerà a Teramo il 20 dicembre prossimo.
Vi prego di voler dare all’evento, soprattutto in questi ultimi giorni, il più ampio spazio possibile sui vostri profili facebook e siti internet oltre che girare lo stesso ai vostri contatti.
Il 25 aprile del 2015 sarà il 70° anniversario della liberazione d’Italia dal nazifascismo, ma nonostante il sacrificio dei nostri Partigiani ancora è in vigore un codice fascista, il Codice Rocco, che ieri come oggi viene utilizzato al solo fine di reprimere chi non ha intenzione di piegare la testa dinanzi ad un sistema irricevibile fatto di disuguaglianze e imposizioni.
Lo stesso, grazie al reato di Devastazione e Saccheggio, prevede pene pesantissime ed a riguardo diversi sono i compagni attualmente reclusi per gli scontri del G8 di Genova del 2001(scontano pene dai 10 ai 15 anni) così come noi inquisiti per gli scontri di Roma del 15 ottobre 2011 condannati in appello a pene tra i 7 ed i 9 anni(ridotte per aver scelto il rito abbreviato).
Purtroppo nessuno nel corso della storia ha mai avuto la voglia e il coraggio di abolire questo residuo fascista e forse mai come oggi ci sembra giunto il momento di ultimare, una volta per tutte, il lavoro iniziato durante la guerra di Liberazione.
Vi invito pertanto a non mancare alla suddetta assemblea perché pensiamo che solo se saremo uniti e decisi riusciremo a raggiungere l’obbiettivo che l’assemblea si pone: abolire il codice rocco e combattere quella sporca repressione che ormai abbiamo conosciuto un po’ tutti fin troppo bene sulla nostra pelle.
La crisi aumenta, le destre avanzano e la repressione si abbatte forte contro chi lotta, se fino ad ieri i nemici del Popolo hanno avuto vita facile dal 20 dicembre in poi ci troveranno tutti dietro la stessa barricata.
Fino alla vittoria! A pugno chiuso!
"Ognuno di noi deve dare qualcosa per fare in modo che alcuni di noi non siano costretti a dare tutto"
Davide Rosci
Di seguito link dell’evento facebook (magari invitate i vs contatti) e un’interessante documentario sul reato di Devastazione e Saccheggio.
Per info e adesioni: genova2001roma2011@gmail.com
Altri tre "No Tav" accusati di terrorismo
Sono tre anarchici milanesi che erano già in carcere per gli scontri del maggio 2013 a Chiomonte. Tra una settimana la sentenza della Corte d'Assise per gli altri quattro del movimento su cui pesa la grave accusa
All'indomani degli incidenti che hanno di nuovo bloccato la Valsusa nel weekend dell'Immacolata, altri tre anarchici del movimento No Tav, sono stati accusati di terrorismo. Questa mattina infatti sono stati notificate in carcere le ordinanze di misura cautelare del gip do Torino per Lucio Alberti, Graziano Mazzarelli, e Francesco Nicola Sala, tutti milanesi, che già erano detenuti per l'attacco al cantiere Tav del 13 e 14 maggio 2013.
A loro tre non era stato contestato il reato di terrorismo al momento dell'arresto nel luglio scorso come era stato fatto invece sempre per gli incidenti di quei due giorni un anno fa con gli altri anarco insurrezionalisti Claudio Alberto, Nicolò Blasi, Mattia Zanotti e Chiara Zenobi cui erano stati contestati i reati di attentato con finalità di terrorismo od eversione, olre a molti altri. I quattro sono adesso processati davanti alla Corte di Assise di Torino che, il 17 dicembre, dovrebbe emettere la sentenza conclusiva.
Alberti, Mazzarelli e Sala avevano "scampato" l'accusa più grave vista la pronuncia della Corte di Cassazione del 15 maggio 2014 che annullava con rinvio la precedente ordinanza nei confronti dei quattro "compagni" relativamente alle contestazioni con finalità di terrorismo-
Adesso però, eseguiti i dovuti approfondimenti investigativi e "in ossequio ai principi statuiti dalla Suprema Corte", la Procura di Torinoha deciso di contestare anche a loro l'accusa di terrorismo. Contestualmente, sono state eseguite perquisizioni nelle celle dei tre che hanno portato al sequestro di vario materiale.
martedì 9 dicembre 2014
APPELLO DEL SOCCORSO ROSSO PROLETARIO
SOCCORSO ROSSO PROLETARIO
Noi esprimiamo la nostra solidarietà a tutti i prigionieri politici, comunisti, rivoluzionari, antimperialisti che sono nelle carceri in Italia e nel mondo
Noi siamo contro tutte le montature poliziesche e giudiziarie che vedono processati compagni, proletari, organizzazioni proletarie e antagoniste nel nostro paese
- Soccorso Rosso Proletario; lavora per la massima unità dei comunisti e di tutti i solidali contro la repressione e le carceri per un organismo unitario generale nel nostro paese, dopo lo scioglimento dell'Associazione solidarietà proletaria e per superare i limiti degli attuali organismi di soccorso rosso, che hanno una logica giusta ma insufficiente di 'parenti e amici'
- Chiamiamo tutti i compagni proletari ,comunisti, rivoluzionari e tutte le realtà politiche e sociali di lotta autorganizzata a dare vita in ogni città a una struttura comune di Soccorso rosso proletario aperta e attiva e a marciare insieme verso una Assemblea nazionale da tenersi in 12-13 dicembre 2014
- Soccorso Rosso Proletario – Italia
- ottobre 2014
Brasile - Libertà immediata per Igor Mendes e tutti i prigionieri politici!
Libertà immediata per Igor Mendes e tutti i prigionieri politici!
Igor Mendes da Silva, studente di geografia dell'Università dello stato di Rio de Janeiro, attivista del Movimento Studentesco Popolare Rivoluzionario e del Fronte indipendente Popolare di Rio de Janeiro, dal 3 dicembre 2014 si trova prigioniero nel Complesso Penitenziario di Bangu. L'attivista è stato arrestato in casa, verso le 6:30 della mattina da una squadra della Sezione di Repressione dei crimini informatici, applicando il mandato di arresto preventivo emesso dal Giudice Flàvio Itabaiana della ventisettesima corte penal della capitale.
Nella stessa occasione, furono emessi mandati d'arresto preventivo contro altri due attivisti Elisa Quadros Pinto, conosciuta come Sininho e Karlayne Moraes da Silva Pinheiro, trattate come fuggitive dal putrido potere giudiziario e dal monopolio della stampa, dal tratadas como foragidas pelo podre poder judiciário e o monopólio da imprensa, avendo in testa il portavoce dell'imperialismo yankee e sostenitore del fascimo di ieri e di oggi, Rete Glogo.
Igor Mendes un'altro degli innumerevoli giovani carioca che si unirono alle grandi manifestazioni popolari che, fin dalle giornate di lotta di giugno\luglio 2013, scuotereno la capitale fluminense contro la abbuffata Fifa/Olimpiadi, in difesa dell'istruzione, trasporto e salute pubblica, contro la violenza poliziesca e l'occupazione militare delle comunità povere da parte delle Unità di Pacificazione di Polizia e dell'Esercito Brasiliano.
Per la sua partecipazione a queste legittime proteste Igor Mendes, Karlayne Moraes e Elisa Quadros sono bersagli di una grave e ingiusta campagna di persecuzione politica orchestrata dal rseguição política orquestrada dai governi Dilma (Partito dei Lavoratori / Cabral-Pezão e Paes (Partito del Movimento democratico brasilianoPMDB) e realizzata dalla polizia assassina di poveri di Rio de Janeiro.
I tre già erano stati indiziati, insieme ad altri venti attivisti, a causa della famigerata “operazione Firewall” verificatasi il giorno della finale della Coppa del Mondo Fifa, quando dodici manifestanti furono arrestati, tra i quali la stessa Elisa Quadros, la "Sininho".
L'assurda e inaudita accusa dei mandati d'arresto è la presunta partecipazione degli attivisti a un festival di cultura popolare per la liberazione dei prigionieri politici e la fine di tutti i processi contro i manifestanti, avvenuto lo scorso 15 ottore (giorno del professore), di fronte al Consiglio comunale nella Cinelândia. Nell'interpretazione del giudice fascista Flávio Itabaiana, la partecipazione dei giovani all'evento rappresenterebbe la rottura delle “misure cautelare” imposte dalla corte che vieta la partecipazione degli attivisti a “riunioni pubbliche” sotto la giustificazione che la loro presenza rappresenterebbe un “rischio per l'ordine pubblico”. Nella pratica, tale “divieto” rappresenta la restrizione della libertà di espressione e manifestazione difesa in maniera ipocrita dallo Stato fascista brasiliano e dal putrido potere giudiziario.
Il governo illegittimo di Pezão-Cabral (PMDB) fu sconfitto dai voti nulli, schede bianche e astensioni nelle ultime elezioni per il governatore ed è disperato di fronte alla continuità e radicalizzazione delle manifestazioni popolari durante il suo mandato.
E, nel decretare un vero stato d'assedio con l'obbiettivo di contenere la giusta rivolta popolare, ha l'appoggio della gerentona Dilma Rousseff (PT) e della sua opportunistica campagna elettorale. Dilma Rousseff e i suoi compari sono impatanati fino al collo nel fango della corruzione e tremano di paura e odio contro il popolo a fronte dell'inevitabile aggravarsi della crisi economica e politica nel paese.
La vera e propria campagna di caccia alle streghe promossa contro attivisti popolari a Rio de Janeiro, contando sull'appoggio incondizionato di Rete Globo e degli altri mezzi dei monopoli dei mezzi di comunicazione, rappresenta la preparazione del terreno per incrementare una poliziesca repressione fascista superiore a quella vista durante le partite dell' abbuffata della Fifa.
L'obbiettivo dello stato fascista brasiliano nell'incarcerare questi militanti è tentare di zittire l'urlo di rivolta e di legittima indignazione delle masse popolari della città e della campagna che si sono sollevate in difesa dei loro diritti calpestati mille volte da tutta questa banda di politici corrotti servi dei banchieri, dei latifondisti, dell'imperialismo principalmente yankee (Stati Uniti).
Come descrisse molto bene lo stesso Igor Mendes, in un articolo pubblicato sul blog Tribuna di stampa pochi giorni prima di esser arrestato, dove ironizza a il piagnisteo della falsa sinistra elettoralista e dei “movimenti sociali” chapa branca (espressione che indica qualcosa di finanziato dal potere o che appoggia il potere) come la filo-governativa Unione Nazionale degli Studenti, che si fingono fraintesi dopo le “scelte” della presidente Dilma Rousseff (PT) per scegliere il suo governo, come i nomi della ultra-reazionaria “ruralista” Kátia Abreu per il Ministero dell'Agricoltura e del banchiere Joaquim Levy do Bradesco/FMI per il Ministero dell'Agrigoltura:
“Ecco che adesso i “movimenti sociali” venduti, addomesticati, capaci di ingannare milioni di lavoratori in cambio di posizioni e benefici, si mostrano “sorpresi”. Gli stessi che hanno fatto con fervore campagna per l'elezione di Dilma, la stessa “intelighenzia” che ha rieditato il “con me o contro di me” durante il voto, accusando come “destrorsi” chi si rifiutava di vedere ciò che non c'era – differenze essenziali tra il PT e il PSDB – scrivono editoriali e rilasciano interviste “criticando” le scelte di Dilma. Parlano di “delusione”, “sorpresa”, “ladrocinio elettorale...” Chi pensano di ingannare? Dodici anni di governo federale non gli hanno insegnato nulla?”
Pochi giorni dopo la fine della farsa elettorale il vecchio stato brasiliano diretto dal fronte opportunista elettorale di PT/Pecedobê/PMDB/PSB dimostra, ancora una volta, la vera faccia della sua falsa democrazia.
Fino a ieri tutti ripetevano il vuoto discorso della “democrazia” e dell' “avanzamento” contro il “retrocedere”. Spente le luci del ring elettorale, convocano i settori più reazionari della società brasiliana per dialogare, mentre rieditano il Al-5 e il decreto-legge 477 contro i movimenti e le mobilitazioni popolari, ripetendo le pratiche più nefaste del regime militare fascista rispetto al quale si pongono ipocritamente come oppositori.
I volti dei militanti sono esposti per la televisione in prima serata, imputandogli atti mai provati. Bandiere dei movimenti e esemplari di giornali della stampa popolare sono presentate come prove del crimine. Giovani sono accusati per “formazione di banda armata” per la partecipazione alle proteste. Indagini poliziesche, registrazioni di intercettazioni telefoniche e altre supposte prove che presumibilmente sarebbero sotto “segreto giudiziario” sono divulgate come “esclusive” per i giornali della Rete Globo.
Respingiamo tutti i tentativi di isolare e criminalizzare la protesta popolare, il nostro movimento e le altre organizzazioni indipendenti e combattivr che compongono il Fronte indipendente Popolare di Rio de Janeiro! Onoriamo l'atteggiamento combattivo di tutti i prigionieri politici che si mantengono saldi nella lotta, nonostante siano rinchiusi nelle celle del vecchio stato brasiliano! Si sbagliano di grosso se pensano di poter sconfiggerci com la repressione! Non potranno mai imprigionare i nostri ideali! Il futuro ci appartiene!
Libertà immediata per Igor Mendes da Silva!
Libertà immediata per Rafael Braga, Caio Silva e Fábio Raposo!
Per la camcellazione di tutti i processi contro i manifestanti!
Viva la gioventù combattente!
RIBELLARSI E' GIUSTO!Liberdade imediata para Igor Mendes e todos os presos políticos!
MEPR - Movimento Estudantil Popular Revolucionário. Tropa de Choque da Revolução!
info italiasoccorso rosso proletario srpitlia@gmail.com
lunedì 1 dicembre 2014
Davide Rosci: "violato il mio diritto allo studio"
Quando alla tv ascolto i politici, i magistrati e gli operatori del settore dire che la detenzione deve tendere alla rieducazione del detenuto mi viene da ridere.
Mi sono fatto un anno di reclusione tra un carcere e un altro e vi posso garantire che in quei luoghi di sofferenza la persona tutto riesce a fare tranne che a redimersi. E come potrebbe essere altrimenti se tu i reclusi li tratti come degli animali?
Non so veramente dove questi figuri trovino il coraggio di farsi belli davanti alle telecamere quando quella volta all’anno viene messa in scena una rappresentazione teatrale o un’iniziativa di facciata simile all’interno di un penitenziario, eppure, dopo la toccata e fuga, il politico di turno non perde tempo nell’affermare: “ho visto un carcere funzionante, un carcere che và incontro ai detenuti e ai loro famigliari”. E ci credo, hai visto quello che il Direttore voleva farti vedere mica è stupido…
Il carcere è l’inferno in terra e bisogna avere il coraggio di dirlo chiaramente così come bisogna che un parlamentare che lo ispezioni abbia l’accuratezza di chiedere quanti tentati omicidi all’anno si verificano, quanti atti autolesionistici avvengono e magari indagare con gli operatori e i detenuti sulle criticità che all’interno di quelle mura si vivono.
Farlo risulterebbe un primo coraggioso passo, ma il lavoro non sarebbe che all’inizio perché se la Corte dei Diritti dell’Uomo ti condanna contestandoti un sistema inumano e degradante questo non è solo riconducibile al sovraffollamento.
Utile sarebbe aumentare il fondo da impiegare nell’assunzione di psicologi, pschiatri e figure preposte così come le risorse da destinare alle attività di reinserimento.
A riguardo delle attività di reinserimento quest’estate rimasi piacevolmente colpito quando alla presenza dei mass-media venne reso noto dal Rettore Luciano D’Amico della futura nascita di un polo Universitario a Castrogno, e ciò grazie alla convenzione tra l’Università di Teramo e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Devo dire che purtroppo ad oggi la cosa è attiva solo sulla carta. Subito mi interessai e feci mandare una mail all’Università per chiedere se anche chi era ai domiciliari rientrasse nel progetto e successivamente venni contattato dalla responsabile della convenzione e la risposta fu affermativa. Ero felicissimo di questa opportunità perché iscrivendomi anche io avrei potuto usufruire di “tutte” le agevolazioni che venivano citate durante la conferenza stampa e quindi avrei potuto ultimare i miei studi iniziati anni addietro conseguendo la laurea Magistrale in Economia Bancaria. Inoltre, aspetto di non poca importanza, avrei potuto anche inoltrare la richiesta di frequentare le lezioni appellandomi al diritto allo studio che, come è noto, è costituzionalmente riconosciuto.
Il sogno però si è infranto e veramente non so più cosa pensare perché oggi, la corte d’Appello di Roma, quella delle assoluzioni del caso Cucchi, a firma di quel giudice che mi ha condannato a 9 anni grazie ad un reato fascista, ha rigettato l’istanza.
E’ veramente scandaloso che mi venga negato il diritto allo studio e questo lo è due volte di più se si pensa che l’art.21 della Costituzione recita a chiare lettere che la detenzione debba tendere al reinserimento del detenuto nella società. E quale miglior mezzo se non quello dello studio per raggiungere tale obiettivo?
Sono quasi tre anni che mi hanno tolto la libertà grazie ad un reato datato 1930 e sono quasi tre anni che vedo ingiustizie da ogni parte pur non essendo condannato in via definitiva.
Visto che questo a mio avviso è un modo di fare antidemocratico, visto che mi vengono applicate leggi fasciste, visto che da detenuto sono stato trattato peggio di come Mussolini trattava i detenuti politici e visto che mi vengono negati i più elementari diritti ho deciso di riconsegnare la mia carta d’identità e chiedere la revoca della cittadinanza italiana al Presidente della Repubblica perché non voglio più essere cittadino di uno stato come il nostro che con i deboli si vendica in maniera spudorata mentre contro i forti lascia che i processi vadano in prescrizione, vedi i 3000 morti del caso Eternit, o peggio ancora che si autoassolva come per l’omicidio Cucchi e il Terremoto dell’Aquila. A tutto c’è un limite! Altro che la giustizia uguale per tutti…
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